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Autore: Evazick    25/05/2011    4 recensioni
(Seguito di "I fell apart, but got back up again". Ultima storia di questa serie!)
"Improvvisamente e lentamente allo stesso tempo, i miei ricordi iniziarono a disfarsi e a cadere nel buio che stava avvolgendo la mia mente, come le tessere di un puzzle quando vengono riposte nella loro scatola. Ma quelle immagini non cadevano in un posto da dove potessi recuperarle in seguito: finivano nel vuoto, nell’oblio, dove non sarei mai più riuscita a ritrovarle. Vidi sparire mia madre che mi abbracciava e mi scarruffava i capelli quando erano ancora lunghi, la mia amica JoJo che mi tirava un cuscino addosso, Simon che mi sovrastava con la sua pistola in mano, io in volo con le mie ali nere, Slay che si preparava ad uccidermi, Bubble Tower chino sulle sue apparecchiature, Grace che correva e rideva, Frank e Gee durante la ricognizione, Mikey e Ray che sparavano, Joshua che mi stringeva forte a sè per consolarmi...
Joshua."
(AU! Killjoys, make some noise!)
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Mikey Way, Nuovo personaggio, Ray Toro
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Eve.'
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I got a Bulletproof Heart.

 

E così, siamo arrivati alla fine.

Chi l’avrebbe mai detto che sarebbe arrivata così in fretta, in modo così improvviso? Tutti ci immaginavamo che la nostra lotta sarebbe andata avanti per anni, invece in così poco tempo siamo riusciti a renderci tutti liberi, e siamo ancora tutti vivi. Tutti qui.

Joshua sta bene. Il suo taglio sulla gamba era molto superficiale e adesso, dopo poco più di una settimana, la ferita è già guarita. Se volete saperlo, non avevo dubbi: il ragazzo ha la pelle dura, niente e nessuno potrebbe ucciderlo. Tranne, bè, forse la sottoscritta.

Anche Grace è tornata da noi. Due giorni dopo il crollo della Better Living una macchina ci ha raggiunto qui al Diner e siamo rimasti increduli quando abbiamo visto la bambina e i suoi genitori scendere dal veicolo. Sua madre ci ha detto che alla piccola mancavamo tanto e che voleva tornare a vivere nel deserto con noi, e a lei e al marito andava bene. Non so dire se fossero contenti o tristi di quella scelta, ma è la felicità di Grace di cui mi importa: so che c’è un motivo preciso dietro questa decisione, ma non voglio indagare, aspetterò che sia lei a dirmelo. E di sicuro i suoi genitori hanno altro problemi a cui pensare: una nuova vita da ricostruire, castelli di bugie da far crollare, molte cose da ricostruire.

Battery City è un po’ in subbuglio adesso. Dopo che il grattacielo è crollato è diventato chiaro a tutti che la Better Living non aveva mai portato il bene e che alla fine erano diventati tutti come degli automi. Ma ora la vita – quella vera – sta iniziando a crescere di nuovo in quella città, dopo così tanti anni di falsa vita. Chissà, forse adesso ci saranno anche gli alberi.

Noi però non siamo ancora visti di buon’occhio, oh no. Dopotutto siamo i ribelli, quelli scappati per credere e combattere per le proprie idee anni fa: e come se non bastasse abbiamo ucciso un sacco di persone (se i Draculoidi e gli S/C/A/R/E/C/R/O/W si possono definire tali) e abbiamo pure piazzato una bomba e fatto crollare un grattacielo. Almeno non ci danno più la caccia e non abbiamo più delle taglie che pendono sulle nostre teste, ma chissà quanto tempo ci vorrà prima di poterci integrare di nuovo. Ma a noi per ora va bene rimanere qui, nel deserto, nel vecchio e scassato Diner, con una macchina rubata e un sacco di musica. Tornare a vivere in una città sarebbe impossibile per noi Guastafeste, noi che amiamo la libertà.

Ma chi può dirlo, forse tra qualche anno torneremo anche noi a vivere dentro Battery City, che probabilmente avrà un altro nome.

Forse.

O forse crescerà una nuova Better Living, più potente di quella vecchia: l’animo umano ha bisogno di potere per essere felice, e talvolta non gli basta nemmeno quello. E allora, se mai dovesse succedere, i Killjoys saranno pronti a tornare in azione, con i nostri Na Na Na e le pistole a raggi, pronti a tornare a fare casino.

Non so. So solamente che questo quaderno è arrivato all’ultima pagina, e adesso è arrivato il momento di bruciarlo. Perché posso dire che ‘vivrò felice e contenta’, almeno per adesso.

E quindi credo che questo sia il momento di mettere la parola…

Fine.

 

*

 

“Eve, sei pronta con quel quaderno? Qui va a fuoco il garage!”

“Arrivo, dammi solo un secondo!”

Finisco di scrivere la parola fine e poso la penna su uno dei tanti tavoli del Diner. Mi alzò in piedi afferrando il quaderno e raggiungo la porta comunicante col garage: attraverso la stanza e poi mi getto fuori nel deserto, raggiungendo lo spazio dietro l’edificio. C’è una pira che sta bruciando, come se qualcuno dovesse andare al rogo, e l’aria intorno è più calda del solito e respirare è difficile. Joshua sbuca da dietro il fuoco e mi guarda con gli occhi grigi mentre mi si avvicina. “Ci sei?”

Annuisco e gli mostro il quaderno. “È qui.”

Annuisce anche lui. “Bene. Allora…” Si fa da parte. “A te l’onore.”

Senza nemmeno un attimo di esitazione, guardo per un’ultima volta il quaderno nero che ho in mano e lo lancio tra le fiamme. Prende fuoco quasi subito, aprendosi, e riesco a vedere ogni singola pagina che si riduce in cenere, distruggendo l’inchiostro e le parole che ho inciso sulle pagine bianche. Dovrei essere triste perché sto distruggendo la storia di tutto quello che mi è successo in questo anno, ma non lo sono: è tutto nella mia testa, ogni singolo ricordo, e adesso non potrò mai più scordarmene. Perché voglio ricordarlo, quando sarò più vecchia, e anche perché dopo aver perso la memoria sono più attaccata che mai ai miei ricordi.

“Sembra quando abbiamo bruciato il camice, uh?” mi dice Joshua. Annuisco e sospiro. “Già.”

Rimaniamo in assoluto silenzio finchè il quaderno non è diventato altro che cenere tra la legna e il fuoco si estingue da solo. Alla fine, attorno a noi rimane solamente il silenzio penetrante del deserto e il rumore del leggero vento che sta soffiando adesso. Non so dire cosa provo in questo momento: dentro di me girano così tante emozioni che non so quale sia la più importante o la più presente. Ci sono così tante cose che vorrei dire, fare, provare… ma per ora ho solo bisogno di un’altra certezza. Piccola, ma fondamentale.

“Posso chiederti una cosa, Joshua?” chiedo a Showpony prendendogli la mano e stringendola forte, come se non volessi mai più lasciarla andare. Lo guardo di sottecchi, come se mi vergognassi a chiedere una cosa simile. Lui mi sprona con lo sguardo e dice: “Spara.”

“Posso… posso essere l’unica speranza per te?” Alzo timidamente gli occhi, incontrando il suo sguardo confuso, e faccio un sorriso altrettanto timido. “Perché, sai, tu sei l’unica speranza per me.”

Continua a fissarmi confuso finchè non scoppia a ridere: quando smette mi avvicina la mano al volto e mi toglie una ciocca rossa dagli occhi. “Siamo in vena di romanticherie, eh?”

“Non prendermi per il culo!” esclamo tirandogli un pugno sulla spalla. Lui protesta per un momento e poi mi abbraccia forte a sé. “Vuoi veramente una risposta?”

“Sì,” bofonchio nel suo petto.

Rimane per un momento in silenzio. “L’unica speranza per me… Dio, è una cosa un po’ difficile da dire. Significa che mi dovrei fidare cecamente di te, che dovrei confidarti tutto, che dovrei affidarti la mia vita in ogni singolo istante.” Fa una pausa. “ Posso consegnarti un simile fardello?”

Mi stacco dal suo petto e lo fisso negli occhi. “Non ho paura di farlo.”

Sorride lievemente. “Allora lo sei.”

Abbozzo un sorriso e mi metto a fissare l’orizzonte senza mai staccare la mia mano da quella di Joshua. Penso che il discorso sia finito lì, ma c’è ancora una cosa da dire. “Sai una cosa?”

Mi volto verso il ragazzo e gli faccio cenno di continuare.

“Una volta ho sentito che dicevi a Fun Ghoul che il tuo cuore era debole, pronto a cedere a ogni cosa… ma ti sbagliavi.” Mi fissa con i suoi occhi, quegli occhi grigi che mi hanno incantata dal primo momento che li ho visti, e sorride. “Perché tu hai un cuore a prova di proiettile.

Sorrido a mia volta. Perché io amo il suo sorriso, mi lascia senza fiato, senza parole, senza nemmeno l’aria per poter respirare. E ora posso dire soltanto una cosa.

“E tu hai un sorriso disarmante.

Penso per un momento al testo di Bulletproof Heart: è strano vedere come, in una canzone così piccola e forse insignificante, ci sia racchiusa tutta la mia storia, ogni singolo fatto che mi sia accaduto da un anno a questa parte. Il mio destino in una canzone: potrebbe essere il titolo di un film o di un libro.

Prendo Joshua per il braccio e lo trascino lontano dallo spazio vuoto dietro il Diner. “Andiamo! Gli altri ragazzi hanno detto che ci aspettano con Grace al rifugio del Dr. D, non possiamo arrivare in ritardo!”

“Okay, allora ti do un passaggio sui pattini.”

“Non c’è n’è bisogno.” Gli faccio l’occhiolino. “Stavolta il passaggio te lo do io.”

Il ragazzo mi guarda per un momento confuso, poi capisce non appena mi avvicino alla moto di Mikey, parcheggiata intatta davanti al Diner: l’abbiamo recuperata e riparata, dopo lo scontro con Airi, e adesso va ancora meglio di prima. “Te l’ha detto Party di raggiungerli dal Dr. D?” mi chiede Showpony mentre montiamo in sella.

Mi volto verso di lui e gli lancio uno sguardo severo. Sospira. “Okay, okay. Te l’ha detto Gee?”

Sorrido. “Così va meglio. Devi abituarti a chiamare i ragazzi con i loro nomi veri ora che è finito tutto,” dico mentre infilo la macchina nel quadrante.

“Allora non ti posso più chiamare Lethal Bloody Venom?” mi chiede con un ghigno. Rispondo con un’altra smorfia. “Anytime you want.

Prima che il ragazzo possa replicare la moto romba e iniziamo a sfrecciare lungo la strada immersa nel deserto e nel silenzio più assoluto. Sento il vento che mi sferza la faccia e sento ancora quella libertà che provo sempre quando vado in moto. Sono talmente euforica che attacco a cantare senza pensarci nemmeno su: “Gravity don’t mean too much to me, I’m who I’ve got to be…

Joshua capisce subito di che canzone si tratta e mi viene dietro, cantando in falsetto. Lo guardo con la coda dell’occhio: magari non è il Principe Azzurro, nonostante i capelli. Ha i suoi difetti, è testardo, ha una storia triste alle spalle e ha sofferto tanto. Ma nemmeno io sono una principessa: i miei capelli sono la cosa meno regale che conosca, le mie cicatrici mi hanno lasciato ricordi indelebili e la mia storia è strana. Come me. Come Showpony.

Ma siamo gli Amanti della Demolizione, e tanto ci basta.

Questo sono i miei pensieri mentre sfreccio a cento all’ora sotto il sole del primo pomeriggio verso i miei amici, cantando con tutto il fiato che ho e sentendomi più euforica che mai.

I giorni pericolosi sono finiti.

Adesso inizia la vita.

 

 The End.

*
E quindi... Siamo arrivati alla fine.
Cavoli, quasi non ci credo nemmeno io, non avete idea di quello che sto provando in questo momento. Eve, Joshua e tutti gli altri mi hanno accompagnato per tutti questi ultimi otto mesi, è davvero difficile scrivere la parola fine. Mi sembra di perdere una parte di me, quella che si è divertita a correre su e giù per le Zone con quei cazzoni. E per dirla con una frase filosofica (i diritti sono del signor Leto u_u) "It's the end here today, but I'll build a new beginning."
Comunque. Una volta LudusVenenum mi ha chiesto se avrei potuto scrivere una storia su Eve quando sarebbe uscito il prossimo disco, e l'idea non mi sembra brutta. Ma adesso è arrivato il momento di lasciare che gli Amanti della Demolizione abbiano un pò di pace, per ora. Se mai tra qualche tempo sentirò il bisogno di tornare in California nel vecchio e scassato Diner... bè, si vedrà. Tra molto tempo.
Mi mancheranno tutti. Mi mancheranno Eve e Joshua e tutta la banda dei Killjoys. Mi mancherà Slay. Mi mancherà Evelyn. Probabilmente mi mancheranno anche Korse, Simon e Gavin. ("Allora mi vuoi bene anche tu? *^*" "Sì, Simon, ora torna nell'Inferno e dovunque tu sia .-.")
Grazie a chiunque abbia messo tra preferite/ricordate/seguite questa storia, e chi ha recensito: Momoka chan, LudusVenenum, Maricuz_M, Kumiko_Chan, Dawn_, Like The Violence You Kill Me. I miei ringraziamenti speciali vanno a LudusVenenum, che mi segue da "I used to think a have a Bulletproof Heart... but I don't"; Maricuz_M, la mia sostenitrice numero 1 di Venom e Showpony; e, ultima ma non ultima, Kumiko_Chan, la Sunshine, che deve ancora finire di leggere questa storia ma che c'era dall'inizio, quando Joshua, Simon, Korse, Gavin, Grace, Airi e il Dr. D non giravano ancora nella mia testa, quando il Vichingo non aveva ancora questo nome e quando Slay voleva conquistare il mondo.
Non saprò mai ringraziarvi abbastanza per le vostre sclerate, i vostri lamenti, le vostre risate e lacrime e tutto quello che mi avete dato durante questa serie. VI VOGLIO BENE. <3
So Long And Goodnight. Look Alive, Sunshine!
  
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