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Autore: cioccorana_    28/05/2011    1 recensioni
Tutto è pronto per una nuova edizione del Torneo Tremaghi. Oltre vent'anni dopo la caduta definitiva di Lord Voldemort, nessuno si aspetta che qualcosa di terribile stia per succedere di nuovo. Hogwarts è nuovamente minacciata da oscure presenze.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Hugo Weasley, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Roxanne Weasley, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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La prima cosa che Albus fece l’indomani appena alzato fu pettinarsi. Di solito non lo faceva mai: lo considerava una gran perdita di tempo. Quel giorno, però, sentiva il bisogno di spendere qualche minuto per tentare di sistemare i suoi capelli lisci e di un nero lucente, un po’ troppo sbarazzini. Ci volle un po’ di pazienza ma alla fine la sua chioma appariva più ordinata del solito. Posò il pettine e si fermò a contemplare il proprio riflesso nello specchio. Anche questa era una cosa che non faceva mai, ma quel giorno, chissà perché, ci teneva ad avere un aspetto migliore.
 
Ed eccolo lì, un ragazzo di sedici anni, abbastanza alto, con folti capelli scuri e occhi verde chiaro dall’aria sveglia. Somigliava parecchio a suo padre Harry, con la differenza che lui non portava gli occhiali. Non si reputava bello, ma nemmeno brutto. Dopotutto, c’era sempre un gruppo piuttosto consistente di ammiratrici che facevano il tifo per lui durante gli allenamenti di Quidditch. Era quello che si poteva definire un “ragazzo normale”. Forse persino troppo normale. Sospirando, finì di prepararsi e scese in Sala Comune. Dei suoi compagni di stanza Brian, Kevin, Andy e Nigel nessuna traccia. Evidentemente avevano deciso di non aspettarlo. Simpatici.
 
Attraversò la sala semi deserta e uscì in corridoio passando per il buco dietro il ritratto della Signora Grassa. Poco dopo raggiunse la Sala Grande. In fondo alla stanza le fiamme del Calice di Fuoco danzavano allegre gettando bagliori di luce sulle pareti. Mentre raggiungeva il tavolo di Grifondoro, Albus notò che suo fratello non c’era nemmeno quel mattino.
Prese posto vicino ai suoi compagni e Kevin lo accolse sghignazzando. « Come sei attraente questa mattina. Sei andato dal coiffeur? ».
Di fianco a lui, Brian soffocò una risata e addentò un toast. Per tutta risposta, Albus mollò una gomitata nelle costole a Kevin che stava bevendo il suo succo di zucca, facendoglielo andare di traverso. Il ragazzo iniziò a tossire e Brian prese a dargli forte pacche sulla schiena. Quando riprese a respirare, esclamò con voce roca: « Ma dico, Albus… Volevi farmi morire? ».
 
Stava per rispondergli per le rime, quando una persona appena entrata in Sala lo distrasse dalla discussione, facendogli dimenticare la battuta tagliente cui stava pensando. La ragazza sconosciuta di Durmstrang stava attraversando la Sala, diretta al tavolo di Serpeverde insieme al ragazzo alto e biondo.
« Ma che stai guardando? ». Kevin cercava con lo sguardo ciò che aveva catturato l’attenzione dell’amico. Quando vide la ragazza riuscì a sillabare solo un « Oh-ho! ».
Brian mormorò, fissandola a sua volta: « Com’è che non l’abbiamo notata ieri sera? »
« Oh, Albus l’ha notata eccome, ieri sera ». Assorti com’erano, non si erano accorti dell’arrivo di Nigel, che li guardava ridacchiando. Con lui c’era anche Rose, totalmente concentrata sul suo ripasso di Trasfigurazione.
« E a quanto pare non è stato l’unico » commentò Brian, accennando a un punto del tavolo di Serpeverde. Scorpius Malfoy, seduto poco distante, osservava la ragazza fin troppo interessato. Infastidito, Albus cercò di non farci troppo caso e distolse lo sguardo, rivolgendosi agli amici appena arrivati. « Voi sapete come si chiama? »
Rose alzò gli occhi dal suo libro e osservò distrattamente la bionda. « E’ Irina Rawndilgeld e quello seduto accanto a lei è suo fratello, Gerrit » disse, indicando il ragazzo con un cenno della testa.
Così erano fratelli. Ci avrebbe scommesso.
« Ragazzi, non vorrei interrompere la vostra contemplazione » intervenne Nigel, « ma vi ricordo che fra cinque minuti inizia Divinazione e dobbiamo salire fino alla torre della Cooman ». Poi aggiunse, guardandosi intorno: « Avete visto Andy? »
« E’ con James » rispose Rose prontamente, senza staccare lo sguardo dal libro.
« Con James? » ripeté Nigel. « E cosa… ? »
Ma non ebbe bisogno di concludere la frase. In quel momento una gran folla (composta in maggioranza da ragazze adoranti) giunse in Sala Grande. A capo del gruppo c’era James, seguito da Andy. Nonostante avessero un anno di differenza, quei due avevano legato parecchio negli ultimi anni. Entrambi irrispettosi delle regole e del tutto irresponsabili, erano sempre pronti e combinare guai e finire in punizione. L’importante era farsi notare.
Il gruppo attraversò la Sala e si avvicinò al Calice di Fuoco. James estrasse dalla tasca un pezzo di pergamena stropicciato e attraversò la Linea dell’Età, un confine che permetteva solo a maghi e streghe maggiorenni di raggiungere il Calice. Lanciò un’occhiata alla Sala ammiccando, prima d gettare il biglietto con il proprio nome tra le fiamme. Quando il fuoco avvolse la pergamena, un grande applauso scoppiò tra gli studenti di Hogwarts e Andy gridò, esultante: « Chi vuole scommettere su chi sarà il prossimo campione della scuola? ».
 
Lo aveva fatto. James Sirius Potter si era iscritto al Torneo Tremaghi.
 
 

***

 
Qualche giorno dopo all’ora di pranzo, Albus stava uscendo dall’aula di Storia della Magia. La mattina era trascorsa lenta e monotona, come al solito. All’ora precedente avevano avuto Incantesimi e avevano lavorato a coppie sugli Incantesimi Artistici. La prova consisteva nel dipingere una tela usando esclusivamente la magia. Occorreva senso estetico, fantasia e precisione, tutte qualità che sicuramente Albus e il suo compagno Kevin non possedevano; infatti, finirono quasi subito col bombardarsi di colori, imbrattandosi i vestiti di vernice e pittura. Il professor Vitious, desolato, aveva assegnato loro un Troll e li aveva spediti fuori dalla classe.
 
Una volta puliti, corsero a Storia della Magia e arrivarono in ritardo, come sempre. Albus trascorse l’ora placidamente addormentato con la testa posata sull’ultimo banco dell’ultima fila, il più lontano dalla cattedra del professor Rüf. O almeno, aveva cercato di dormire placidamente. E ce l’avrebbe fatta se Malfoy non lo avesse ripetutamente svegliato tirandogli addosso Palline di Carta Mira Precisa di Tiri Vispi Weasley.
Albus non sopportava che qualcuno usasse la merce di suo zio George contro di lui. Insomma, non gli pareva affatto giusto. A suo parere, l’ingresso nel negozio avrebbe dovuto essere vietato anche a Scorpius Malfoy, oltre che ai cani sciolti.
 
Alla fine della lezione disse ai suoi amici di avviarsi verso la Sala Grande senza di lui e che li avrebbe raggiunti più tardi. Poi prese le scale, diretto al piano di sopra, facendosi strada tra l’orda di studenti che si stava recando al piano terra per il pranzo. Doveva parlare con James e ce l’avrebbe fatta.
 
Giunto in cima alle scale, scorse un gruppo di ragazzi dell’ultimo anno che stava uscendo chiacchierando allegramente dall’aula di Trasfigurazione. Riconobbe subito suo fratello e lo chiamò: « Ehi, James! »
« Albus! » disse lui, fermandosi. « Ragazzi, voi andate. Ci vediamo dopo».
Albus rivolse un cenno di saluto agli amici del fratello e, quando scomparvero giù per le scale, si rivolse a lui. « Allora, come va? »
« Bene, direi. Tu? » chiese James a sua volta.
« Anche io sto bene. Dopotutto, mio fratello sta per diventare un Campione Tremaghi » disse Albus con noncuranza, iniziando a scendere le scale.
« Non è ancora detto… » si affrettò a ribattere James, seguendolo.
« Hai ottime possibilità, lo sappiamo tutti. E volevo dirti che io faccio il tifo per te, ovviamente » dichiarò Albus, guardandolo.
James, preso alla sprovvista, impiegò qualche secondo a rispondere. « Cosa? Ma io pensavo… »
« …che non volessi farti partecipare » concluse Albus annuendo. « Si, all’inizio il mio obiettivo era quello, così ho provato a parlarti. Avrei dovuto immaginare che non mi avresti dato ascolto. Dopotutto, non mi ascolti mai ».
« Questo non è vero » disse James, prontamente.
Albus gli lanciò uno sguardo eloquente. « Lo è eccome »
« No, invece. Ricordi quando ho rotto per sbaglio la vecchia Firebolt di papà? Mi hai consigliato di dirgli la verità, così gli ho raccontato che l’avevo presa per provarla ma che non avevo visto il cancello e sono andato a sbattergli contro, con conseguenze disastrose per la scopa »
« Si, peccato che tu abbia detto a papà che ero stato io a distrarti, prendendoti in giro. Per colpa mia non hai visto il cancello e ci sei andato a sbattere contro. Ma la verità era un’altra: tu non sapevi frenare ».
« Era il mio primo volo, è comprensibile ».
« Avevi volato altre volte, di nascosto ».
« Non è vero. Poi tu come faresti a saperlo? »
« Ah-ha! Quindi ho ragione! Non è importante come faccio a saperlo ».
« Mi spiavi? »
« Perché avrei dovuto spiarti? Avevo cose migliori da fare, io ».
« Tipo collezionare figurine delle Cioccorane? »
« Per la cronaca, la mia raccolta era il doppio della tua e contava anche figurine rarissime, come quella di Merlino e del Mago di Oz ».
« Io, a differenza tua, avevo altri interessi ».
« Come cercare di romperti l’osso del collo cadendo da una Firebolt? »
« Andavo solo a caccia dell’avventura ».
« Cerchi l’avventura anche al Torneo Tremaghi? »
James rallentò il passo e lo guardò dritto negli occhi. « Sai cosa c’è in palio? Oltre all’avventura e ai mille galeoni, intendo. C’è la gloria eterna. Nostro padre è un grande mago, sarà ricordato per sempre. Anche io voglio fare qualcosa di straordinario. Voglio dimostrare di essere il degno figlio di Harry Potter ».
 
Uno dei suoi tipici discorsi da egoista. James era così: orgoglioso, irascibile, fiero, egocentrico, ribelle, temerario ed egoista.
Albus sospirò. « James, sai bene che a nostro padre è toccato un destino che lui non avrebbe mai desiderato. Papà è famoso, oggi, ma ha pagato un prezzo enorme. E’ cresciuto senza una famiglia che lo amasse. Possibile che non ci pensi? »
La sicurezza di James vacillò. « Ma si, certo che ci penso. Però io, in fin dei conti, voglio solo partecipare a uno stupido Torneo… »
« E nessuno potrà impedirtelo, se verrai estratto. Ma ti prego di stare attento e non commettere stupidaggini, come tuo solito. Il Torneo Tremaghi non è un gioco da ragazzi come potrebbe sembrare ».
« Per la barba di Merlino, Albus. Sembra di sentir parlare la McGranitt! »
Albus mantenne un’aria seria e concentrata. « Voglio la tua parola ».
« Va bene, d’accordo. Starò attento. Hai la mia parola » disse James, alzando gli occhi al cielo.
 
Erano giunti nella Sala d’Ingresso, dove gli ultimi ritardatari si affrettavano a raggiungere la Sala Grande per il pranzo. Albus si fermò e guardò il fratello. « In bocca al lupo per stasera, allora » gli disse sorridendo. Poi gli diede una pacca sulla spalla e seguì un gruppetto di ragazzini del secondo anno, entrando in Sala Grande.
 
 

***

 
Finalmente il momento era arrivato. La Sala Grande era pervasa da un mormorio carico di eccitazione; la tensione era quasi tangibile, soprattutto tra gli studenti maggiorenni. Di lì a poco, il Calice di Fuoco avrebbe scelto i tre campioni in gara per il Torneo Tremaghi.
 
Albus, seduto accanto a James, si guardava intorno impaziente. Gli studenti di Hogwarts erano tutti agitati e parlottavano animatamente tra loro per scambiarsi opinioni riguardo ai possibili campioni e per fare le scommesse dell’ultimo minuto.
Le studentesse di Beauxbatons attendevano sedute composte, ma scaricavano la tensione tamburellando le dita o muovendo il piede, nervose. Anche sua cugina Dominique era nervosa. Albus la vide mentre giocherellava distrattamente con una ciocca dei suoi capelli argentei. Faceva sempre così quando era agitata.
Lui la conosceva bene; erano stati molto uniti prime che, all’età di undici anni, lei partisse per la Francia, dove avrebbe frequentato l’accademia. A dire il vero, erano ancora piuttosto uniti, anche se ultimamente Albus passava più tempo con suo cugino Louis, il fratello di Dominique, che con lei.
Louis frequentava il terzo anno a Hogwarts e, come sua sorella, aveva lucenti capelli di un biondo argenteo e occhi di un azzurro inumano. Era il primo maschio con sangue Veela e ciò era molto interessante. A lui piaceva moltissimo essere così speciale, e ne andava fiero.
 
Albus continuò a far vagare lo sguardo per la Sala e si fermò a studiare il tavolo di Serpeverde, dove gli studenti di Durmstrang sedevano pazienti. I loro sguardi incutevano una certa soggezione, nonostante non apparissero affatto nervosi. Gerrit Rawndilgeld osservava annoiato il soffitto della Sala, che quella sera appariva coperto di nubi temporalesche. Al suo fianco, Irina fissava le fiamme del Calice con aria distaccata.
 
James sbuffò, spazientito. « Ma quando arriva la McGranitt? »
« Sta sgridando Ben Finnigan. Arriva subito » lo informò Hugo, appena arrivato in compagnia di Louis.
Rose li interrogò subito: « E tu e Louis dove siete stati fino adesso? »
Hugo la guardò. « Con Ben, ovvio ».
« Che cosa ha combinato? » chiese Lily, curiosa.
« Ha fatto ingoiare una Caccabomba a Mrs Purr » rispose Louis. « Vi risparmio il racconto di cosa è successo quando è scoppiata nel suo stomaco ».
Hugo fece una smorfia al ricordo.
« E c’entrate anche voi ». Quella di Rose non era una domanda.
« Certo! L’idea è stata nostra » disse Hugo, orgoglioso.
« Ben fatto, ragazzi » disse James, dando loro il cinque.
« James! » lo rimproverò Rose.
« Che c’è? Ho sempre odiato quella gatta… ». Ma James fu interrotto dall’ingresso della McGranitt.
 
La preside si avvicinò al Calice e disse, ad alta voce: « Finalmente ci siamo. Tra pochi istanti il Calice di Fuoco estrarrà i nomi dei concorrenti ».
Tutti in Sala lanciarono mormorii di curiosità, quando, all’improvviso, le fiamme brillarono abbaglianti e un biglietto di pergamena emerse dalle lingue infuocate. La professoressa lo afferrò al volo e lesse. Poi alzò la testa e annunciò: « La campionessa per l’accademia di Beauxbatons è… la signorina Dominique Weasley ».
Scoppiò un grande applauso. Dominique si alzò e, dopo aver abbracciato Mme Maxime, attraversò la Sala rivolgendo un gran sorriso al fratello e alla schiera di cugini Potter-Weasley che esultavano, fieri.
Raggiunse la McGranitt, che si complimentò con lei e la invitò ad accomodarsi in una stanza adiacente dove, una volta estratti gli altri due campioni, sarebbero state spiegate loro le regole del Torneo.
 
Poi la professoressa si avvicinò nuovamente al Calice, i cui accecanti bagliori annunciavano l’imminente seconda estrazione.
Un nuovo biglietto si levò tra le fiamme e, dopo un breve volo, atterrò ancora fumante tra le mani della preside, che lesse e dichiarò: « Il campione per la scuola di Durmstrang è… il signor Gerrit Rawndilgeld ».
Il ragazzo alto e biondo si alzò, senza mostrare alcun segno di sorpresa. Sorrise sicuro a Vladimir Karkaroff e, tra gli applausi della Sala, raggiunse la McGranitt, per poi sparire oltre la porta che Dominique aveva varcato poco prima.
« Quel tipo mi fa paura » sussurrò Louis ad Albus.
Il ragazzo non poté fare a meno di pensare che suo cugino non avesse tutti i torti.
 
« E ora il campione di Hogwarts ».
A queste parole, la tensione tra il pubblico si rinvigorì ulteriormente. James, molto nervoso, allungò il collo per vedere meglio oltre le teste dei presenti.
La McGranitt si avvicinò al Calice per l’ennesima volta e afferrò il terzo e ultimo biglietto. Lo aprì e lo fissò per qualche istante, poi alzò la testa e percorse con lo sguardo la Sala gremita. Infine annunciò: « Lo studente che rappresenterà Hogwarts in questa edizione del Torneo Tremaghi è… »
Ad Albus pareva di sentire il battito frenetico del cuore dell’intera Sala Grande. O forse era solo il suo che gli rimbombava nelle orecchie.
« … James Potter! »
Esplose un applauso frastornante. Tutti gli studenti di Hogwarts si erano alzati in piedi ed esultavano gridando « Vai, James » o « Grande, James! ».
Il campione, ancora al suo posto, trasformò rapidamente la sua espressione esterrefatta in una di fiera consapevolezza e si alzò in piedi. Albus gli diede una gran pacca sulla spalla e lui gli sorrise mentre Lily lo abbracciava.
Aiutato da un Andy fuori di sé per la gioia, James riuscì a farsi largo tra la folla e a raggiungere la McGranitt, di fronte al tavolo dei professori. La professoressa si complimentò e gli indicò la porta che lo avrebbe portato dagli altri due campioni. Il ragazzo sorrise alla McGranitt e rivolse un cenno di saluto alla Sala in delirio prima di sparire oltre la porta.
 
Mentre la preside guardava James lasciare la Sala Grande, ad Albus parve di cogliere qualcosa nel suo sguardo, qualcosa di simile alla compassione. Timore, ecco cos’era. Non poteva essersi sbagliato. Si era trattato di un istante, ma lo aveva notato.
Proprio come lui, la professoressa McGranitt temeva per la vita di James Potter.

  
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