Storie originali > Storico
Segui la storia  |       
Autore: Medea Astra    23/05/2011    9 recensioni
Adesso che i loro corpi giacciono sul freddo pavimento, privi del respiro, della loro forza vitale, forse sarebbe opportuno rivivere con loro le ultime ore di una vita breve ma intensa e forte quanto la morte che improvvisamente li ha coinvolti nella loro ultima danza e con quel bacio fatale gli ha tolto la possibilità di vedere sorgere il sole per un’altra volta…
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Zarista
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Anastasia

Passeggio lungo il viale che collega casa Ipatiev al boschetto vicino, in realtà è solo un giardino con molti alberi, ma a me piace immaginare che tra le verdi foglie si nascondano esseri fatati e magici pronti ad aiutarmi e a portarmi in salvo lontano da qui. Ogni bambina sogna il principe azzurro che la sposi e la faccia vivere serenamente, io lo sognavo a maggior ragione delle altre bambine, il mio ruolo di granduchessa infatti mi faceva sentire in potere di controllare perfino i sogni della gente comune. Sebbene mia madre in primis, e poi anche mio padre, mi abbiano educata all’umiltà e al rispetto verso tutti, dal gran ciambellano alla più umile delle serve, la mia indole è sempre stata più altezzosa di quella delle mie sorelle. Andare a prestare servizio negli ospedali non mi piaceva, la vista del sangue e delle bende impregnate di pus mi faceva venire la nausea. Ero abituata a vivere in un mondo dorato dove tutti mi rendevano grazie.
   Ho avuto un’infanzia privilegiata rispetto alla maggior parte delle bambine del popolo, le mie preoccupazioni non erano relative alla sopravvivenza ma solo alle bambole da mettere nella sala e ai loro vestiti. Sono l’ultima delle granduchesse imperiali e, forse per questo, sono stata anche la più viziata. Alla mia nascita, cioè che mia madre, la zarina, si attendeva, era l’erede al trono, ma con me arrivò la quarta delusione, ero femmina.
   Nonostante il dolore per non aver avuto ancora il tanto agognato erede, l’intera mia famiglia, si strinse subito a me in un abbraccio pieno d’amore. Non ho mai conosciuto la sofferenza fino a quando per la quinta volta il ventre di mamma si gonfiò. Per nove mesi attendemmo con il fiato sospeso, convinti che stesse per arrivare l’ennesima sorellina ma speranzosi per l’erede al trono. Quando papà uscì dalle camere imperiali con Aleksej tra le braccia, udii le trecento cannonate che tuonavano festose e subito mi gettai tra le sue braccia felice dell’arrivo di un fratellino.
   Nella mia testa ero convinta che lui fosse nato per proteggerci, per proteggere me, Olga, Tatiana e Maria. Era l’unico uomo della famiglia oltre papà ed io già lo immaginavo come un cavaliere senza macchia e senza paura. In breve però i miei sogni vennero spezzati da fiotti cremisi di sangue. La mia infanzia credo finì quel giorno, certo, continuai a sorridere e a giocare ma non ero affatto serena.
 Aleksej non era il prode cavaliere che avevo immaginato, lui non mi avrebbe mai difesa, ero io che dovevo difendere lui dal mondo intero.
  Sentivo quel bambino tanto bello e fragile come figlio mio, non avrei mai permesso a nessuno di fargli del male, lo avrei protetto con tutta me stessa.
    Quando nasce un bambino, in ogni famiglia le attenzioni cambiano, ma da me cambiarono radicalmente. Dall’agosto del 1904 la mia vita e quella dei miei cari è stata dedicata interamente allo zarevich. Non gli sto recriminando nulla, non sono gelosa, lui non ha voluto queste attenzioni, non ha voluto soffrire, credo preferirebbe morire pur di lasciarci alla nostra serenità; l’ho sentito invocare la morte varie volte durante gli attacchi emorragici. Mamma piange ogni volta e si dispera, si sente responsabile e per questo noi figlie cerchiamo di aiutarla quanto più possibile.
  Ecco, vedo papà e Aleksej seduti su una panchina poco distante da me, sembrano molto indaffarati, staranno parlando di strategie militari o di libri di storia, ne sono letteralmente innamorati.
   Lentamente mi dirigo verso casa, ho deciso di preparare una torta per questa sera. Vorrei fare quella di mele ma non so se le guardie mi consentiranno di prendere ciò che mi occorre. In ogni caso mi terrò occupata perché qui o si lavora o si muore di noia. Chissà, forse quando torneremo a San Pietroburgo potrei cercare lavoro come chef, d'altronde cucinare mi piace davvero molto.
Poche ore dopo…
Anastasia è in piedi dietro la sedia che ospita sua madre, ha appena udito il messaggio del Soviet degli Urali, non ha capito molto ma non ha il tempo di chiedere spiegazioni alle sorelle. I proiettili schizzano da una parte all’altra della stanza come tanti moscerini. I suoi genitori sono già stesi a terra in un lago di sangue. Aleksej trema ed ha uno sguardo perso nel vuoto. Vuole proteggerlo, vuole dirgli che andrà tutto bene ma non fa  a tempo a dire nulla che un colpo d’arma da fuoco le trapassa la gola.
   
 
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Storico / Vai alla pagina dell'autore: Medea Astra