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Autore: Hagne    26/05/2011    1 recensioni
Un incontro inaspettato.
Un amore imprevisto .
Una commedia romantica con molti clichè e un pizzico di originalità .
Perchè l'amore è sempre l'amore , e il cattivo , a volte , si può innamorare anche della lettrice di libri o , come in questo caso , di un aspirante pittrice con la testa tra le nuvole .
Genere: Commedia, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Pretty , pretty please
don't you ever , ever feel
like you're less than Fuckin' perfect
You're Fuckin' perfect to me  




Bello , bello per favore
Non hai mai , mai sentito
di essere meno che fottutamente perfetto
Sei fottutamente perfetto per me




                                                                                        ( Fuckin' perfect - Pink)




Il solo fascino del passato è il fatto che è passato
( Oscar Wilde )






Blaise aveva imparato , nei mesi passati a posare per l’aspirante pittrice , che i silenzi di lei valevano più delle frasi fatte , più  degli elogi che  gli rivolgevano  per il suo patrimonio e la lunga lista di grandi uomini d’affari che nascevano  nella famiglia Duval .
Il suo , non era uno di quei silenzi imbarazzanti , né il mutismo di chi non sapeva più
 cosa dire , di cosa parlare .
Lei , quando non emetteva uno dei suoi teneri e buffi pigolii , quando interrompeva il continuo vagare nel nulla dei suoi occhi , mutava completamente aspetto .
E questo avveniva solo quando Ermione dipingeva .
Un cipiglio attento le incupiva i lineamenti sempre distesi , creandole una piccola fossetta tra le sopracciglia aggrottate .
Il labbro superiore sporgeva leggermente , lucido per la lingua che a volte , nei momenti più cruciali del suo disegno , tirava fuori con fare indispettito .
La  treccia sempre ordinata veniva scompigliata dalle mani che , continuamente , Ermione portava al capo , strattonando alcune ciocche e guardando il soffitto con aria un po’ persa prima di ricominciare a disegnare .
Era trasandata , vestita con un largo camice bianco macchiato qua e là da chiazze colorate , ma chissà per quale motivo , il giovane Duval la trovava maledettamente bella .
Oh , si , quello era un aggettivo che troppo spesso la mente del ragazzo associava alla figura che gli stava di fronte .
E ogni qual volta quegli occhi verdi si scostavano dalla tela per fissarlo  , Blaise si sentiva pizzicare le guance , le braccia e il naso .
Perché quegli occhi dal taglio orientale , così socchiusi e persi nella contemplazione del suo viso  lo guardavano .
Non come lo guardava suo padre , quando lo rimproverava per il suo atteggiamento da dandy consumato .
Né come lo guardava  la maggior parte della gente che lo incrociava per strada , in ufficio , al Burlesque .
Ermione lo guardava  come Giulietta avrebbe guardato  il suo  Romeo , sporta  dal  balcone fiorito con le mani unite a coppa ad incorniciare il suo volto arrossato per l’imbarazzo  .
Uno sguardo che aveva avuto il potere di causargli una sospetta interruzione delle vie respiratorie e una continua e fastidiosa aritmia per la quale Blaise , ipocondriaco com’era   , aveva chiesto spiegazione  ai migliori specialisti da lui conosciuti .
Solo che quando tutti lo avevano congedato con un sorrisino ironico , l’irritazione del ragazzo era triplicata .
- Che ne dici di una pausa ? – sussurrò con voce tenera Ermione , sopraggiunta al fianco del  modello con gli occhi socchiusi per la stanchezza ed una mano poggiata sul braccio di lui .
Il tendersi immediato dei muscoli sotto le sue dita portò  la studentessa ad ingrandire il sorriso e ad addolcire la presa attorno alla sua camicia  .
- Sei stanco vero ? Hai delle brutte occhiaie – riprese poi lei quando , incrociando il blu di quelle iridi , si ritrovò ad ingentilire ulteriormente i lineamenti.
Un leggero sussulto accompagnò la visione di quel sorriso ,  e Blaise non potè far  a meno di poggiare il palmo aperto  sul capo della ragazza , nell'accenno di  una carezza  ,  un gesto che ormai compiva da più di due settimane .
Ecco , quello era uno dei momenti che il giovane Duval preferiva .
Averla così vicina , con quell’espressione trasognata e il suo sorriso gentile era l’unica parte delle sue  giornate che lui poteva considerare quantomeno piacevole .
E continuò ad esserlo fino a quando una voce  , enormemente fastidiosa per l’uno ma affettuosamente attesa dall’altra ,  li fece voltare .
- *Bonjour ma petits .
Illuminato dalla luce artificiale dei corridoi .
Le braccia aperte nell’attesa di un abbraccio e un sorriso sornione sul bel volto da bulletto dispettoso .
Ecco come si presentava Alphonse Dumont.
Ermione trotterellò nella sua direzione con un enorme sorriso , allargando le braccia a sua volta e cingendo la vita del ragazzo quando quello la attirò a sé con una risata divertita nel vedere l’amica perdere per un attimo l’equilibrio .
Alle loro spalle invece , Blaise non accennava a ricambiare il cenno col capo del nuovo arrivato , mantenendo la mascella serrata e le braccia rigide lungo il fianco .
Quella  , forse , era una delle particolarità di Ermione che il giovane Duval apprezzava di meno .
Perché lei , anche se ingenuamente e senza la minima malizia , aveva quasi l’esigenza di un contatto fisico .
Che fosse una stretta di mano o una mano poggiata sul braccio , come di solito accadeva quando era in sua compagnia , non importava .
La ragazza esigeva un contatto con chiunque e in qualunque momento .
Quando parlava , o anche quando , semplicemente , salutava le persone a lei vicino .
Certo , Blaise era rimasto colpito dall’atteggiamento affettuoso di lei nei suoi confronti .
Come apprezzava il  sincero interesse per la sua salute o anche  solo per il modo in cui passava le giornate .
Ma era giusto  sottolineare che Ermione , benché cordiale e cortese , sfoggiava una sorta di distaccata gentilezza con chi non conosceva o non riteneva suoi amici .
Questo lui lo aveva notato quando , camminando con la mano di lei stretta sul suo braccio per i corridoi dell’accademia  , avevano incrociato alcuni ragazzi del suo stesso corso .
Ed era stata gentile , certo , ma il suo sorriso era stemperato dalla lontananza del suo sguardo , dall’evidente inespressività dei suoi occhi persi nel vuoto .
Poi Ermione , tornata nuovamente a fissare lui  aveva ammorbidito la piega delle labbra , e le sue iridi erano tonate a mostrare il suo interesse .
Era come se si estraniasse dal contesto in cui si trovava , lasciando di lei solo un sorriso gentile .
Perciò , che lei lo differenziasse dagli altri con quel suo atteggiamento era quantomeno lusinghiero .
L’unica cosa che però Blaise  non riusciva ad accettare  era il fatto che vi fossero altri ai quali Ermione mostrava lo stesso attaccamento .
Primo fra tutti quel damerino dai modi cavallereschi  di stampo ottocentesco .
E il fatto che fosse omosessuale e felicemente fidanzato non era di consolazione per il giovane .
- Sei arrivato giusto in tempo , stavamo per fare una pausa – spiegò pacatamente Ermione , allontanandosi da lui per andare a prendere nella propria tracolla il pranzo che aveva preparato per l’amico .
Dal canto suo , Alphonse si lasciò cadere sul pavimento  accanto a Blaise , sedutosi con aria annoiata dopo aver compreso che lui sarebbe stato con loro anche quel giorno .
Il modello aveva infatti preso il vizio di raggiungere l’amica per l’ora di pranzo , di abbandonarsi al suolo e di saggiare i manicaretti che Ermione preparava appositamente per lui lentamente , troppo lentamente .
Una routine che i due portavano avanti dal loro primo incontro , o almeno  , quella era la giustificazione che Alphonse aveva dato all’occhiata truce di Blaise .
Quando la studentessa tornò trotterellando dai due , si lasciò cadere tra loro con un sorriso dolce , porgendo una scatoletta rosa all’amico e una grigia al ragazzo dagli occhi blu .
- Bon appètit .
Il biondo ricambiò il sorriso dell’amica prima di affondare il naso nella scatola , mentre Ermione sgranocchiava con gusto il pranzo e Blaise scartava il proprio con espressione crucciata .
Il suo bento .
Quella  era stata l’allegra risposta della studentessa quando lui aveva chiesto perché gli stesse porgendo quell’affare .
Aveva cucinato per lui .
Il giovane Duval ricordava quasi con sforzo da quanto  qualcuno avesse fatto una cosa così naturale per lui .
E quando ci era riuscito , era stato istintivo per lui gettare il contenuto della scotola e andarsene senza dire una parola dallo studio di pittura .
Non era più tornato da Ermione per una settimana intera nonostante lei lo contattasse per messaggi , lo cercasse attraverso il fratello e tentasse di incrociarlo al Burlesque .
Solo che Blaise era estremamente bravo a non farsi trovare quando voleva  , come era facile per lui sparire dalla circolazione a suo piacimento .
Lo aveva fatto così tante volte che al ragazzo veniva quasi naturale eclissarsi dalla scena senza attirare l’attenzione altrui , e il più delle volte accadeva quando entrava in scena il ricordo di sua madre .
Jospehine Lemaire era una delle donne più belle a memoria d’uomo , e con quella stessa bellezza la donna aveva amato procurarsi il pane .
Fino a quando non lo aveva incontrato .
Un matrimonio frettoloso , dettato dalla passione , dalla impulsività di un uomo d’affari particolarmente ricco e da una scalatrice sociale che era riuscita ad accaparrarsi un patrimonio con molti zeri .
Un unione dalla quale , poco tempo dopo , erano nati loro due , Blaise e Damien .
Blaise ricordava la madre più del fratello , troppo piccolo per poter riportare alla mente il periodo antecedente alla fuga di Jospehine dalla loro vita .
Perché , semplicemente , quella donna dalla bellezza quasi nauseante era scappata di casa , con qualche milione in tasca e un  bacio sulla guancia che il giovane Duval aveva sentito bruciare sull’epidermide per anni e anni .
Il bruciore causato dall’odio , dal rancore , da un falso amore materno che Jospehine aveva sfoggiato per qualche tempo .
Aveva recitato la parte della casalinga felice per un po’ , preparando la colazione a Blaise , pulendo la villa quel tanto che bastava per non essere etichettata come una donna svogliata e pigra .
Una recita che aveva tenuto in piedi fino al  giorno della sua fuga .
Il giorno in cui Josephine aveva abbandonato un marito e due figli impossibilitati ad avere  una famiglia normale .
Quello era il motivo dell’odio sottile che Blaise nutriva per il genere femminile e , in particolar modo , per Cèline Roux .
Lei era troppo identica alla madre .
Tanto bella quanto crudele , e l’idea che Damien potesse ritrovarsi con il cuore spezzato era una possibilità che il maggiore dei Duval non accettava neanche come futura ipotesi .
Era per quello che aveva ferito la giovane al loro primo incontro .
Ed era quello il motivo per il quale avrebbe continuato a fare a quel modo .
Poi qualcosa si era mosso , nel petto smorto di Blaise .
Quel qualcosa che una piccola figurina bagnata aveva  evocato nel suo animo .
Perché , per la prima volta nella sua vita , nel trovare davanti  casa sotto la pioggia scrosciante  Ermione , completamente fradicia ma sorridente Blaise Duval si era sentito in colpa verso qualcuno .
Il ragazzo aveva percepito una dolorosa contrazione alla bocca dello stomaco nel vederla estrarre dal giaccone una scatola grigia che gli porgeva con mani sicure  , gli occhi verdi resi lucidi dalla stanchezza ma ingentiliti dalla tenerezza della sua espressione .
In quel momento , in quel preciso istante , Blaise si sarebbe aspettato di tutto .
Che Ermione gli avesse scagliato contro la stessa scatola che lui aveva gettato senza il minimo tatto .
Che lei avesse cominciato a urlargli contro il suo disgusto , il suo odio per lui e per i suoi atteggiamenti altezzosi .
Azioni che qualsiasi essere umano trattato in modo tanto crudele avrebbe compiuto .
Solo che lei non era chiunque .
Non era Josephine .
- Damien mi ha detto che odi le carote , perciò ne ho fatto un altro senza . Avresti dovuto dirmelo .  Coraggio – aveva trillato lei con lo sguardo acceso di aspettativa  , le mani in avanti e il sorriso più dolce che Blaise avesse mai visto su un volto femminile .
E l’aveva abbracciata .
Con impeto .
Con il fiato corto e le guance accese dal rossore .
Il volto nascosto fra i capelli umidi di lei e le braccia rigide attorno alla sua vita .
Poi le aveva sentite .
Due mani , piccole e delicate , gli avevano accarezzato la testa con dolcezza , picchiettando qualche volta sulle spalle in un gesto quasi infantile  mentre la voce di lei cantilenava la stessa , identica frase .
"Su coraggio , non ho messo le carote , lo giuro" .
- Ehi cosa c’è ? Ho messo troppo sale ?
Blaise tornò alla realtà con un alzata di spalle  mentre gli occhi blu incrociavano quelli chiari di Ermione , le sopracciglia aggrottate nella solita posa corrucciata .
La ragazza gattonò fino al compagno  , mordicchiandosi le labbra e facendo saettare lo sguardo dall’espressione stizzita di lui al  bento .
Era strano , si ritrovò a pensare lei , la mano corsa subito a stringergli il braccio in una presa affettuosa dalla quale lui ,  però non si scostò .
Al contrario , contro le aspettative di Ermione che ormai si era abituata ai suoi sbalzi di umore , lo ritrovò ad un centimetro dalle proprie labbra , gli occhi blu adombrati da un qualcosa che la portò ad aggrottare ulteriormente le sopracciglia .  
Uno strillo scandalizzato si infranse nell’aria mentre la studentessa sgranava le iridi verdi per la sorpresa, osservando le palpebre chiuse di Blaise e percependo le labbra di lui accarezzare le sue con decisione .
E quando il ragazzo si scostò con lo sguardo basso , Ermione fece appena in tempo a vedere la sua schiena abbandonare lo studio senza più voltarsi .
Allora la studentessa si sfiorò la bocca con curiosità , sentendo le guance bruciare leggermente e la testa farsi un po’ leggera .
Mentre , alle sue spalle , Alphonse si scuoteva dallo stato catatonico in cui era piombato con un urlo da banshee che ebbe il poter di far sobbalzare tutta l’accademia .





§




- E poi l’ha baciata !
Cèline sputò il succo al mango con le pupille dilatate dallo stupore mentre Alphonse , accasciato sulla poltrona del salotto della villa  si passava le mani sul volto imbronciato .
L’unica a mantenere un distacco ammarabile era lei , Ermione , la diretta interessata che continuava a ricamare la lunga sciarpa rossa che avrebbe portato al Burlesque con lei , un regalo per il suo capo che soffriva di reumatismi .
Era tranquilla .
La solita aria un po’ tonta .
Le labbra leggermente tirate in dentro per la concentrazione e l’espressione placida di chi non aveva grilli per la testa .
- Ehi ! Potresti almeno dire qualcosa !- la rimbrottò il biondo tutto d’un tratto , le braccia incrociate sul petto e gli occhi fissi sull’amica .
Dal canto suo , la studentessa si limitò ad alzare le spalle in un gesto annoiato continuando , instancabile ,a  finire il suo lavoro a maglia .
Poco dopo il bacio infatti , il modello aveva trascinato la piccola giapponese a casa , urlando a  Cèline che qualcuno aveva attentato alla virtù della migliore amica davanti ai suoi occhi innocenti .
La donna , incinta di due mesi e con gli ormoni un po’ su di giri  , aveva sentito il desiderio di far fuori quella damigella urlante , seppellirne il cadavere e portare dentro la giapponese .
Solo che quando Cèline aveva portato la sua attenzione sulla coinquilina , il rossore delle guance di lei e l’espressione un po’ troppo presente per gli standard di Ermione le aveva fatto rizzare i peli sulla nuca per lo spavento .
Ed ora si ritrovavano nel salotto della villa , alle dieci di sera , con un modello di intimo liquefatto sul divano per lo sconcerto e una pittrice che continuava ad annuire alle loro parole senza prestar davvero attenzione .
A quel punto la cameriera si ritrovò , suo malgrado , a giocare sporco per attirare l’attenzione dell’amica , utilizzando la sua condizione per strappare Ermione dallo stato di mutismo in cui era caduta .
Tuttavia , quando la piccola giapponese saltò in aria con le pupille sgranate e le labbra tremolanti  , Cèline si sentì enormemente in colpa per aver finto di sentirsi male .
E si sentì seppellire da tonnellate di letame quando vide la pittrice ruzzolare per la stanza in cerca di medicinali e di uno dei trentacinque libri che Ermione aveva comprato per la neomamma .
Tra una giravolta e uno scontro frontale con il comodino , la studentessa si ritrovò con le braccia cariche di medicine , chinata sull’amica con gli occhioni verdi tanto lucidi da sembrare due gocce di rugiada trasparente .    
- Dove ti fa male ? Il libro dice che potresti avere un rigetto , ma è ancora presto , e il medico ieri ha detto che andava tutto bene .
 Forse è il succo che ti ha fatto male , o la mia torta alle mele ! Forse …- sciorinò come un fiume in piena la padrona di casa , lo sguardo apprensivo che saettava dall’espressione mortificata di Cèline all’evidente rigonfiamento del ventre .
Per evitare che le venisse un attacco di cuore la donna la afferrò per le spalle con delicatezza , stemperando la sua aria ansiosa con un sorriso colpevole che acquietò anche Alphonse , scattato al fianco della pittrice con le dita strette con forza sulle spalle della giapponese .
- Blaise Duval – sussurrò criptica la bionda  , sbalestrando il modello e costringendo l’amica ad inclinare il capo con curiosità .
- Blaise Duval ti ha baciato ?
Ermione annuì , l’espressione attenta di chi cerca di non perdere il passaggio di una equazione particolarmente complicata .
- Ti ha dato fastidio ?
La studentessa negò con il capo sotto lo sguardo da lince di Cèline , gli occhi chiari stretti per la concentrazione.
- Ti ha messo in imbarazzo ?
- Un po’ – rispose tranquilla lei .
- Perché ?
- Perché non me lo aspettavo – pigolò con la vocetta dolce , gli occhioni verdi placidi come un lago d’estate .   
Cèline annuì ancora , un poco più convinta , addolcendo la presa sull’amica .
- Perché credi lo abbia fatto ?
Per quella domanda Ermione impiegò un po’ più di tempo a rispondere , non perché non sapesse cosa dire , ma perché stava ragionando con cognizione di causa .
- Forse era annoiato – gettò lì , convinta però di ciò che diceva .
Alphonse assunse allora un espressione scandalizzata .
-  Era annoiato ? Ma non capisci che quello si è …- una scatola di kleenex zittì il modello , finito a terra dopo che Cèline aveva accidentalmente allungato le gambe quel tanto che bastava per far inciampare l’amico .
-  Perché tesoro ? – trillò zuccherosa la donna , tornata a stringere le spalle della ragazza per evitare che questa corresse al capezzale di Alphonse .
Un espressione ovvia si dipinse sul volto della studentessa , le labbra curvate leggermente verso l’alto .
- Non gli piaccio in quel senso . Credo più che altro che mi veda come una sorella .
- Una sorella sto …ahi – squittì il poveretto  quando Cèline gli rifilò un calcio negli stinchi , accarezzando la lunga treccia dell’amica .
- Ma a te piace ?
Alphonse si irrigidì leggermente a quella domanda tanto diretta , notando anche come la  bionda stesse trattenendo il respiro nell’attesa di una risposta .
E i due   , trepidanti , sicuri di uno dei familiari cenni col capo dell’amica ,  si stupirono di vederla sorridere dolcemente , schiudendo le labbra rosa e dando una lieve carezza sul al capo ad entrambi .
Ermione , raccattato la sciarpa raggiunse la porta con passo morbido , l’espressione delicata nell’aprire la porta .
- Non è il caso di preoccuparsi così tanto . Non mi metterò nei guai , non ho tempo per problemi di cuore .
Buona notte .
Quando la ragazza si chiuse la porta alle spalle tirò un lungo respiro prima di riaprire gli occhi , la mente disturbata dai ricordi della sua turbolenta infanzia .
Forse , si disse , era il caso di fare un salto all’ospedale da nonna Makoto prima di iniziare il turno .
Così , almeno , avrebbe evitato di pensare troppo a quella schiena che si allontanava in silenzio da lei .







§





Ad Ermione gli ospedali non  erano mai piaciuti .
Non  perché la ragazza fosse di stomaco debole o di indole  troppo sensibile per poter tollerare le espressioni dei pazienti  e i loro lamenti senza sentirsi coinvolta .
 Ermione odiava gli ospedali perché , semplicemente , le ricordava la sua vecchia vita .
La sua storia era , in fondo , troppo triste anche ai suoi occhi  .
Lei stessa , quando aveva raccontato ad Alphonse e Cèline del suo passato  , aveva trovato difficile non  far intristire gli amici con le sue parole  , ma nessuno avrebbe mantenuto un atteggiamento indifferente davanti  a quella serie di sfortunati eventi .
Nel mentre che l’infermeria , cordiale più per la paga da capogiro che una clinica privata poteva accordare che per vera cortesia , la invitava ad aspettare nella sala dal forte odore di disinfettante , la studentessa prese posto su una delle scomode poltroncine , chiudendo gli occhi e appisolandosi leggermente .
Fu catapultata indietro nel tempo , in uno stesso ospedale dall’identico odore di pulito ma situato nella città di Sapporo , capoluogo dell’Hokkaido .
Lì , tra il viavai di gente in camicie e cuffietta bianca , una bambina coperta per metà da una enorme chiazza di sangue  rimaneva immobile in tutta quella confusione .
Era incredibilmente piccola , e passava quasi inosservata tanto immobile era , al pari di un blocco di pietra .
Quella volta però , Ermione non aveva trovato la forza di muoversi , o di chiedere a qualcuno come stessero i suoi genitori .
Nonostante avesse poco più di tre anni , Ermione era  incredibilmente intuitiva  .
E aveva capito , ancor prima dell’impatto , che da quell’incidente né lei ,  né suo padre Akihiko e sua madre Fleur sarebbero uscitivi vivi .
Così era stato per i suoi genitori ma non per lei , riparata dal corpo della madre che si era gettata su di lei per proteggerla poco prima che la macchina si sfracellasse contro una parete rocciosa .
Perciò , quando tutti quegli adulti l’avevano bellamente ignorata , lanciandole alcune occhiate compassionevoli , Ermione aveva già compreso di essere rimasta sola al mondo .
Un ubriaco aveva tagliato loro la strada .
Nulla di più semplice .
Nulla di più tragico .
Quando poi  un assistente sociale l’aveva prelevata per portarla in un orfanotrofio , la pittrice aveva capito  che sua nonna Makoto non sarebbe mai andata a prenderla .
E  perché poi  ?
Sua nonna aveva diseredato suo figlio dopo che questo si era infatuato di quella volgare occidentale , lasciando la famiglia per andare a vivere in terra straniera .
Non aveva presenziato alle nozze , né alla nascita di sua nipote .
Per lei , Akihiko era morto da tempo .
Da quel momento in poi , in quell’orfanotrofio , Ermione aveva vissuto il periodo più buio della sua giovane esistenza .
Bistrattata per i suoi occhi verdi ,  colore inconsueto per un orientale , era stata sempre emarginata dai bambini e dalle istruttrici .
Gli stessi genitori che andavano e venivano per la costruzione avevano distolto lo sguardo appena avevano incrociato le sue pupille  .

Perché era sempre con la testa tra le nuvole .
Perché aveva quel sorriso sognante dipinto sulle labbra .
Perché sembrava tonta e un po’ stupida .
E a nessuno piace una bambina stupida , questo Ermione lo aveva capito fin dal primo giorno lì .
Poi dopo tre anni qualcuno aveva bussato sulla sua schiena , una tutrice l’aveva portata davanti al cancello dell’orfanotrofio e lì l’aveva vista , sua nonna .
Dalla corporatura minuta e affusolata , la carnagione lattea , occhi e capelli neri , come era norma tra i giapponesi .
Era bella , un po’ gelida e rigida nel suo kimono floreale  , ma sembrava una brava persona .
Nonna Makoto l’aveva guardata come si può guardare uno specchio , una vecchia fotografia , un ricordo di una vita dimenticata .
E quella piccola  donna le si era inginocchiata davanti , con gli occhi colmi di lacrime e l’aveva abbracciata con forza, invocando il nome di quel figlio che aveva allontanato e che rivedeva in lei , nei suoi lineamenti , ma non nei suoi occhi .
Erano partite insieme per la Francia , terra natale di sua madre perché , aveva detto nonna Makoto , non avrebbe offeso ulteriormente lo spirito di Fleur .
E lì , nella villa materna  era cresciuta .
Lì era stata amata e aveva amato sua nonna .  
Lì amava vivere .
- Signorina Ogawa .
Ermione riaprì gli occhi nel sentirsi chiamare , ritrovando davanti la figura massiccia del medico personale di sua nonna .
- Salve dottor Chevalier .
L’uomo anziano sorrise leggermente alla voce gentile della ragazza , aiutandola ad alzarsi e conducendola verso i corridoi immacolati .
- Sua nonna sta meglio , più di quanto ci aspettassimo .
 Il tumore ormai è stato debellato , non c’è più niente di cui preoccuparsi .
 Questo è merito anche della sua donazione signorina Ogawa , il suo rene è stato fondamentale per la riuscita dell’operazione .
La ragazza annuì rincuorata , bussando lievemente alla porta e adocchiando l’elegante crocchia grigia dell’anziana che sedeva elegantemente sul letto .
- Non ho bisogno di altro signor Chevalier , le ho già detto che sto bene – rimbeccò stizzita la donna quando sentì la porta aprirsi , contraendo le labbra e continuando ,  imperterrita , a leggere il romanzo che la nipote le aveva prestato .
Solo che quando Ermione le si gettò addosso con una risata divertita , la donna addolcì i lineamenti così velocemente che lo stesso medico si stupì , abituato com’era alla severità di quegli occhi neri e dei modi della paziente .
- Come stai ? – trillò curiosa la studentessa , abbracciata all’anziana che , a sua volta , teneva le braccia abbandonate sulle piccole spalle della nipote .
Ed era talmente dolce l’espressione dell’anziana , tanto colma di amore da far imbarazzare il medico, dileguatosi dalla stanza mentre la voce delicata di Ermione ingentiliva i lineamenti della donna .
- Bene cara , bene . Tu invece ? Noto che i muscoli delle tue spalle sono più rigidi del solito .
A quell’uscita la pittrice si ritrasse delicatamente , prendendo tra le proprie mani quelle di lei e abbassando sul lenzuolo i suoi occhi verdi .
Makoto allora storse la bocca , innervosita dal mutismo della nipote .
- Alza quello sguardo !  Ti ho insegnato a non abbassare la testa davanti a nessuno , men che meno davanti a me . Forza !
La nipote acconsentì imbronciata , incrociando gli occhi scuri che Makoto sgranò per la sorpresa prima di affilare lo sguardo .
Lo sguardo di chi la sapeva lunga .
- Un uomo .
Quella semplice parola fece scuotere la testa alla giovane  , abbandonata contro il corpo dell’anziana che , con parole dolci e severe , la convinse a vuotare il sacco .
Decisa a scoprire chi , finalmente , avesse attirato  l’interesse di sua nipote sempre così criptica e irraggiungibile .




§






La musica quella sera era particolarmente tranquilla , delicata , così come le luci soffuse del locale  rilassavano la mente e il corpo dei visitatori del Burlesque .
Solo un uomo non riusciva a godere di quella calma piatta .
Blaise Duval , dopo aver passato una giornata a zonzo per Parigi a bere e fumare come un turco si ritrovava stravolto , stanco ma per nulla rilassato .
Il ragazzo aveva fatto di tutto per levare dalla lingua e dalle labbra il sapore di fragola che , anche in quel momento , sentiva nella sua stessa saliva .
Il sapore delle labbra che poche ore prima aveva osato baciare .
Le labbra che , per quanto tentasse , non riusciva a dimenticare .
E lui ne aveva baciato di donne .
Molte , forse anche troppe .
Bionde , brune , ricce , rosse , ma nessuna , nessuna aveva avuto quell’effetto devastante su di lui  .
Aveva fatto capire ad Ermione , con il suo atteggiamento , che provava nei suoi confronti la stessa considerazione che si potrebbe dare ad una sorella .
Solo che lui non doveva sentirsi attratto da sua sorella .
E , ancor più importante , non si baciavano le sorelle .
Questo era un dato di fatto che aveva mandato in escandescenza il giovane rampollo .
Aveva addirittura scatenato una rissa in un bar per distrarsi  , per non pensare al viso delicato della pittrice .
Alle sue mani sulle braccia , sulle spalle .
Ai suoi occhi trasognati .
Bevve tutto d’un colpo la bottiglia di rum che si era fatto portare da una cameriera sentendo , finalmente , un po’ la testa leggera .
Il Burlesque era affollato come al solito .
C’era Alexandre Gautier , il proprietario del locale , che puliva i bicchieri dietro al bancone con una ridicola sciarpa rosso sangue avvolta attorno al collo .
Poco più in là , a servire i tavoli , c’era sua moglie Evelyne .
Blaise si soffermò su entrambi per qualche altro secondo .
Non perché ne fosse  incuriosito  , ma perché entrambi erano amici stretti di Ermione .
Alexandre era grosso come un armadio , dalla corporatura talmente muscolosa da far venire qualche tremore anche a  lui .
Uno sguardo scuro raddolcito dalla folta chioma castana , con una profonda cicatrice a marcare la mascella quadrata .
Aveva trentadue anni , molti di più di sua moglie Evelyne , appena diciottenne che , scappata di casa , si era innamorata di lui lavorando lì al locale .
Lei era indubbiamente carina .
Alta , slanciata e dalla ondulata chioma rosso fuoco .
Li aveva visti in atteggiamenti piuttosto familiari con la pittrice .
Specialmente Evelyne che sembrava quasi essersi invaghita di Ermione , mentre il proprietario se la teneva sotto la sua ala protettrice con uno sguardo da rapace che aveva fatto indietreggiare anche i più temerari .
Erano brave persone , lui lo sapeva .
Solo che quando si accorse di star di nuovo pensando alla ragazza si sentì sommergere dalla rabbia , turbato dal modo in cui il pensiero di lei si intrufolasse nella sua mente in modo così naturale .
Perciò , stizzito e saturo di rabbia afferrò una cameriera per la vita , Enora , e la trascinò nel retro , intrufolandosi nel magazzino dove venivano scaricati gli alcolici .
La donna , una biondina tutta moine e niente cervello si lasciò sbattere tranquillamente contro il muro , mentre l’uomo la privava velocemente dalla parte superiore  della divisa e affondava il volto tra i suoi seni .
Per istinto la cameriera circondò la vita dell’uomo con le gambe , gettando la testa indietro quando Blaise le morse il collo per poi baciarla con violenza .
Eppure , nonostante le mani del ragazzo stessero accarezzando un'altra donna , una delle sue solite scopate , qualcosa non andò come previsto .
Perché i capelli biondi che gli scivolavano sulle spalle erano diventati castani , e la voce acuta della donna era diventata , nella sua mente , il dolce sussurro della pittrice .
E di nuovo il suo profumo di fragola , forte e intossicante , tanto desiderabile da far male lo portò a bisbigliare il nome di lei contro il collo di Enora.
Era impazzito , questo lui lo sapeva .
Specialmente ora che il profumo si era fatto terribilmente reale .
Poi accadde qualcosa .
Le mani che gli accarezzavano i capelli si fermarono .
Il corpo di Enora si irrigidì .
E quando Blaise alzò il volto per vedere perché si fosse bloccata d’improvviso, potè notare lo stupore e l’imbarazzo colorare le guance della cameriera .
L’imbarazzo scaturito dal fatto di essere stati colti in flagrante .
Perché gli occhi nocciola della donna riflettevano un immagine , una figura piccola che gli stava alle spalle .
Duval non ebbe però tempo di ragionare , né di collegare quel profumo alla ragazza che stava dietro di lui .
Vi fu un solo suono , un tono sorpreso e delicato che Blaise riconobbe con un colpo al cuore .
Tutto di lui gelò.
Il sangue .
Le ossa .
Il cuore .
- Oh .
Ermione sentì la cassa di birra che reggeva scivolarle dalle mani a quella vista , ma riuscì a mantenere la presa nonostante il suo monosillabo fosse stato più che sufficiente ad attirare l’attenzione .
Enora la fissò allucinata , aggrappandosi maggiormente alle spalle dell’uomo che se la scrollò di dosso bruscamente prima di voltarsi .
E quando i loro occhi si incrociarono , Blaise sentì il sangue defluirgli dal volto .
- Io…
- Scusate , non volevo disturbare , ero venuta per posare queste – ed indicò la cassa che reggeva , sorridendo gentilmente ad entrambi , l’espressione imperturbabile di chi sta parlando con amici di vecchia data e non con un uomo e una donna appena interrotti nel mezzo dell’amplesso .
La cameriera , scioccata dalla mancata reazione da parte della ragazza si vestì in fretta , tirando l’uomo al suo fianco per marcare il suo territorio.
- Scusaci tu Ermione , pensavo avessi finito di scaricare – squittì meno imbarazzata la donna , gli occhi nocciola che scorrevano sul maglione sformato e i pantaloni della tuta di lei  , ridendo quasi  dei capelli scombinati e gli occhiali un po’ sbilenchi sul nasino della collega .
Da parte sua , la pittrice fece spallucce senza più parlare , mettendo a posto la cassa di birra e dirigendosi verso l’entrata del locale .
Fu allora che Blaise reagì .
Con uno strattone si liberò dalla presa della donna , correndo dietro alla ragazza che stava giusto per aprire la porta .
Solo che quella si richiuse con un tonfo sordo , tirata indietro dall’uomo che aveva inchiodato Ermione contro la spessa superficie di legno .
Petto contro schiena .
- Ascolta io …
- Non devi giustificarti con me Blaise , non preoccuparti .
Il tono di lei , dolce e gentile questa volta lo fece imbestialire .
La pittrice si sentì strattonare indietro da una mano che , con una forza inaudita la sbattè contro la parete opposta , lasciandola con il fiato mozzo per la botta e gli occhi sgranati per la sorpresa .
- Devi ascoltarmi invece – masticò nervoso lui – quello…
- Non è necessario , noi siamo solo amici , non devi sentirti obbligato a giustificarti con me – lo interruppe lei , gli occhi meno rilassati e i muscoli delle braccia tesi dal dolore .
Perché le stava facendo male senza accorgersene .
Ermione sentiva uno strano pizzicore attorno al polso che l’uomo stringeva con forza , lì dove la sua stretta stava fermando il flusso sanguigno .
Dopo quella frase , l’espressione rabbiosa di Blaise mutò completamente , divenendo ancor più inquietante .
Era diventato gelido , così freddo e duro nello sguardo che la ragazza si vide costretta a rispondere con un aggrottamento di sopracciglia .
- Mi fai male .
Blaise non la ascoltò , ferito senza sapere perché da quello sguardo gentile e dall’accondiscendenza delle sue parole .
La strinse con maggior forza, portandola a gridare leggermente quando il dolore la accecò per un momento . Eppure lui non ci fece caso .
- Tu non capisci , io…
- Mi fai male – tornò a ripetere con voce soffocata , gli occhi leggermente lucidi e l’espressione sofferente che però Blaise , accecato com’era dalla rabbia , non riusciva a vedere .
- Ermione diamine , cerca di capirmi , io voglio solo spiegarti ! – urlò fuori di sé lui , gli occhi blu sgranati dalla foga .
La ragazza tornò a calmare il tono , spiegandogli  che lo avrebbe ascoltato una volta calmatosi , ma lui tornò ad urlare nuovamente ed aumentare la presa sul suo polso .
- Non è vero invece . Tu non mi stai ascoltando ! Tu …
Uno spintone scaraventò l’uomo indietro  mentre una figura massiccia ritirava la mano ed Ermione si reggeva il polso dolorante con le lacrime agli occhi , riparata dall’ombra di Alexandre che era  accorso alle grida della ragazza con Evelyne .
La donna trasse a sé l’amica con sguardo terrorizzato , stringendosela contro il petto e notando l’espressione sconvolta di Blaise Duval saettare dalla pittrice al polso che lei reggeva a fatica .
Solo allora , vedendola realmente negli occhi , l’uomo si accorse di cosa stesse facendo .
Di cosa le  stesse facendo  .
Ermione rialzò lo sguardo giusto in tempo per incrociare gli occhi blu dell’amico , così scuri e colmi di dolore da farla sobbalzare per la sorpresa .
Perché Blaise ora aveva una espressione così addolorata , così disperata che senza accorgersene lo raggiunse con pochi passi , portando la mano sana ad accarezzargli lo sguardo .
- Non fa nulla , è stato un incidente . Guarda , non fa neanche tanto male – pigolò dolce , agitando il polso e obbligandosi a non gemere dal dolore .
Lui piegò il viso sotto la pressione del palmo caldo , non riuscendo però a sorridere e sentendo le ossa della mascella serrata scricchiolare per il dolore .
Cosa le aveva fatto ?
- Ehi , guardami – borbottò scontrosa per attirare l’attenzione del ragazzo , e quando vi riuscì , sorrise.
Uno dei suoi sorrisi affettuosi e gentili .
- Va tutto bene , prenditi due giorni per tranquillarti ok ? E… - non potè concludere che Alexandre , guardingo e attento l’aveva tirata contro di lui con un ennesimo strattone , posando una manona sulla testa di Ermione quasi a protezione .
- Vai a casa Duval , è un ordine il mio , non un consiglio – sibilò minaccioso il proprietario del Burlesque , il braccio muscoloso paratosi davanti ad Ermione che  tirò dietro quando tornò al locale , trascinando anche la moglie con sè .
Rimasto solo , Blaise aggiustò la propria camicia quel tanto che bastava per non prendere freddo , dirigendosi con passo lento all’uscita dal locale .
E quando l’aria gelida accolse il suo volto arrossato , tirò un pugno contro il muro di mattoni del Burlesque , i denti serrati per il dolore e gli occhi persi nel vuoto della notte .
Poi un bip lo convinse ad estrarre dalla tasca il cellulare in tutta fretta , ritrovandosi poi a sorridere leggermente quando vide che Ermione gli aveva mandato una smile con l’ordine di non preoccuparsi e di riposare un po’ .
E lo avrebbe fatto .
Avrebbe utilizzato quei due giorni per chiarire i suoi sentimenti , per calmarsi e riprendere il controllo di se stesso .  
Poi sarebbe tornato da lei .
Sarebbe tornato da Ermione .
Non perché voleva scusarsi .
Né perché si sentisse in obbligo per la promessa .
Sarebbe tornato perché voleva e perché , semplicemente , non sarebbe riuscito a stare senza di lei molto a lungo.






§






Il sabato era quel giorno della settimana che si  attendeva con ansia per poter tirare un respiro di sollievo dopo tanto lavoro .
Quel sabato in particolare Blaise poteva realmente sentirsi più tranquillo e rilassato .
Quei due giorni erano stati utili , anche se li aveva passati camminando per il giardino della sua villa o riposando nella sua stanza .
Aveva passato tutto il suo tempo  in solitudine , senza la costante presenza di suo fratello o la familiare parlantina delle ragazze con le quali si dilettava .
L’unico contatto con il  mondo esterno erano stati i messaggi scambiati con Ermione , paziente anche dopo quanto successo e ,  se possibile , ancora più dolce .
Per questo il ragazzo si sentiva di buon umore , e continuò ad esserlo fino a quando  non intravide una familiare bionda figura correre nella sua stessa direzione .  
Alphonse però , anziché fermarsi a salutarlo gli scoccò un occhiata inquieta prima di fargli cenno nella sua stessa direzione , invitandolo a seguirlo in quella corsa impazzita verso i piani alti .
Il comportamento del modello non era del tutto chiaro ,  ma doveva essere successo qualcosa di particolarmente grava per poter traumatizzare a quel modo il francese dall’eleganza impeccabile .
La camminata veloce del ragazzo era infatti scoordinata , goffa , particolare che invitò Blaise ad aumentare l’andatura e superarlo poco prima di aprire la porta dello studio .
Fu a quel punto , con il fiato corto e il respiro affannato del biondo poco dietro di lui che il giovane Duval si ritrovò ad assottigliare lo sguardo , irrigidire i muscoli e caricare il pugno in un unico movimento .
Perché ,  in mezzo allo studio ,  un alta figura sovrastava quella piccola e colorata di Ermione , tenuta in scacco da un ragazzo che Blaise non aveva mai visto .
Era alto , abbronzato e con un vergognoso codino dorato .
Eppure non fu l’aspetto comico di lui a far irrigidire per la rabbia Duval .
Fu la mano dell’uomo che stringeva con forza il polso fasciato della pittrice .
Fu il suo sorriso irriverente e la sua voce fastidiosa .
Fu il suo sguardo scurito dal desiderio che fece nascere nel petto del rampollo un gorgoglio sinistro .
- Allora ? Ho sentito che ora te la fai con Duval !  Ti ha fatto lui questo ?
Ermione strinse i denti per il dolore  , le labbra contratte per la rabbia e l’espressione feroce di un piccolo cucciolo di puma .
Infatti , nonostante la scarsa altezza e l’evidente inferiorità fisica , la pittrice non indietreggiò quando il fotografo la strattonò in avanti .
Puntandosi con i piedi a terra gli picchiettò la mano con il pennello che stava maneggiando , costringendolo ad abbandonare la presa quando lo colpì con forza ad un nervo .
- Non sono affari tuoi , e non permetterti di criticarlo , lui è migliore di te ! – rispose per le rime Ermione che , sebbene dolorante , non mosse un muscolo quando quello tornò ad avvicinarsi .
- Ah si – cominciò il fotografo , un sorriso canzonatorio ad indurigli i lineamenti – credi davvero alla sceneggiata del principe dalla brillante armatura ? Lui è un doppiogiochista Ermione , è un bugiardo , un approfittatore , un delinquente che si nasconde dietro il nome della sua famiglia e del suo denaro .
Blaise che stava per intervenire venne fermato dalla mano di Alphonse , l’espressione concentrata e rilassata nonostante la situazione non fosse delle migliori .
- Cosa …- ringhiò frustato Duval , bloccato ancora dal modello che lo convinse ad osservare solamente la scena.
- Guardala bene .
Fece come lui gli aveva detto , tornando a portare l’attenzione sulla pittrice che , man a mano che il biondo continuava ad offendere pesantemente lui e la sua famiglia , assumeva un aria sempre più cupa , minacciosa .
La stessa espressione che aveva assunto quando aveva criticato Cèline .
- Smettila .
- Si è approfittato di te come con tutte . Non capisci ? Lui ti sta prendendo in giro e …
- Smettila .
- …se continui così diverrai una delle sue tante  tacche sulla cintura  , lui è un … - il gancio destri bloccò sul nascere l’ennesimo insulto .
E mentre Felix rotolava per qualche metro con gli occhi sgranati per la sorpresa , Ermione tornava a far ciondolare il braccio lungo il fianco con nonchalance , gli occhi verdi stretti in due fessure e i lineamenti induriti da una espressione minacciosa che portò il fotografo ad andarsene con un ringhio frustrato .
Nell’attraversare la porta Leroy gettò un occhiata colma d’odio a Blaise , troppo concentrato a fissare stralunato la piccola figura di Ermione che ora , con il capo basso e le braccia a circondarle la vita , bisbigliava parole per lui incomprensibili .
- Il suo colore preferito .
L’espressione di Alphonse si addolcì maggiormente , scambiando uno sguardo complice con il ragazzo alla sua destra .
- Quando  Ermione perde la pazienza , è difficile per lei calmarsi . Perciò ha imparato a controllarsi ripetendo le sfumature del suo colore preferito nella sua lingua madre . è un vizio che ha da quando era una ragazzina.
- Oh .
- Ora lasciami dire una cosa – cominciò il biondo con un tono di voce serio e composto – ti lascerò campo libero con lei , ma se proverai a farla soffrire me la riprenderò ancor prima che tu possa dire ‘ah .
Quelle furono le ultime parole di Alphonse prima di abbandonare il suo fianco e spintonarlo all’interno dello studio .
Fu a quel punto che Ermione si accorse della sua presenza , interrompendo la nenia e sorridendo nella sua direzione con il solito calore .
Era bella .
Le andò incontro senza ricambiare il sorriso , le mani sbiancate per lo sforzo di rimanere calmo e una vena  che pulsava spasmodica sulla tempia destra .
Era dolce .
Pochi passi ancora e le fu davanti , immobile , gli occhi blu incatenati a quelli verdi di lei .
Era sua .
L’attrasse a sé senza fiatare , immergendo il viso tra i suoi capelli e bloccandola contro il suo corpo con le braccia , così rigide da far male a lui e al corpo che stritolava  contro il petto palpitante .
- Blaise ?
Ermione si abbandonò contro di lui , fiduciosa , poggiando la guancia contro il suo petto e sorridendo dolcemente senza essere vista .
Era paziente con lui .
Lo capiva .
Lo guardava .
Lo accettava per quello che era .
Un uomo viziato , egoista e privo di scrupoli  .
Eppure lo accettava .
Lo abbracciava .
Lo chiamava .
Lei era perfetta .
Perfetta per lui .
- Ti va di provarci con me ?
- Mh ?
Blaise ringraziò di avere il viso coperto  dai capelli di lei perché , altrimenti , non avrebbe saputo spiegare il lieve rossore sulle sue guance .
- Vuoi provare a stare con me ?
- Oh !
Quel monosillabo stupito lo fece fremere di paura .
Eppure lei non lo aveva schiaffeggiato .
Non era indietreggiata .
Lo abbracciava e basta .
- Ok .
Una risposta strana , euforica , eppure una risposta positiva .
Lo voleva .
Voleva stare con lui .
La felicità che sommerse Blaise fu tanta da bloccargli le corde vocali , ingolfargli il respiro e  scatenargli una altra sospetta aritmia .
E la abbracciò .
La abbracciò come un bambino abbracciava la madre .
La abbracciò come un uomo abbracciava l’amore di una vita .





Continua…




Con un giorno di ritardo eccomi qui .
Sinceramente , con gli esami alle porte è stata una cosa stupida scrivere una storia , ma non posso farci un granchè .
Escludendo questo , sono rimasti altri due o tre capitoli per concludere la storia . Non molti .
L'aggiormanto sarà puntuale o , almeno , con qualche piccolissimo ritarto .
 


Bobwithoutsplik : Ho apprezzato le tue recensioni, specialmente il fatto che hai commentato entrambi i capitoli nonostante siano stati pubblicati a giorni alterni .
E non preoccuarti , anche io sono pigra e ti ringrazio davvero per le recensioni , sono stata molto colpita , davvero . Per rispondere alla tua domanda sì , ho scelto il nome Ermione ispirandomi all'opera di D'Annunzio . Non è stata una recensione stupida , anzi , come ho detto prima , mi ha fatto molto piacere :)
Spero che anche questo capitolo ti piaccia , un saluto affettuoso .


Grazie anche per chi ha solo letto , o aggiunto fra i preferiti .
Al prossimo capitolo , gold eyes
  
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