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Autore: Mantheniel    24/05/2011    2 recensioni
Cosa pensa Kate negli ultimi momenti della puntata 3x24 Knockout? quali sono i pensieri o idee che le affollano la mente? questo è un tentativo di mettermi dal suo punto di vista e analizzare i suoi sentimenti, nel caos della situazione, in cui solo Castle le è accanto sussurrandole "Stay with me".
Tenterò di fare un insieme di OS di un'ipotetica 4a stagione da POV differenti, sprazzi di sentimenti e situazioni dei personaggi di Castle ^^
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kate Beckett
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza stagione
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Il sole splendeva alto sulla bara del capitano Montgomery. Erano tutti riuniti intorno a quella cassa di legno che conteneva ormai il cadavere di un uomo speciale, un uomo che aveva commesso errori nella vita, ma dei quali aveva saputo fare ammenda con tutto sé stesso. La famiglia lo credeva un eroe; i fatti sottostanti erano saputi solo da quelle poche persone che costituivano la sua famiglia lavorativa, Kate, i detective Ryan ed Esposito e lui, Castle. Non importava che il resto della gente sapesse, Roy era un eroe, e per tale doveva essere ricordato. Vide Kate prendere un profondo respiro e cominciare con il discorso celebrativo. Rick le era poco lontano, alla sua destra, e guardava lontano davanti a sé. Sinceramente non riusciva ad immaginare cosa potesse provare in quei momenti la detective. Prima il suo amico/ istruttore dell’accademia Royce, ed ora Montgomery. Ogni uomo su cui si era appoggiata nella sua vita lavorativa e non, con il quale aveva potuto condividere le sue sensazioni, la sua frustrazione e ossessione sul caso della madre, era morto. A parte il padre, e lui, Rick Castle. Lo scrittore non sapeva neanche come si era arrivati a tal punto. Inizialmente il loro era un rapporto di cooperazione sul lavoro; poi le cose erano cambiate. Frasi non dette, sguardi rubati..e la loro relazione si era trasformata. Erano sempre partner lavorativi, ma c’era qualcosa di non visibile che  rendeva tutto differente, uguale eppur diverso. Ma cos’erano poi? Come le aveva detto qualche giorno prima, non c’era definizione per quello che erano. Avevano passato insieme esperienze estreme, si erano baciati, pur come diversivo si era sentito che c’era stato qualcosa di più, ma non ne avevano mai parlato, e questo, indubbiamente, non aveva aiutato a metabolizzare la cosa.
Mentre Kate continuava il discorso Rick pensò che, per lei, lui ci sarebbe stato sempre. Ormai non si trattava più di scrivere libri, né l’iniziale attrazione per la bella poliziotta. Era lei. Nel suo insieme. Il suo carattere schivo e dinamico, forte e a volte fragile, la sua ironia e dolcezza, il suo essere dura sul lavoro, come se ogni caso fosse solo un caso come tanti, quando invece, guardandola negli occhi, si poteva capire come effettivamente si sentisse, vedere dove nascondeva quelle emozioni percepite solo da poche persone. Lei. Rick si voltò un attimo verso il gruppo di gente che attendeva il funerale. Tra di loro c’erano anche Alexis  e Martha, sua madre. Due donne che l’avevano sempre sostenuto, in qualsiasi campo, e non ultimo, anche nella sua storia con Beckett. Sua madre gli aveva detto “Non sprecarne un singolo minuto”, lo aveva capito, come sempre, e gli aveva dato una spinta quando anche lui non sapeva cosa fare. Sua figlia non aveva mai dimostrato apertamente nulla del genere, ma la sua opinione di Kate era buona; le due avevano anche avuto incontri nel passato, ed Alexis si era sempre dimostrata felice dei consigli ricevuti. Era fortunato ad avere una figlia del genere, senza contare che era una ragazza perfetta sotto praticamente qualsiasi altro aspetto…

Ma che pensieri si andava facendo, comunque? Il fatto che fosse successo quel che era successo non cambiava niente. Lei era impegnata con Josh, e Rick non aveva idea di quante possibilità avrebbe potuto avere verso Mr Emergency. Si riscosse un attimo dai suoi pensieri mentre Kate diceva “..Per noi non c’è nessuna vittoria, solo battaglie. E alla fine il meglio in cui si può sperare è trovare un posto a cui appigliarsi. E se sei molto fortunato trovi qualcuno che sia disposto a starti vicino”, e dopo aver detto l’ultima frase si volse  un attimo verso di lui. Sempre, pensò Rick, per te sempre. Non era un segno che avrebbe lasciato Josh, non era un segno che l’aveva perdonato per quello che le aveva detto pochi giorni prima, solo un riconoscimento, cosa che a lui bastava. Lei sapeva, lui sapeva. Il resto non importava. Guardò davanti a lui, nel cimitero. File e file di morti per la patria. Che quelle morti fossero valse effettivamente a qualcosa? O che non fossero state altro che piccoli sassolini caduti casualmente lungo il sentiero sbagliato? Un momento, ma…cos’era quella luce? Un baluginio proveniva da dietro una delle tombe; un riflesso strano, come quello del sole su una piccola superficie di vetro. C’era solo una cosa poteva avere un effetto tale, ma quando Rick se ne accorse era troppo tardi. Lo sparo echeggiò nell’aria silenziosa, e in men che non si dica, vide Kate colpita dalla pallottola. Ormai era corso verso di lei, e, mentre la gente cominciava ad urlare, e a correre terrorizzata, la trascinò a terra.

Sangue. Sangue sui suoi guanti bianchi, sangue che le inzuppava la divisa blu. Uno rapido sguardo gli bastò per capire che lui non poteva fare niente. Nessuno avrebbe potuto fare qualcosa. Solo l’arrivo immediato di un’ambulanza l’avrebbe salvata. Sperò che qualcuno avesse pensato già a chiamare il 911. Lui non poteva. Con il corpo del detective Beckett tra le braccia, Castle era immobilizzato dalla paura, ma non poteva dimostrarla. Doveva tentare di calmarla, di salvarla. Non ora. Non mai. Non doveva succedere! Kate era tesa, tutti i muscoli irrigiditi nella caduta, lo sguardo terrorizzato che guardava lui come in supplica. Non mi lasciare.“Kate…sshhh..Kate, stai con me Kate”. Avrebbe volentieri urlato contro l’ingiustizia del mondo, contro il destino che giocava le sue carte in questo modo crudele, tuttavia si contenne al meglio, tentando di evitare di soccombere al crescere incessante del caos, intorno a loro e dentro alla sua testa, cercando di essere il suo punto di appoggio, ancora per la salvezza. Kate guardami, svegliati Kate, guardami!“Non mi lasciare, per favore”, Kate guardami, guarda nei miei occhi, vedi???non c’è spazio per la morte, ti amo Kate, ti amo, non andare dove non posso seguirti, per favore. Ma dove cavolo era l’ambulanza?quanto ci voleva affinché quella dannata sirena si sentisse? Erano tante le voci che ora sentiva, una folla confusa fuori e dentro la sua testa, ma non poteva cedere, doveva stare calmo il più possibile, tenerla sveglia, starle accanto. Era come se solo fossero sotto una campana di cristallo, e tutto intorno a loro fosse silenzioso. Le voci che sentiva erano quelle della gente, o solo i suoi ingarbugliati e frenetici pensieri? Ormai non lo sapeva, né gli importava di saperlo. “Stai con me, ok?” ma lei ormai chissà dov’era. I suoi occhi erano lì, eppure vedevano tutt’un altro paesaggio. Lo sguardo terrorizzato c’era sempre, ma era come se il terrore fosse derivato da qualcos’altro che dalla morte, qualcosa che solo lei poteva vedere. No! Kate non te ne andare, stai con me, stai con me diamine!Ascoltami Kate, ascoltami,”Kate ti amo…ti amo Kate”, sussurrò, perché non si fidava di come la sua voce avrebbe potuto risultare in qualsiasi tonalità maggiore. Se avesse parlato più forte forse quella campana che li proteggeva si sarebbe infranta, il caos della realtà intorno a loro li avrebbe raggiunti, e Kate non avrebbe più potuto sentire quello che le diceva, sarebbe rimasta sola davanti a quell’ignoto che la terrorizzava. Non ti abbandonerò Kate, stai con me, stai con me. Ti amo Kate, ti amo, per favore, ascoltami, sentimi. Tuttavia ormai il tempo era passato. Quanto tempo? E perché continuava a non sentire l’ambulanza? Dopo che Castle ebbe pronunciato le ultime parole Kate parve quasi sorridere, poi chiuse gli occhi quasi arrendevolmente, mentre Rick sentì il corpo della detective che si abbandonava alla sua presa, e vide una silenziosa lacrima scenderle lungo il viso. Kate non ti lascerò mai. Io sono qui, per te. Sempre.

  
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