Anime & Manga > Full Metal Alchemist
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Autore: Alex Simon    30/05/2011    1 recensioni
[Era una notte gelida e il leggero vento invernale staccava le ultime foglie dagli alberi ormai nudi e senz'anima, il cielo diventato scuro prima del solito non lasciava intravedere nemmeno una stella tra quella coltre di nubi che preannunciava un bel temporale.];[-Ma che razza...- Borbottò Havoc mentre Fury riprendeva a battere i denti più forte di prima, appena la luna venne in loro soccorso illuminando quella figura nebbiosa.
Qualcosa di impossibile, inquietante... tanto che rimasero di sasso entrambi a balbettare in preda alla confusione: Due stivali neri, pantaloni di pelle aderenti, una maglietta bianca che superava di poco la vita dove arrivavano i capelli biondi sciolti, una giacca di pelle e due occhi dorati che in altre circostanze gli sarebbero stati familiari, ma ora erano diversi, taglienti, crudeli, selvaggi... non una parola usciva da quelle labbra bianche e perfette come quelle del cadavere che dovrebbe essere.
-E-Edward... kun?-]. n.b: non lasciatevi ingannare dall'into ^^ la fic non è proprio drammatica e tutte queste cose qui xD avrà anche i suoi momenti comici :) Buona Lettura!
Genere: Horror, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric, Roy Mustang, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Il mattino seguente quando Edward aprì gli occhi la prima cosa che percepì e di conseguenza accarezzò furono le lenzuola di seta di un rosso appariscente che gli fasciavano il corpo in maniera perfetta, così morbide, delicate e fresche... la seconda fu il sole già alto nel cielo insolitamente azzurro e limpido, i raggi attraversavano per quanto fosse possibile quei rari spiragli tra le tende scure e pesanti illuminando anche il gigantesco tappeto persiano sul pavimento di legno.

Tutto gli diceva che quella mattina non sarebbe potuto uscire fuori, gli uccellini cinguettavano allegramente, nel cielo non c'era traccia di una sola nuvola per cui avrebbe dovuto aspettare la notte o che il cielo improvvisamente si annuvolasse.

La luce era troppo intensa per i suoi occhi e non era abituato a tutto quel percepire in maniera così intensa, gli sarebbe scoppiato il mal di testa come al solito e non ce l'avrebbe fatta a rimanere fuori per più di dieci minuti.

Poco male si disse... non incontrerà il suo solito persecutore a meno che non sia lui a fargli visita, per questo però si era scelto un'abitazione coi fiocchi: Una villa per qualche motivo invenduta nel sottobosco, circondata da alberi da frutto e pini dalle dimensioni enormi, piena di libri e testi antichi appartenenti al precedente proprietario.

Non che lui lo fosse poi... approfittava soltanto della situazione visto che non era poi così attaccato a cimiteri e cripte oscure e puzzolenti.

Sospirando si mise in piedi, i capelli biondi sparsi un po' qua e un po' là ancora tra le lenzuola, si stropicciò quindi un occhio, sbadigliò ed entrò nel bagno della stanza per darsi una sistemata con il sospetto che quella mattina sarebbe stata di una noia mortale...



Nel frattempo anche il Taisa salutava il mattino ma in modo diverso, ossia con un doloroso mal di schiena dovuto al sacco a pelo e al terreno scomodo del cimitero, ma non gli importava poi molto... quegli stupidi corvi potevano ridere di lui quanto volevano con i loro “cra-cra” stonati, ma in fin dai conti quella non era stata una notte spesa in vano.

Da prima pensò che lo strano “colloquio” con il -si credeva- defunto Fullmetal fosse stato frutto di un suo vaneggio notturno o di un incubo dovuto al posto e ai fatti accaduti quel giorno, ma la curiosità lo aveva spinto oltre: infatti ricordò nitidamente le lacrime di sangue scarlatto che sgorgavano dai suoi occhi che tra l'altro avevano macchiato le loro mani, il terreno e anche la lapide. Così pensò di controllare, “Non è possibile che io lo stia facendo” si ripeteva ad ogni passo, ma si vide costretto a spalancare la bocca e a maledirsi per il suo scetticismo quando le vide ancora lì: macchie scarlatte che imbrattavano ancora quel luogo e anche la sua divisa...

In quel momento Roy Mustang ricordò quello strano sogno annebbiato, ricordò le parole di Edward e si convinse che stava succedendo qualcosa a Central City, ma la sua priorità inanzi tutto era ritrovare quel ragazzo e parlargli ancora, scoprire ciò che gli era accaduto, quale terribile segreto manteneva...



All'ora di pranzo il biondo segregato in quell'immensa villa iniziava tuttavia ad annoiarsi terribilmente, aveva letto interessanti volumi storici sulla fondazione di Central City, aveva letto romanzi appassionanti ma per quanto lo affascinassero rimaneva sempre solo e nulla poteva compensare quel sentimento.

Si avvicinò alla finestra con curiosità, lentamente scostò le tende pesanti sbirciando al di fuori ma se ne pentì subito appena i raggi del sole incontrarono i suoi occhi e in uno scatto le lasciò per tenersi le tempie doloranti -Accidenti...!- gridò inginocchiandosi a terra. Perché tutto quel dolore? Perché i suoi sensi così sviluppati, seppur incredibili avevano dei limiti? Percepire in maniera eccessiva i raggi del sole per occhi sensibili come i suoi diventava un problema e lo costringeva di conseguenza ad evitarli... la cosa gli dava un immenso fastidio.

-Hai provato di nuovo ad esporti al sole... non impari mai-.

Arrivò dall'ingresso una voce a lui purtroppo familiare, un rumore di passi che pian piano si faceva sempre più vicino.

-Non è il mio corpo sono i miei occhi...-

Borbottò in risposta rimettendosi in piedi, anche se, vorrebbe evitare quella conversazione irritante.

-Ti do un consiglio vuoi? Compra degli occhiali da sole potenti... e il gioco è fatto-

Disse quasi derisorio mettendo in mostra i suoi di un nero brillante.

-Non m'interessano i tuoi consigli... io non metterei mai una cosa così brutta sulla mia faccia- Sputò velenosamente voltandogli le spalle per raggiungere il salotto.

-Davvero? Sono dello stesso colore... dei capelli di quell'uomo-

Avvertì possessività e gelosia in quelle parole, mentre vedeva quegli occhiali da sole slittare sul tavolo per fermarsi esattamente sotto il suo sguardo mentre distrattamente giocava con delle bottiglie.

-Ignoriamo il fatto che tu sia riuscito a seguirmi... ma che t'importa?!-

Fu tentato di spaccare in due quelle lenti scure ma poi ricordò che era grazie ad esse che quel fastidioso individuo era arrivato da lui e di conseguenza grazie ad esse lo avrebbe lasciato.

-M'importa invece- Si fece più vicino tutto d'un tratto, un secondo fulmineo e se lo ritrovò davanti a pochi centimetri dal suo viso -Tu mi appartieni-.

-Ma per favore non dire idiozie! Quando se la sarebbe inventata questa il tuo ego gigantesco?-

-Quando ti ho visto versare lacrime per un umano di cui non sapevo nulla-

Gli fu dietro con altrettanta velocità, avvicinò una mano al suo collo per scoprirlo dai lunghi capelli biondi facendoli ricadere solo da una parte e si inebriò del dolce profumo della sua pelle, come se fosse la più irresistibile delle droghe appagando ogni suo desiderio, eccetto uno: quello di posare le labbra su quella perfezione, che gli fu negato bruscamente mentre il soggetto si scostò allontanandosi infastidito.

-E' un caro amico, fatti gli affaracci tuoi e stammi lontano-.



Nel frattempo i soldati ignari di tutto si erano svegliati e assieme ad un Colonnello apparentemente molto turbato avevano preso le loro cose e si erano allontanati velocemente dal cimitero, ma durante il viaggio ognuno non poteva scostare lo sguardo dal superiore che sembrava sempre più strano e pensieroso, anche se, per quanto li riguardasse non erano stati testimoni di un evento straordinario che potesse avere quest'effetto.

-Colonnello... è per caso successo qualcosa?-

Colui che decise di rompere il ghiaccio fu Havoc e tutti non prestarono attenzione alla domanda da lui posta quanto più alla risposta.

-Avevate ragione, questa notte mentre dormivate l'ho visto anche io...- Sussurrò ripensando ancora a quell'insolito incontro, alle parole, ai gesti e alle verità nascoste che non gli era permesso di conoscere ma che tuttavia tormentavano Fullmetal e tanto gli bastava per formulare qualche ipotesi.

-Lo ha visto Taisa?! E... è riuscito a parlargli?- Domandò dando voce anche ai pensieri degli altri, oltre il limite dello stupore.

-Si... c'è sicuramente qualcosa che lo turba profondamente ma che non ha potuto rivelarmi...-

-Quindi lei è sicuro che si trattasse di Ed? Il nostro Fullmetal?-

-Si ma i miei dubbi non sono dovuti alla sua identità... più che altro mi domando cosa gli sia capitato, cosa nasconde di così importante, perché ci ha lasciati nell'ombra...-

-Non voglio fare ipotesi azzardate Taisa... ma non siamo stupidi né tanto meno degli idioti... non lo avremmo mai seppellito vivo... per cui, come ha fatto a...-

-Non lo so Havoc, per questo voglio trovarlo e parlargli ancora una volta ma prima devo fare una cosa- Ci fu una pausa, l'aria era palpabile quanto la tensione e la frustrazione da parte del superiore -Devo informare Alphonse, è giusto che venga messo al corrente di tutto...-.

[Angolino Autrice]

Eccomi qua ^^  che ne pensate di questo capitolo??? *-* spero vi sia piaciuto, e scommetto che aspettate la reazione di Al ^__^ ehehehehehe.

Be' intanto ringrazio infinitamente tutte le persone che mi hanno recensito lo scorso capitolo e le persone che faranno lo stesso con questo *-* ma soprattutto un grazie speciale alla mia Rie onee-san che mi segue in ogni mia pazzìa ^-^ ahahahahhahaha e nn è facile ùwù ne ho una al giorno XDDDD  sei diventata indispensabile per me :) ci sei sempre, e mi rende immensamente felice :D Grazieeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee :*

  
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