Noia. Tedio. Nulla.
E’ il nulla, ciò che provo, ciò che mi sfiora le ossa con mano gelida.
Gli altri chiamano “capriccio” il mio. Non lo è.
E’ voglia di liberarmi dei rimorsi che mi ancorano a terra.
I rimorsi sono come un peso al collo, che spinge verso terra lentamente ed inesorabilmente.
Sono come... un medaglione.
E’ colpa del medaglione, dicono gli altri.
Ma io penso che il medaglione non sia che contenitore del male di vivere.
Il dolore non viene esternato, ma si racchiude nei pozzi di male.
Ed anche le ossa sono più pesanti, anch’esse medaglioni dolorosi.