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Autore: Elysetta93    01/06/2011    4 recensioni
I destini di Ted e Lily sono profondamente legati, in un modo che nemmeno loro possono comprendere pienamente. Non è amicizia, è molto di più. Non è amore, è molto di più. Ma solo nelle notti di luna piena.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy, Teddy Lupin | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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MIA E DI NESSUN ALTRO


Erano trascorsi pochi giorni dalla notte di luna piena ed Harry conduceva un Ted Lupin molto abbattuto per le vie di Hogsmeade. Parlando anche con la nonna di Ted, Andromeda, i Potter avevano deciso che era inutile preoccuparsi eccessivamente, in quanto il ragazzino non si era trasformato veramente in un lupo e lo scatto d’ira che aveva avuto era durato solo pochi secondi.
Convinto comunque che sarebbe stato alquanto stupido ignorare il problema, Harry aveva deciso di consultarsi con una persona fidata.
“Harry, dove stiamo andando?”
Ted, da quella sera, aveva smesso di chiamare i Potter “zii” ed in particolare non riusciva più a guardare Ginny negli occhi, nonostante le rassicurazioni di lei.
“Vedrai, ti piacerà.”
Harry sorrise, leggermente emozionato.
“Se stiamo andando da un medimago, non penso proprio…”
Ted era sempre più abbattuto, ma Harry lo incoraggiò dicendo:
“Non stiamo andando da un medimago, stai tranquillo. Aspetta solo un minuto e vedrai…”
Accelerò il passo, trascinandosi dietro il ragazzino. Svoltato un angolo, Ted si immobilizzò. Sul suo viso trasparirono mille emozioni: stupore, gioia, ansia ed eccitazione; i suoi occhi erano spalancati, ad ammirare per la prima volta il castello di Hogwarts.
“Stiamo andando ad Hogwarts?!”
Harry annuì sorridendo, soddisfatto di essere riuscito a far rallegrare Ted: erano giorni che non lo vedeva sorridere. Il giorno dopo la luna piena, Harry aveva contattato un vecchio amico di scuola, che non vedeva da almeno tre anni. Neville Paciock lavorava ad Hogwarts come professore di erbologia e non aveva avuto nessuna difficoltà a strappare alla preside, Minerva McGrannit, il permesso per Harry e Ted di visitare il castello.
Ted prese la mano di Harry e cominciò a tirarlo per il ripido sentiero che conduceva alla scuola; lo sguardo di Harry si perse in quei prati familiari, provò un’emozione intensa alla vista della capanna di Hagrid e una fitta di dolore di fronte alla tomba bianca.
I due attraversarono l’ampio portone e Ted trattenne il fiato osservando l’enorme atrio e le clessidre piene di pietre che segnavano i punti delle case. Il castello era silenzioso, essendo orario di lezione; Harry si avviò deciso verso lo studio del preside, mentre Ted si affrettava al suo seguito, cercando di captare avidamente ogni singolo aspetto della sua futura scuola.
Harry bussò alla porta dello studio, che si aprì immediatamente; furono condotti da una scala a chiocciola in un’ampia stanza circolare, così familiare per Harry, così sconosciuta per Ted.
Minerva McGrannit li stava aspettando. Dopo rapidi saluti, lei uscì dallo studio, chiudendosi la porta alle spalle, lasciando Harry e Ted apparentemente soli nella grande stanza. Harry alzò lo sguardo e vide coloro che stava cercando. Il ritratto di Silente gli sorrise pieno di gioia, mentre gli occhi neri di Piton, nel ritratto più grande dietro la scrivania del preside attuale, lo scrutarono indagatori. I due precedenti presidi di Hogwarts, oltre ad essere uomini eccezionali, erano anche le persone più dotte che Harry avesse mai conosciuto.
“Qual è il problema?”
Piton si rivolse direttamente ad Harry, in tono spiccio. Era chiaro che gli avvenimenti dell’ultima guerra avevano placato, ma non sanato del tutto l’astio che Piton provava per Harry e per quel volto così simile a quello di James.
Harry raccontò l’accaduto, senza staccare i propri occhi da quelli azzurri di Silente.
“…e poi è svenuto. Quando si è svegliato, era tornato normale.”
Per tutto il tempo Ted era rimasto in ombra dietro la schiena di Harry, ma quando quest’ultimo lo spinse in avanti, il ragazzino guardò spaventato prima l’uno poi l’altro preside, in attesa di una spiegazione. Silente lo esaminò per qualche secondo, poi disse:
“Ted, ascoltami attentamente. Ora ti farò alcune domande, ma tu dovrai rispondermi sinceramente. Va bene?”
Ted annuì timidamente.
“Sei contento che stia per nascere una nuova cuginetta?”
Ted fu spiazzato dalla domanda, poi rispose titubante.
“Si, molto.”
Silente annuì pensieroso, poi domandò:
“Cosa hai provato quando hai attaccato Ginny?”
Ted cercò lo sguardo di Harry, come spaventato della sua reazione. Silente gli venne in aiuto:
“Rabbia?”
Ted scosse la testa, convinto.
“Paura?”
Un altro no.
“Gelosia?”
Questa volta Ted tentennò, poi annuì con timore.
“Sai dirci perché?”
“E’ stata la Luna… è stato come se dovessi dividere la Luna con Ginny. Ed ho pensato che è mia e di nessun altro.”
Ted abbassò la testa imbarazzato, borbottando:
“So che è stupido…”
Silente sorrise comprensivo.
“No che non lo è. Ted, per favore, puoi aspettare Harry un attimo fuori dalla stanza?”
Il ragazzino uscì goffamente dallo studio, non prima di aver lanciato ad Harry uno sguardo supplicante. Temeva di non essere stato capito, ma soprattutto temeva che qualcuno potesse aver intuito ciò che si era preoccupato di nascondere: quella gelosia provata era accompagnata da un sentimento mai sperimentato, di una forza inaudita, verso la creatura che Ginny portava in grembo.

  
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