5 Capitolo. Come al
solito grazie a tutti quelli che recensiscono e leggono. È anche grazie a voi
che sono arrivato fino a qui^^
Alla prossima.
Arkadio
A proposito, il titolo
è preso da una puntata di Scrubs^^
Capitolo 5
Il mio giuramento Ipocrita
[The sacrifice of
hiding in a lie
The sacrifice is never
knowing
Why I never walked
away
Why I played myself
this way
Now I see, the destiny
Pushes me away.
Pushing me away –
Linkin Park]
POV Harry
Resto fermo, in attesa di un cenno, o meglio, di un rumore. Dello scatto dell’interruttore o dello sbattersi della porta. Non importa quale. Basta sia il cenno giusto.
E invece non si muove nulla, non un respiro, per almeno un minuto.
“Allora…”
una voce conosciuta, chiara riempie la stanza. Avevo già sentito di questa terapia, si parla al paziente nell’incoscienza sperando si riprenda.
Peccato che sia già cosciente.
“Per quanto tempo hai intenzione di far finta ancora?”
…
…
Se n’è accorta.
Apro gli occhi. Capelli biondi e lunghi le cadono sulle spalle. Uno sguardo strampalato che conosco molto bene.
Luna.
Qualcosa mi prende. Un senso di inquietudine. Non volevo incontrarla.
Tutti, meno lei.
Mi guarda, guarda nei miei occhi. Qualche lacrima le scende lungo le guance. Due occhi limpidi, che risplendono di felicità.
Mi corre incontro e mi abbraccia.
Vorrei risponderle.
Vorrei farlo con tutto il cuore.
Ma sembra mi sia precluso.
Il mio corpo mi ostacola nuovamente.
Si stacca lentamente. Dal suo sguardo sembra abbia capito perché non l’avessi abbracciata.
“Come ti senti?”
non riesco a rispondere. Un silenzio innaturale e doloroso riempie la stanza, caricandola di tensione nervosa.
“Non riesci a rispondere?”
Prende una cartellina dal fondo del letto e indugia. Sembra quasi che dentro di lei ci sia una lotta se scrivere o no del mio risveglio.
Non vorrei lo facesse.
Mette giù la penna e si siede a fianco a me. Tira fuori la bacchetta e fa qualche controllo. Qualche esame.
Mi colpisce sulle ginocchia, vedo.
Vedo, ma non sento.
Poi mi punta la bacchetta vicino all’occhio
“Lumos”
Esamina la pupilla, poi prende un blocco dalla tasca e scrive distrattamente.
“Da quel che vedo gli occhi reagiscono ancora…”
… Sei cresciuta, Luna. Sei diversa. Sei maturata. La sofferenza ha plasmato anche te.
Ne sei uscita un angelo.
“Facciamo così. Alza gli occhi per un si e abbassali per un no.”
Riuscirei a parlare con lei… parlare con qualcuno… da quanto tempo?…
“Sai che giorno è oggi?”
Abbasso gli occhi… forse capirò…
“Sono passati tre anni Harry. Oggi è il 22 novembre 2002. Hai sconfitto Voldemort tre anni fa.”
Tre anni…
Così tanti.
Così tanto tempo…
…
Quando è passato?
Perché non me ne sono accorto?
…
Ridatemi quei tre anni che mi avete rubato.
Li rivoglio.
…
è stato il prezzo della vittoria.
Rimani fissa a guardarmi. I tuoi occhi azzurri mi percorrono lenti, spaesati.
Credo di essere cambiato. Chissà come…
Chissà come è cambiato il mondo senza di me…
“Sei rimasto in coma a lungo Harry… - la tua voce mi risveglia – e il tuo corpo ne ha ovviamente risentito molto. Deve essere per quello che non puoi muovere nessun tipo di muscolo, tranne quelli involontari…”
…
…
Vegetale, ma forse potrei riprendermi?
Devo riprendermi…
…
Ma posso davvero farlo?
Ti guardo, sperando che tu mi dica quando, sperando che tu mi dia un periodo…
“Non so quanto ci metterai. Ma ti rimetterai…”
Un macigno.
…
ho passato mesi al San Mungo prima di partire, entrando e
uscendo per portare amici, conoscenti. Sconosciuti.
E le volte che, durante la diagnosi, usavano il tempo futuro, erano sempre le più disperate.
Si sacrificavano per me perché cercavano una speranza.
…
Chi sarà la mia ora?
…
Ginny…
Ti alzi, ricontrolli i macchinari e fai per salutarmi.
Poi ti volti
“Vuoi che si sappia che sei cosciente?”
Guardo i miei piedi.
“… lo immaginavo.”
Esci, lasciando nel mio cervello mille e un dubbio.
Ho davvero speranze di guarire?
Potrò davvero camminare come prima?
…
Cosa provi per me, Luna?
POV Luna
“Giurate di dire sempre la verità al paziente, di curarlo chiunque esso sia, sia un assassino o un criminale che una persona comune?”
…
…
Sbagliai a giurare.
Non sarei mai stata in grado di farlo.
Dovevo saperlo.
E oggi ne ho la conferma.
Prendo il mio taccuino su cui prendo gli appunti per aggiornare le schede dei miei pazienti.
Paziente: Harry Potter.
Stato Precedente: Coma reversibile.
Stato in cui riversa: Vegetativo irreversibile.
Una calda lacrime scende dalle mie guance quando mi allontano.
Questa è la seconda bugia.
La prima è che sono ancora innamorata di te.