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Autore: Cinquemmezzo    01/06/2011    1 recensioni
In una Hogwarts in cui i pregiudizi sono quasi completamente spariti, la vita è animata da due fratelli, forse troppo diversi o forse troppo uguali, e da uno scherzo che cambierà molte cose, per tutti.
"Dalla famiglia che possiede l’intera quota del negozio di giochi magici più famoso al mondo, i Tiri Vispi Weasley, non ci si poteva aspettare di meno, ma nessuno, nessuno aveva previsto quello che sarebbe successo quando il dodicenne James Potter lanciò quella prima cacca bomba ad Al, esattamente il 2 settembre, secondo giorno di scuola.
Panico. Terrore. Guerra.[...]
James Sirius Potter è la persona più irritante, rompipalle, imbecille e ignorante che io abbia mai conosciuto e che mai conoscerò, ne sono sicura. È l’essere più inutile sulla faccia della terra, seguito a ruota dai fermacarte e dai portatovaglioli. Lo detesto, mi da fastidio anche solo respirare la sua stessa aria. Il Re Degli Scherzi, come è conosciuto in tutta la scuola, è l’unica persona capace di farmi veramente incazzare come una iena con una sola frase. E non ho alcuna intenzione di farmi rovinare l’anno da lui.
Avete qualcosa da ridire? Problemi?
No?
BENE."
[James Sirius Potter/Oc- Fluff]
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Scorpius Malfoy, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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3)   LA GENETICA FA SCHIFO

*CHARLIE P.O.V.*

Il bello della mia scuola è che è grande, spaziosa, ci sono ampi corridoi e non ti scontri mai con nessuno.

È questo quello che sto pensando mentre sono diretta in biblioteca, il giorno dopo la chiacchierata notturna con Scor e Al, quando- naturalmente- vado a sbattere contro qualcosa di duro con tutto il corpo.

Karma del cazzo.

“Porca vacca!”

Lo so, va bene? Parlo come uno scaricatore di porto, è un dato di fatto. Però vorrei vedere voi cosa direste se vi ritrovaste col culo per terra dopo aver sbattuto la testa contro qualcosa di veramente duro.

E non ditemi che urlereste “Perdincibacco!” perché vi affatturo.

“Cazzo!”

No, questa colorita esclamazione non è stranamente mia.

Alzo gli occhi e mi ritrovo davanti ad una ragazza della mia età con un caschetto corto di capelli ricci e marroni e un paio di grandi occhi spalancati dello stesso colore, che non fatico ad identificare- quando il corridoio smette di girare- come Rose Weasley. La mia tesi viene confermata dai colori rosso e oro predominanti sulla sua divisa. Non le ho mai parlato, e potrà sembrare strano dato che sono sei anni che viviamo nello stesso castello  e mangiamo nella stessa stanza, ma vi posso assicurare che è tutto nella norma. E non solo perché io non parlo con qualcuno neanche se mi puntano una bacchetta al petto, è che gli studenti di Hogwarts sono veramente tanti. E la maggior parte delle nostre ore di lezione ce le abbiamo in comune con i Corvonero. Credo.

“Cavolo, scusa! Non stavo guardando dove andavo, ero di fretta, e quando sono di fretta non guardo mai dove vado e inciampo e di solito vado a sbattere contro le persone e poi si fanno male. Succede spesso però ero veramente in ritardo e poi quando succede io vado nel panico come sto facendo ora e incomincio a parlare e non riesco a smettere e- ma ti ho fatto male?”

Dio, quante parole riesce a dire questa ragazza in dieci secondi? Sarà che ho preso una botta in testa, però mi sono fermata a ‘scusa’, non che il suo discorso avesse molto senso, comunque. Intanto lei si rialza e mi si avvicina, capendo che non sono proprio in me stessa.

“No, ma va’! Mi sei solo venuta addosso con la forza di un uragano e ho sbattuto talmente forte il culo che non me lo sento più” dico quando ritrovo la concezione della realtà. Forse sono stata un po’ sgarbata però, ehy, è lei quella che mi è venuta addosso. Perché cavolo mi guardate così, sono una Serpeverde, io!

“Ommioddio! Scusa, scusa, scusa! Dove ti fa male? Hai sbattuto la testa? Ti esce sangue da qualche parte? Ti devo portare in infermeria? Vedi una luce bianca? Riesci a muovere le gambe? Ti-”

“Se stai zitta cinque secondi te lo dico, ok? Solo cinque secondi.” la fermo prendendomi la testa tra le mani. Quando i coniglietti smettono di farmi ciao-ciao con la manina, le coccinelle non suonano più l’ukulele e la McGranitt ha smesso di ballare la lap-dance (bruttissima immagine mentale), mi rialzo piano piano, ritrovandomi la ragazza davanti in tutta la sua altezza. Io, con il mio metro e sessantadue, sarò anche bassa ma questa ragazza è altissima, almeno venti centimetri più di me. Ha raccolto dei libri da terra, ed ora li tiene stretti al petto, e credo che sia proprio contro quei libri che ho sbattuto la testa. D'altronde le arrivo a malapena alle spalle. Che amarezza.

“Tutto bene?” mi chiede, ancora un po’ preoccupata.

“Sì, sì,va meglio, grazie” le rispondo, prendendo la mano che mi offre per tenermi in piedi.

“Scusami, veramente. Sono così sbadata! Non volevo farti male!” mi ripete con fervore.

“Non ti preoccupare, il mio sedere era già piatto prima, dopo questa caduta non cambierà poi molto.” dico senza particolare inflessione nella voce, togliendomi gli occhiali per controllare che la montatura non sia rotta. Per un momento il mondo è offuscato e lontano, senza contorni precisi, ma tutto torna normale nell’esatto istante in cui mi rimetto gli occhiali sul naso.

Lei intanto esplode in una risata, un po’ isterica a parere mio.

Credendo che la conversazione sia finita e che tutte e due possiamo tornare sulla nostra via dimenticandoci il prima possibile questo incontro, mi allontano lentamente ma, a quanto sembra, lei non è della stessa opinione e mi segue verso la biblioteca. Non è che non voglia parlare con lei in particolare, è che di solito io non parlo proprio, con nessuno.

“Tu sei Charlotte, vero? Charlotte Flamel?” esclama, seguendomi come un ombra. Ha uno strano modo di camminare, sembra quasi che salti, che rimbalzi su se stessa ad ogni passo.

 Mi fermo un attimo, girandomi verso di lei. Come cavolo fa a sapere come mi chiamo? E perché diavolo ha usato il mio nome per intero?

“Come fai a sapere il mio nome?”

Lei mi guarda sorridendo, quasi incredula.

“Frequentiamo lo stesso anno, e abbiamo insieme Incantesimi, Antiche Rune, Cura Delle Creature Magiche, Erbologia e Difesa Contro Le Arti Oscure. E poi sei la sorella di Chris.” Dice con fare ovvio, mentre le guancie si colorano di una strana sfumatura rosa fucsia.

Ah già. Mi ero dimenticata questi piccoli particolari.

Ma quanto forte ho sbattuto la testa?

“Sì, è vero, scusa. È colpa del colpo alla testa, è ancora tutto un po’ annebbiato.” Rispondo facendo un verso che assomiglia ad un grugnito. Molto fine.

Lei, continuando a camminare al mio fianco, sembra proprio decisa a non andarsene, e fa un gesto con la mano, come se volesse scacciare un insetto che le ronza attorno. Ma cosa diavolo hanno questi Grifondoro in corpo? Mangiano pane e allegria? Sono tutti così sorridenti e dolci e smielati che è inquietante stargli di fianco per più di cinque secondi.

Certe persone proprio non capiscono. Quando l’interlocutore che hai davanti a te risponde a monosillabi, emette strani suoni non identificati, non ti guarda quasi mai in faccia e non fa neanche l’ombra di un sorriso, mi pare abbastanza ovvio che non ti voglia parlare, o no?

“Non ti preoccupare, in fondo non ci siamo mai presentate ufficialmente, anche se Al parla molto spesso di te. Comunque io sono-”

“Rose Weasley. Lo so.” Rispondo, prendendo con riluttanza la mano che mi tende.

Ma questa ragazza sta veramente cercando di fare amicizia con me?

“Beh, allora che ne dici di studiare un po’ insieme? Sai, devo ancora fare il tema di Erbologia per domani, e siccome siamo in classe insieme ho pensato che potremmo farlo insieme!” mi dice con un sorriso a settantadue denti ed un entusiasmo degno di un canguro in calore, saltellando leggermente sul posto.

Oh. Porca. Vacca.

Sta veramente cercando di fare amicizia con me!

Cerca una via d’uscita. Cerca una via d’uscita. Cerca una via d’uscita!

“L’ho già fatto. Midispiacedevoandaremiaspettano. Ciao.” rispondo in due secondi netti e, ormai in biblioteca, mi volatilizzo dietro ad alcuni scaffali.

Modalità fuga rapida: on.

* * * * *

“Perché tua cugina ha cercato di fare amicizia con me?” chiedo, sbattendo la mia borsa sul tavolo della Biblioteca, dove Scor e Al sono impegnati a sfogliare libri e a scrivere. Sono abbastanza bravi a scuola di loro, però vogliono tutti e due intraprendere un lavoro al Ministero come Auror, e per entrare nell’accademia non si può essere solo “abbastanza bravi”. Diciamo che per fare il lavoro che vogliono fare loro ci vogliono le palle e le contropalle, tutte e due rivestite d’amianto. Scor lo vuole fare per far capire che i Malfoy non sono tutti degli stronzi torturatori e Al … boh, credo che Al voglia seguire le orme del padre.

“Primo: cosa ti sei fumata, Charlie? Mia cugina che parla con te? Non ci credo neanche se lo vedo. Secondo: di quale cugina stai parlando in particolare? Sai, cugina per me non restringe molto il campo …” dice Al, senza alzare gli occhi.

Mi siedo e tiro fuori i miei libri, sbuffando sonoramente.

“La Weasley”

Ha-ha. Ho fatto una battuta! L’avete capita?

“Grazie, ora sì che tutto è più chiaro” risponde Al guardandomi male, mentre Scor soffoca una risata. Io sbuffo.

Quando Al studia il suo senso dell’umorismo va a farsi una passeggiata. Non che sia particolarmente divertente comunque, siamo io e Scor quelli che sparano cavolate dalla mattina alla sera, e Al si aggiunge ogni tanto.

“La stangona, Rose. Mi ha praticamente investito, e poi ha incominciato a parlare a macchinetta per un quarto d’ora.”

Mi massaggio un po’ il didietro, ancora indolenzito per la botta. Ahia.

“Ah, lei. Beh, ora si spiega tutto. In effetti pensavo si sarebbe presentata prima.”

Eh?

“Eh?”

Già, come avrete capito il mio filtro cervello- bocca non è molto funzionante. Ma di sicuro l’avevate già intuito. Però sono veramente sorpresa. Al è l’unico Weasley–Potter con cui abbia mai parlato, sono rimasta veramente stupita quando Rose ha cercato di fare amicizia con me. I Potter e i Weasley sono per me qualcosa di nebuloso e distante, senza una forma precisa, volti senza voce, conosciuti solo per quello che ho sentito e studiato su di loro. All’inizio, i primi anni in cui io e Al eravamo amici, mi hanno invitato molte volte a casa loro per le vacanze di Natale e quelle estive, ma ho sempre rifiutato. Chris passa praticamente tutta l’estate a casa loro o a casa dei nonni di Potter Uno, Grotta, Buco o come cavolo si chiama quel posto, ed è da tre anni che non torna a casa per Natale. Ma io non ho mai voluto accettare, primo perché non mi sentirei a mio agio in mezzo a loro, e poi Al ha sempre pregato me e Scor di non accettare in modo da avere lui una scusa per passare l’estate a casa di Scor, dove la passo anche io. O meglio, lui passa lì l’estate, io vado a trovarli nei week-end, ma non mi fermo mai più di tre giorni. È molto divertente, siamo sempre soli e ci divertiamo molto, siccome passiamo quasi tutto il tempo nella piscina del Malfoy Manor, o nella camera enorme di Scor, o nel campo da Quidditch nel suo giardino.

Al abbassa la piuma, massaggiandosi le tempie con le dita, dopo essersi tolto gli occhiali.

“Diciamo che Rose è la più esuberante, nella mia famiglia. E credo che ci sia qualcosa tra lei e tuo fratello. Non so se stiano insieme o se siano solo amici. Però … boh, non lo so e non sono affari miei.”

“Cioè, si conoscono?” chiedo sorpresa. Al mi guarda divertito.

“Beh, sono tutti e due Grifondoro, e Rose è sempre stata molto legata a James, sono quasi sempre insieme, quindi sì,dato che James è il migliore amico di tuo fratello dovrebbero conoscersi, e anche abbastanza bene. E poi tuo fratello passa tutte le estati alla Tana, è ovvio che si conoscano.”

Tana! Ecco come si chiama quel posto!

Dire che sono sorpresa è poco. Però oltre a questa sensazione, alla notizia che mio fratello ha una ragazza una strana sensazione di tradimento si fa strada nel mio cuore. Davvero conto così poco per lui da non dirmi neanche che ha la ragazza?

“Ritenete che sia più strano che lei abbia cercato di fare conoscenza con me o che io non sappia nemmeno se mio fratello ha una fidanzata?” chiedo, abbastanza sconcertata.

Cioè, voglio dire: ehilà, sono qui! Mio fratello si dimenticherebbe di dirmi una cosa del genere?

Dato che non parlate da luglio, sì, mi sembra altamente probabile.

Ma vaffanculo alla vocina della McGranitt  e al suo ‘altamente probabile’! Vaffanculo anche a mio fratello!

“La seconda” rispondono in coro. E vaffanculo anche a loro.

 “Non era necessario rispondermi, ok? Era una domanda retorica.” Fermo Scor e Al, prima che mi facciano incazzare ancora di più.

“Comunque anche voi non sapete niente delle vostre sorelle, no? Non sapete neanche se hanno il ragazzo!”

Al e Scor alzano lo sguardo contemporaneamente, fulminandomi con gli occhi.

Ops. Forse non era la frase migliore da dire.

“Lily ha il fidanzato?”

“Antea ha il fidanzato?”

I due fratelli iperprotettivi, solo quando gli pare e piace, fanno la stessa domanda, nello stesso momento. L’unica cosa che cambia è il soggetto.

“Ma che ne so! Era solo per dire.”

Si guardano per un secondo, uno di quegli sguardi pieni di sottointesi che non sono mai riuscita a capire. È una cosa solo loro, si intendono subito, e per quanto ci abbia provato, non sono mai neanche andata vicina a decifrare il senso di quei discorsi silenziosi.

“Che ne dici, Scor, se andiamo a fare una chiacchierata con le nostre sorelline? È da tanto tempo che non le vediamo, sarebbe carino, no?” dice Al, alzandosi dalla sedia, con espressione angelica sul volto.

“Oh, ma che bella idea Albus! Mi manca così tanto la mia dolce, ingenua e pura sorellina!” risponde Scor, con un entusiasmo non suo, illuminandosi in un sorriso.

Perché, perché i miei amici devono essere così stupidi?

I due si alzano e raccolgono velocemente le loro cose, avendo fretta di premurarsi sull’ingenuità delle loro piccole sorelle.

“Siete due idioti maschilisti e iperprotettivi, lo sapete?”

Fanno due sorrisoni in contemporanea- che rabbia- e Al si sporge verso di me per sussurrarmi qualcosa all’orecchio, come se fosse un segreto.

“È per questo che ci ami tanto!” e scappano tutti e due, correndo via dalla biblioteca, appena in tempo per non beccarsi il libro che gli lancio addosso, che al posto loro prende la bibliotecari in piena faccia.

Oh-oh.

Modalità fuga rapida: on.

* * * * *

*JAMES P.O.V.*

Shebang!

“Ma allora è una persecuzione!” Sbotta una voce femminile vicino a me, presumibilmente la ragione per cui mi ritrovo con il culo per terra e il petto che mi fa male per la botta appena presa. Uao, era da una vita che non prendevo una botta così forte, a parte i bolidi che mi arrivano addosso quando gioco a Quidditch.

“Cazzo!” continua la ragazza, abbassando un po’ la voce.

Faccio forza sui gomiti per alzarmi e vedere chi mi ha praticamente investito, e di brutto anche, però riesco a vedere solo un paio di gambe, ricoperte da calze grigie della divisa femminile.

Allora, spingendo sulle mani e contraendo gli addominali, mi alzo completamente, riuscendo finalmente a notare chi ho di fronte.

La ragazza è ancora per terra con le mani a coprirle il viso, sdraiata su di un lato in posizione fetale. Forse si è fatta male.

“Ehy, tutto bene? Vuoi una mano?” le chiedo, abbassandomi sulle ginocchia vicino al suo busto.

“No, no, ce l’ha faccio. Dammi solo cinque secondi per insultare il karma e desiderare di non essermi mai alzata dal letto stamattina.” Risponde con voce arrabbiata.

Sta bene, per fortuna. Ed è anche divertente.

E ha due tette da paura.

Magari ci faccio un pensierino.

Quando smetto di ridere mi alzo e allungo una mano davanti a lei.

“Quando hai finito dimmelo che ti aiuto ad alzarti”

Fa un respiro profondo, e prende la mia mano tenendo la testa bassa. Quando si è rialzata faccio per togliere la mano dalla sua ma  fa un passo in dietro e sembra che stia per svenire. Allora tengo stretta la mano e l’altra la porto sulla sua spalla, per tenerla in piedi. Lei fa un sospiro di sollievo e si raddrizza.

“Grazie. Forse non è proprio salutare farsi atterrare due volte nel giro di due ore.”  Dice a bassa voce, togliendosi la mano da davanti al viso ma tenendolo comunque abbassato. Probabilmente non è molto sicura di riuscire a rimanere in posizione verticale senza cadere.

Ha i capelli legati, ma dalla caduta, e da quella precedente a quanto ho capito, alcune ciocche le cadono coprendole volto minuto. È bassina, un metro e sessanta massimo, e avrà qualche anno meno di me, ma ha tutte le forme al posto giusto. Porta un paio di occhiali blu assurdi, che però le stanno molto bene e sulla testa ha una botta rossa abbastanza visibile. Magari un pensierino ce lo faccio sul serio, infondo mi servirebbe un diversivo da Annabeth e le sue lamentele.

“Direi proprio di no. Comunque, piacere James.” E sfodero il mio miglior sorriso, quello che mia cugina Vic chiama da ‘Tombeur de fammes’. Non ho mai capito cosa vuol dire, però chissenefrega.

Quando sente il mio nome alza di scatto la testa, strattona la spalla dalla mia presa e spalanca gli occhi dallo stupore.

“POTTER!?!”

Ok, questa non me l’aspettano.

Di solito quando la gente urla il mio nome lo fa con ammirazione, amore, venerazione o quantomeno gentilezza reverenziale. Questa pazza scatenata di fronte a me sembra invece il ritratto dell’incazzatura più totale. Però ora che la guardo bene mi ricorda qualcosa. Sono sicuro di averla già vista da qualche parte, ma non mi ricordo proprio dove.

Quidditch.

Forse gioca a Quidditch? Sì, sì, sono sicuro, deve essere una giocatrice di Quidditch. E dalla divisa deve essere …

Cazzo, Serpeverde! Ma porca troia, una così doveva proprio essere una Serpe? Sfiga di merda.

Fermi tutti.

Quidditch.

Serpeverde.

Occhioni marroni che mi fissano, terribilmente simili a quelli del mio migliore amico.

Oddio.

“FLAMEL!”

Ma tra tutti, proprio la sorella acida di Chris dovevo beccare? Che sfiga veramente.

“Che cavolo vuoi, Potter?”

“Che cavolo vuoi tu! Non sono io che ti sono venuto addosso, se mai il contrario!” Giuro, non capirò mai come dagli stessi geni siano usciti due persone così opposte come Chris e questa pazza e acida di sua sorella. Però, pensandoci bene, anche io e Al siamo fratelli, e guarda un po’ cosa succede quando stiamo nella stessa stanza. La genetica fa schifo.

“Adesso è colpa mia? Adesso? Vaffanculo Potter, sei proprio un idiota.” Dice, abbassandosi a raccogliere i libri che le sono caduti dalle mani durante lo scontro. Io non ci penso nemmeno ad aiutarla, è una stronza.

Non che la conosca poi molto, però è sempre insieme a mio fratello, e si sa che tra stronzi ci si intende. E poi ha quell’aria da so-tutto-io che urta i miei nervi. Per non parlare del fatto che è nella squadra delle Serpi. Quelli lì sono tutti dei bari che vogliono vincere a qualsiasi costo, ma tanto quest’anno li battiamo. Parola di James Sirius Potter.

“Dio, Flamel, sei più acida di un limone spremuto! Cosa mangi alla mattina?” chiedo disgustato. È da sempre così, questa stronzetta non dice mai una parola gentile a nessuno, non sorride mai, non ride mai. Non so neanche come mai le sto tanto sul cazzo, però è un ossessione. Ammetto che magari, proprio forse, io ci sia andato un pochino pesante con gli scherzi negli anni passati, ma anche i suoi amichetti (alias Fratello Nano Malefico e Stronzo Malfoy) non ci scherzano. E se fa parte della squadra di Quidditch è stata di sicuro anche colpa sua delle tubature rotte nello spogliatoio Grifondoro. Ho rischiato l’ipotermia per una cazzo di doccia fredda, cazzo.

“Fatti i cazzi tuoi, idiota” risponde sibilando, guardandomi con rabbia, prima di girarsi ed andarsene da dove stava arrivando.

“Con piacere, stronza” e faccio lo stesso.

Simpatia portami via.

 

A/N:

Ok, un pochino in ritardo!
Lo so, sono pessima, ma l’ultimo capitolo ha ricevuto
una sola recensione. Una sola!
Gente, fatemi vedere un po’ di amore;)
Recensione? Piccolo per piacere con una ciliegia in cima?
Vi preeeego!

Peace&Love, Gio

  
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