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Autore: SAranel    26/05/2011    7 recensioni
Il legame indissolubile fra fratelli,come Fred e George Weasley non ha bisogno di parole...ma se George,dopo la morte del fratello facesse una curiosa e commovente scoperta?
“Freddie,che hai messo li dentro?” gli chiesi con curiosità,cercando di sbirciare,ma il cassetto era ormai sigillato.
Fred mi rivolse un sorrisetto divertito e poi sgranò gli occhi come se fosse in procinto di raccontarmi chissà quali meraviglie.
“Li dentro,George” cominciò “è custodito ciò che mi è più caro al mondo. La cosa più preziosa che io possieda”
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fred, Weasley, George, e, Fred, Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Dedicata a Fred Weasley,un personaggio meraviglioso. Grazie anche a due fratelli speciali (+1) che in questo periodo mi stanno inconsapevolmente regalando momenti stupendi.

 

 

Inestimabile

 

 

Ero tornato nella nostra stanza per la prima volta dopo la morte di Fred.
Era una mattina piovosa e dopo essermi rifiutato per giorni e giorni di mettere un solo piede in quel luogo che per tanto tempo avevo condiviso con mio fratello,il mio gemello,il mio migliore amico.
Troppi ricordi invadevano la mia mente anche solo a guardare per un secondo la vecchia porta di legno di quella stanza,teatro delle nostre prime confidenze,dei nostri primi strambi esperimenti con la magia.
Quella mattina però era diverso,avevo sentito qualcosa,percepito una sensazione intensa e inspiegabile nel mio cuore che mi aveva spinto ad abbassare con enorme fatica la maniglia di ottone e varcare quella soglia.
Sentii una dolorosa fitta al cuore appena richiusi la porta dietro di me,come se un pugno invisibile stesse stringendo il mio cuore in una morsa. Tutto era rimasto come se Fred fosse ancora li,tutto era ancora perfettamente in disordine,come piaceva a noi.

"Il nostro disordine perfetto" soleva dire mio fratello allegramente,quando nostra madre ci dava dentro con le sue ramanzine sull'ordine e la pulizia. Sorrisi al ricordo.
Un vecchio mantello giaceva dimenticato sulla testata del letto,e vari indumenti erano sparsi sul cuscino e la coperta e c'erano addirittura avanzi di un panino abbandonati sulla scrivania in un letto di briciole.
"Freddie,se ti vedesse la mamma..." sussurrai. Entrando li dentro sembrava quasi che nulla fosse cambiato,che tutto fosse esattamente come l'avevamo lasciato,settimane e settimane prima. Si sentiva ancora chiaramente la presenza di Fred,la sentivo quasi fosse solida in ogni oggetto,ogni libro,ogni indumento ... in ogni raggio di sole che adesso facevano capolino tra le nuvole scure.
Poi il mio sguardo si soffermò sul mobile che tenevamo accanto ai nostri letti e notai il primo cassetto,quello di Fred,leggermente socchiuso.
Chiusi gli occhi e con il cuore che batteva all'impazzata un ricordo vivido e chiaro si materializzò nella mia memoria.

 

“Freddie!” chiamavo mio fratello,che dai nostri giochi in giardino era misteriosamente scomparso su per le scale. Lo trovai nella nostra stanza,chino sulla vecchia cassettiera.
Fred chiuse il cassetto con rapidità fulminea appena mi vide e coprì il vecchio mobile piazzandocisi davanti,come se dovesse difendere un tesoro.
“Freddie,che hai messo li dentro?” gli chiesi con curiosità,cercando di sbirciare,ma il cassetto era ormai sigillato.
Fred mi rivolse un sorrisetto divertito e poi sgranò gli occhi come se fosse in procinto di raccontarmi chissà quali meraviglie.
“Li dentro,George” cominciò “è custodito ciò che mi è più caro al mondo. La cosa più preziosa che io possieda”
La mia curiosità di dodicenne aveva prevalso sulla buona educazione ed eccitato ero corso accanto a lui,cercando in tutti i modi di scoprire cosa fosse.
“Cos’è?” domandai,saltellando allegramente “l’intera collezione di figurine magiche? Una pluffa autografata dai Cannoni?” mi chiedevo ingenuamente,domandandomi,nel caso avessi avuto ragione come avesse potuto procurarsi qualcosa di tanto “prezioso”.
“Non ci sei nemmeno lontanamente vicino,fratello” ridacchiò Fred “non lo scoprirai mai!”


Tra noi non c’era mai stato nessun segreto,mai,a parte quel piccolo particolare della nostra vita. Non ero mai, mai riuscito ad aprire quel cassetto,nemmeno quando ormai avevo qualche nozione magica più avanzata del semplice “Alohmora”.
Ci rideva su. Scherzava continuamente su quella cosa,su quella parte tanto segreta della sua vita, ormai in simbiosi con la mia. Più di una volta mi ero quasi sentito escluso,nonostante la sensazione passasse in meno di un secondo. Mi ero sempre domandato cosa nascondesse,interrogandomi su cosa potesse mai essere il suo tesoro più prezioso; oltretutto mi sorprendeva il fatto che anche da adulto continuasse a reputare importante una qualche oggetto nascosto in un pomeriggio estivo dei suoi dodici anni.
Ed ora ero li,davanti a quel vecchio mobile,con quel cassetto semiaperto,terribilmente invitante per la mia curiosità.
Fred lo avrebbe ritenuto giusto? Avrebbe approvato che io scoprissi il suo tesoro,adesso che lui non c’era più?
Sospirai e decisi di si,che volevo sapere,volevo condividere con lui quello che più amava. Mi avrebbe aiutato a sentirlo più vicino,a sentirlo nuovamente … vivo.
Appena le mie dita sfiorarono il pomello d’ottone quasi mi aspettai di sentire la sua voce che mi scherniva allegramente“Non ci hai ancora rinunciato fratello?” Ma non la udii. Respirai a fondo e aprii.
Il cassetto era praticamente vuoto,escluso una busta da lettere ingiallita che poggiava sul fondo polveroso: non aveva data,ne scritte visibili o nulla che potesse indicare cosa fosse o che cosa contenesse.
La presi e la aprii,scoprendone il contenuto. Tirai fuori una fotografia,una semplicissima fotografia chiusa in un cartoncino.
Quando aprii il cartoncino ingiallito repressi a stento un gemito. Sorrisi,mentre le lacrime salivano piano a inumidirmi gli occhi,mentre accarezzavo la superficie della carta con un dito.
Era una vecchia fotografia,un’immagine che scattammo lo stesso pomeriggio di sette anni prima,lo stesso pomeriggio in cui lo vidi sigillare quel cassetto.
Gli unici due soggetti eravamo noi,nel nostro giardino mentre ridevamo a crepapelle inseguendo uno gnomo particolarmente buffo che stringeva tra le mani un paio di scarpe. Io ero scalzo e tenevo Fred sulle spalle che con il braccio teso in avanti mi spronava all’inseguimento alla stregua di un generale.
Era stato uno dei giorni più allegri e spensierati della nostra vita,dove non esistevano problemi,dove non esisteva nulla al di fuori di noi due e del suono squillante delle nostre risate.
La fissai per minuti che sembrarono ore interminabili,la mente piena di vividi ricordi.
Le lacrime cominciarono a scorrere,e mi ritrovai a piangere come non ero riuscito a fare nell’immediatezza della sua scomparsa. Piansi tutte le lacrime che avevo represso in tutto quel tempo,lasciando che lavassero tutto il mio risentimento,tutta la mia dolorosa sensazione di solitudine.
Rovesciai la fotografia e lessi le parole che aveva scritto in una grafia adulta e regolare.

 

Ehi George! Tanto so che prima o poi ci riuscirai a sbirciare qua dentro!
Non giudicarmi troppo sentimentale quando leggerai,non vorrai rovinarmi la reputazione!

 
Fred

 

In basso,in piccolo sotto l’immagine c’era un’altra scritta ad inchiostro blu questa volta scritta con mano decisamente più malferma e infantile. Il cuore mancò un battito mentre sillabavo senza voce quella manciata di parole.

 

“Io e il mio regalo più prezioso”

 
Mi sedetti sul suo letto e mi asciugai le lacrime con la manica della maglia mentre sorridevo,anzi ridevo allegramente mentre rileggevo. Eravamo sempre stati l’uno la metà dell’altro ma non ci eravamo mai scambiati parole affettuose o sdolcinate per rivelare il rapporto più che speciale che c’era tra noi.
Trascendeva ogni parola possibile,era come un soffio d’aria,che non è visibile eppure ne si può percepire la forte presenza.
Non ci eravamo mai detti “Ti voglio bene” perché era più che palese,quasi scontato.
Eppure mio fratello mi aveva tenuto tanto tempo in quel suo scrigno,come un gioiello di inestimabile valore. Per anni ero stato ciò che aveva di più prezioso,e mi aveva nascosto da me stesso per quanto possa sembrare strano,temendo che lo prendessi in giro.
E credo che lo avrei fatto,anzi ne sono sicuro.
In quel momento però,mentre tutto ciò che di lui rimaneva erano una fotografia,qualche vestito e i suoi vecchi libri,per un secondo il vecchio George Weasley scomparve,dietro una lacrima e una vecchia fotografia.
La strinsi al cuore e la cullai,quasi fosse qualcosa di vivo.

Non piansi più,da quel giorno.

 

“Ti voglio bene” sussurrai.

 

Sorrisi.

 

 

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