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Autore: scarlett666    01/06/2011    1 recensioni
Brevissimo viaggio attraverso me stessa, tre episodi narranti momenti cardine del mio passato...accompagnati di volta in volta da un brano significativo, non necessariamente di mio gusto, ma evocativo e fortemente presente in quel periodo.
Ad occhio esterno forse patetico, scarno e privo di tutto quel senso che mi ostino ad attribuirvi, ma comunque un tentativo di osservare quegli eventi da lontano ed in certo senso, finalmente, liberarmene.
Il titolo di ogni capitolo coinciderą con quello del rispettivo brano.
A voi...
Genere: Poesia, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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1 G

I melt myself  in a milk lake...


http://www.youtube.com/watch?v=aBcwT2IDJX0

...immagini intermittenti si affacciano alla memoria,
involontari stralci d'inconscio che sfuggono alla censura,
come pulsioni irriducibili mi annegano di malinconia.

E' lei, sempre e solo lei.
Che riesce a destare i miei sensi di colpa,
che soffia le vele dei miei troppi rimpianti,
che nuda mi provoca con biechi sorrisi.


La seduzione dei suoi fianchi, le candide spalle solcate in trasparenza, l'alabastrina essenza del suo fragile incarnato.
I solchi profondi di notti vissute si perdono nel trucco calcato e pesante, ad arte sfumato.
Fumoso lo sguardo, rapiscono gli occhi che l'anima mia da sempre incatenano e scrutano.
Scuri, profondi, rapaci.
Le labbra socchiuse, umide d'alcol, d'amaranto dipinte, sottili mi seccan la gola d'empi pensieri.
Parlano sinuose, sibilline tormentano, sempre inclinate in quel suo modo delizioso, assuefacente, le sue labbra si muovono consapevoli, scorrono lente sull'orlo del bicchiere.
Fili setosi ne accarezzano la nuca, sfuggiti al fermaglio spiovono sulle spalle, si abbandonano lascivi sull'incavo del collo.
Sottilissimi, fragili, scuri...come l'equilbrio che la sorregge.
Il capo reclinato lascia libero lo sguardo, che scivola sinuoso lungo il suo corpo ormai inerte.
La morte apparente.
Gli occhi socchiusi, ebbri.
Vacuo lo sguardo, assente.
La linea del collo cade profonda fra i seni rotondi, bianchi ed esposti, strizzati in quel corsetto di pizzo pericolosamente attillato.
Nero il vestito, le calze e gli anfibi, il pizzo velato che scopre le cosce di un candido cadaverico.
Le gambe allungate in totale abbandono, si mostrano accavallate con casuale provocazione.
L'orlo strappato dell'autoreggente che scivola piano sino al ginocchio e scopre quel poco di luna ancora celato ad occhi indiscreti.
La penobra l'avvolge e la rende preziosa.
Mistica imago di decadente perfezione.


Questo s'insinua e m'invade la mente, ottunde ogni volta giudizio e coscienza.






   
 
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