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Autore: Gwendin Luthol    28/05/2011    6 recensioni
Quelle ragazze senza cuore una volta la umiliarono persino in spogliatoio,finita la lezione di ginnastica dell’ultima del sabato.”Alice,levati la maglietta e facci vedere la tua pancia!”,”buu!Che schifo!”. Alice non era bella. Alice non era quel tipo di ragazza che con un po’ di trucco e una dieta,poteva diventare un cigno. Se pur lo facesse (se pur l’avesse fatto!) nessuno avrebbe cambiato idea sul suo conto : rimaneva brutta e grassa a tutti. Forse irritava la sua espressione timida e perennemente impaurita.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gli specchi di quel dannatissimo camerino di quel dannatissimo negozio,sembravano risaltare le cosce e i fianchi di Alice.
La ragazza entrò dentro con un paio di collant neri e una maglietta di strass argentati. Era troppo per Alice,ma voleva provare e quella sera doveva essere bellissima.
Jessika era nel camerino accanto che si provava una sfilza di vestiti.
Alice cominciò a spogliarsi e pian piano infilò le calze: le strizzavano tutte le gambe. Cominciò a guardarsi con quei collant che le davano istinti suicida..sembrava un maiale ma il nero almeno per un po’,la sfinava.
Si voltò,prendendo la maglia e se la girò fra le mani. Era maledettamente eccentrica e non aspettò altro a provarsela.
La infilò e che ovviamente le era stretta. Sì guardò per qualche minuto,voltandosi a destra e a sinistra continuamente.
Però qualcosa irruppe e aprì la tenda del camerino,era inevitabilmente Jessika. Bellissima con un vestito rosso,incrociato dietro la schiena. Ne troppo lungo,ne troppo corto..semplicemente magnifico.
Alice invece sembrava un involtino primavera accanto alle gambe lunghe e slanciate di Jessika,al suo fantastico portamento su quei tacchi altissimi e così eleganti.
Jessika cominciò ad atteggarsi da modella con le mani appoggiate sui fianchi.
-Non è spettacolare?- chiese ad Alice,pur sapendo che la cosa fosse vera.
Ma Alice non guardava Jessika,ma se stessa. Sapeva di essere brutta e sgraziata e già la cosa era dolorosa da sopportare così,ma accorgersene veramente bene accanto ad una ragazza con un fisico da urlo,fu micidiale.
-Alice!Non rispondi?- chiese Jessika neanche tanto spazientita,con un’espressione beffarda sul volto.
Alice non rispondeva,Alice cominciava a piangere.
Alice si vide veramente dopo 15 anni della sua esistenza.
Jessika se ne andò senza una risposta,tranquillamente senza essersi accorta di niente.
Alice rimase lì da sola,davanti a quello specchio con quelle dannatissime luci puntante sulla faccia. Si sentiva allo scoperto,si sentiva nuda davanti al mondo.
 
-Uè raga!E’ qui la festaaa!- gridò Fogalli indicando l’entrata della palestra.
C’erano palloncini,festoni dappertutto e l’aria era carica di adrenalina.
-Aliciottaaa,di qua..lì ci son i bagni!- urlò Jessika ridendo e tutti la seguirono a ruota,senza capire ciò che aveva detto data la musica sparata ad altissimo volume.
Alice era spaesata e sola. Jessika si era data ad un gruppo di ragazzi,fra loro c’era Davide. Jessika fece notare al ragazzo,il suo vestito e lui annuendo sorrise. Davide aveva sorriso a Jessika e questo determinò un vuoto nella gola di Alice. Jessika poi fece cennò al ragazzo di abbassarsi perché doveva dirgli qualcosa. Indicò Alice e Davide guardò:
Alice impallidì e si girò da un’altra parte e verso di lei veniva Angela,l’altra sgualdrina.
-Michienzi,bella la maglietta..- e cominciò a toccarle i capelli e la maglia con fare inquietante.
Alice si distanziò un pochino fino a che,indietreggiando pestò il piede a qualcuno: Davide.
-Alicetta!C’è Daviduccio!- gridò Jessika che poi rise volgarmente.
-Ciao Alì- salutò Davide.
-Ciao Davide- rispose timidamente Alice.
Poi Davide sorrise e Alice sentì scongelarsi mille bastoncini Findus dentro al cuore.
Alice corrispose e Davide iniziò a parlare:
-Ma te sei di giù,no?-.
-Sì,Catanzaro- .
-Ho gli zii lì,è bello-.
-Già-.
E da qui ad un altro discorso,poi di nuovo ad un altro,pian piano si allontanarono dal caos della festa. Spostandosi,Alice notava lo sguardo di Jessika fisso su di lei. Non trasparivano emozioni. Però d’altra parte,c’erano gli occhi di Davide che invitavano Alice allo lasciarsi andare,a scansare le preoccupazioni.
Alice guardava i suoi capelli,la forma delle sopracciglia,studiava la conformazione degli zigomi alti di Davide che gli davano caratteristiche orientali.
Alice fissò per più di un minuto le labbra del ragazzo che intanto parlavano e ogni tanto si fermavano a sorridere.
-Un bacio,solo un bacio e dopo potrei anche morire- pensò Alice che ormai era in un giro di trip mentali degni di una 15enne.
Passarono più di quaranta minuti fino a che:
-Senti,rientriamo?Sennò ci perdiamo tutta la festa- suggerì Davide apparentemente infreddolito.
-Certo Davide,hai ragione,certo- rispose Alice senza neanche capire.
Tutto era perfetto sino a che qualcosa smontò tutto.
Alice varcò la soglia della palestra e si accorse della musica spenta e degli invitati che la guardavano ridendo.
-Che succede?- chiese Alice voltandosi verso Davide che invece si era voltato accanto a Jessika tenendola stretta per la vita.
Ridevano tutti e due. Jessika poi diede un bacio sulle labbra di Davide.
Alice rimase di stucco,il cuore le se fermò un attimo e come tutte le volte in cui diventava nervosa,le pulsavano le tempie.
Il suo cuore era stato spezzato,ma ridevano tutti per questo?
Allora cominciò a guardarsi intorno,Alice e si accorse di una sorta di maxi schermo piazzato davanti ad un canestro.
Si passavano delle immagini.
Delle foto.
Delle foto di Alice in camera sua.
Delle foto di Alice mentre si cambiava in camera sua!
Foto che aveva fatto Jessika quel giorno e che Alice non si accorse.
Alice cominciò a singhiozzare.
Jessika le se diresse accanto e le disse:
-Non piangere piccola Alice..- il tono dolce di questa frase si progredì e diventò violento.
Jessika spinse Alice a terra facendola sbattere contro un tavolo pieno di dolci. Caddero..dei muffin.
-Muffin piccola Alice,muffin..e non a caso- poi Jessika alzando la gamba destra preme con forza,il tacco a spillo sulla coscia di Alice.
Tutti in coro fecero : - OOOH!-
Alice gridò di dolore e nessuno l’aiutò.
Jessika tolse la scarpa di dosso ad Alice e si abbassò verso di lei,dicendole:
-Soffrirai come ho sofferto io.. – e con questo le diede un bel pugno sul naso. Il dolore pulsava come non mai.
Intanto le immagini scorrevano sul maxi schermo tutte uguali,come il sangue caldo di Alice che le tagliava in due la guancia destra. Perdeva poco a poco conoscenza e l’ultima cose che vide fu Jessika portarsi le mani alla bocca e correre via.
Sarebbe stato meglio andare a cena con Lucrezia e Gianpaolo,in quell’orribile casa che forse forse..la protesse da altre varie occasioni del genere che le sarebbero potute capitare.

 
Note d’autore.
Il prossimo VERAMENTE prevedo sia l’ultimo capitolo.
Risponderò alle recensioni al più presto,purtroppo non trovo sempre tempo..e le parole giuste.
Alla prossima,
Moju <<
  
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