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Autore: Wren07    27/05/2011    20 recensioni
Con il vento tra i capelli, ancora arruffati e impolverati dalla battaglia, si avviò verso il castello. Stava per varcare la soglia quando la vide, seduta nell’angolo, seminascosta, in mano un libro.
Miseriaccia, un libro. Come faceva anche in quei momenti ad essere così terribilmente Hermione?
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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Miseriaccia. Era tutto finito. Dopo anni passati nel buio, nel terrore della guerra.

Dopo gli ultimi mesi, dopo tutto quello che aveva perso.

E con un’improvvisa fitta al fianco sinistro ripensò a Fred. E a Remus, a Tonks, al loro bambino che non avrebbe potuto ricordarli. Sentì la rabbia crescente nel suo stomaco pervaderlo e arrivare fino alle tempie. Eppure era finita.

Non sapeva spiegarselo, era come se anche la sua vita fosse finita.

Seguire Harry, distruggere gli Horcrux. Sì, aveva fatto degli sbagli. Aveva rischiato di perdere i suoi amici. Di perdere lei, Hermione.

E alla rabbia che gli opprimeva la mente si aggiunse un altro peso, all’altezza del petto. Hermione.

Mentre ricordava la stanza delle necessità, e il bacio, seppe del rossore di cui si stavano tingendo le sue orecchie e non riuscì a trattenere un sorriso, che si trasformò subito in un sospiro.

Miseriaccia, Hermione. Ora che tutto era finito aveva quasi paura di avvicinarsi a lei. Come sarebbe stato? Cosa le avrebbe detto? Probabilmente non sarebbero neanche riusciti a sostenere i loro sguardi.

Mentre questo flusso indistinto di pensieri gli attraversava la mente, Ron stava camminando verso il campo da Quidditch, o quello che ne rimaneva. Dopo la battaglia tutto era in rovine, tutti avevano cercato un posto per riposare, per ritrovare parenti e amici, tutto era in fermento, tutto era un ronzio. Ma lui aveva bisogno di un attimo di tregua, lontano da tutti.

Non sapeva da dove cominciare, cosa avrebbe fatto adesso della sua vita. Aveva un orizzonte sconfinato davanti a sé e istantaneamente realizzò di non averlo mai compreso in pieno, di non aver mai davvero guardato al futuro, sempre oppresso dall’ombra della guerra, che aveva retto costantemente per abitudine, ma ora che se la scrollava di dosso ne comprendeva veramente il peso.

 

Non era mai stato così libero e neanche così paralizzato, in quel vuoto riecheggiante nella luce del sole appena sorto che lo abbagliava.

Con il vento tra i capelli, ancora arruffati e impolverati dalla battaglia, si avviò verso il castello. Stava per varcare la soglia quando la vide, seduta nell’angolo, seminascosta, in mano un libro.

Miseriaccia, un libro. Come faceva anche in quei momenti ad essere così terribilmente Hermione?

Si avvicinò a lei, in un goffo tentativo di non farsi notare. Poi vide il suo sguardo che fino a un attimo prima scorreva tra le pagine del libro alzarsi per trovare subito i suoi occhi.

Solo in quel momento si sentì di nuovo a casa. In quello sguardo ritrovò se stesso, come lui si vedeva, e come voleva essere. Vide in quegli occhi il suo futuro, più vivido che mai.

Sarebbe stato semplice, immediato, come quello sguardo. Miseriaccia, Hermione.

   
 
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