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Autore: sundayrose    22/05/2011    6 recensioni
"Entrai di corsa in casa e scartai frenetica il pacchetto che avevo appena comprato. Mi precipitai in bagno senza neanche togliere la giacca e attesi.
2 minuti.. era quello il tempo necessario. 2 minuti che potevano cambiarti la vita.
Mi guardai riflessa nello specchio senza avere il coraggio di appurare quello di cui ormai ero certa. Con uno sforzo enorme abbassai lo sguardo sul test e quello che vidi mi lasciò intontita per un attimo. 2 linee rosa: ero incinta,aspettavo un figlio da Harry!!"
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Tradimento
 
Entrai di corsa in casa e scartai frenetica il pacchetto che avevo appena comprato. Mi precipitai in bagno senza neanche togliere la giacca e attesi.
2 minuti.. era quello il tempo necessario. 2 minuti che potevano cambiarti la vita.
Mi guardai riflessa nello specchio senza avere il coraggio di appurare quello di cui ormai ero certa. Con uno sforzo enorme abbassai lo sguardo sul test e quello che vidi mi lasciò intontita per un attimo. 2 linee rosa: ero incinta,aspettavo un figlio da Harry!!
 
 
4 Mesi dopo
 
Alla stazione di King’s Cross c’era un via vai di bauli,civette e studenti vari. Solo un attento osservatore poteva notare come man mano questi sparissero nella colonna che divideva il binario 9 da quello 10. Dall’altra parte un altro mondo,un mondo dove tutto era possibile,un mondo dove la magia permeava ogni cosa.
L’Hogwarts Express sbuffava come a voler far notare che mancavano pochi minuti alla partenza.
Un ragazzo magro dagli scompigliati capelli neri e con una cicatrice sulla fronte si dirigeva frettoloso verso il treno. Un ragazzo dai capelli rossi e molto più alto di lui lo seguiva non senza difficoltà.
Il rosso si guardò intorno per qualche minuto prima di raggiungere il suo amico in treno.
- Ma dove sarà finita Hermione? Il treno sta per partire e lei ancora non si vede.- Ron si sedette imbronciato. Non aveva visto la sua ragazza per tutta l’estate. Per qualche strana ragione non aveva voluto passare le vacanze a casa sua, con la sua famiglia e con Harry, come aveva fatto nei 6 anni precedenti. Anzi a dirla tutta non l’aveva vista dalla fine della guerra,quando loro avevano trionfato e Voldemort era stato finalmente sconfitto. Lei era tornata a casa dicendo che voleva stare un po’ con i suoi genitori visto che adesso non c’era più pericolo per loro. Ron l’aveva capita, ma ad un certo punto le lettere si erano fatte   sempre più rade e quando lui le aveva proposto di passare le ultime 2 settimane di vacanze a casa sua, prima di tornare ad Hogwarts e finire il settimo anno, lei aveva risposto che sarebbe dovuta andare a trovare una zia in Francia e che si sarebbero rivisti a scuola.
Da quanto in qua preferiva una vecchia zia a lui? Eppure pensava che adesso che la guerra era finita le cose tra loro due sarebbero andate molto meglio. Dopo quel primo bacio ce n’erano stati altri e loro due sembravano finalmente felici e liberi di vivere la loro storia d’amore.
- Tranquillo Ron arriverà di certo. Non è da lei fare tardi.- disse Harry mentre si sistemava sul sedile vicino il finestrino.
Ma il treno partì e Hermione non si fece vedere, facendo preoccupare i suoi 2 amici, ignari del fatto che lei era su quello stesso treno, in uno scompartimento riservato, che accarezzava affettuosamente quello che sarebbe stato il suo segreto ancora per poco.
 
Il treno arrivò ad Hogwarts in perfetto orario. Gli studenti si riversarono sui binari come una marea. Hermione li osservò finchè tutti non fossero scesi. Non voleva essere vista, anche se questo era inevitabile, ma voleva prolungare il più possibile il momento in cui avrebbe dovuto dare spiegazioni.
Uscì dallo scompartimento con cautela guardandosi intorno, ma non c’era nessuno. Fece un sospiro profondo e si incamminò nel corridoio pensando alle parole che avrebbe dovuto dire a Ron, anche se nessuna parola lo avrebbe sollevato dalla delusione e dall’umiliazione.
Non si accorse del ragazzo che la stava guardando e si spaventò quando la sentì chiamare.
- Granger! -
Hermione si voltò di scatto. Malfoy la stava guardando con stupore e incredulità mentre lei si portava istintivamente le mani alla pancia, ormai di 6 mesi.
-Cosa vuoi Malfoy?- Hermione riprese tutto il suo contegno e lo guardò con sfida.
Malfoy si avvicinò lentamente. Non staccava gli occhi da lei e il suo sguardo diventava più duro man mano che si avvicinava. Ormai era ad un passo da lei. Hermione apparentemente sostenne il suo sguardo pieno d’odio,ma in realtà le tremavano le gambe.
Cosa voleva fare? Lui si avvicinò di più e abbassò gli occhi sul suo ventre tondo.
- Auguri e figli maschi- le disse con disprezzo e, oltrepassandola, uscì dal treno.
 
Era in ritardo,sapeva che a quell’ora lo smistamento era ormai finito e, probabilmente, anche il discorso di benvenuto della preside.
Tremava al pensiero di dover entrare in Sala Grande con tutta la scuola al completo, ma non si sarebbe vergognata, avrebbe difeso il suo bambino da tutti, anche da Ron se fosse stato necessario.
Entrò con calma, con le spalle diritte e la testa alta, mentre in tutta la sala piombava il silenzio. Molte posate caddero dalle mani inerti dei loro possessori. Gettò uno sguardo al tavolo dei Grifondoro, Ron la guardava con la bocca aperta, la forchetta sospesa a mezz’aria. Sentì una fitta al cuore per il male che gli stava facendo e per quello che gli avrebbe fatto. Accanto a lui un Harry incredulo.
Dopo un primo attimo di silenzio, voci e bisbiglii cominciarono ad attraversare la Sala.
-E’ incinta!-
-Non ci posso credere chi sarà il padre?-
-Ma Weasley naturalmente e chi se no?-
-Non credo guarda come la sta guardando,non credo lo sapesse.-
-Ehi Granger ti sei data da fare quest’estate - urlò un Serpeverde facendo sghignazzare molti di loro.
-Nott 20 punti in meno a Serpeverde!- replicò severa la McGranitt e lei la ringraziò mentalmente.  
Andò a sedersi al suo tavolo, nel posto più lontano, lontano dai suoi amici. Per le spiegazioni avrebbero dovuto aspettare dopo cena.
Ogni tanto volgeva lo sguardo verso Ron, non mangiava e nei suoi occhi si leggevano tradimento, delusione, rabbia.
Maledisse se stessa per quello che aveva fatto quella dannata notte, quando lui se n’era andato e aveva lasciato lei ed Harry soli a cercare gli Horcrux. Si sentiva sola, ferita dal suo comportamento e aveva lasciato che Harry la consolasse. Avevano passato solo una notte insieme, solo una maledetta notte, ma era bastato a cambiare tutto. Ora portava in grembo il suo bambino e non sapeva se Ron l’avrebbe mai perdonata.
Una fitta al fianco destro la fece sobbalzare, sentì il suo piccolino stiracchiarsi e sorrise accarezzando il punto dove si sentiva il suo piedino.
Qualcuno si sedette vicino a lei e con delicatezza le mise una mano sulla spalla. Si voltò e vide Ginny. Ginny. Avrebbe distrutto anche lei con la sua rivelazione. Lei che amava Harry fin da bambina e che finalmente era felice con lui. Quante persone avrebbe fatto soffrire per il suo stupido errore?
La guardò con tenerezza e l’abbracciò. Si sentì ancora più in colpa.
 
Salì in sala comune prima degli altri e andò diritta nella sua stanza. Ringraziò il cielo di avere una stanza singola, un piccolo privilegio dei caposcuola.
Andò alla finestra e si sedette sul pavimento stringendo convulsamente la pancia. Una piccola lacrima comiciò a scendere seguita da molte altre. Senza quasi accorgersene cominciò a singhiozzare.
In quello stesso momento Ron era fuori di se. Correva nervosamente su per le scale intento a raggiungere Hermione.
-COME HA POTUTO FARMI QUESTO? TI RENDI CONTO HARRY? MI HA TRADITO!! LEI E’ LA MIA RAGAZZA, COME HA POTUTO ANDARE TRA LE BRACCIA DI UN ALTRO?- Urlava senza nemmeno preoccuparsi di chi gli stava intorno e facendo indispettire molto i personaggi dei ritratti. Harry lo seguiva a ruota, non sapeva cosa pensare. Possibile che fosse lui il padre del bambino? No non era possibile, Hermione gliel’avrebbe sicuramente detto. Ma ne era davvero certo? Non l’aveva detto nemmeno al suo ragazzo. Certo quello sarebbe stato molto più complicato e osservando il comportamento di Ron capiva perché non gliene avesse parlato.
Cominciò ad innervosirsi, sentiva lo stomaco attorcigliarsi per la tensione. Se davvero il bambino era suo come avrebbe potuto spiegare la situazione a Ron? Con quale coraggio gli avrebbe detto che lui, il suo migliore amico, era andato a letto con la sua ragazza?
Non gliel’avrebbe mai perdonato. E poi c’era Ginny, questa situazione avrebbe distrutto anche il loro amore. Lui la amava, era sicuro di questo. La amava più di qualsiasi cosa al mondo. Ma come le avrebbe spiegato?
Quello che era successo era stato solo un momento di follia dettato dalla situazione particolare in cui si trovavano lui e Hermione. Forse avevano solo bisogno di sfogarsi e di sentirsi al sicuro, forse volevano che qualcuno li consolasse e che gli dicesse che sarebbe andato tutto bene, ma avevano scelto il modo sbagliato. Dopo quella volta Harry aveva riflettuto su quanto era successo. Sapeva di non amare Hermione, per lei provava solo un affetto sincero, era la sua migliore amica, compagna di innumerevoli avventure in quegli anni, ma nulla di più. Aveva deciso che era meglio dimenticare quanto successo come se non fosse mai accaduto e per tutta l’estate c’era riuscito alla grande, ma ora non sapeva cosa fare.
- COME GLIELO DEVO DIRE NON LA SO LA PAROLA D’ORDINE- Erano arrivati davanti il ritratto della Signora Grassa, alquanto offesa per il tono con cui Ron le stava parlando.
- Bè allora giovanotto non credo di poterla far entrare.- disse la Signora indispettita.
Ron sembrava sull’orlo di una crisi di nervi e stava per ribattere a tono ma Harry lo interruppe
-Sta calmo Ron la so io. Ehm.. Fleur Enchantè.-
Il passaggio si aprì immediatamente.
Ron passò come una furia dalla Sala Comune fulminando con lo sguardo chiunque gli rivolgesse la parola. Andò diritto ai dormitori femminili e senza nemmeno bussare entrò nella stanza di Hermione.
La trovò seduta sul pavimento.
Appena li sentì entrare girò la testa di scatto. Aveva gli occhi rossi e gonfi di pianto e un’espressione colpevole dipinta sul viso.
- Ron… - cominciò supplichevole, ma Ron non la fece finire.
- COS’E’ QUESTA STORIA? E’ PER QUESTO CHE NON SEI VENUTA DA ME QUEST’ESTATE, PER STARE CON IL TUO AMANTE? PER PRENDERTI GIOCO DI ME ALLE MIE SPALLE? – Ron sembrava poter esplodere da un momento all’altro. Il colore del suo viso stava raggiungendo velocemente la tonalità dei suoi capelli.
- Ron lasciami spiegare… -
- NON C’E’ NIENTE DA SPIEGARE, SI VEDE BENISSIMO COS’HAI COMBINATO. SEI INCINTA CAVOLO!! –
- Ron non è come credi, io amo te, amo soltanto te lo sai- Hermione stava per ricominciare  a piangere. Si alzò e si avvicinò a Ron. Cercò di accarezzargli una guancia ma lui la scostò violentemente e le afferrò un polso.
- Non so più niente ormai, non dopo quello che mi hai fatto, non dopo che ti sei comportata come una SGUALDRINA!! – La guardava con odio e la sua presa si faceva più forte man mano che parlava.
Hermione soffocò un gemito mentre copiose lacrime le rigavano il volto.
- Ron basta così, ora stai esagerando le fai male. – Harry si frappose fra loro e lo staccò da Hermione.
- LA DIFENDI ANCHE? MA NON TI RENDI CONTO DI QUELLO CHE MI HA FATTO?-
- Calmati Ron non risolverai la cosa lasciandole lividi per tutto il corpo.- Harry guardò Hermione con tenerezza prima di bagnare un fazzoletto e di avvolgerlo intorno al suo polso. Lei mormorò un flebile “grazie” e si accasciò sul letto.
- Chi è il padre?- La domanda venne diretta e inaspettata. Hermione guardò Harry con paura, come se si aspettasse che fosse lui a rispondere. In quel momento Harry capì.
- Non posso dirtelo – La voce di Hermione era un sussurro.
- Bene. Allora non abbiamo altro da dirci.- E dicendo così uscì dalla stanza con la sensazione che qualcuno gli avesse asportato il cuore dal petto.
 
In quello stesso momento, un ragazzo magro dai capelli biondi stava sdraiato sul letto con le mani dietro la testa a contemplare il soffitto, ma non lo vedeva per davvero. Nella sua mente turbinavano immagini e pensieri: La mezzosangue sul treno che si stringeva la pancia. Sempre lei che entrava a testa alta nella Sala Grande. Lenticchia che la guardava come un pesce a cui manca l’aria. Qualcosa non andava. Cosa hai combinato mezzosangue? Non eri felice con lenticchia?
Perché non hai scelto me? Io avrei potuto renderti felice. 
  
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