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Autore: Akemichan    22/02/2006    2 recensioni
Un triangolo a tre fra una famosa regina, il suo più fedele servitore e una pittrice... Ai tempi dell'antico Egitto!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Antichità
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Untitled "Bast sembra bella" mormorò Teti, con le mani piegate sul grembo, mentre osservava la città dalla riva del fiume. Stava ferma nel limo, senza preoccuparsi, e sorrideva leggermente.
"Ascolta una cosa…" Tuthmosis, invece, aveva il viso oscurato dalle nuvole, appoggiato alla sua schiena, con gli occhi fissi a Ra, luminoso nel cielo. "Davvero non ti dispiace smettere di dipingere?"
"Lo farò ancora" rispose lei. "Mi troverò un lavoro presso un artigiano… Devo pur mangiare" Parlava con un tono distaccato e infantile, che non le era proprio.
"Ma non sarà la stessa cosa…" Lui pose le mani indietro, cercando senza successo le sue.
"No, certo" ammise Teti, dopo qualche minuto.
Tuthmosis si bloccò, sospirando. "Dovevi rimanere…"
Lei si alzò, spazzolandosi il vestito. "Non potevo, non più…"
Lui la seguì. "Perché no?! Chi-"
Ma Teti lo interruppe con un leggero cenno della mano, quindi, lentamente, gli fece appoggiare l'orecchio sul suo ventre. "Senti?" gli chiesi. "La mia vita non è più soltanto mia"
Tuthmosis, deglutendo, annuì. La amava, come amava quella creatura che stava crescendo, invisibile e al sicuro dal mondo, in quel luogo caldo o accogliente che tutti gli uomini apprezzano. Non sopportava di doverla lasciare, e non sopportava di averla dovuta costringere ad andarsene. Ma, lo sapeva bene, Teti non sarebbe mai più tornata sulla sua decisione. La sola cosa che poteva fare, era cercare di dare il massimo, in modo che lei fosse orgogliosa di lui.
"Devi andare" continuò lei. "Anche la tua vita non ti appartiene più, faraone" Quindi, dopo avergli accarezzato per l'ultima volta i capelli neri, che stava ricrescendo sparsi sulla testa abbronzata, si separò da lui, dirigendosi verso la città estranea.
Tuthmosis rimase a fissargli la schiena, sperando che si voltasse, cambiando idea, ma questo non avvenne. In realtà, sapeva benissimo che non sarebbe successo, ma fino all'ultimo aveva pregato. Dopo che la figura di Teti scomparve dalla sua vista, comprese che non sarebbe più riapparsa, nemmeno nella sua vita. Con un triste sorriso, riprese il carro: era ora di tornare ai suoi soliti, noiosi doveri. E mentre abbandonava il delta, rifletteva sul fatto che, proprio lui, il faraone dell'alto e basso Egitto, che avrebbe potuto avere tutte le donne di cui aveva bisogno per la sua discendenza, non avrebbe mai avuto l'unica che gli importasse veramente.
Il pensiero di come avrebbe affrontato la sua matrigna, la quale, ne era certo, avrebbe voluto sapere perché proprio lui aveva accompagnato Teti a Bast, lo tormentò per tutto il viaggio. Appena tornato a palazzo, rimase quindi molto sorpreso del fatto che lei non fosse venuta ad accoglierlo e, quasi offeso, decise di verificarne il motivo. Ebbe la fortuna di trovarla, sola, nel giardino, mentre si riposava dopo aver finito le udienze giornaliere.
"Era ora che tornassi" lo accolse lei, seduta a terra fra i fiori, tanto da sembrare in anziano sicomoro. "Bentornato" aggiunse poi, più piano, come se si vergognasse dell'affetto che stava iniziando a provare, se non per lui, almeno per il suo carattere deciso.
"Ti avevo avvertito che sarei stato via a lungo…" si giustificò Tuthmosis, rimanendo in piedi a qualche passo da lei.
"Non mi avevi detto dove andavi, però" replicò Hatshepsut. Lui abbassò lo sguardo, preparandosi alla sfilza di domande. Invece, lei si alzò, con una grazia molto diversa da quella di Teti, ma incredibilmente simile nei sentimenti. "E' ora di tornare a…" Si interruppe, vedendo lo sguardo, tra lo stupito e il colpevole, di lui. "Che c'è?" Si toccò il viso, preoccupata. "Sono forse invecchiata?"
"No, sei bella come sempre…" rispose lui, sempre più in agitazione. Possibile che non gliene importasse nulla? Aveva forse sbagliato a dare ad un racconto malinconico un'importanza che non aveva? "E' solo che… Non vedo Senmut!" cambiò improvvisamente argomento, approfittando dell'assenza dell'interessato.
Il viso di Hatshepsut divenne cupo come la morte. "L'ho licenziato. È tornato a fare l'intendente di Amon" E lo superò, segno che non voleva aggiungere altro.
"Hai fatto bene" Tuthmosis, dopo aver detto queste parole, se ne pentì improvvisamente, e si appoggiò le mani a coppa sulla bocca.
"Sai qualcosa che non so?" Lei si fermò e si voltò di nuovo verso di lui. Il ragazzo negò, scuotendo leggermente la testa, senza avere il coraggio di guardarla in viso. "Tuthmosis!" esclamò allora Hatshepsut, con un tono che non ammetteva repliche.
"E' solo che pensavo… Che forse si era solo approfittato del fatto che tu lo trovassi…" Lui non sapeva bene che parole usare. "Credo che amasse un'altra, e così…"
"Uhm…" La regina incrociò le braccia. "Nehesy mi ha detto che sei stato spesso al mio tempio funerario…" Lui non potè negare, ma maledisse mentalente il generale odioso. "Hai conosciuto Teti?" Ancora una volta, un cenno di assenso. "Sai perché è partita?" Questa volta, lui negò. Allora, Hatshepsut gli afferrò le spalle e lo costrinse a voltarsi verso di lei, fissandolo negli occhi. "Tuthmosis!"
I suoi occhi erano scuri e ipnotici. Era vero che non si poteva mentire davanti al custode di Maat… Quanto avrebbe voluto imparare a fare quello sguardo… Ma non era tempo di pensarci. Annuì lentamente, stringendo indietro le braccia. Allora, lei lo lasciò, lasciando scorrere le braccia lungo i fianchi del suo vestito azzurro, che ricordava le lacrime che stavano per sgorgarle dagli occhi. "Dimmi perché… Perché… I-Io… Cosa le ho fatto ancora…?"
"N-No! Tu non c'entri nulla…" disse in fretta Tuthmosis, sentendosi doppiamente colpevole. Aveva fatto rinunciare alla donna che amava il suo sogno più grande, e adesso, con le sue frase a metà, stava facendo soffrire la persona che stimava di più al mondo. Mai come in quel momento si sentì inadatto al ruolo di faraone. "E'… E' che… Teti è incinta"
Hatshepsut, il cui morale si era alzato un poco dopo la prima frase, si abbassò di nuovo. "Incinta?" ripeté, incredula, come se lui avesse detto che il faraone non discende da Amon. "Di… Di chi?" Lentamente, sentì la gola soffocarsi. Doveva essere lui, per forza. Doveva trattarsi di Senmut. Questo era l'unico motivo che avrebbe potuto spingerla ad andarsene, senza fare pace con lei un'ultima volta.
"Di… Di me" Tuthmosis comprese a chi stava pensando dalla sua espressione sconvolta e preferì scoprirsi pur di evitarle una delusione peggiore.
Hatshepsut rimase immobile, sbattendo le palpebre veloce come ali di farfalla. "Eh?" mormorò poi a mezza voce, senza capire bene quello che stava succedendo. Per la prima volta in vita sua, aveva davanti qualcosa di incomprensibile.
"Oh, è che… Io e lei… Insomma… E' successo che…" E, non riuscendo a spiegarsi come voleva, decise di rimanere in silenzio, come la dea della Grande Prateria.
"Io non ci posso credere…" Hatshepsut si mise le mani sul volto, piangendo e ridendo assieme. "Tu e Teti… O grande Ra…" In quel momento, non sapeva precisamente quali sentimenti si agitassero nel suo cuore. Di sicuro, la sua amica non era una che andava con il primo venuto, né tanto opportunista da approfittare del giovane principe. Doveva quindi trattarsi di amore vero, sebbene fosse una cosa così assurda. Ma la regina sapeva bene come ci si sentisse ad essere innamorate e, a quanto sembrava, ricambiate, perciò non poteva che essere felice per lei, eppure la lontananza le era insopportabile. "Perché se n'è andata?" si domandò poi, cercando di calmarsi.
"Perché io, per lei, ho tradito le tue figlie…" spiegò Tuthmosis, cercando di interpretare i pensieri di Teti. "Credo che si sentisse in colpa…" In realtà, l'unico colpevole di tutto era proprio lui. Se Marytre fosse venuta a conoscenza di questa storia, avrebbe sofferto tantissimo, e non voleva che accadesse. Non la amava, ma provava verso di lei un rispetto reverenziale, perché era l'unica, oltre alla sua matrigna, che comunque non lo dimostrava mai, a credere nelle sue capacità di sovrano.
"La solita Teti…" Hatshepsut fece un sorriso malinconico. Capì che, per tutto quel tempo, non l'aveva mai persa. E, sebbene non potesse averla accanto, riposava sempre al suo fianco, assieme allo spirito di suo padre e sua madre, nei dipinti che aveva disegnato per lei. Però avrebbe voluto dirle un'ultima cosa, prima di lasciarla per sempre… "Oramai non c'è altra scelta…" mormorò a se stessa.
"Non… Non sei arrabbiata?" chiese Tuthmosis, titubante.
Lei lo fissò con un sorriso malizioso e con lo sguardo, nonostante le guance ancora bagnate, deciso e altezzoso che aveva sempre. "Io?" E, suo malgrado, lui sorrise. Hatshepsut gli poggiò una mano sulla spalla. "Cerca di darti da fare, adesso, eh" disse. "Presto, avremo un suddito in più" Quindi lo lasciò a riflettere in guardino e, senza perdere tempo, si diresse nel suo studio.
Tuttavia, mentre attraversava il corridoio principale, la sua attenzione venne distratta da una discussione che si stava svolgendo in uno degli appartamenti reali, e non potè non andare a controllare, visto che le voci che provenivano sembravano essere quelle delle sue due figlie. Aprì la porta della stanza di Marytre ed entrò. Appena la videro, le due ragazze interruppero subito la discussione. "Madre!"
"Che succede?" chiese, vagamente accigliata. Non poteva sopportare che litigassero come due bambine qualunque, visto che, una di loro, presto, sarebbe diventata la nuova Sposa Reale.
Neferure piegò le labbra in un sorriso offeso, e di voltò dall'altra parte.
"Stava offendendo Tuthmosis…" spiegò debolmente Marytre.
"Non è vero" negò immediatamente la sorella. "Ho solo detto che allontanarsi per così tanto tempo da palazzo non era un comportamento da Faraone"
"Ma era un commento cattivo!" esclamò Marytre, con un piglio leggermente irritato nella sua bocca morbida.
Hatshepsut batté un piede per terra e la discussione cessò in un istante. Quindi, le fissò duramente entrambe. Neferure stava leggermente girata, in modo da nascondere una parte del viso, come se si vergognasse, e si mordeva lentamente un labbro. Marytre teneva invece le mani congiunte in grembo e lo sguardo basso in modo che la frangia della parrucca gli coprisse gli occhi, ma le stava perfettamente davanti. E capì. "Sono entrambe innamorate di Tuthmosis…" Gli veniva quasi da ridere: il suo defunto marito aveva eseguito ogni tipo di inganno pur di riuscire a far sposare al figlio almeno una delle sue sorellastre, senza sapere che loro due, probabilmente, avrebbero rinunciato al trono per quel ragazzino.
Comprese anche che ogni atteggiamento corrispondeva ad un diverso tipo di sentimento amoroso. C'era l'amore ironico di Neferure, l'amore dolce di Marytre, l'amore indifferente di Teti, l'amore mutevole di Senmut, l'amore impegnato di Tuthmosis, il suo amore passionale… Nessuno poteva stabilire se fossero giusti o sbagliati, probabilmente nemmeno Maat. L'amore era come un puzzle: bisognava trovare la persona con cui si incastrasse la propria personalità. Lei era sempre stata convinta di esserci riuscita, ma evidentemente esistevano persone con cui era possibile incastrare più pezzi contemporaneamente. E questo non lo avrebbe accettato, mai. Voleva un amore che fosse solo suo… Ma se neppure gli dei erano riusciti ad ottenerlo, poteva forse trionfare lei? Sorrise debolmente: amava ancora, leggermente, Senmut, ma il suo orgoglio di Faraone le impediva di richiamarlo. Ed era meglio così.
"Ho acconsentito io al viaggio di Tuthmosis" disse lentamente. "L'avrei fatto, se la sua presenza fosse stata indispensabile qui?"
Nessuna delle due rispose. Poi, lentamente, Neferure fece un leggero inchino e, senza aspettare alcuna aggiunta, uscì dalla stanza senza chiudere la porta dietro di sé. Stava veramente male. Più che sentirsi arrabbiata per essere stata rimproverata da sua madre come una bambina, era furiosa con sua sorella. Marytre non aveva nessun diritto, eppure si sentiva come se fosse lei la moglie prediletta di Tuthmosis.
"Ah, Neferure" Tuthmosis gli era appena apparso davanti, come un miraggio nel deserto. "Sai dove si trova Marytre?"
Lei lo fissò nella sua espressione sorpresa per un interminabile istante, quindi, sentendo gli occhi che gli bruciavano come le fiamme di Sekhmet, lo superò correndo via, senza rispondergli. Mentre le lacrime scendevano, si rese conto che non era sua sorella ad avanzare pretese, ma lei stessa. Non aveva mai fatto nulla per Tuthmosis, perciò non si poteva certo pretendere che nutrisse affetto nei suoi confronti. Ma cosa poteva fare, se il suo carattere non era dolce come quello di Marytre? Non avrebbe mai potuto andare da lui e offrirsi di imboccarlo. E, di sicuro, Tuthmosis non sarebbe mai stato attratto dal suo corpo, visto che lei e Hathor erano vicine come le grotte di Hapy e le sette bocche del Nilo. Perché aveva un simile ka?! Perchè aveva un simile ba?! Tossì un sangue che nessuno avrebbe mai pulito. Gli dei erano ingiusti…
Nell'altra stanza, invece, né Hatshepsut né Marytre si erano mosse. "Comunque, Tuthmosis è tornato oggi" disse infine la prima. "Non vai a salutarlo?"
La ragazza, ormai quindicenne, spalancò leggermente gli occhi. "E' tornato?" E un leggero rossore le colorò le guance abbronzate, tanto che lei abbassò lo sguardo imbarazzata. "Ora vado…"
Hatshepsut incrociò le mani sotto il mento. Sua figlia non le assomigliava affatto di carattere, né assomigliava a Tuthmosis II, che tanto aveva fatto per darla in sposa al suo fratellastro. Ricordava più sua madre, Ahmes, che aveva la sua stessa riluttanza ad esprimere chiari i sentimenti. "Lui ti piace?" chiese allora.
Marytre si imbarazzò ancora di più. "E'… Molto carino…"
"Oh, si, è un bel ragazzo" Doveva ammettere anche lei che aveva preso solo il buono da quei due falliti che erano i suoi genitori.
"E… Sta diventando veramente forte… E' gentile… Come me, almeno…" proseguì la ragazza, sorridendo con le guance in fiamme e gli occhi lucidi.
Hatshepsut non potè trattenere un sorriso. Marytre stava elencando solo le caratteristiche positive, tralasciando il suo carattere ancora troppo impulsivo e poco incline alla diplomazia. Non poteva biasimare Tuthmosis per averla tradita con un'altra, avendo lei stessa, tempo prima, fatto la stessa identica cosa per non amare colui che l'avevano costretta a sposare, eppure finiva per rimanere di parte.
"Devi darti da fare, allora" le disse, fingendo indifferenza. "In quanto faraone, Tuthmosis può avere molte donne per la sua discendenza. Devi quindi essere certa di essere la sua preferita" Si sentì un po' triste, per non poter dare gli stessi consigli anche a Neferure. La sua primogenita, dopotutto, non li avrebbe mai accettati.
Marytre divenne immediatamente attenta. "Cosa devo fare?"
"Mostragli che persona meravigliosa sei e cosa puoi fare per lui e per L'Egitto" Sorrise leggermente. "Ed essere maliziosa"
"Posso anche…" osò leggermente Marytre. "Fare l'amore con lui?"
Hatshepsut si ritrovò a sorridere: per sua figlia, essere maliziosa significava spingersi al limite estremo in un rapporto, donare tutta se stessa all'altro per essere una persona sola. Forse non era proprio il caso di darle dei consigli. "Se ne hai voglia…" Sorrise ancora. "Ma dovrà essere lui a voler fare l'amore con te" Rifletté. "Stasera, quando farà il bagno…"
Non proseguì oltre, perché sua figlia era già uscita dalla stanza per correre a preparasi. Quanto era ancora ingenua. Probabilmente dipendeva dal fatto che aveva una madre molto autoritaria e molto coraggiosa. Il coraggio di soffrire pur di restare fedele ai suoi principi. Mentre tornava a recarsi nel suo studio per scrivere ciò che aveva in mente, rifletté sul fatto che lei aveva trovato qualcosa di unico, un pezzo che poteva incastrarsi con lei sola, e con nessun altro. Era l'Egitto che governava: solo di quello e dei due sovrani a cui avrebbe lasciato il posto doveva occuparsi. E prendendosi cura del suo paese, forse, avrebbe favorito anche Teti.

Reviews:

TigerEyes: Ciao ^^ Grazie della recensione. Mi dispiace, ti ho fatto attendere ancora tantissimo T_T Ma con la scuola e l'ispirazione che va e viene, è veramente difficile, pur avendo tutta la storia in testa! u_u Accidenti. Il prossimo capitolo, però, sarà l'ultimo, e spero proprio di riuscire a pubblicarlo entro marzo. Grazie per le sviste, non sapevo che l'accento sul "se" non ci andasse in quel caso ^^'' Si impara sempre qualcosa. E, come hai visto, le tue informazioni mi sono state utilissime ^^ Sei un angelo. Spero che questo capitolo non abbia tradito le tue aspettative. Sai, sono stata al museo di Torino, e lì avevano tutti i libri di Cimmino tranne quello che mi hai consigliato -_-'' Se non è sfortuna questa… Comunque grazie anche per il commento al blog ^^ Bye ^^

Ayuchan: Ciao ^^ Grazie per la recensione. Guarda che tu hai talento sia nello scrivere che nel disegnare ^_- Quindi non preoccuparti. Forse, la parte sui disegni è un po' esagerata, ma pensando al fatto che dovevano rappresentare la vita per il morto, ho pensato che dovessero essere proprio belli…^^ Già, povera Teti, ma proprio di Tuthmosis doveva innamorarsi? Forse hai ragione a dire che sono sadica… Bye ^^

Mana: Ciao ^^ Grazie della recensione e dei complimenti, sono contenta che ti sia piaciuta ^^ Bye
   
 
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