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Autore: Kuruccha    26/05/2011    4 recensioni
Il destino dipende dalle decisioni prese.
[What if?][Long-fic]
Genere: Avventura, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti | Coppie: Katara/Aang
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Capitolo 12 - Burocrazia


 - Avatar Aang - disse semplicemente Arnook, - E' un piacere riaverti tra noi.
Il capo tribù si inchinò al gruppo appena arrivato, le mani congiunte e tese davanti al viso in segno di rispetto. L'intero consiglio imitò il suo gesto.
Aang fissò per un secondo quella miriade di forti spalle piegate verso di lui e si inchinò a propria volta. Nell'alzare gli occhi, poco dopo, non potè non incrociare gli sguardi degli uomini della Tribù dell'Acqua del Sud, sollevati verso di lui, e notò immediatamente i loro sorrisi. Una cordialità che, in mezzo a tutte quelle formalità, gli fece molto piacere.
 - Capo tribù Arnook - rispose Aang, - vi ringrazio per questo caloroso benvenuto, e vi chiedo di scusarci per l'apparizione improvvisa.
Gli occhi grigi del ragazzo erano immobili e fissavano il suo viso con estrema serietà. Arnook pensò che fosse proprio cresciuto dall'ultima volta che l'aveva incontrato.
 - Viaggiare in incognito è l'unico modo per poter passare inosservati, al giorno d'oggi. Non c'è alcuna necessità di scusarsi. - replicò, accondiscendente. Volse lo sguardo verso gli altri componenti del gruppo - una ragazzina che non aveva mai visto, e che dall'abbigliamento doveva appartenere al Regno della Terra; la nipote di Kanna; e poi Sokka, schierato con loro - e non potè fare a meno di pensare che fossero tutti esageratamente giovani, quasi dei bambini.
 - Avatar Aang - chiamò ancora, - immagino che tu e il tuo gruppo sarete molto stanchi per il lungo viaggio. Vi prego di riposarvi, ma vi chiedo di essere presenti al consiglio di stanotte. Conoscere le vostre intenzioni e ascoltare delle notizie veritiere sul resto del mondo potrebbe essere di vitale importanza per noi.
L'espressione del ragazzo si addolcì un po', ma i suoi occhi rimasero fissi in quelli di Arnook.
 - Può contare su di noi. Ci saremo tutti quanti.
 - Vi ringrazio - concluse il capo tribù, sorridendo cordialmente. L'atmosfera si fece meno tesa. - Vi farò preparare un alloggio nel più breve tempo possibile.
 - Capo Arnook, non ce n'è bisogno - li interruppe Sokka. - Le stanze che mi sono state assegnate sono grandi a sufficienza per tutti noi.
Aang si voltò verso il ragazzo con un gran sorriso in volto.
 - Penso che una sistemazione del genere non sarebbe sufficientemente dignitosa per l'Avatar, e-
 - Va bene così. - lo bloccò subito Aang. - La casa di Sokka andrà bene per tutti, se lui è d'accordo - disse, rivolto verso l'amico.
Sokka sorrise, annuendo.
Arnook li guardò ancora una volta, certo che, nonostante la necessità di essere formali, quella fosse - dopotutto - la scelta migliore.
 - E sia - concluse.
 - Allora smettiamola con tutte queste cerimonie e vediamo di sbrigarci - esclamò Toph, le braccia incrociate al petto e la testa stretta tra le spalle. - Sto letteralmente morendo di freddo.
 - Vi farò recapitare anche dei vestiti adatti al clima - si giustificò l'uomo, - perdonatemi per non averci pensato fino ad ora.
 - Possiamo anche andarceli a prendere da soli - rispose Toph, strofinandosi gli avambracci.
 - Capo Arnook - intervenne Sokka, cercando di evitare un incidente diplomatico, - penserò io a tutto. Non ce ne sarà bisogno.
Arnook gli sorrise con gratitudine.
 - Mi fido di te, Sokka - rispose semplicemente.
Sokka chinò la testa, risollevandola poco dopo.
Sorrisero entrambi, e il consiglio d'emergenza fu sciolto.

 - Finalmente si respira! - esclamò una seccatissima Toph, mani sui fianchi, appena fuori dalla tenda in cui il consiglio era stato improvvisato.
Gli altri tre osservarono le spalle larghe rivolte verso di loro.
 - Sai, Toph, penso che dovresti essere vagamente più rispettosa con il Capo Tribù - farfugliò Aang, torcendosi le mani, a occhi bassi.
Sokka e Katara si scambiarono un'occhiata perplessa, per poi fissare Aang. Il suo sguardo era ancora posato su Toph, zitta e immobile, nella stessa posizione di poco prima.
 - Tsk! - si limitò a dire, voltandosi su se stessa. - Non pensare di potermi dire quello che posso o non posso fare! - intimò, gridando e tendendo il braccio destro davanti a sé.
Sokka fissò il dito della ragazza, puntato verso un'abitazione poco distante. Una delle donne della città ghiacciata, vedendosi indicata, si immobilizzò, timorosa, con un cesto tra le mani.
 - Ehm, Toph - mormorò Katara, - credo tu abbia dei problemi di localizzazione...
 - Come sarebbe a dire, problemi di localizzazio-
Non riuscì a terminare la frase. Spostò energicamente il braccio, quasi decapitando il povero Sokka, che fece appena in tempo ad abbassarsi; la sua mano si bloccò addosso alla testa calva di Aang.
 - Ahio. - udì solamente.
 - Come hai fatto ad arrivare ?
 - Veramente sono sempre stato qui... - spiegò, perplesso.
Ci fu un attimo di silenzio.
 - Maledetto ghiaccio - fu tutto ciò che Toph fu in grado di articolare, sbattendo furiosamente un piede per terra.


 - Maestro Hoto?
L'uomo si voltò al richiamo di Sokka. Aggrottò le sopracciglia, perplesso dalla presenza del ragazzo nella zona ovest. Cercò di ricordare a memoria a quale sezione fosse stato assegnato quel pomeriggio, e si chiese vanamente che razza di animale fosse quello appollaiato sulla sua spalla.
 - Dimmi, Sokka. Ci sono forse problemi alle mura della zona Sud? - domandò, apprensivo.
 - Oh, no, assolutamente no. Non sono stato mandato dal Maestro Koho - spiegò, agitando una mano. - Oggi ci sono stati dei contrattempi, perciò non ho potuto prendere parte al turno di guardia.
Osservò, oltre la spalla del ragazzo, il gruppo variopinto raccolto poco dietro di lui.
 - Pssst! - gli sussurrò Sokka.
Hoto osservò con perplessità sempre crescente il ragazzo, che ora aveva una mano poggiata alla propria guancia.
 - Psssst! - gli sussurrò ancora, facendogli cenno di avvicinarsi. Hoto si arrese, porgendogli l'orecchio.
 - Lui... lui è l'Avatar! - rivelò, con enfasi.
L'uomo alzò appena gli occhi per osservare il ragazzino con la testa pelata e la freccia azzurrognola che ne percorreva la superficie. Vesti arancioni da dominatore dell'Aria, ragionò. Però me lo immaginavo più alto, concluse, abbassando nuovamente gli occhi.
 - Perché l'Avatar è qui alle mura Ovest, Sokka? Sta per succedere qualcosa di grave?
Avevo dimenticato quanto quest'uomo fosse paranoico, pensò Sokka, sospirando.
 - Oh, no, Maestro. L'Avatar Aang ha l'assoluta necessità di parlare con la guerriera Kyoshi assegnata quest'oggi al suo distaccamento, e io sono stato incaricato di accompagnarlo - spiegò brevemente.
L'espressione di Hoto si distese.
 - Ora la situazione mi è chiara - disse, convinto. - Ovviamente, non c'è nessun problema. Avatar Aang - chiamò poi.
Il ragazzo si voltò, inchinandosi. Hoto piegò la testa a propria volta.
Toph trattenne a stento una risata. Quella serie di convenevoli, che sarebbe stata imbarazzante già di per sé in una situazione normale, lo era ancora di più dopo tre anni di isolamento pressochè totale; senza contare, poi, che stentava a credere che il piano di Sokka per sequestrare Suki fosse filato così liscio. Conosco i miei polli, aveva detto loro Sokka poco prima, quando gli avevano espresso le loro perplessità; e ora, se in questi anni le cose non sono cambiate, continuerà ad atteggiarsi a professionista della situazione per un bel po', rimuginò Toph, divertita.
 - Maestro Hoto - disse Aang, semplicemente.
 - Conti pure sulla mia collaborazione per ogni eventuale necessità - esclamò l'uomo, gli occhi ancora puntati sul duro ghiaccio attorno ai suoi piedi.
 - La cosa è certamente reciproca, Maestro - lo rassicurò.
Hoto si tranquillizzò.
 - Farò subito chiamare la guerriera Kyoshi, allora.
 - Non ce n'è bisogno - udirono. Con un solo balzo, la ragazza si portò vicino al Maestro Hoto. - Ehi, quanto tempo! - esclamò, un gran sorriso in volto.
 - Suki! - chiamarono in coro tutti gli altri, coinvolgendosi a vicenda nel secondo grande abbraccio collettivo.
Toph non poté resistere, e le colpì la spalla con un pugno amichevole.


 - E così siete apparsi nella piazza centrale da un momento all'altro, facendovi beffe di tutto il sistema di sicurezza delle mura? - domandò Suki, seriamente impressionata.
Aang, porgendo a Katara - già salita sulla sella legata alla schiena di Appa - le borse contenenti i vestiti pesanti appena comprati, scoccò a quest'ultima un'occhiata interrogativa; temeva che l'evidenziare in modo così clamoroso una tale inefficienza del sistema di sicurezza di cui faceva parte la loro amica ne avrebbe in qualche modo offeso l'orgoglio. Katara lo esortò a rispondere con un cenno della testa.
 - Beh, sì... si potrebbe dire di sì - rispose, incerto, le sopracciglia corrucciate.
 - Oh, ma questo è fantastico - esclamò, ammirata. - Avrei voluto assistere a quella scena. Chissà che facce avranno fatto quelli della sicurezza! Oh, come avrei voluto essere stata assegnata al pattugliamento interno, questa settimana! - continuò, gesticolando.
Momo, appollaiato sulla testa di Toph, emise uno dei suoi soliti suoni - un verso dal tono alto, decisamente contento.
 - Ma come siamo felici oggi, eh? - domandò Sokka, poggiando un braccio sulle spalle di Suki.
 - Oh, altroché! - rispose lei, esultante.
 - Per favore. Di coppietta vomitevolmente affiatata me ne basta una! - esclamò Toph, incrociando le braccia sul petto.
 - La verità, Toph, è che hai evidentemente bisogno di più affetto e-
 - Cosa stai dice-
Vennero interrotti entrambi da una invadente leccata di Appa, desideroso di dimostrare il proprio amore verso i ragazzi.
Aang e Katara, gli unici incolumi, risero. Sokka gettò loro un'occhiataccia.
 - Bene, ora è proprio il caso di cambiarci, direi - aggiunse, passandosi una mano sulla fronte appiccicosa. - Andiamo a casa.


Il sole stava già tramontando; il cielo si era tinto di rosso. A intervalli irregolari, Aang poteva vedere scie di bagliori luminosi che risalivano la superficie delle mura in lontananza, scaricando il loro calore verso il cielo. Le fiamme dei Dominatori del Fuoco venivano subito contrastate da pareti di ghiaccio sottile, che si scioglievano con la stessa velocità con cui erano state create; l'acqua galleggiava per un attimo sotto forma di nebbiolina sottile, per poi ricadere al suolo in goccioloni pesanti.
Erano tre interi anni che la guerra non gli sembrava così vicina.
Osservando l'ennesimo bagliore, molto più potente di quelli dell'ultima serie, deglutì rumorosamente.
Pensò con ansia crescente al consiglio che li aspettava quella notte, e afferrò la mano di Katara.




*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*
26.05.2011
Non vi aspettavate questo aggiornamento, eh? XD
Ebbene sì, ci ho messo più di due mesi. ._. Chiedo davvero perdono.
Questo capitolo è, nel complesso, un po' noioso - in fondo lo si poteva intuire già dal titolo XD - ma contiene scene "di passaggio" che andavano scritte per spiegare bene la situazione. Sappiate, comunque, che questi capitoli scollegati tra loro dureranno ancora poco; presto si entrerà nel vero e proprio vivo dell'azione.
La buona notizia è che oggi mi sono schematizzata le vicende fino ad arrivare al ventesimo capitolo, e ora sto verificandone l'attuabilità concreta. XD Progetto di scrivere presto il capitolo 13 - e già so che sarà una stesura complicata, ma arriverà. Non voglio assolutamente lasciar perdere questa storia. >_<
Grazie alla Podda e alla sua gigantesca pazienza, a Talpy e alla sua fiducia infinita, a Fede che mi sopporta sempre, a Max che si è letto e commentato tutti i capitoli precedenti in pochissimo tempo, e a Scrapheap che ha insistito tantissimo per vedere questo online. XD
Spero, a ogni modo, che questa dodicesima parte tanto attesa fosse abbastanza godibile. Nel caso contrario, ditemelo, vi prego. XD
Buona serata a tutti <3
Kuruccha
   
 
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