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Autore: Helena Evelyn    31/05/2011    0 recensioni
"Nome: Alexander Skyler
Età: 23
Professione: Non ho una fottuta professione da 3 anni. Sono il "nulla" più assoluto.
Segni particolari: Tendente al suicidio, direi. Schiavo di alcool e di quelle cazzo di Malboro Rosse. Mentalmente fragile.
Status civile: Odio l'amore.
Residenza: Dove capita.
Cosa vuoi fare: Finire con questa vita alquanto assurda."
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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I miei occhi,spenti,fissano l'oscurità sottostante.La mia testa ripete:"Durerà poco.",non voglio provare ancora dolore.Inspiro.
-Non lo fare!-,una voce riecheggia in lontananza.
Scuoto più volte la testa,tentando di scacciarla,credendo che fosse solo frutto della mia immaginazione.Una mano mi afferra stretto il polso.Mi volto.
Davanti a me,un viso,la più bella visione,nonostante fosse triste e spaventato.Quello sguardo,fisso sul mio,che cerca di farsi spazio nella mia mente per farle cambiare idea.I suoi capelli castani,le incorniciano perfettamente quei lineamenti morbidi di giovane donna ma a tratti di bambina.Quella mano,forte che stringe il mio polso,emana calore,amore e desidera essere ricambiata.Inclina leggermente la testa,come se si chiedesse che cosa faccio ancora lì,sull'orlo della morte.
Ritorno con i piedi piantati sulla strada,al sicuro.Le sue piccole dita bianche sono ancora saldate dove erano poco prima.Allentano la presa,mentre la mia,gelida,mano si accosta alla sua.Il silenzio parlava,era la prima volta che con uno sguardo capivo ciò che voleva dirmi.
-Grazie.-,sussurro.
Sul suo viso compare un sorriso,luminoso.Il mio cuore,lo sento,è tornato a battere.Abbassa gli occhi timidamente,la sua mano si alza andando a sfiorare la mia guancia.
-Non posso lasciarti andare così.-,riesco a percepire la tristezza,nelle sue parole,nel vedermi così anche se sono uno sconosciuto.
Abbozzo un sorriso,che lei ricambia subito.Niente delle cose che facevo,mi fa sentire come adesso.
E' come se fosse nata una nuova alba,che ha scacciato via tutta l'oscurità della mia eterna notte,lasciando posto a qualcosa che riempie il mio cuore,guarendolo dalle mie sanguinanti ferite.E' tutto un po' confuso.
Come può una persona sola,di quale non sai niente,schiantarsi nella tua vita,come una cometa,lasciando una scia accecante,di cui una volta vista non ne puoi più fare a meno?
Volerla stringere tra le tue braccia più di ogni altra persona al mondo,volerle regalare tutta la felicità che vuole,volerla tenere con te,per sempre.
Occhi negli occhi,il mio grido di aiuto,muto che rimbomba in quello sguardo.Avevo,finalmente trovato quel poco di speranza,che mi dava la forza di non gettare più la spugna:lei,piccola,fragile tra le mie grandi mani,ma con una forza capace di farmi risalire in superficie e respirare di nuovo.Le parole che vorrei dirle,troppo banali,scontate,lei aspetta,continuando a sostenere lo sguardo.
Muove un passo in avanti ed io,quasi fossimo un solo corpo,la imito.Le sue gambe iniziano a prendere il ritmo di una camminata fluida,non troppo veloce.Nonostante fossero passati interminabili minuti,la sua mano era rimasta nella mia anche ora che ci stavamo muovendo.
Lei era diventata il sole ed io,ero la terra che le girava intorno.Senza la sua luce,il suo calore,sarei lentamente morto,come una pianta che se lasciata all'ombra piano piano appassisce.
Ero,quindi,diventato totalmente dipendente da lei in così poco tempo.Se lei si muoveva,io come una calamita attirata da un'altra la seguivo,se lei era felice,io lo ero con lei.Un tutt'uno,insomma.Con quel gesto,mi aveva accolto nella sua vita,dandone una nuova a me:una vita vera,di cui non andava sprecato nemmeno un attimo.Dai colori vivaci ed accecanti,che sarebbero rimasti a lungo impressi nei miei ricordi.
Ero,finalmente,tornato a sognare,a credere in qualcosa.
Non avevo mi pensato al futuro,a cosa potesse riservarmi.I miei giorni erano vuoti,intrisi di brutti ricordi,di ferite che pulsavano sotto la pelle.Odiavo chiedere aiuto e le persone che per sbaglio incrociavano il mio sguardo,abbassavano la testa.Immagino cosa potevano pensare di me,da solo uno sguardo:un fallito che nemmeno provava a rialzarsi.A loro non importava di me e a me non importava degli aggettivi che potevo ispirare.
Le sue labbra si muovono pronunciando un nome:Helena.
Mi colpisce quasi come una musica,un dolce suono uscito dalle sue corde vocali,nonostante fosse solo un nome.Ero stato bendato,diventato all'improvviso cieco,non vedevo altro che lei.La vita mi aveva privato dell'amore,uccidendo la persona a cui l'avevo donato."Un terribile incidente",ormai mi ero convinto che fosse morta così.Per interminabili notti,gli incubi costellavano i miei sogni,facendomi rivivere quel giorno.
Ora,avevo trovato il modo di rialzarmi e combattere di nuovo.Delle parole iniziano ad uscire,come un fiume in piena,dalla mia bocca,nonostante lei non capisse il filo logico del mio apparente discorso,mi ascoltava guardandomi costantemente negli occhi.
-Tutto quello che sto pensando di dirti,mi sembra così dannatamente banale e scontato,che finirò per fare un giro incomprensibile per arrivare al punto.Non so cosa ti abbia spinto ad avvicinarti a me,ad afferrarmi il braccio e salvarmi.Quello che mi stai facendo provare,con solo un gesto.Sarà strano,inspiegabile,ma...-,la mia voce sulle ultime parole cala,lasciando che un silenzio cada tra di noi.
-Oh.-sospira-Ti ho visto,tante,troppe volte girare attorno a questo ponte,tentando di sfidare la morte a prenderti.Ci siamo incontrati molte volte,ma i tuoi occhi erano velati da qualcosa che ti oscurava una realtà diversa,non quella in cui eri abituato a vivere,ma quella che potevi avere,se solo l'avessi voluto,se solo ne avessi avuto la forza.Non stavo aspettando un momento preciso,sapevo che non avresti mai saltato,ma avevo paura.Paura che tu capissi troppo tardi che nulla è peduto,che c'è sempre qualcosa per cui vivere,davvero.E ti ho afferrato,impedendoti di fare una sciocchezza.-.
Rimango immobile,ascoltando ogni minimo suono uscire dalle sue labbra.La pioggia,iniziò a cadere.Non avrei retto per molto le lacrime che essa mi forzava negli occhi.Ad un tratto,uscirono rigandomi il viso.Si avvicina a me,abbracciandomi.Sento il suo cuore battere,veloce insieme al mio.
Può l'amore,nascere così velcocemente?Essere così bello,forte?Eppure,per quando fosse improbabile,io provavo qualcosa che sembrava amore.Sentivo che non l'avrei mai lasciata,che avrei fatto di tutto purchè lei sia felice.Sentivo di amarla,mi sentivo avvicinare a lei in un modo incomprensibile.
Le mie mani prendono il suo viso,l'accarezzano dolcemente,mentre lei nell'imbarazzo del momento sorride.
  
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