A
Hogwarts le voci correvano. C’erano fantasmi troppo pettegoli e ragazzine del
primo anno che romanzavano tutto. Soprattutto conoscendo i
personaggi dei più recenti pettegolezzi.
C’era
gente che sosteneva di aver sentito respiri affannosi e parole dolci passando
vicino all’ufficio del custode, dove Lily e Scorpius sistemavano le schede, chi
invece, giurava di aver sentito insulti e grida di
odio.
Nessuna
delle due si avvicinava minimamente a ciò che era realmente successo: erano
stati civili. Strano da dire per i
due, eppure non si erano insultati o che altro.
Le
voci correvano, e loro le lasciavano correre. Non
importava a nessuno dei due dei pettegolezzi, erano d’accordo almeno su questo.
[..]
Il
giorno seguente era in programma una partita di Quidditch: Serpeverde vs Grifondoro.
Una partita epica secondo il parere di molti. Era
anche la prima del campionato e sarebbe stata decisiva per la stagione di
quell’anno. Molti puntavano sulla rivalità Potter/Malfoy anche in quel campo.
Eh si, il fratello maggiore di Lily, James Sirius, era
a capo della squadra e anche lui provava un grande odio per il giovane
platinato. Malfoy, come avrete certamente capito, era a capo della squadra
avversaria.
James
si divertiva da morire durante le partite, poteva sfogare il suo odio nei
confronti del ragazzo senza farsi problemi, sarebbe tutto passato come “fallo”.
Quella
mattina tutti erano già al campo, tutti meno che Malfoy, cazzo era il capitano.
Essere in orario non era una cosa degna di un capitano? Ovviamente per lui no.
Arrivò e la partita cominciò con le solite raccomandazioni: niente falli,
niente cazzate. Lils era seduta sugli spalti ed esultava ad
ogni punto della sua squadra, ma talvolta il suo sguardo cadeva sul giovane
Malfoy. Ogni volta che capitava lei incontrava gli
occhi color ghiaccio di lui, possibile che ogni volta anche lui guardasse lei?
Certo che no. Scosse la testa e riprese a guardare la partita, cercando suo
fratello con lo sguardo.
La
partita finì con un netto pareggio che per James equivaleva ad
una sconfitta. Odiava essere alla pari con quell’essere viscido e odioso. Non
gli andava minimamente giù. Dal canto suo anche Scorpius non era per niente
soddisfatto. Salì lungo le scale per arrivare alla sala comune della sua casa,
si buttò su una poltrona e iniziò a pensare. A tante, troppe cose. Era esausto,
tra la punizione e la partita non aveva avuto tempo di dormire, al che socchiuse gli occhi e si addormentò, tra mille
pensieri. L’ultimo? Una certa rossa troppo impertinente.
“James!
Fermati dai” urlava dall’altra parte della scuola Lily,
inseguendo suo fratello. Sapeva che era furioso per la partita, ma
voleva parlargli. Sfogare con lui il suo odio, la sua
frustrazione “Liliaaan! Basta
dai, mi sono fermato” la canzonò lei, chiamandola con il nome per intero, cosa
che lei odiava, non riusciva a sopportarlo.
Lei
gli tirò un pugno leggero contro il braccio muscoloso e poi andarono a sedersi
sul bordo di una fontana isolata da tutti.
“Allora,
cosa hai combinato questa volta sorellina?” chiese lui ridacchiando, era fiero
di sua sorella, fiero che avesse messo nei guai quell’idiota.
“Mi ha
insultata James e ho reagito. Mamma era furiosa, sai
com’è.” Sbuffò lei, senza nascondere un sorriso soddisfatto che si rifletteva
negli occhi del fratello maggiore “non riesco a sopportarlo, non so davvero
come faccia Al” concluse lei, giocando con una ciocca
di capelli rossi. Tra i tre Potter era l’unica ad aver ereditato i capelli
rossi e gli occhi verdi. Era unica. Le piaceva esserlo.
James
scosse la testa “è quello che mi chiedo dal primo anno e mi chiedo anche come
facciano mamma e papà a sopportare questa cosa..parliamo
di un MALFOY” disse lui marcando la voce sull’ultima parola.
Discussero
sull’argomento per un paio d’ore, tempo in cui il giovane biondo si svegliò e andò
a fare letteralmente i suoi porci comodi.
Dopo
aver parlato con suo fratello Lils tornò nel suo dormitorio,
passando prima per la sala grande. Doveva passare nello sgabuzzino a prendere
la sua scopa, le era venuta voglia di volare, lontano dai suoi pensieri e dai
suoi problemi.
Aprì
la porta di legno sovrappensiero e non appena alzò lo sguardo, rimanendo senza
parole. Ai suoi occhi si presentò uno spettacolo a dir poco disgustoso per il
suo modesto parere. Lui, il biondo, idiota Scorpius Malfoy,
con la camicia completamente aperta, intento a esplorare con accuratezza la
bocca e tutto il resto di una scialba Serpeverde. Lei d’altro canto,
capelli rossi, mossi. Poco più lunghi di quelli di
Lils.
“Ma
che..” sussurrò lei, senza parole, disgustata da tale
spettacolo. Lo sguardo di Scorp era sconvolto, allarmato,
quasi come se non sapesse spiegare il motivo per cui lui si trovasse li,
avvinghiato a quella perfetta sconosciuta che aveva voluto sedurre, per placare
i suoi bollenti spiriti. “Che cazzo ci
fai tu qui?” chiese lui, cercando di far tornare regolare il suo respiro
ansimante.
Lils
non rispose, si limitò a sbattere la porta cigolante dello sgabuzzino delle
scope e correre via. Era disgustata, odiava se stessa perché non riusciva a
spiegarsi la sua reazione. Non era normale, non era interessata a lui.
Continuava a ripeterlo a se stessa mentre correva via dalla scuola, andando
chissà dove.
Si
fermò sulla riva del Lago Nero, furiosa, confusa. “LILY!” lei si voltò,
pregando che non fosse quell’idiota che aveva visto poco prima.
Fortunatamente si trattava di Albus “che vuoi?” chiese lei
leggermente scontrosa. Scosse la testa e fece un respiro, nel vedere l’espressione
confusa di suo fratello “Lils ti ho vista correre via,
che è successo?” chiese lui preoccupato, sedendosi accanto alla sorella minore.
Lei si scostò i capelli dal volto, con lo sguardo fisso sul lago “ho visto..quell’idiota” sbuffò lei. “Avete litigato ancora?” chiese
il fratello, guardando lei “No, no..era impegnato a
fare altro quel porco” rispose lei,
appoggiando la testa sulla spalla di lui.
“Ti ha dato fastidio Lils? Perché in questo caso..” “NO, non provare a pensare nemmeno a quello! Lui non mi interessa! Mi ha fatto solamente schifo”
urlò lei, cercando di convincere anche se stessa con quelle parole.
Si,
le aveva dato fastidio. Nessuno lo sapeva, nessuno doveva saperlo.
Si
alzò “devo andare Al, devo studiare per domani” disse
lei, senza guardarlo. Non ce l’aveva con il fratello,
ce l’aveva con se stessa. Non sopportava l’idea di provare dei sentimenti, sentimenti diversi dall’odio.
Tornò
al castello, senza passare dalla sala grande dove era certa di trovare Malfoy. Si
buttò sul letto, socchiudendo gli occhi. Era esausta, aveva solamente bisogno
di pensare. Pensare a tutto tranne che al biondo, suo acerrimo nemico.
Scorp
provò a fermare Lils, voleva fermarla. Ma non ce la fece, il suo corpo non rispondeva agli impulsi della sua
mente. Non era ancora pronto ad esporsi così tanto.
Non era pronto ad ammettere a se stesso che qualcosa, nei confronti della
giovane Potter era cambiata. Non l’avrebbe mai fatto.
Guardò
la ragazza che si era portato a dietro risistemarsi. Capelli
rossi, poco più bassa di lui. Più giovane di lui. L’unica
differenza con Lils era il fatto che questa avesse i
capelli mossi, nulla di più.
Non
poteva averla scelta perché somigliava alla Potter, no.
Uscì
dallo sgabuzzino, iniziando a camminare per i corridoi della scuola, alla
ricerca di qualcosa da fare, qualcosa per distrarsi. Era sovrappensiero e
nemmeno si rese conto di essere andato addosso a qualcuno.
“SCUSA?!” riconobbe subito i toni soavi e sbuffò, esausto “Potter!
Che piacere vederti dopo la partita!” ghignò lui, aveva
trovato il modo per distrarsi.
“Malfoy,
non tentare la mia pazienza, potrei benissimo
riempirti di pugni. Dopo quello che hai fatto a mia
sorella..”
Scorp
alzò lo sguardo, leggermente colpito da quell’affermazione. Che lui sapesse di
ciò che era accaduto poco prima? “L’hai mandata in punizione, assieme a te!” continuò.
No, non sapeva nulla, grazie al cielo.
Sicuramente
non l’avrebbe presa bene, per niente. E poi era sicuro, certo che a Lily
avrebbe solamente disgustato quel pensiero. Eppure non riusciva a spiegarsi la
reazione della giovane rossa.
“Senti, evita ok? Non è giornata. Ho appena fatto una
cazzata, quindi lasciami passare e finiamola qui!” esordì Scorp. Voleva
trovare lei, doveva parlarle. Da persona civile insomma.
“La fai facile eh? Per stavolta passi, la prossima
volta non andrà così” esclamò il maggiore dei Potter, scostandosi per lasciarlo
passare.
Il
biondo corse nella sala grande, cercando una testolina rossa tra la grande
folla. Cercò di nascondere la delusione con una smorfia, scoprendo che in
realtà Lils non c’era. Non era scesa per la cena. Forse era ancora furiosa per
ciò che era accaduto prima.
Andò
alla guferia e scrisse un gufo alla cugina di Lily, Victoire. “Vic,
ho fatto una cazzata. Sono un idiota, uno dei maggiori”
scrisse per poi spedire la lettera tramite il gufo di famiglia.
La
risposta arrivò da li a poco, Vic
era sempre veloce nelle risposte “Che hai fatto stavolta? Centra ciò di cui mi
avevi parlato la scorsa volta?” chiese lei, nelle
risposta.
Nel
leggerla Scorp si prese il volto tra le mani, incapace di rispondere e reagire.
Non sapeva come affrontare la cosa. Si limitò ad un “si..sta
peggiorando”. Le scrisse anche se poteva indirizzare
il gufo alla sua stanza, la temperatura fuori stava calando e non era certo
intenzionato a prendersi una febbre.
Scorpius
tornò nella sua stanza e iniziò a pensare, l’unica cosa che lo distrasse fu il
picchiettio del gufo con la riposta. Una semplice parola “Parlale.”
Parlarle?
Certo, come se fosse stato semplice, come se lei avesse voluto vederlo ancora.
Lo evitava ormai, non riuscivano mai ad incrociarsi. Nemmeno
alla punizione, lei andava prima rispetto a lui.
Prese
un foglio “ti devo parlare, vieni alla torre di astronomia.” scrisse. Scese
nella sala grande dove incrociò Al “potresti darlo a
tua sorella?” chiese cercando di non farsi vedere da nessuno.
Fatto
questo andò sulla torre di astronomia, aspettando e sperando che lei si
presentasse.
Lils
scese in sala grande, aspettando che Vanessa la chiamasse, in modo da evitare l’idiota.
Incontrò suo fratello, che le diede il biglietto.
La sua
prima reazione fu quella di strapparlo in mille
pezzettini, ma d’altro canto era incuriosita da quel messaggio. Si morse il
labbro inferiore, combattuta.
Decise
di salire. Salì i gradini che portavano alla torre uno ad
uno. Non sapeva cosa l’aspettava. Arrivò all’ultimo e
alzò lo sguardo. La prima cosa che incontrò furono gli
occhi ghiaccio di Scorp “sei venuta..” esclamò lui stupito, con un leggero
sorriso sulle labbra.