Epilogo
L’ho sognato di
nuovo. Non posso crederci.
E’ successo
ancora.
Apro gli occhi
sul soffitto, e allargo le braccia a coprire tutta la superficie del letto.
Vuoto.
Mi alzo e scendo
in cucina a prendere un bicchiere d’acqua, a piedi scalzi. Nel piccolo
soggiorno disordinato la televisione è rimasta accesa. Afferro il telecomando e
la spengo.
Ritorno al piano
superiore e apro la porta della stanza di fronte alla mia. La sedia a dondolo
dall’ampio schienale è in movimento. Mi avvicino lentamente, attenta a non fare
rumore.
«Potevi
svegliarmi» sussurro nell’orecchio dell’uomo che culla il nostro bambino.
«Dormivi così
bene, non mi andava di farlo»
«Te ne
approfitti perché hai ancora i tuoi superpoteri» ridacchio, dandogli uno
schiaffo leggero sulla nuca. Ride con me, mentre accoglie il piccolo in un solo
braccio e mi fa spazio sulle sue gambe.
«Vieni qui» mi
dice, allargando il braccio libero.
«Reggerà?»
«L’ho fatta io,
vuoi che non regga?»
«Scherzavo»
mormoro, abbandonando la testa sulla sua spalla.
«Ti amo, Leah».
«Ti amo anch’io,
Jake».