PIECES OF A DREAM
PART IV
Le
lancette dell’orologio sembravano muoversi maledettamente a rallentatore, i
minuti sembravano durare delle ore, persino le gocce di Muco di Vermicoli che
Hermione versava nel suo calderone sembravano più lente del normale.
La
prima ora di lezione l’avevano condivisa con i Serpeverde, ma nella seconda ora
i ragazzi del settimo Grifondoro avevano avuto l’aula tutta per loro, poiché la
professoressa Sprite aveva chiesto in prestito il settimo Serpeverde per un
ripasso sull’ artemisia che i ragazzi avevano saltato
qualche giorno prima.
Dopo
aver messo a tacere lo stupore di Harry nel vedere
Draco ed Hermione parlare, la ragazza si concentrò sulla sua pozione; in realtà
fece finta di concentrarsi, era un compito che aveva svolto mille volte e, di
conseguenza, effettuava le operazioni meccanicamente, senza bisogno di pensarci
su troppo; infatti aveva altro a cui pensare, Draco le aveva detto “a
ricreazione al molo” e lei si sentiva euforica. Eppure,
c’era qualcosa che ancora le batteva nello stomaco, qualcosa che la faceva
sentire sbagliata se in quel momento pensava a Draco, ai suoi capelli, alle sue
mani, ai suoi occhi, cos’era? Ma certo, Ron! Dal
momento in cui era entrata in aula si era
completamente dimenticata dell’episodio della sera precedente, del dolore che
aveva provato fino a quella mattina, aveva dimenticato Ron.
Come
a volersi punire per aver commesso tale sbaglio, cominciarono a tornare i sensi
di colpa e le domande, che persona era se le erano
bastati un paio di sguardi per farle dimenticare il dolore che stava causando a
Ronald?
Finalmente
la campanella suonò, era l’intervallo.
Hermione
si affrettò a rimettersi il mantello, con due colpì di bacchetta sgombrò il suo
banco e fece per incamminarsi verso la porta
-
Hermione? – Harry la stava raggiungendo – vieni con me
da Ginny? –
-
Non posso, devo… - ci pensò su per un istante – devo
andare in biblioteca - Harry la guardò perplesso - per una ricerca!- precisò
lei
-
ah, bè…speravo di poter parlare un po’ di te e …Ron – riprese Harry
schiettamente con un filo di imbarazzo, Hermione
abbassò lo sguardo – mi spiace Harry, ma ora non posso proprio – la ragazza si
voltò e fece per andarsene, poi si fermò e girandosi nuovamente verso l’amico –
va da lui, Harry –
Draco
Malfoy all’uscita dalla serra numero 5 si diresse
dritto filato verso la riva del lago, ignorando completamente le persone che lo
chiamavano o che, al suo passaggio, lo salutavano. Trovandosi la serra molto
vicina al lago, Draco arrivò all’appuntamento in pochi minuti, e come si era
immaginato Hermione ancora non c’era.
Un
minuto.
Abbandonò
la borsa con i libri ai piedi di un albero e percorse il molo che si stendeva
sopra il manto vellutato del lago per una decina di metri dalla riva, si
sedette all’estremità, lasciando penzolare le gambe nello spazio tra la
passerella di legno e la superficie dell’acqua.
Due
minuti.
Il
gelo dell’aria si respirava come fosse qualcosa di tangibile, quando la lieve
brezza smetteva di soffiare si percepiva l’ultimo sforzo del sole e sulla pelle
era una sensazione estasiante, l’ultimo bacio del sole, un dolce bacio
dell’addio.
Tre
minuti.
In
lontananza, verso l’orizzonte, il volo di due corvi disegnava in cielo linee
immaginarie, che il ragazzo percepiva di tanti colori differenti, tante sfumature
di colori vivaci, colori caldi, teneri, colori che in vita sua poche volte aveva percepito.
Quattro
minuti.
Ora
cominciava a guardarsi intorno, alle sue spalle solo alberi dai colori
infuocati, solo foglie morte che tentavano di rimane
appigliate ai rami deboli, tentavano di non cadere, di non arrendersi e Draco
si sentiva un po’ come loro.
Lottava.
Lottava contro la sua famiglia, contro suo padre, contro se stesso. Lottava per
non cadere dal suo ramo, per non cadere e farsi calpestare e sgretolarsi sotto
il peso insostenibile della volontà altrui.
Cinque
minuti.
Il
suo sguardo di nuovo verso l’orizzonte.
D’un tratto il rumore di un passo delicato e leggiadro
sopra il legno della passerella, ancora uno e un altro ancora.
Il
ragazzo socchiuse gli occhi, con il cuore che gli batteva sempre più forte,
trasse un sospiro di sollievo.
Finalmente
un respiro caldo tra tanto gelo autunnale.
- cominciavo a pensare che non saresti venuta. – esordì lui, mentre lei prendeva posizione al suo fianco con le gambe incrociate, rivolta verso di lui.
Di nuovo nei suoi pensieri nient’altro che lui.
-
Mi sbaglio o si percepisce una nota di insicurezza? –
disse Hermione in tono sarcastico, regalandogli un sorriso che lasciò Draco di
nuovo incantato
-
insicurezza?! – ripeté lui mantenendo il tono con cui aveva parlato la ragazza
– assolutamente, la definirei piuttosto “affermazione
di circostanza”, non vorrei sembrare troppo presuntuoso –
- ma tu lo sei! –
-
lo so… - si lasciarono andare ad una risata leggera poi Draco riprese a parlare
– come va? –
lei lo
guardò dopo una rapida occhiata allo splendido panorama che si dipingeva
davanti a loro, alzò un sopracciglio con fare interrogativo
-
qualcosa mi dice che gli uccellini hanno cominciato a cantare un po’ troppo –
-
bè…Hogwarts infondo è piccola… -
-
…e la gente è pettegola! – Hermione sospirò rassegnata
-
ebbene si…l’ho lasciato…a dire il vero sono in attesa
del secondo round –
Draco
rimase in silenzio, con lo sguardo perso nelle profondità delle acque scure
sotto di loro. L’entusiasmo che aveva provato quella stessa mattina alla
notizia delle probabile rottura dei due, andava sempre
più spegnendosi ora che la notizia era stata confermata, cosa sarebbe accaduto
ora? Per loro le cose sarebbero state ancora più difficile.
-
quindi Weasley non l’ ha presa bene? -
-
tu lo faresti se la tua ragazza cambiasse atteggiamento nei tuoi confronti dal
giorno alla notte senza un apparente motivo e alla domanda “c’è un altro” non
rispondesse? - Draco colse la retorica
della domanda e non rispose, rimase ancora un po’ in silenzio, poi guardò la
ragazza
-
devo aspettarmi un pugno in faccia da Weasley da un momento all’altro? – chiese
lievemente preoccupato, sapeva fin troppo bene che Ronald Weasley nel sferrare cazzotti era un asso. In sette anni si era
spesso ritrovato in infermeria a causa sua, non che Draco non gli tenesse testa, sia ben chiaro, ma era sicuramente una bella
battaglia.
-
no, tranquillo – sorrise – non sa chi è il presunto altro ragazzo… -
Tra
loro tornò il silenzio. Sotto di loro, le acque scure del lago erano
attraversate da un arcobaleno di pesci colorati che, non curanti di ciò che
c’era oltre il loro mondo, sfrecciavano tra alghe e scogli; nel cielo gufi e
corvi si inoltravano tra le nuvole che di tanto in
tanto attraversavano il cielo, godendosi l’ultimo raggio di sole.
- perché l’ hai fatto?- Hermione si aspettava una domanda del
genere, ma non era sicura di esser pronta a dargli una risposta o forse non era
pronta ad accettare la risposta
-
sul motivo devo ancora lavorarci un po’, per il momento so solo che doveva
essere così. Dentro di me qualcosa si è rotto, qualcosa che mi teneva legata a
lui, forse era qualcosa che già un po’ si era allentato ed è bastato un soffio
per romperlo del tutto -
-
o forse quello che hai descritto come un soffio in
realtà era qualcosa di più forte. – azzardò lui, cogliendo la difficoltà nelle
parole di Hermione
-
potrebbe essere un ipotesi… - l’intensità degli
sguardi che si stavano scambiando fu interrotta dal suono di una campana proveniente
dal castello che segnalava la fine della ricreazione. Draco si alzò e tese una
mano alla ragazza per aiutarla ad alzarsi, senza avere il tempo di pensarci lei
l’afferrò e si ritrovò in piedi a mezzo passo di distanza dal corpo del
ragazzo, che aveva ripreso a guardarla negli occhi, con quei suoi occhi
argentati che ogni volta la facevano sentire come ipnotizzata, incapace di
muoversi, di ribellarsi, di compiere anche un solo, piccolo movimento.
-
ora cosa accadrà? – chiese Draco, tra le sue mani aveva ancora quelle di
Hermione, e tra le sue labbra desiderava fortemente avere quelle della ragazza.
Lei riuscì a liberarsi da quello stato vegetale che le procurava ogni suo
sguardo e riuscendo a domare lo stesso desiderio del ragazzo, riprese in mano
la situazione
-
non so tu… - disse staccandosi da lui e mettendosi in spalla la borsa con i
libri – ma io ho lezione di Incantesimi, oggi Vitious
mi farà correggere al suo posto i compiti degli altri -
***
Ronald
Weasley non era sceso in Sala Grande neanche per il pranzo.
Harry
non vedendolo arrivare mangiò in fretta il suo pasto e poi imboscò qualcosa da
mangiare per l’amico nella sua borsa.
La
visita che gli aveva fatto durante l’intervallo di mezza mattinata
non era andata affatto bene, quando Harry era entrato in camera aveva trovato
davanti ai suoi occhi una scena a dir poco deprimente: Ronald sdraiato supino
sul suo letto ancora con indosso il pigiama, gli occhi fissi sul soffitto e
carte di cioccorana dappertutto. Aveva cercato di farsi dire come
erano andate le cose, ma il povero ragazzo rispondeva a monosillabe,
così Harry aveva rinunciato dicendosi che sarebbe tornato all’ora di pranzo e
che l’avrebbe obbligato a vestirsi e ad uscire.
E fu
proprio così che fece, ma trovò metà dell’opera già compiuta.
Infatti,
quando Harry entrò nel dormitorio, Ronald era appena tornato dal bagno dopo
essersi fatto una lunga doccia calda
-
Ciao Harry – nonostante non avesse più l’aspetto trasandato da barbone, la sua
voce era ancora triste e sconsolata
-
Hey…pensavo di doverti costringerti con un Imperius a
renderti un minimo presentabile – disse Harry con sottile ironia,
sperando di alzare il morale all’amico
-
ho riflettuto abbastanza e mi sono detto che stare qui è inutile…oggi
pomeriggio ci parlerò civilmente…ora che ho assimilato la notizia sono più
lucido per dei chiarimenti –
-
bravo amico mio, così mi piaci! – disse Harry entusiasta – ma cerca di essere più convinto, fa bene anche a te! – infatti nonostante la buona volontà, dal tono della voce di
Ron non si percepiva altro che
depressione e scoraggiamento.
Harry
tirò fuori dalla borsa il cibo che era riuscito a
portare nel dormitorio, ma Ron mangiò solo un po’ di pane e un sorso di succo
di zucca
-
allora oggi pomeriggio si va a Hogsmeade ai Tre Manici di Scopa, Hermione sarà
sicuramente lì con Ginny…e se non c’è lei ci sarà qualche altra bella ragazza!-
Harry illustrò il programma della giornata all’amico accompagnandolo con un
occhiolino ammiccante.
***
-
Ginny sei pronta? Devi fare sempre le cose all’ultimo minuto,
sei incredibile –
- Ho fatto Herm, sono quasi pronta…Calì e Lavanda? – disse Ginny mentre sistemava un fermacapelli sulla suo chioma rossa. Come ogni fine settimana Ginny passava le ore davanti alla specchio a prepararsi e nonostante cominciasse di buon ora, andava sempre a finire che arrivava tardi ad un appuntamento, al contrario di Hermione, che il tempo che riusciva a passare davanti ad uno specchio era al massimo di un’ ora, escluse, naturalmente le occasioni speciali come il ballo del Ceppo o la festa di fine anno, ma quella di quel pomeriggio non era un occasione speciale, così aveva indossato una gonna di jeans, un paio di stivali neri e un maglioncino a collo alto celeste, i capelli li aveva lasciati sciolti; a differenza dei primi anni di scuola, ora i suoi capelli erano cresciuti e ben curati e non la facevano sembrare più un leoncino selvaggio.
-
se ne sono andate…e adesso me ne vado anche io -
-
eccomi ho fatto! – Ginny vi avvicinò correndo ad
Hermione, aveva indosso un vestitino corto e molto scollato color panna e ai
piedi un paio di stivali con il tacco che le fasciavano la gamba fino sotto al
ginocchio.
Le
ragazze si incamminarono verso l’uscita del castello e
in pochi minuti si trovarono sulla via principale di Hogsmeade; la via era
popolata per lo più dai ragazzi della scuola, c’era chi correva da un negozio
all’altro, chi giocava rincorrendosi cercando di ingannare il freddo e chi
tranquillamente seduto sulle panchine del parco leggeva riviste o chiacchierava
con gli amici, ed era proprio su una panchina poco distante da loro che
Hermione riconobbe una sagoma dai capelli rossi
-
ehm…forse avrei dovuto dirtelo…c’è anche Ron! – disse
Ginny
- è
naturale che ci sia anche lui, siamo suoi amici…cioè
siete suoi amici…- disse confusamente Hermione, poi aggiunse in tono sconsolato
– dubito che mi rivolgerà ancora la parola! -
-
avanti, ora non fare la drammatica…vedrai che tra un po’ gli passa!-
Hermione
e Ginny si avvicinarono ai ragazzi che sedevano su una panchina, insieme ad Harry e Ron c’erano anche Neville, Seamus e le
inseparabili Lavanda Brown e Calì Patil
- ce l’avete fatta ad arrivare!- la voce stridula di Lavanda
diede loro il benvenuto, tutti si voltarono dalla loro parte ed Hermione andò
subito a sbattere contro l’unico sguardo che avrebbe voluto non vedere, quello
di Ron, che in una frazione di secondo si ritrovò a contemplare le sue scarpe e
a sussurrare un saluto
-
colpa mia, come al solito – disse Ginny – allora,
andiamo? -
il gruppo
si incamminò verso il pub, Hermione colse lo sguardo consolatorio di Harry che
quando si alzò gli poggiò una mano sulla spalla e gli regalò uno dei suoi dolci
sorrisi.
I
Tre Manici di Scopa era l’unico pub in cui i ragazzi sotto il
venti anni di età potevano entrare, quindi l’unica e buia sala del
locale era un po’ come la Sala Grande della scuola, con la differenza che
c’erano molti più tavoli e soprattutto vi erano seduti non solo ragazzi della
stessa casa; Harry, Ron e gli altri si unirono al tavolo con dei ragazzi
Corvonero, tra cui c’erano anche Padma Patil, gemella di Calì e Cho Chang, ex
fiamma di Harry, che subito fecero spazio alle quattro Grifondoro per poter
sparlare per bene del modo in cui era vestita Hannah Abbott o Millicent
Bullstrode, mentre i ragazzi parlavano come al solito di Quidditch.
Nonostante
il saluto imbarazzato che si erano scambiati Hermione e Ron, la ragazza fu
felice di vedere che riusciva ancora a ridere e scherzare con i suoi amici,
sembrava che la loro rottura non avesse infierito troppo sul ragazzo e questo
le sollevò un po’ il morale, ma mai quanto l’entrata nel pub del ragazzo che
aveva causato tutto quello scompiglio nella vita di Hermione.
Bevvero
burrobirra offerta da Madama Rosmerta e chiacchierano di cose
futile per l’intero pomeriggio, quando ormai il sole dal cielo era quasi
completamente scomparso lasciando al mondo solo un pallido colore rosa che
andava via via scurendosi, Ginny chiese ad Hermione di accompagnarla fuori per
fumarsi una sigaretta, si alzarono e si diressero verso la porta passando
accanto al tavolo dove erano comodamente seduti Draco e i suoi amici, tra cui
Pansy Parkinson. Il ragazzo la stava guadando, sotto l’occhio vigile di Pansy,
a cui la storia di essere stata mollata per una mezzosangue proprio non andava
giù
-
hey mezzosangue, cammina un po’ più in là, hai sfiorato il mio mantello con la
tua lurida mano – le parole di Pansy uscirono velenose
dalle sue labbra appena Hermione si trovò a passare accanto alla sua sedia,
Draco scoccò un’occhiata raggelante alla Parkinson che lei ignorò totalmente
continuando a guardare schifata Hermione che si era fermata vicino a lei
-
mi scusi principessa purosangue, lasci che glielo sistemi! – disse Hermione
falsamente amareggiata, mentre prendeva tra le mani il mantello di Pansy e lo
rigirava sulla sedia. La serpeverde rimase di stucco, scatto in piedi pronta a
tirar fuori dalla borsetta la sua bacchetta, ma Draco
le bloccò il polso e le intimò di sedersi, Ginny fece lo stesso con Hermione,
la prese per un braccio e la trascinò via, Pansy tornò a sedersi indignata si
voltò verso Draco
-
Malfoy, la prossima volta fatti gli affaracci tuoi,
non credo che la tua sporca mezzosangue abbia bisogno di essere difesa – Draco
s’irrigidì, serrò le mascelle, ma cercò di controllarsi e si dedicò al bicchiere
con la sua burrobirra – e anche se avesse bisogno di essere difesa, fatti gli
affari tuoi lo stesso, così avremo oltre che una mezzosangue anche un troia in
meno a questo mondo – a quelle parole Draco scattò in piedi, l’espressione sul
suo viso era chiaramente irritata, si avvicinò a Pansy così tanto, che Blaise
ebbe paura che l’avrebbe presa a schiaffi, si alzò anche lui e strinse il
braccio muscoloso del ragazzo – Draco, siediti – gli disse Zabini cercando di
calmarlo, ma Draco sembrava non essersi neanche accorto della stretta al suo
braccio
-
prova a ripetere ancora quello che hai appena detto – disse
velenoso guardando negli occhi la ragazza, che ora cominciava ad essere
intimorita – e quella che lascerà questo mondo sarai tu! – poi si allontanò dal
tavolo strattonandosi via la mano di Blaise che gli teneva ancora il braccio.
La
scena al tavolo dei serpeverde non era passata inosservata ai presenti nel
locale, maggior interesse aveva destato al tavolo infondo
alla sala, quello dove sedevano Harry e Ron. Non avevano potuto udire le parole
che si erano scambiati, ma avevano percepito la tensione che correva tra loro,
Ron sembrò non prestare troppa attenzione
all’accaduto, infondo quella Parkinson era veramente odiosa, avrebbe fatto
perdere la pazienza a chiunque, ma non fece lo stesso Harry, che ricordò la
scena di quella mattina nell’aula di pozioni, ed esaminò di nuovo con sospetto
lo strano comportamento di Malfoy.
-
Hermione e Ginny sono ancora fuori vero? – chiese Ron distogliendo Harry dai
suoi pensieri – allora io vado fuori, vado a parlare
con lei! – aggiunse leggermente agitato, Harry gli diede una pacca sulla spalla
per incoraggiarlo, Ron si alzò, svuotò il suo bicchiere di Burrobirra e si incamminò verso la porta, salutando di tanto in tanto qualcuno.
-
Lasciala perdere Hermione, quella è un’ imbecille! –
disse Ginny nervosa, fumando la sua sigaretta
-
ah bè ormai ci sono abituata… - rispose Hermione, poi qualcuno che usciva dalla
porta del locale attirò la loro attenzione.
Hermione
sorrise alla persona che era uscita dal locale, Ginny le rivolse uno sguardo duro,
poi tornò sull’amica, gettò a terra quello che rimaneva della sigaretta
-
torno dentro… - e così dicendo lasciò i due ragazzi soli.
Lui
si avvicinò a lei, che si stringeva nel suo mantello, ora che il sole era
tramontato l’aria si era fatta ancora più pungente, le scostò una ciocca di
capelli che si ostinava a coprire i suoi dolci occhi color cacao e lei si lasciò andare al tocco così dolce di quella mano vellutata
-
bella scenetta che hai fatto lì dentro – disse Draco
con voce soave – l’hai fatta andare su tutte le furie – trattenne una risatina
-
e se tu non l’avessi fermata probabilmente ora mi
troverei schiantata in qualche angolo del pub – rispose Hermione.
Di
nuovo la dispettosa ciocca di capelli a coprire il suo viso, di nuovo Draco
sollevò il braccio e la scostò, questa volta la sua mano rimase immobile a
cingere il viso di lei, si avvicinò istintivamente con
le labbra al suo viso, fino a sfiorare la fronte della ragazza, che gli avvolse
la vita con le braccia, rimasero per qualche istante così, immobili, poi di nuovo
la porta del locale si aprì, i due ragazzi non se ne accorsero subito e rimasero
abbracciati.
Quando
Hermione voltò la testa verso l’entrata del pub vide
Ron immobile appena fuori dalla porta, istintivamente scostò Draco, che solo in
quel momento di accorse del ragazzo che assisteva alla scena. Hermione cominciò ad agitarsi, si portò le mani al volto, coprendolo,
poi guardò Draco
-
io…vi lascio soli…- disse il ragazzo il tono deciso e si incamminò
verso l’ingresso del pub.
-
E’ lui il ragazzo per cui mi hai mollato ?- domandò
Ron più incredulo che ferito, Hermione sospirò
- si – rispose guardandolo dritto negli occhi, forse era
presto, ma era arrivato il momento delle spiegazioni – appena mi sono accorta …
-si interruppe vedendo Ron voltarsi ed entrare come una furia nel locale.
Ginny
rientrò nel pub ed tornò seduta al suo posto,
ignorando le occhiatine maligne che le inviava Pansy.
Dopo
alcuni minuti dal suo rientro si accorse che qualcuno mancava al tavolo, dopo
una rapida occhiata, con un po’ di timore nella voce domandò ad
Harry dov’era Ron
-
è fuori con Hermione…ma scusa non sei rientrata perché
è arrivato lui? – Ginny sgranò gli occhi, i suoi timori erano esatti, si alzò
di nuovo dalla sedia, fece per andare fuori ma era troppo tardi, la porta del
pub si spalancò e Ron entrò a passo deciso e con in
volto un espressione tale da farlo sembrare un'altra persona.
Si
fermò al centro della sala guardandosi intorno, i suoi occhi si posarono sul bancone,
dov’ era Draco; in pochi passi si trovò dietro di lui, lo afferrò per le spalle
e con uno strattone lo fece girare, Draco non ebbe neanche il tempo di rendersi
conto cosa stava accadendo che si ritrovò a terra, Ron sopra di lui che
sferrava pugni senza lasciare il tempo all’avversario di respirare, nel
frattempo intorno a loro si era formata la solita mischia di gente che non sa
far altro di meglio che guardare, Hermione era riuscita a farsi spazio tra le
persone
-
Ron smettila!! – gridò avvicinandosi a lui per fermarlo, ma qualcuno la bloccò
– ma sei impazzita, finirai per beccarti un cazzotto
in faccia anche tu! – aveva detto il ragazzo che l’aveva fermata. Nel frattempo
anche Harry era riuscito ad intrufolasi tra la folla,
con una Ginny terrorizzata al seguito
-
Ron ma che diavolo fai? – gridò Harry afferrando da
dietro l’amico e tirandolo su con l’aiuto di Seamus, intanto Blaise e Tiger
erano andata in soccorso di Draco che stava ancora a terra mezzo tramortito con
la faccia insanguinata
-
chiedilo a lui cosa faccio! – rispose Ron fuori di se, negli occhi aveva fuoco,
un veleno che lasciò Hermione scioccata, mai l’ avrebbe immaginato
capace di tale rabbia – o se vuoi puoi chiederlo a lei! – Ron si voltò verso
Hermione, che a quelle parole sbiancò e lo guardò con aria di rimprovero. Harry
continuava a dire a Ron di calmarsi e di andare fuori ,
ma il ragazzo non ascoltava, per lui non c’era altro che la sua rabbia
-
di un po’ Malfoy da quant’è che te la porti a letto? – Draco si era alzato da
terra, il dolore che provava all’occhio destro era lancinante, ma questo non
gli impedì di fiondarsi su di Ron e di restituirgli almeno un cazzotto dei diedi che lui aveva ricevuto, Ron cadde all’indietro,
facendo barcollare anche Harry che si trovava accanto a lui, questa volta fu
Blaise che fermò Draco tirandolo su di peso.
-
adesso basta! – la voce di Madama Rosmerta risuonò per tutto il locale – voi
due, fuori dal mio pub! Subito! – Harry prese Ron per
un braccio e uscirono seguiti da Seamus e Neville, Blaise accompagnò Draco in
bagno per darsi una lavata al viso, Hermione si lasciò cadere sulla sedia più
vicina, con i gomiti posati sulle ginocchia ed il viso coperto dalle mani.
***
^.^ ALTRO CAPITOLETTO….
PERDONATEMI MA QUESTA VOLTA
NON MI E’ VENUTA IN MENTE NESSUNA CANZONE
DA ASSOCIARE T.T
VABBE’ SE ME NE VIENE IN MENTE QUALCUNA PIU’
IN LA’
MODIFICO IL CHAP !!!
GRAZIE ANCORA A TUTTE QUELLE CHE LEGGONO E
RECENSISCONO,
A MAKI
E
JOY WYATT
PER AVER ACCOLTO LA MIA RICHIESTA
E NATURALMENTE
A PICCOLAMEZZOSANGUE E LITTLE
JEWEL
LE FEDELISSIME !!!!
ALLA PROSSIMA,
CLAUDIA
)O(