Luna Lovegood
Be
si il nuovo capitolo, alzi la mano chi non ci sperava più? (Nessuno
alza la mano, perchè ormai di questa storia se ne son
dimenticati tutti ... xD)
Da questo capitolo ufficialmente non sono più datati.
Le*Storie*Di*Una*Vita
Un
mese prima
della nascita di Davlin.
Kevin
era sparito da due ore alla ricerca di cioccolata alla fragola, che era
diventata
un mio impellente desiderio, anzi voglia.
Ero
seduta sul letto e passavo
l’indice intorno al bottone
dell’ombelico, avevo una pancia enorme, presto lui sarebbe
arrivato, l’uomo più
importante della mia vita, la
felicità che mi scorreva nelle
vene era unico, non
sapevo che di lì a due mesi tutta la mia felicità
sarebbe
scomparsa. Quando
squillò il telefono.
Era Julie. “Hei, Juls. Come va?”
chiese solare,
passandomi una mano sul ventre, Julie era stata per tutto il tempo il
mio unico
contatto con il mondo esterno,
visto che in quel momento vivevo nella
mia
bolla, quanto avrei dato per vivere in quella bolla per
sempre.
“Sono
incinta Gwen!” pianse Julie dall’altro capo del
telefono, “Come? Sei
incinta?” chiesi incredula, Julie pianse ancora,
singhiozzava, “Sono
incinta. Che dirà Ben? Che succederà?”
miagolò dall’altro capo del
telefono, rimasi in silenzio, la mia
gravidanza io, l’avevo
vissuta
divinamente, non avevo avuto per niente questo momento di sconforto,
non sapevo
per niente come
trattare Julie, ma certamente
sapevo che mio cugino Ben
non
avrebbe mai abbandonato Julie ed una creatura che era sua, avevo
ragione a metà, Ben non
abbandonò Julie e suo figlio, ma forse solo
perchè apparteneva a Juls?.
“Traquilla Juls, respira. Andrà
tutto bene, Ben di abbraccerà e non ti abbandonerà
qualunque scelta tu farai”
le dissi,
convinta fino al midollo di
quello, “No,
no” singhiozzò la
ragazza, “Lui mi lascerà,
ne sono certa. Lui mi
lascerà … Lui non
vuole
essere padre” si abbandonò in un pianto rotto,
davvero
non capivo, più
avanti negli anni, all’incirca poco meno di 12anni
dopo, compresi
tutto,
ricevendo quell’ultimo tassello mancante, che mi permesse di
capire la paure che allora aveva invaso la
mia amica. Impiegai tutto
il
giorno a ripetere a
Julie di restare tranquilla e che presto sarei tornata per aiutarla,
che sarei
stata la sua
stampella e che ero certa che mio
cugino sarebbe stata
l’altra stampella,
non sapevo però che al mio ritorno io sarei stata la
persona
che bisognava
sorreggere.
“Gwen sono a casa” disse Kevin,
aprendo la porta,
trovandomi pensierosa seduta sul letto, “Cos’hai amore?”
mi chiese
sedendosi accanto a me ed accarezzandomi i capelli rossi, mi strinsi al
suo
petto e gli raccontai tutto, lui mi consolò, in un modo
grossolano, ma mi
consolò, meno male che c’era il mio Kevin, ma poi
è andato via, portandosi
dietro le cose più preziose: Il mio amore e il mio bambino.