STIZZA
Ivan stava osservando il ragazzo parlare.
Non sapeva perché era lì...amicizia? Per carità...
Il tizio era curvo, con le spalle strette, i capelli erano appiccicaticci e guardava in basso. Non comunicava nessuna gradevolezza.
Indossava una felpa grigia che dava l'idea di larghezza, pesantezza e calore. Ma una calore fastidioso.
Quella stanza era piccola e Ivan sentiva una nebbia palpabile di noia e di apatia calare sulle sue palpebre.
Come se non bastasse, le parole di quell'improponibile oratore era lente, lunghe e complicate. Avrebbe potuto dormire, ma non ce la faceva, quella noia era fastidiosa.
La gente intorno a lui aveva la testa ricurva e le braccia incrociate.
Voleva scappare, urlare "Ti supplico, estinguiti!", ma quell'insulso vincolo d'amicizia glielo impediva...
Si lasciò andare ad un flusso di ricordi, guardandoli con nostalgia e critica...