Edward
Il
pranzo fu faticosissimo, tra l'afflusso di vip e artisti di ogni tipo e
l'arrivo inaspettato di un rampollo minore della famiglia reale, anche
lui da
sistemare con tutta la sua comitiva in un ristorante già
completamente stipato.
Per tutto il tempo tenni gli occhi su Bella.
Non
era affatto sciolta. Non sapevo che cosa avesse raccontato a Jasper
delle sue
esperienze precedenti, ma certamente non aveva fatto la cameriera in un
locale
della categoria più lussuosa, decisi tra me, dopo averla
vista cavarsela per un
pelo in un paio di occasioni. Tuttavia, anziché essere
irritati, persino i vip
abituati al meglio rispondevano allegramente ai suoi "oops" allarmati,
incoraggiavano i suoi sforzi e alla fine le lasciavano addirittura
mance
spropositate.
Assistere
a uno spettacolo del genere mi stava snervando, eppure c'era qualcosa
di
speciale in quella donna, un calore istintivo al quale la gente reagiva
positivamente.
Un
sorriso che avrebbe sciolto i ghiacciai.
Emmett,
che nel frattempo mi aveva raggiunto, seguì il mio sguardo e
disse:
"Non è l'amica di
Alice, quella? Come sta
andando?"
"Diciamo
che le piace il rischio. Se arriva alla fine del pranzo senza
rovesciare un
piatto di zuppa addosso a qualcuno, potremo davvero gridare al
miracolo."
"Perfetto,
proprio quello che ci manca... Che ci facciano causa. Ascolta:
mio
padre vuole che lo raggiunga all'ufficio principale, e mi ha fatto
capire che
sarà
una cosa lunga. So che è la tua serata libera, ma mi
chiedevo se potessi sostituirmi"
"Non
c'è problema"
"Grazie
Ed. E tieni d'occhio quella ragazza"
Non
c'era problema neanche per quello. Era guardare da un'altra parte che
mi
risultava ogni minuto più difficile.
Bella
Se
riuscii a sopravvivere al mio primo giorno di lavoro fu solo grazie
all'adrenalina.
Certo, sarebbe stato un pochino più facile se Edward Mansen
non avesse
continuato a osservare ogni mia mossa, guardandomi come se fossi una
catastrofe
imminente. Ma non accadde niente di tragico, e alla fine della
settimana anche
quel perfezionista del capocameriere mi aveva concesso un cenno di
approvazione.
Ma
il diavolo non si arrendeva. Ogni volta che alzavo lo sguardo, avevo la
netta
impressione che gli occhi verdi di Edward fossero fissi su di me.
Ogni
volta che mi parlava, era per criticare qualcosa, di solito i miei
capelli.
Quel
giorno, però, ero davvero nei guai. A uno dei suoi tavoli
era seduta una donna,
il cui viso era un'istituzione sulle copertine delle riviste di gossip:
si
era scolata diligentemente un'intera bottiglia di vino, mentre
aspettava qualcuno
che non si era presentato all'appuntamento per il pranzo. Non aveva
toccato né
il pane, né l'olio d'oliva alle erbe, né i
piccoli stuzzichini che le avevo
portato come antipasto nella speranza di indurla a mangiare qualcosa.
Edward
Allertato
da un sesto senso per i problemi, cercai Bella con insistenza.
Almeno
per una volta, però, non era stata lei a causare il guaio.
Anzi l'aveva contenuto,
prestando il braccio alla famigerata cliente come fosse una ricca
ereditiera,
invece che una signora barcollante. Avanzai di qualche passo per
aiutare
entrambe, ma Bella mi bloccò con uno sguardo che mi intimava
‘stai indietro, me
la cavo da sola!’ e scortò la donna fino
all'uscita posteriore, per evitare i
paparazzi all'esterno che aspettavano solo un regalo simile.
Quando
ritornò, era passata quasi un'ora.
"Dove
diavolo sei stata?" chiesi appena la incrociai di nuovo. Ormai ero
praticamente fuori di me per la preoccupazione.
"Mi scusi. È che
non avevo abbastanza
soldi con me e sono dovuta tornare a piedi"
"Cosa?"
Fraintendendo
l'esclamazione, lei si mise subito sulla difensiva: "Dovevo assicurarmi
che quella poveretta tornasse a casa sana e salva"
"Peccato
che lei non abbia avuto lo stesso pensiero gentile"
"Era
sconvolta" rispose lei sinceramente preoccupata. "Quindi... sono nei
guai,
signor Mansen? Che pena c'è per la diserzione? Fucilazione
davanti al carrello
dei dessert?"
"Troppo
poco doloroso, Bella. La tua punizione sarà sedere vicino a
me a pranzo"
Per
un attimo sembrò sconfitta, ma si riprese. "Una vendetta
audace"
Appena
si sedette accanto a me al tavolo del personale, però,
pensai che in realtà era
‘avventata’ l'aggettivo più adatto a
descriverla.
Adesso,
infatti, ero davvero troppo vicino a quelle sottili ciocche a spirale
che, come
sempre, erano scappate dalle forcine. Davvero troppo vicino per non
sentire gli
ormoni in subbuglio.
"Raccontami
un po': che lavoro facevi prima di lavorare qui?" chiesi, facendo uno
sforzo per distrarmi.
Bella
Quindi
era questo che voleva, scavare nel mio passato in cerca di qualche
buona ragione
per sbarazzarsi di me.
"Non
facevo la cameriera" dissi. Dal momento che non c'era motivo di
mentire,
elencai tutti i lavori che aveva fatto nell'ultimo anno, sempre due
alla volta:
avevo cucinato in un fast food, in un ristorante slow food, in un pub;
per riuscire
a pagare la banca e tenermi un tetto sulla testa.
L'elenco
produsse l'effetto di lasciare Edward momentaneamente senza parole e
darmi un
po' di sollievo: potevo resistere alla sua bellezza, se chiudevo gli
occhi, ma
la voce non mancava mai di farmi diventare le ossa molli come argilla.
"Tu
cucini?" domandò Edward, mentre mi servivo una cucchiaiata
di risotto.
Volevo
far durare il pranzo il meno possibile.
"Be',
alcuni certificati col bordo dorato dicono così. In
realtà, fino all'anno scorso
ero legata a una società di catering che avevo avviato
subito dopo la scuola"
"E...?"
Lo
guardai. I lampi nei suoi occhi si erano addolciti, trasformandosi in
pagliuzze
dorate, e mi resi conto che non era solo la sua voce a turbarmi.
"Che
cosa è successo?"
Deglutii.
Dovetti concentrarmi bene per ricordarmi come si parlava.
"Uno
dei miei soci ha avuto un bambino"
"E
l'altro?"
Deglutii
di nuovo e inspirai. "Era il padre"
Era
passato un anno. Mi dissi che l'avevo superato e guardando negli occhi
di Edward
Mansen riuscivo persino a crederci. "Hanno voluto indietro i loro
soldi:
erano stati tutti investiti nell'attrezzatura"
"Avete
dovuto venderla?"
"Già"
Con un'enorme perdita, che avevo dovuto sostenere io. Avrei fatto
qualsiasi
cosa per evitarlo... "Lavorare come cameriera è il mio modo
per rimettermi
in piedi. Alice mi ha parlato delle mance che i vostri dipendenti
guadagnano.
Un anno e sarò in grado di ricominciare"
Questa
volta, però, da sola. "È tutto signor Mansen?
Finita l'inquisizione?
Perché io avrei finito"
"Chiamami
Edward, per favore" disse lui, poi si alzò appena allontanai
la sedia dal
tavolo. "Abbiamo iniziato col piede sbagliato, Bella, ma voglio che tu
sappia
che ho apprezzato quello che hai fatto oggi"
"Oh..."
sussurrai imbarazzata, facendo del mio meglio per ignorare il mio
stupido cuore
che non voleva smettere di battere all'impazzata.
"Solo
una cosa..."
Troppo
presto... "Quale?"
"La
prossima volta prendi un taxi. Lo paghiamo noi" disse lui con un calore
e
una simpatia inaspettati.
Edward
Mentre
lei si allontanava, mi resi conto di averla mal giudicata. Ora non la
osservavo
più per trovarle un difetto, ma per il semplice piacere di
farlo.
Vicino
a me Jasper, la cui attenzione era stata richiamata dallo scoppio di
una risata,
sorrise. "Proprio carina, non è vero?"
"È
più di questo, Jazz. Molto di più"
Si
era trovata in una brutta situazione,senza la minima
responsabilità, ma era
determinata a ricominciare: ci vuole coraggio per farlo. E cuore.
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Finalmente
sono riuscita a postare questa storiella che sinceramente non mi
convince più
di tanto, coooomunque.
volevo scrivere della goffagine di Bella in chiave comica e spero di
esserci
riuscita, Edward l'ho trasformato nel mio ideale di uomo, ovvero uno
Stronzetto
e spero di esserci riuscita anche qui. Naturalmente il nostro Eddino
riuscirà
a restistere all'attrazione che prova per Bella? E Bella si
renderà conto che è
attratta da Eddino? mah chi lo sa!
vorrei ringraziare chi ha recensito, chi ha messo la storia tra le
seguite e
chi ha semplicemente letto la storielluzza. GRAZIE!
trevifra
: ecco a te il
capitolo due nella speranza che ti piaccia anche questo! e grazie mille
per il
complimento.
vanderbit:
in effetti la
storia inizia a delinearsi, ma è una mia piccola pecca,
adoro scoprire i
personaggi una pagina alla volta, "l'effetto suspance" è
tipico delle
cavolate che scrivo. spero il capitolo ti piaccia!
1918:
ciao!! allora come
ho detto prima volevo una Bella simile al libro, solo un pò
più
"esagerata". spero di esserci riuscita e spero il capitolozzo ti
piaccia!
Amy
Dickinson: finalmente
rispondo alla mia Beta ufficiale!!! Come al solito le mie storielle hot
ti
piacciono eh? hihihi ^^, vabbè lo ammetto sn brava a
scriverle ù_ù mi viene
naturale! sono contenta che i personaggi ti piacciano anche se sai
tutto dei
miei personaggi perchè i miei "scleri da mente perversa" te
li
propino in continuazione. spero il cap ti piaccia!
bene ho finito...ah no,
vorrei invitarvi a leggere
gli altri miei scleri:
ff concluse:
ff in corso :
Fozen
rose
I
confini
della passione
ff di cui mi sono occupata
o che adovo:
Tesoruccio,
quand'è che metterai la testa a posto?!
Living
in
Manchester