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Autore: sundayrose    26/05/2011    5 recensioni
"Entrai di corsa in casa e scartai frenetica il pacchetto che avevo appena comprato. Mi precipitai in bagno senza neanche togliere la giacca e attesi.
2 minuti.. era quello il tempo necessario. 2 minuti che potevano cambiarti la vita.
Mi guardai riflessa nello specchio senza avere il coraggio di appurare quello di cui ormai ero certa. Con uno sforzo enorme abbassai lo sguardo sul test e quello che vidi mi lasciò intontita per un attimo. 2 linee rosa: ero incinta,aspettavo un figlio da Harry!!"
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Intimità
 
Harry era esausto! Era mezzanotte passata e lui stava ritornando lentamente alla Torre di Grifondoro.
La punizione con la McGranitt era appena finita,ma non ne gioiva visto che avrebbe dovuto continuarla per un mese intero.
La preside si era inventata uno strano modo per punire lui e Ron. Nel suo ufficio,che prima era stato di Silente e ancora prima di tutti i presidi di Hogwarts, c’era una quantità non quantificabile di ricordi, tutti dei presidi succedutisi in quella scuola. Ricordi non classificati,senza etichetta e che loro dovevano attentamente visionare, classificare nei vari registri e poi munirli di bigliettino identificativo. Un lavoro estremamente stancante,incrementato dal fatto che quei ricordi non erano nemmeno lontanamente interessanti. Si trattava, infatti, di pensieri di presidi preoccupati della gestione della loro scuola,oppure intenti a trovare una punizione esemplare per le scorribande dei loro studenti, oppure concentrati sull’argomento della lezione del giorno. Nulla di più estenuante!
La preside aveva trovato il giusto modo per tenerli a bada e farli collaborare contemporaneamente. Ron,infatti,doveva visionare i ricordi e poi riferirli ad Harry per la catalogazione. Ma, dopo 4 o 5 tuffi nel pensatoio, Ron si era sentito male ed era andato in infermeria. Non sapeva se si trattasse di una scusa,ma sta di fatto che Harry dovette fare tutto il lavoro da solo quella sera.
Era tentato di andarlo a trovare per vedere se stava davvero male o se la sua era tutta una messinscena per sfuggire alla punizione. Ma ci ripensò,era troppo stanco per sostenere una discussione.
Il piano escogitato dalla McGranitt non aveva migliorato i loro rapporti. Le parole scambiate erano strettamente legate al lavoro che stavano facendo e nessuno dei due guardava l’altro negli occhi. Probabilmente i rapporti non sarebbero più stati gli stessi tra di loro,Harry lo sapeva,ma non poteva fare a meno di sentire un grande vuoto dentro di sé. Aveva perso il suo migliore amico.
Non voleva pensarci più. Indugiare su quei pensieri lo faceva sentire peggio quindi si propose,per i giorni seguenti, di non piangersi più addosso e di limitare i rapporti con Ron a quelli strettamente necessari.
La questione Ginny invece era una cosa completamente diversa. Voleva a tutti i costi recuperare con lei. Anche se non aveva la minima idea di come fare.
Si passò una mano sulla fronte, ora era troppo stanco per pensarci. Voleva solo mettersi a letto e dormire,il giorno dopo non sarebbe stato migliore di quello appena trascorso.
Salì in Sala Comune,non vi trovò nessuno,ma era più che normale a quell’ora.
Si diresse spedito verso i dormitori maschili, ma nel farlo urtò accidentalmente un tavolino e il libro che vi era poggiato cadde rumorosamente sul pavimento.
Harry lo raccolse da terra e lo osservò. Nel cadere si era aperto su una pagina segnata da un petalo di rosa rossa. Era un libro molto antico, con una rilegatura nera e pesante. Harry si accorse che non era un libro di magia,ma una raccolta di poesie. Si chiese che cosa ci facesse lì un libro del genere. Ma non vi fece molto caso,probabilmente era di Hermione,a lei piaceva leggere di tutto.
Lo ripose di nuovo sul tavolino e salì nel dormitorio. Quando si mise nel letto già non ci pensava più.
 
Il giorno dopo Harry si dirigeva in Sala Grande per la colazione. Fortunatamente aveva un’ora libera prima delle lezioni,così avrebbe potuto mettersi in pari con i compiti che non aveva fatto la sera prima.
Si diresse al tavolo dei Grifondoro e,scorgendo Hermione, le si sedette vicino.
- Ciao Herm.- Harry le diede un lieve bacio sulla guancia e si sistemò vicino a lei.
- Buongiorno Harry.- La sua voce era stanca e il suo colorito era più pallido del solito.
- Herm tutto bene? Mi sembri un po’ pallida stamattina. Qualche problema con il bambino? – Harry la guardava preoccupato.
- No, no il bambino sta bene. Non lo so,non ho dormito granchè stanotte. Forse tutte le emozioni di questi giorni.-
Harry le prese una mano comprensivo.
- Io ci sono per qualsiasi cosa Herm. Questo non è un momento facile per nessuno,ne sono consapevole, ma se tu avessi bisogno di qualcosa,di qualunque cosa,anche di piangere se vuoi,io ci sono. Io ci sarò sempre per te non dimenticarlo. Non devi affrontare per forza tutto da sola. -
Hermione sorrise grata. – Lo so Harry, non ho mai dubitato minimamente di questo.- Poi si fermò, come se volesse dire qualcosa ma non avesse il coraggio.
Harry se ne accorse.
- Mi vuoi dire qualcosa?-
Hermione sorrise per la sua perspicacia e annuì.
- Sai,la settimana prossima ho un appuntamento importante e vorrei che mi accompagnassi.-
- Che genere di appuntamento?- chiese Harry curioso.
- Ho… Dobbiamo vedere come sta il nostro piccolino- Hermione sorrise raggiante per quello che aveva detto e guardò Harry.
Lui nel frattempo si era imbambolato. Il suo cervello era rimasto alla parola “nostro”,come se l’avesse capita per la prima volta. Non si era mai soffermato davvero sul fatto che stava per diventare padre. Erano successe troppe cose in quei giorni e tutte insieme,era già un miracolo che non fosse andato fuori di testa. Ma ora la realtà lo travolse come un uragano e lui era felicissimo di farsi coinvolgere in quell’uragano.
- Vuoi che ti accompagni a fare un’ecografia? – Harry glielo chiese per sicurezza,per assicurarsi di non aver capito la cosa sbagliata. Ma a quanto pare era proprio quella perché Hermione annuì.
- Certo ne sarei felicissimo!- Harry l’abbracciò con calore e Hermione rispose felice all’abbraccio.
Ma le sue mani si allentarono di colpo quando vide due persone varcare la porta della Sala Grande. Harry se ne accorse e voltò lo sguardo nelle direzione dove guardava Hermione.
Ron e Ginny erano appena entrati e guardavano nella loro direzione.
Le loro facce erano come un libro aperto.
Ron era un misto di rabbia e disgusto e distolse subito lo sguardo.
Ginny aveva un’espressione di pura sorpresa sul viso. Qualcosa di indecifrabile. E si accigliò ancora di più quando Harry la chiamò. Ma lei si voltò di colpo e andò a sedersi nel punto più lontano da loro.
Harry fece per alzarsi e raggiungerla ma Hermione lo trattenne.
- Non è il caso Harry. Non sentirà le tue ragioni ora, è troppo ferita per farlo. Dobbiamo aspettare un po’ di tempo. Tutti e due.-
Harry si lasciò convincere e si sedette.
- Sai, ieri ho fatto un discorso molto interessante. – Hermione cercò di cambiare argomento.
- Con chi? – Harry si voltò incuriosito,accantonando per un attimo il pensiero di Ginny.
- Con Malfoy. – Hermione lo disse come se fosse la cosa più naturale del mondo.
- COSA?- Molti studenti si girarono al suo grido.
- Sssch, Harry!- Hermione si voltò imbarazzata. – Non c’è bisogno di farla tanto tragica.-
- Tragica, Hermione? E’ Malfoy. Come ti è venuto in mente di parlare con lui?- Harry era allibito!
- E’ successo per caso. E comunque mi ha fatto capire molte cose.- disse Hermione decisa.
- Tipo quali? Ti ha dato consigli su come addestrare tuo figlio alla magia oscura?-
- Harry! Non ha fatto nulla del genere. E’ stato molto gentile invece. – Hermione capiva l’amico ma voleva chiarire subito quella faccenda.
- Hermione, Malfoy non è capace di essere gentile. – Harry sembrava uno che voleva spiegare un concetto molto semplice ad un ritardato.
- Non c’è bisogno di parlarmi con questo tono. So benissimo che non è stato molto affabile in passato,ma ieri è stato davvero carino con me. E mi ha fatto ridere, dopo chissà quanto tempo che non lo facevo.-
- Hermione stai attenta. Solo perché ieri si è comportato in questo modo non vuol dire che non abbia un secondo fine. Tu sei molto fragile in questo momento potresti aggrapparti a qualunque cosa.-
- Io sto benissimo! E comunque la mia situazione non mi impedisce di ragionare con la mia testa, non mi faccio incantare da nessuno.- Hermione era risentita.
- Herm, non volevo dire questo.- Harry non riusciva a trovare le parole giuste. Quando lei però alzò un sopracciglio lui si arrese.
- Ok, ok, fai come vuoi. Ti chiedo solo di stare attenta.-
- Tranquillo so badare a me stessa. –
- E comunque, per la cronaca, cos’è che ti avrebbe detto?- Harry era più che curioso.
- Di non sentirmi in colpa per quello che è successo e che questo non fa di me una persona cattiva. E poi mi ha detto di godermi di più questa gravidanza e di non pensare ai problemi.- Hermione gli omise il fatto di avergli fatto sentire il bambino,sicuramente Harry non l’avrebbe presa bene.
Harry era rimasto colpito e non sapeva cosa dire.
- Finalmente sono riuscita a chiuderti quella boccaccia!- Hermione rise di gusto mentre lo prendeva in giro e Harry si fece contagiare dalla risata dell’amica.
- Si bè, non ha tutti i torti in fondo.- disse lui alla fine.
- E’ quello che penso anch’io.- Hermione sorrise.
Harry guardò l’orologio di colpo.
- Accidenti, l’ora libera che avevo è quasi finita e io non ho fatto niente dei compiti assegnati per oggi. Non voglio beccarmi un’altra punizione. - Harry scattò in piedi e raccolse freneticamente tutti i libri.
Hermione mise una mano nella sua borsa e gli porse un quaderno. Harry la guardò interrogativo.
- Li ho fatti io per te. Sapevo che non ce l’avresti mai fatta con la punizione e tutto il resto e visto che io non avevo di meglio da fare…- Hermione non riuscì a finire la frase che fu travolta da un abbraccio spacca costole.
- Grazie Hermione tu sei la mia salvezza!-
- Ehi piano piano,non così forte. – Hermione cercò di allontanare Harry dolcemente mentre sorrideva.
- Oh scusa piccolino non volevo farti male.- E dicendo così posò un lieve bacio, prima sulla pancia, poi sulla guancia di Hermione.
- Ora scappo. Ci vediamo a pranzo,ok?- disse Harry mentre già si stava allontanando.
- Va bene. A dopo. – Hermione lo salutò con la mano mentre lui usciva dalla Sala Grande.
 
- Qualcosa non ha funzionato, accidenti! Come è possibile?- Una figura incappucciata camminava avanti e indietro per la stanza.
- Forse non ha seguito correttamente le mie istruzioni.- Un’altra voce,più calma.
- Non sia ridicolo le ho seguite alla perfezione. Dobbiamo aumentare la dose. Non posso permettermi di sbagliare di nuovo.-
- Come vuole. Ma le ricordo che se decide di farlo dopo non ci sarà più possibilità di tornare indietro.-
- Io ho già deciso. – La figura incappucciata si tirò su la manica e porse il braccio destro.
- Stavolta farà più male.-
Un urlo disumano si librò nell’aria.
 
NOTE DELL’AUTRICE:
Ciao a tutti! Questo capitolo mi è costato più fatica di quanto credessi,ma alla fine ce l’ho fatta. E’ un capitolo di transizione, che non dice molto,bisogna soffermarsi sui particolari.
Ok non dico più niente altrimenti poi svelo il mistero.
Voglio dirvi solo un’ultima cosa: può darsi che nei prossimi giorni non riuscirò a postare così velocemente,perché avrò un po’ da fare. Ma tranquilli non sparirò.
Grazie a tutti voi che leggete,che seguite e che recensite.
Vi voglio bene. A presto. Baci.
 
  
  
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