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Autore: Aimondev    26/05/2011    3 recensioni
In guerra, la verità è la prima vittima.(Eschilo)
Genere: Azione, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IMandrie bellicose di quegli esseri mezzi equini sciamavano molteplici e parevano sbucare dalla bocca stessa dell’Ade brandendo morning star bicuspidi ed enormi mazze ferree che avrebbero appagato il più esigente degli armaioli. Anche escludendo la loro metà puledra, le loro fattezze abominevoli erompevano dai canoni umani per dimensioni e forma e le loro corporature massicce e nerborute dalla vita in su manifestavano un colore giallastro tiepido, ripugnante.


“Centauri?!.... ma non è possibile! Non si vede un centauro in questo luogo da anni! Da quando furono sgominati dal semidivino Ercole!” notò incredulo Eumenos.

L’immane ombra proiettata da una saettante lancia scagliata dalla sponda opposta della vallata lo mise in guardia sulle reali intenzioni dei nuovi arrivati, e prima che potesse avere cenno di reazione si infranse a poca distanza dai piedi dei suoi subalterni. La torma di mostri non avanzava verso le deboli prede, ma trovava spassoso ed opportuno giocare con le loro paure, prolungandole fino allo stremo: si muovevano sparpagliatamene nella stessa area, quasi danzando e gettando loro addosso qualche asta ogni tanto.
“Dobbiamo collaborare…se vogliamo vivere!” ammise Kratos riconoscendo i suoi limiti: per quanto forte poteva essere come avrebbe potuto eguagliare Ercole in potenza sgominando un intero clan di centauri? Quindi preso da un’innata propensione per il comando iniziò ad impartire disposizioni riguardo quella che si profilava come una truculenta battaglia.
“Cosa vorresti fare tu? Siamo spacciati!...come pensi di respingere una simile orda?...” protestò Eumenos
“ ’Sta zitto…” lo calmò Astenos del tutto tranquillo “…e fidati”

Kratos guardava negli occhi quei giovani imberbi: il loro fisico poderoso era frutto di intensi allenamenti praticati sin dagli albori della loro breve esistenza, ma mai avevano davvero preso parte ad un vero scontro, mai messo in palio la loro vita in un gioco di morte come nemmeno mai aveva fatto lui stesso prima di essere posto allo stremo delle sue possibilità in quella foresta maledetta.
I guerrieri ricambiavano il suo intenso sguardo incuriositi da quell’infinita esperienza che emanavano i suoi occhi. Nonostante fosse solo un ragazzo come loro sembrava quasi che prima di quella avesse vissuto mille altre vite da condottiero; nella sua espressione decisa trovavano un’ancora di salvezza tra le onde di disperazione tra le quali erano incagliati, ma muniti unicamente di una lancia appena acuminata, come avrebbero potuto fronteggiare un orda di mostri armata di tutto punto?
Kratos trovò una risoluzione ai problemi notando dei lunghi e robusti tronchetti aguzzi ed appena abbattuti che sarebbero serviti per far ardere un grosso focolare quella notte stessa: troppo pesanti per essere impugnati o portati con sé in spalla ma abbastanza leggeri da essere sollevati per alcuni istanti. Poi, passata la folla vide un ragazzo seduto a terra fissato ad un palo con alcune catene: una lata fronte presentava diverse venature e screziature, al di sotto della quale due occhi sottili lo fissavano incuriositi.
“Tu…alzati” comandò quello che si era indirettamente imposto come nuovo capo dello schieramento.
Il ragazzo si alzò in piedi lentamente: era enorme, tanto che il più alto degli esordienti raggiungeva a malapena l’altezza di una sua spalla.
“Cosa vuoi fare!? Pazzo!” esclamò Eumenos da dietro.
“Perché lo avete incatenato?” domandò
“Perché è un folle! Un omicida pericoloso! Lo abbiamo trovato dormiente disteso in mezzo ai corpi macellati di numerosissimi ragazzi, l’intero corpo ricoperto di sangue, un ascia stretta in un pugno ed un sorrisetto stampato sul volto…agghiacciante….MA COSA FAI!?!” gridò esterrefatto mentre Kratos infrangeva le catene facendo leva con le lame.

“ora ti ho liberato, ma in cambio esigo che tu ci porga il tuo aiuto contro quei mostri…mi capisci?”
il gigante raccolse la sua ascia a poca distanza da lì; poi si portò ad alcune dita di distanza da lui fissandolo con sguardo trucido ed attendendosi un emotiva reazione di preoccupazione; ma gli occhi che aveva di fronte non mutavano, anzi parevano quasi più freddi di prima, così che attenuò l’aggressività che distendeva il suo volto.

“Mi chiamo Chrestos…” tuonò porgendogli la mano con garbo. Kratos restò a fissarlo sospettoso, poi si decise a rispondere al saluto “mi chiamo Kratos”: la stretta di quel ragazzone era forte, forse anche troppo, volendo testare la forza del suo nuovo compagno, ma si trovò impressionato quando avvertì che non solo sosteneva la pressione, ma imprimeva una forza addirittura maggiore.
“Non abbiamo tempo per i convenevoli Chrestos, preparati a combattere!...”


I guerrieri, condotti da Kratos avanzavano in formazione allargata cercando una copertura nei grossi massi sparsi nella zona, ma molti non riuscirono comunque ad evitare i violentissimi attacchi a distanza di gittata incredibile e furono trapassati da parte a parte e fatti volare per molti cubiti.
Il giovane condottiero schivò all’ultimo momento una picca a velocità disumana, e riprese la sua corsa.
Intanto, alle loro spalle, due imponenti gruppi di esordienti tra cui gli stessi Astenos ed Eumenos fuggirono sgomenti disperdendosi nei boschi attorno la vallata.
“Voi codardi!....” Gridò furente Kratos.
I centauri sghignazzarono fermando il loro impazzato lancio per le risate, “E voi vi riterreste spartani!!...” schernì quello che doveva essere il loro capitano “…non valete la metà di un vero guerriero!” dopodichè con un gesto di una mano condusse in carica la sua orda verso quelle poche dozzine di uomini rimasti, mentre alcuni deglii ibridi muniti di arco aspettavano il momento buono per bersagliarli a distanza.

“Serrate le fila uomini! Serrate le fila” impose strepitante Kratos, così che gli uomini corsero formando un unico nucleo compatto e forte.
“Attendete…!”
L’orda di centauri avanzava incombente su due lunghe interminabili file facendo tremare la terra e trasalire il più saldo degli animi.
“Attendete…!” i mostri brandirono quindi mazze chiodate ed intimidatorie ascie puntandole verso il folto nocciolo di giovane carne, così che lunghi rivoli di sudore freddo iniziarono a solcare le loro tempie.
“Attendete…!” gli zoccoli rimbombavano adesso nelle orecchie dei prodi rimasti sul campo di battaglia, ed i biechi musi degli assalitori furono alla portata del loro sguardo.
“ADESSO!” la schiera umana raccolse da terra i lunghi tronchi che Kratos aveva adocchiato poco prima formando una selva impenetrabile di picche.
I mostri in carica, del tutto impreparati, si schiantarono rovinosamente su quella densa mole di spine come un’onda si infrange sulla scogliera: alcuni furono trafitti in pieno ventre e incurvandosi all’indietro precipitavano a terra; altri vennero infilzati nella loro parte equina e ruzzolarono in avanti spazzando via alcuni uomini; altri ancora perirono sul colpo spegnendosi da eretti, sostenuti solo dall’arma che li aveva levati dal mondo.

A quel punto i soldati, come una marea, si abbatterono decisi e risoluti sui superstiti, che contavano ancora di un numero notevole, Kratos sguainò le lame dei satiri e seguì l’impeto dei compagni gettandosi furente su un avversario. Bloccò un potente colpo di ascia, diretto con tutta la forza del nemico facendolo sbilanciare, poi si lanciò verso di lui tentando di colpirlo al cuore ma fu allontanato da una scalciata che per poco non lo buttava a terra. Mentre cercava di riprendersi dal colpo, i suoi fulminei e ormai incondizionati riflessi lo salvarono da una tentata decapitazione facendolo abbassare di netto; poi afferrò fulmineo il braccio del centauro e con tutta la forza che aveva in corpo lo scaraventò al suolo.
Mentre confuso continuava a scalciare, Kratos con la freddezza di un chirurgo, gli aprì l’equino ventre con un lungo solco, facendo spruzzare lunghi schizzi di sangue gettati dalla pressione sanguigna, e violacee budella che si contorcevano quasi avessero vita propria.

Chrestos, che era rimasto al suo fianco, si trovava alle prese con un altro di quei mostri munito di mazza chiodata. Il suo avversario era un centauro, e come tale era enorme: dalla base degli zoccoli fino alla punta del pennacchio raggiungeva forse il doppio della sua altezza; era la prima volta che si trovava a confrontarsi contro qualcuno, o meglio qualcosa, più grossa di lui. Ma non si faceva di questi problemi: nella sua mente non fluivano pensieri o preoccupazioni in quel frangente, solo una spietata e fredda voglia di uccidere, e di compiacere il nuovo amico Kratos.
Evitò diverse volte le pericolose traiettorie che la mazza avversa percorreva rivelando un’ agilità inaspettata in contrasto col suo fisico poderoso e massiccio. Stanco di schivare i colpi frenò la rivoluzione dell’arma con il palmo di una mano che, trafitto da diversi chiodi, iniziò a sanguinare copioso. Ma quell’azione gli permise di scoprire la difesa del mostro e con un’accettata netta gli fece saltare una gamba azzoppandolo; con un grido di dolore il nemico cadde in avanti ponendo il capo nel raggio del suo fendente che glielo spazzò via facendolo rotolare a lungo per terra.

A parte queste due eccezioni, gli altri guerrieri non parevano avere la meglio, e in mezzo a quell’ammucchiata di corpi si vedevano volare arti e teste umane, mentre molti di loro venivano calpestati sotto l’ insostenibile peso dei centauri. Non c’era modo per degli uomini comuni di fronteggiare tali abomini.
Come se non bastasse, i distanti arcieri equini stavano incoccando le proprie frecce puntandole verso il punto di scontro. D’improvviso uno squarciante grido li distrasse dall’azione in corso e portò la loro attenzione oltre gli alberi di quel bosco dal quale spuntò un gruppo di giovani guidati da un furioso ed impaziente Astenos, che si portava alla testa della squadriglia.
Uno degli arcieri che tentava di flettere il suo arco, venne disarmato da uno schiocco di frusta;
così si gettò verso l’avversario con una carica disperata, ma fu facilmente aggirato e ghermito al collo da quella terribile sferza, per essere poi strangolato lentamente.

Da un altro tratto della foresta comparve Eumenos con i suoi uomini che velocemente procedettero in aiuto di Kratos tempestando i centauri a distanza.
“Nesso, dove stai fuggendo!” gridarono i mezzi equini verso il loro capo che, compresa la situazione, stava fuggendo dall’incombere della morte.
Mentre il secondo in comando cercava di seguire il suo signore, venne intercettato da una lancia che lo colpì su una zampa e lo costrinse a fermarsi: “Come al solito, la mia precisione non ha eguali” si autocelebrò Eumenos che lo raggiunse superbo con la spada in pugno.
“Sei carne morta, umano” grugnì il selvaggio, stringendo la sua lama, ed incespicando traballante verso la preda; Eumenos con grazia armoniosa schivò alcuni fendenti cercando di portarsi ai fianchi della bestia i quali di norma, sono la parte più vulnerabile di ogni centauro a causa della loro struttura fisica poco flessibile e piuttosto goffa. Gli montò quindi in groppa con un salto, mentre quell’essere continuava a scuotersi come imbizzarrito, ma la stretta del ragazzo era ben avviluppata e lungì dall’essere districata.
Quando il centauro cedette alla fatica rallentando i suoi movimenti, Eumenos si portò all’altezza della schiena e lo perforò impietosamente, decretando quindi la fine di quella battaglia.
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Le ombre di quelle querce si abbattevano alte su quel campo macchiato di sangue, e, a discapito di ogni previsione il sangue che sovrabbondava non era umano.
Poche decine di uomini si ergevano vittoriosi sopra le carcasse massacrate di un clan di centauri riuscendo ad eguagliare tutti assieme la gloria di Eracle Alceo.
E più in alto di tutti, sopra un mucchio di cadaveri c’era lui: Kratos! Baciato da alcuni tenui raggi solari, che gli conferivano un’aria quasi ultraterrena; fu avvolto dal plauso generale dei pochi superstiti che si erano distinti per valore e forza.
“KRATOS!” ripetevano in coro gli esordienti guardando negli occhi colui che avrebbe raggiunto e sminuito l’impossibile

“Ingegnosa la tua idea di simulare una ritirata per portare quei superbi a scoprire le loro difese” commentò Eumenos “e colgo l’occasione per complimentarmi con me stesso per la recitazione e soprattutto per l’ardore sul campo di battaglia paragonabile a quello di un dio” iniziò ad applaudirsi.
“Ehi!” si fece strada Astenos tra gli uomini, e colpì in piena faccia il comandante.
“che tu sia maledetto! non farmi fare mai più una cosa simile: ritirarmi dal campo di battaglia per chissà quanto e lasciare a voi altri tutta la gloria…o attendere inconsapevole che siate massacrati!...cosa più che certa senza di me ”
Kratos si era capacitato della rabbia del compagno e gliene diede ragione; restò quindi a fissarlo qualche istante, quasi compiaciuto per quello sfogo e quell’aria di sfida: in qualche modo, era la stessa reazione che lui stesso avrebbe avuto se gli avessero negato di dare il meglio di sé in battaglia e impedito di dare libero sfogo alla sua furia.
“Hai ragione…la prossima volta combatteremo assieme in prima fila” rispose, con la sicurezza che un giorno tutti quei grandi guerrieri che aveva incontrato lo avrebbero affiancato sul campo di battaglia per imporre ai loro nemici la grandezza di Sparta.
“…se non ti massacreranno prima” ironizzò con un ghigno il compagno voltandogli le spalle.
“Forza allora” proseguì Eumenos “ho qui la mappa tracciata da mio padre per raggiungere il tempio del piacere!”
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Ti ringrazio doubius, ahime mio unico lettore XD,  avevo qualche altro capitolo in cantiere già da tempo ma la scarsità di recenzioni mi ha convinto a lasciar perdere; meglio mille critiche (sensate) che il silenzio di tomba per secoli.
Però se almeno tu resterai fedele a questa storia, anche per un unico lettore continuerò a scrivere.
Ma è sempre così desolata questa sezione?
Comunque riguardo i video, se qualcuno vuole denunciarmi mi denunci pure, voglio vedere con quali motivazioni sensate potrebbero farmi chiudere  gli amministratori del sito che mi sembrano persone intelligenti  (non sto ruffianando asd)
  
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