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Autore: rospina    26/05/2011    3 recensioni
e se Flor arrivasse all'ambasciata di santa Juliana e si incontrasse con Nini? beh non voglio aggiungere altro, spero che leggiate e mi facciate sapere cosa ne pensate
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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La testa bassa, i capelli che le avvolgevano il volto triste. Come una se fosse una calamita per lui, si avvicinò velocemente e Ninì si alzò in piedi. Le mani sporche di fango, e alzando il suo sguardo lo affondò negli occhi verdi dell’ambasciatore e chiese:

“Cosa c’è? Perché è venuto qui? Cosa deve dirmi?”

Lui la guardò incapace di dire una sola parola. La guardava e non poteva neppure respirare, era così bella, così ingenuamente perfetta nelle sue imperfezioni che Tomas sentiva di potersi perdere nei meandri del cuore di Ninì, ma la ragazza non attese una risposta e attaccò a parlare come se fosse  un fiume in piena:

“Forza si sbrighi a dirmi quello che deve dire, io sono qui per questo! So cos’ha detto a Nicolas, e adesso voglio sentirlo dire dalle sue labbra. Tanto lo so che lei mi caccerà nuovamente come ha già fatto una volta d’altronde, perché a lei non le importa che io muoia di dolore, a lei non le importa che io dovrò lasciare questa ambasciata definitivamente, a lei non le importa che io dovrò abbandonare il mio povero nonnino tutto solo in questa ambasciata che è stata tutta la mia da quando sono nata, perché lei non può capire cosa si provi ad amare tanto un luogo dove si è stati tanto felici! Ma cosa ne vuole sapere lei dell’amore che non lo sa neppure riconoscere, o perlomeno crede che l’amore possa essere quello che lei prova per la sua cornacchia! Ma cosa parlo a fare, è meglio se non aspetto oltre e me ne vado da sola! Sono una stupida, voler aspettare addirittura che sia lei a cacciarmi di nuovo”

Tomas la guardava, e sentiva il suo cuore battere all’impazzata, cosa stava dicendo quella creatura che aveva di fronte? Lo stava accusando che non le importasse di lei? Nulla era più sbagliato, gli importava talmente tanto, da far si che le occupasse la mente in ogni istante della giornata, le importava in un modo così totale da non aver altro pensiero che Ninì. Ogni istante, ogni cosa facesse tutto girava attorno a Ninì! E si aveva detto a Nicolas di voler mandare via la cugina, ma diamine! Non erano altro che parole, e poi Nicolas doveva per forza riportare proprio tutto alla cugina? Lui gli aveva parlato come amico e confidente, e invece aveva riportato le sue parole all’ultima persona alla quale voleva far conoscere i suoi stessi pensieri. Vide Ninì allontanarsi e scappare dentro la casetta, che era sempre stata sua, fin dal giorno in cui era nata. Vi entrò. Ma non la trovò. Si era chiusa nel bagno. Lui si sedette sulla poltroncina rossa che c’era e attese. Nel silenzio più totale. Non seppe per quanto tempo. Pareva che fosse trascorsa una vita, o forse solo un minuto. Tutto era vero e finto in quel momento. Finalmente Ninì uscì dal bagno. Aveva una piccola camicia da notte bianca, corta e casta come lei. Si portò le mani al petto e chiese abbassando la voce:

“cosa ci fa lei qui? Sta controllando che io faccia le valige?”

“No! –rispose lui pacato –sono venuto a darti le risposte che cerchi” le mani gli tremavano, mai prima d’ora aveva provato qualcosa di simile “non è vero che non mi importa di te. E non è vero che io non so cosa sia l’amore”

Ninì sgranò i suoi grandi occhi verdi, si avvicinò di un passo verso di lui e lo sentì concludere:

“Ho riconosciuto l’amore dal primo momento che ti ho vista!”

Ninì rimase immobile e lui terminò:

“Ti amo Ninì”

Non fu che un soffio di fiato, perché non ebbe più. Grande era la sua paura di essere rifiutato, ma la sua paura non durò che un semplice istante perché lei si accosto a lui, gli cinse il volto tra le mani e lo baciò. Mai bacio gli parve più dolce, mai sensazione fu più capace di catturargli l’anima e il cuore. La guardò un’altra volta, i suoi occhi verdi scintillavano nella penombra, e in preda alla felicità più assoluta le disse:

“Ninì ora è meglio che vada … a domani amore mio” ancora un bacio e disparve dietro la porta. Ninì impazzita di gioia e stupore per quello che era appena avvenuto si lanciò sul letto, con gli occhi sognanti. Il trillo del telefono la riportò alla realtà. Stava squillando il telefono di Nicolas:

“Oh no! È il pelato!” esclamò strinse le sue labbra e rispose:

“Si capo?”

“Nicolas! Sono troppo felice, ho bisogno di parlarti”

“Io ora non posso venire mi perdoni”

“MA Nicolas …” provò a obiettare l’ambasciatore

“Verrò da lei domani mattina lo giuro” e riattaccò il telefono. Come chiuse il telefono piombò nell’angoscia totale. Tomas odiava le bugie, e lei gli stava mentendo spudoratamente, era due persone in una! Doveva dirgli la verità. Ma come? Non sarebbe mai riuscita a dirgli tutto. E così tra la gioia e l’angoscia la giovane si addormentò.

Martin e Maya stavano passeggiando nel parco dell’ambasciata. La notte era ancora lunga, e lui non perdeva tempo nel fare complimenti ammalianti. A volte le carezzava il braccio, le sfiorava il volto con le mani, ma niente di tutto ciò provocava alla piccola Fritenwalden palpiti al cuore. Eppure lo guardava ed era così perfettamente bello con i suoi grandi occhi verdi e il sorriso che spalancava era tremendamente affascinante, la loro complicità era davvero ammaliante. Lui le scoccò un bacio sulle labbra. Così ridendo di tutto e di tutti. Perchè Martin Parker era fatto in questo modo, avrebbe continuato a prendersi gioco della vita e dei sentimenti altrui, ignaro che prima o poi in un angolo qualunque del mondo, vicino o lontano potesse esistere una giovane ragazza, dal viso pulito che gli avrebbe fatto perdere tutti i suoi orizzonti, tutti i suoi punti fermi, perché sarebbe diventata lei il suo tutto, ma questa è tutta un’altra storia. Fu proprio nel momento in cui Martin scoccò il bacio su Maya che Matias li vide e si fece notare dai due. Vide il ragazzo dileguarsi e Maya restare li. Impalata. Le mani fredde. E il cuore impazzito. Non avrebbe mai voluto che lui fosse li a vedere quella scena. Ma non poteva tornare indietro. Si limitò a fissarlo. Lui si avvicinò e le chiese:

“Che succede con il piccolo Parker?”

“La verità?”

Lui annuì

“Nulla! È questo il problema, non c’è nessuno che mi faccia battere il cuore, che mi riempia i pensieri, che mi faccia sorridere quando lo penso, che mi faccia stare bene quando sono in sua compagnia, nessuno della quale essere gelosa…”

“Non c’è davvero nessuno che ti faccia provare tutto questo?” chiese lui incredulo

“Si, perché tu hai già qualcuno?”

Quella domanda rimase sospesa nell’aria per qualche istante. Perché nella mente di lui si fece spazio una risposta, tanto inattesa, quanto spaventosa.

Si tu.

Ma non disse nulla, si trattenne tutto nel petto. Guardava Maya e non vedeva più la piccola bambina di una volta, ma una donna. In quel momento non gli importava di chi fosse Maya, ne tantomeno che fosse la sorella più piccola del suo migliore amico. Lui era un uomo davanti ad una donna meravigliosa e mentre pensava lei gli chiese:

“Ti va di baciarmi?”

I suoi grandi occhi neri fissavano Matias con intensità. Lui non rispose: era come se non avesse aspettato altro da tutta la vita. Le prese il volto e la baciò.  Non era riuscito a dire no a quella richiesta. Si staccò da lei, spaventato, si passò una mano sul volto e poi dietro la nuca e farfugliò qualcosa di incomprensibile e Maya disse:

“Sai, prima ti ho mentito, c’è una persona che mi fa provare tutti quei sentimenti che fanno parte dell’amore … quella persona sei tu!”.

Lui la guardò. Con fatica riprese il controllo di se stesso e le disse:

“No Maya, è tutto sbagliato!” si voltò e se ne andò, ma la ragazza gli corse dietro, lo prese per un braccio e lo fermò:

“perché credi che sia tutto sbagliato? Perchè sono troppo piccola? Perché sono la sorella del tuo migliore amico?”

“NO! È sbagliato perché sta succedendo troppo in fretta, fino a cinque minuti fa eri con un altro … è sbagliato perché tu potresti cambiare idea, è sbagliato perché io non ho mai amato e non voglio soffrire per amore!”

“E se ti dimostrassi che il mio è amore vero? che forse ho sempre amato te? Non ti ricordi che da bambina ti chiedevo di sposarmi?”

“Ma eri una bambina!” rimbeccò lui

“E non è cambiato nulla, il mio sogno sei sempre stato tu! Ho sempre avuto le idee chiare, io voglio te e tu?”

“Io? Cosa voglio io? Io voglio –stette zitto un attimo, sapeva che se avesse parlato non avrebbe più potuto tornare indietro –sarei pronto a morire. Morire per averti al mio fianco, morire per sapere che mi ami, morire per d’amore per te! Anzi io già muoio per te! Sarei pronto ad affrontare tuo fratello anche in questo istante, ma in cambio vorrei il tuo amore in eterno!”

“Ed è l’unica cosa della quale sono certa in questa mia vita di incertezze. L’amore che provo per te” la baciò di nuovo. Non ebbe paura di stare con lei e di dirle ciò che provava. Sapeva che insieme avrebbero superato ogni ostacolo. E avrebbe iniziato dal più grande e dal più vicino.

Federico.

il sole si levò alto sull’ambasciata. Quante cose erano accadute quella notte. Nicolas era già dietro la porta dell’ambasciatore, udiva Tomas parlare con Celina. Cercava di origliare, ma proprio in quel momento comparve Liz Balti, lui la salutò:

“Buongiorno signorina Balti!”

Lei lo guardò e non riuscì a trattenersi:

“Non mentire con me! Io so chi sei veramente!”

Ninì la guardò. L’aveva scoperto? Ma non demorse e attaccò:

“Certo che lei sa veramente chi sono, perché io sono Nicolas Zampanò, l’autista dell’ambasciata e di questo ambasciatore”

“Io so che tu sei una donna! E che sei uguale a Ninì”

La ragazza si sentì colpire in pieno la bocca dello stomaco, e farfugliò:

“E tu … come …”

“Ti ho vista! Dalla finestra!”

Ninì crollò. Non aveva più voglia tenersi dentro quel segreto tanto grande. E iniziò a raccontare tutto dall’inizio. Più parlava e più si sentiva leggera. Finalmente qualcuno aveva scoperto il suo segreto. Sperava che quel qualcuno potesse essere Tomas, ma allo stesso tempo ne aveva paura. Finì di raccontare quando apparve Viky, che la sentì parlare e avvicinandosi con i suoi grandi occhi azzurri sgranati chiese:

“Ninì sei pazza?”

“No  mi ha scoperto!” ammise la ragazza,

“scoperto cosa?” chiese Viky

“Che lei è Ninì, che la ragazza che si spaccia per Ninì si chiama Flor, e che finge di essere suo cugino Nicolas che non esiste, e che lei è innamorata dell’ambasciatore, mentre Flor di Federico!”

“E adesso?” chiese Viky ormai sconcertata

Liz le guardò divertita. Aveva scoperto tutto, e dopo le chiacchiere che aveva sentito di Delfina e Celina non poteva che ammirare quella ragazza che pur di stare accanto alla persona che ama si traveste da uomo, per stargli accanto in silenzio. e rispose:

“E adesso vi aiuterò anche io, sperando che quell’idiota di Federico si accorga di essere legato ad una strega! Ma starò qui davvero per poco, vorrei andarmene al più presto”

“Perché?” chiesero le altre due

In quell’istante passò Victor, e Liz lo seguì con lo sguardo. Lui si avvicinò a loro, ignare del loro discorso. Quando vide Liz, non potè far altro che ammirarla per la sua sobria bellezza e non la paragonò a Ninì. Per la prima volta l’ammirava senza paragonarla. Le diede un bacio sulla guancia. E se ne andò. Senza tirare fuori il suo lato borioso.

Ninì sgranò gli occhi e chiese:

“Ti piace Victor?”

Liz annuì. e lei riprese:

“Ma è cattivo!”

“Non credo che lo sia, ma è tutto inutile, è innamorato di te!” detto ciò disparve.

Flor-Ninì arrivò all’ambasciata, e proprio in quell’istante Tomas e Celina uscirono dal suo ufficio. Celina era inviperita all’ennesima potenza, Tomas non le badò e raggiunse quella che per lui era Ninì, la tirò per un braccio e le sussurrò:

“stanotte non ho potuto chiudere occhio! Non ho fatto altro che pensare a te”

Flor lo guardò stranita. Non capiva cosa fosse successo, e anche l’ambasciatore la trovò differente rispetto alla sera prima, e continuò: “Che ti prende? Ti sei pentita?” Flor cercò di divincolarsi dolcemente, non sapeva che rispondere. Ma in quel momento giunse Federico Fritenwalden che non appena vide la ragazza che era tenuta per un braccio da Tomas, andò su tutte le furie, a lunghi passi si avvicinò all’uomo di stato, e gridò:

“lasciala stare!” sferrò un pugno poderoso che finì dritto dritto sul volto di Nicolas, che cadde a terra svenuto.

 

Mi enemigo esta conmigo, piensa lo mismo que yo pero lo dice mejor na na na na na

Angolo autrice

Scusate, non mi sono trattenuta dal cantare la canzoncina, spero che sia venuta in mente anche a voi! Come vi sarete accorti, ho cambiato la data di pubblicazione, dal martedì al Giovedì, sperò di riuscire a mantenere il ritmo!!

Come sempre un grazie di cuore a tutti coloro che leggono e recensiscono e lasciano segno del loro passaggio!

 

   
 
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