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Autore: sundayrose    25/05/2011    4 recensioni
"Entrai di corsa in casa e scartai frenetica il pacchetto che avevo appena comprato. Mi precipitai in bagno senza neanche togliere la giacca e attesi.
2 minuti.. era quello il tempo necessario. 2 minuti che potevano cambiarti la vita.
Mi guardai riflessa nello specchio senza avere il coraggio di appurare quello di cui ormai ero certa. Con uno sforzo enorme abbassai lo sguardo sul test e quello che vidi mi lasciò intontita per un attimo. 2 linee rosa: ero incinta,aspettavo un figlio da Harry!!"
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Gigli e Rose
 
Il giorno dopo Draco stava camminando sulle sponde del Lago Nero,le mani in tasca e lo sguardo fisso a terra. Il sole bruciava dietro le sue spalle,si allentò la cravatta e si arrotolò le maniche della camicia.
Tutta la scuola quella mattina parlava di quello che era successo nella Sala Comune dei Grifondoro quella notte. La verità era venuta fuori,la mezzosangue e lo sfregiato avevano deciso di dire tutto ai loro rispettivi fidanzati che,a quanto pare, non l’avevano presa granchè bene e non si potevano più definire tali. Draco sorrise all’idea di quella scena,avrebbe voluto essere presente solo per vedere lenticchia spaccare la faccia a Potter. Un punto a favore del rosso pensò.
Chissà come stava la mezzosangue, doveva essere distrutta. Il trio si era sfasciato ormai e lei era rimasta sola. Bè proprio sola non direi,visto che c’era qualcuno dentro di lei che l’accompagnava sempre.
Alzò lo sguardo al cielo e si domandò che sensazione si provasse a diventare padre,ad essere completamente l’artefice e il protettore di una creatura che non avrebbe ragione di esistere senza di te. Scacciò subito questi pensieri. Sapeva che non lo sarebbe mai diventato. Lui poteva badare solo a se stesso, non sarebbe stato in grado di averne cura. Preferiva non essere padre che essere un cattivo padre.
Però,pensò, avrebbe potuto imparare,la mezzosangue avrebbe potuto insegnarglielo.
Ma che diavolo stava pensando? Lei aspettava un figlio da Potter e amava pazzamente il suo Weasley. Non c’era spazio per lui in tutto questo.
Si portò le mani al viso e si maledisse per quanto tempo avesse perso inutilmente. Se fosse stato una persona diversa, se si fosse comportato diversamente con lei ora forse le cose sarebbero state diverse,forse migliori, forse avrebbe avuto una piccolissima possibilità di essere felice con lei.
Ma era inutile recriminare, quello che è fatto è fatto,ora non poteva fare niente per cambiare le cose. Sarebbe stato condannato a vederla vivere senza di lui.
Il cortile si stava svuotando lentamente,segno che le lezioni stavano per ricominciare. Ma non aveva nessuna voglia di tornare dentro e seguire Trasfigurazione. Preferiva stare lì a fissare le acque calme del lago e a godersi gli ultimi raggi di sole.
Non solo lui però la pensava in questo modo. Draco alzò lo sguardo distrattamente infastidito da una zanzara e la vide. Era lei. Seduta sotto un albero a gambe incrociate che si accarezzava teneramente la pancia. Una visione, pensò immediatamente. Non credo ci fosse parola più azzeccata per descriverla.
La guardò per chissà quanto tempo,non sapendo cosa fare.
Dopo quelle che gli sembrarono ore,prese coraggio e si avvicinò. Man mano che lo faceva però sentiva il coraggio scemarsi,voleva tornare indietro e scappare, ma era come se i suoi piedi non l’ascoltassero e procedessero inesorabilmente verso la meta.
Si fermò quando ormai era ad un passo da lei. La vide alzare lo sguardo e proteggersi gli occhi dal sole per vedere chi le si era avvicinato. Draco lesse un ombra di sorpresa nei suoi occhi.
- Ciao Granger. – La sua voce era ferma come sempre, non tradiva nessuna emozione.
- Malfoy. – Hermione era sorpresa, ma sapeva il perché di quella visita: voleva sbeffeggiarsi di lei per quello che era successo la notte scorsa. Era pur sempre Malfoy,non avrebbe resistito a l’ennesima presa in giro. Ma quella volta Hermione non era in vena di sorbirsi i suoi ghigni malefici. Voleva stare tranquilla.
- Posso sedermi?- Malfoy non aspettò la sua risposta e le si sedette vicino.
- Malfoy lasciami in pace, non sono in vena di starti a sentire oggi.- Hermione era esasperata. Si era seduta lì per stare sola con se stessa e ricordare i momenti in cui, sotto quello stesso albero, si ritrovava con Harry, Ron e Ginny. Momenti ormai lontani,finiti,che non sarebbero ritornati.
- Ehi calma, volevo solo sapere come stavi dopo la scenata di stanotte dei tuoi paladini. – Draco esibì il suo solito ghigno mentre parlava,non per ferirla,era più che altro un’abitudine che aveva preso in quegli anni. Una maschera.
- Non vedo come la cosa possa interessarti- rispose Hermione fredda. Ma improvvisamente si portò le mani sul fianco e trattenne il respiro. Chiuse gli occhi per il dolore, fu un attimo.
- Granger cosa c’è? Stai male?- Draco era visibilmente preoccupato e la fissava intensamente cercando di cogliere un minimo accenno dal suo viso.
Hermione dopo quell’attimo si rilassò di nuovo e si poggiò al tronco dell’albero.
- No. E’ solo il bambino che fa i capricci. Sembra che si stia preparando per una gara di karate, tira certi calci!- Sorrise teneramente a quell’affermazione e continuò ad accarezzarsi la pancia.
- Cosa? Di che stai parlando?- Draco era perplesso.
Hermione sorrise ancora di più per la sua completa ignoranza su tutto quello che riguardava il mondo babbano.
- Niente, niente. – con ancora il sorriso sulle labbra alzò lo sguardo e si perse nei suoi pensieri.
A cosa stai pensando mezzosangue? Fammi entrare nei tuoi pensieri.
- Come lo chiamerai?- A Draco la domanda uscì spontanea dalle sue labbra e si sorprese lui stesso.
Hermione spostò lo sguardo sopra di lui prima di rispondere, come se volesse controllare che non la stesse prendendo in giro. Ma la sua espressione era seria, quindi continuò.
- Non lo so ancora. Non so nemmeno se è maschio o femmina.-
Draco osservò con intensità quella protuberanza del suo corpo,finchè non gli sembrò di vedere un impercettibile movimento. Hermione alzò lo sguardo e gli sorrise. Era bellissima,pensò.
- L’hai visto vero?-
Draco fece di si con la testa.
- Posso?- chiese lui, facendo capire ad Hermione che voleva sentire quel movimento sotto le sue dita.
- Fai sul serio?- Hermione era più che sorpresa. Non si fidava di Malfoy,non capiva nemmeno perché stesse lì a parlare con lui come se fosse un normale amico. Ma una luce nei suoi occhi le fece capire che era sincero, che il suo interesse per lei era sincero.
Lui annuì con la testa e lei gli permise di toccare la pancia.
Hermione lo osservò con attenzione. Vide che aveva una strana espressione sul viso, come se fosse concentrato su qualcosa. Lo trovò indifeso in quel momento,ma nemmeno lei sapeva perché. Di colpo il suo viso si illuminò.
- L’ho sentito,ho sentito che si muoveva.- Draco era allo stesso tempo felice e sconvolto da quella situazione. Si sentiva come un bambino a cui era stato regalato il suo giocattolo preferito,ma ne aveva paura,paura che in qualche modo potesse romperlo solo toccandolo.
Hermione sorrise della espressione limpida del suo viso,come se fosse sinceramente felice per quello che era successo. Da quanto tempo non sorrideva,pensò.
- Strano,gli devi essere simpatico,non si è mai fatto sentire da Harry.-
- Bè allora deve essere una signorina, Potter non ha mai saputo farci con le ragazze, io invece ho un fascino innato. – e ammiccò strafottente.
Hermione rise di gusto da quella battuta. Era strano,ma in quel momento non le importava con chi stesse parlando,Malfoy la stava facendo ridere come nessuno aveva fatto da molto tempo e lei ne aveva un assoluto bisogno.
- Come vanno le cose tra te e Weasley?- La domanda di Draco era diretta.
Hermione abbassò lo sguardo, triste.
- Scusa,non volevo.- Draco si sentì improvvisamente stupido per quella domanda inopportuna.
- No,tranquillo. Dovrò affrontare la realtà prima o poi. Lui non vuole più saperne di me ed è in un certo senso comprensibile. Speravo che ci fosse un minimo di recupero tra di noi,ma dopo quello che è successo ieri sera non credo che avverrà mai. – Hermione si fermò trattenendo le lacrime. – A volte mi chiedo se era necessario dirgli tutta la verità, se forse non era meglio tacergli il fatto che è Harry il padre del bambino, forse avrebbe potuto sopportarlo di più e avrebbe potuto perdonarmi. Ma ora so che non avrò mai il suo perdono, come non lo avrà Harry.- Una piccola lacrima argentea scese dai suoi occhi.
Draco le si avvicinò titubante e con la mano le asciugò quel sottile solco sulla sua guancia.
- Quando diciamo la verità non bisogna dolersi di averla detta. La verità è sempre illuminante. Ci aiuta ad essere coraggiosi. Ne so qualcosa io,perché non lo sono mai stato.-
Hermione lo guardò, sorpresa da quelle parole. Sapeva che aveva ragione,ma in qualche modo avrebbe voluto evitare quella situazione. La sua era solo codardia,non era degna di essere una Grifondoro.
- So cosa stai pensando. Probabilmente penserai di essere una codarda perché non avresti voluto dire a Weasley la verità,ma gliel’hai detta,è questo che ti differenzia dai codardi veri e propri. Loro non avranno mai il coraggio di affrontare la verità,di prendersi le proprie responsabilità,tu lo hai fatto.- Draco era convinto di quello che diceva e voleva convincere anche lei.
- Si ma a cosa è servito? Ron non tornerà mai da me. La verità non ha cambiato la situazione,anzi l’ha solo peggiorata. –
- E’ questa la differenza tra i Serpeverde e i Grifondoro e tu dovresti saperlo bene. Quest’ultimi si batteranno sempre per la verità,anche se questa non porterà benefici,anche se ne va dei loro interessi personali. I Serpeverde invece pensano solo al loro tornaconto e usano la verità solo se ne ricavano dei vantaggi. E’ questa la differenza tra te e me.-
Hermione lo guardò colpita da quelle parole.
- Con questo vorresti dire che mi stai dicendo queste cose solo per un tuo vantaggio personale? – disse lei beffarda.
Draco si mise a ridere. – No,te le sto dicendo perché le penso davvero e perché penso che tu sia una ragazza troppo intelligente per lasciarti andare così. Potrai pensare quello che vuoi ma Weasley non ti merita, non è minimamente alla tua altezza,anche se tu pensi che sia il contrario. Quello che hai fatto non ti rende una persona peggiore,non cancella quello che hai fatto prima. Questo devi mettertelo in testa. –
Hermione era confusa. Voleva potergli credere,ma allo stesso tempo sapeva che lei non era quello che credeva Draco.
- Non indugiare troppo su questi pensieri. Forse tu non te ne rendi conto ma ti stai perdendo uno dei momenti più importanti della vita di una donna. Hai una vita dentro di te,ora devi pensare solo a lui e goderti appieno questo momento. Non farti distrarre dai sensi di colpa,quelli non se ne andranno mai. Invece questo momento ce l’hai solo ora,ora devi viverlo, perché non tornerà tanto presto.-
Hermione sorrise a quelle parole.
-Grazie Draco.-
- Di cosa?- chiese lui.
- Di avermi fatto capire che il mio bambino è più importante di tutto il resto. Stavo per dimenticarlo.- 
 
Quando Hermione salì in camera quella sera un profumo di fiori la inondò. Si guardò in giro per vedere da dove provenisse e scorse sul suo comodino un vaso ricolmo di gigli bianchi e rose rosse. Ne assaporò il profumo intenso affondandoci il viso. Si chiese chi gliel’avesse mandati. Forse Ron l’aveva perdonata e quello era il suo modo per chiederle scusa.
Voleva andare subito da lui e ringraziarlo, abbracciarlo, baciarlo. Ma prima di correre via scorse un bigliettino tra i fiori. Lo aprì,dentro c’era scritta una poesia
 
Finchè il color del giglio e della rosa
Appar diffuso sul vostro sembiante,
ed il vostro guardare ardente,onesto,
con chiara luce la tempesta calma;
finchè la chioma,in una vena d’oro
trascelta,con veloce movimento,
per il bel collo candido ed eretto
muove il vento,disordina e scompiglia:
di vostra lieta primavera il frutto
dolce cogliete, anzi che il tempo irato
la bella vetta ricopra di neve.
Il freddo vento appassirà la rosa
E tutto cangerà l’età incostante
Per non poter mutare suo costume.
 
Era un sonetto di Garcilaso de La Vega. Lo sapeva perché quell’estate si era dedicata a leggere poesie di autori europei.
Quello specifico sonetto era una richiesta del poeta alle giovani donne, per incoraggiarle a vivere la loro vita e di assaporarla appieno ora che erano giovani, prima che il tempo le avesse mutate inesorabilmente. I gigli e le rose stavano ad indicare l’onestà e la passione.
Ma tutto questo cosa aveva a che fare con lei? Perché qualcuno avrebbe dovuto mandargli una cosa del genere? Volevano burlarsi della sua onestà? Oppure volevano incitarla a vivere la sua vita senza sprecare tempo?
Bè di certo tempo non ne aveva sprecato visto che aspettava un bambino già a 18 anni.
Affondò di nuovo il viso in quei fiori. Il loro profumo era inebriante,delizioso. Il bambino scalciò irrequieto dentro di lei.
- Cosa c’è piccolino? Non ti piace questo profumo?- Ma Hermione non finì di dire la frase che tutto cominciò a girare intorno a sé. Poi fu buio assoluto.
 
NOTE DELL’AUTRICE:
Salve a tutti, ecco qui il quarto capitolo. L’ho scritto di getto,le parole mi venivano fuori da sole e spero vi sia piaciuto.
Ora vi do delle piccole precisazioni: il discorso di Draco sulla verità è una citazione di Aldo Moro che a me piace molto e ho voluto inserirla in questo capitolo.
La poesia invece è il sonetto XXIII di Garcilaso de la Vega, poesia che amo molto e che ha ispirato questa mia storia. Visto che avrò un esame a breve di letteratura spagnola spero mi porterà fortuna!
Grazie a tutti per il vostro sostegno e per i complimenti,mi fanno davvero tantissimo piacere!!!
Al prossimo capitolo. Baci. 
  
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