Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: PoisonVeleno    02/06/2011    0 recensioni
èla storia della cugina di Lily Evans, chiamata anche lei Lily (Lylith in realtà). l'amicizia con lei la porterà ad altre amicizie, tra cui quella con Severus...ma si trasfomerà in altro? tratta gli eventi più importanti della sua vita e poi seguirà anche le trame dei libri con alcuni cambiamenti.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lily Evans, Nuovo personaggio, Severus Piton, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'Lylith, storia dell'altra Lily Evans.'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Passai una mezz’ora a cercare Sirius invano, poi, malgrado il mio buon senso cercasse come meglio poteva di dissuadermi dall’attuare l’idea che mi stava nascendo in mente, mi vestii e uscii.
Non sapevo con certezza se davvero fosse stato capace di mandare tutto all’aria andando a casa di James e Lily, ma non volevo rischiare. Era comunque  rimasto un briciolo di buon senso ancora, perciò decisi di far visita  a Peter prima. Speravo che fosse andato lì in effetti. Ma ad ogni modo, non sarei stata sola e saremmo andati a cercarlo insieme, io e Pete. Mi materializzai nella piazza della cittadina dove viveva e attraversai con cautela tutti gli incantesimi protettivi.
Arrivai alla porta. Inutile dire che bussai e mi feci riconoscere, ma nessuno aprì. Ansia e preoccupazione si facevano strada attraverso le vene in tutto il mio corpo e seguii il primo impulso di aprire la porta.
Vuota. Tutta la casa era vuota. Deserta, anzi. Ma niente segni di lotta.
Ok, qualcosa non quadra. Pensa, Lylith! midissi, sforzandomi di trovare qualche conclusione plausibile e accettabile. Già, perché me ne venne una in mente nel momento in cui mi sedetti per terra a gambe incrociate, come ormai facevo spesso per venire a capo di certe questioni, ma non la accettavo. Non potevo accettarla. Ma neppure potevo pensare che i mangiamorte fossero venuti e poi per bon ton avessero ripulito tutto. O non avessero sparato il marchio nero. Non stava né in cielo né in terra. Ma mentre pensavo sul pavimento di casa di Peter, il tempo passava e ancora mi rifiutavo di credere che qualcuno dei nostri amici…ma che dico, Peter, uno dei nostri…dei loro, più cari amici, li avesse traditi. Decisamente impossibile.
E ancora non mi muovevo. Erano quasi le quattro del mattino ormai, ma il cielo era buio pesto. Non restava che andare a vedere se Sirius era davvero andato da Lily. E se...no, non posso nemmeno pensarci.
Mi materializzai di nuovo, stavolta a Godric’s Hollow e mi incamminai verso casa di mia cugina e suo marito. Anche qui, nessuna sensazione di formicolio per incantesimi.
E poi lo vidi.
 Prima ancora di vedere la via dove si trovava la casa, stagliato nel cielo inglese d’ottobre, grande quanto una mongolfiera, stava il marchio nero.
Corsi a perdifiato. Non riuscivo nemmeno ad urlare per l’orrore che avevo in corpo e che non mi abbandonava.
Mi bloccai davanti a quella che una volta era stata la porta del grazioso cottage di mattoni e che ora era soltanto un ammasso di legno seppellito dal cumulo di macerie che si riversava su tutto il lato destro della casa, dove probabilmente c’era stata un’ esplosione, a giudicare dai resti. Dopo questa visione generale notai la figura inginocchiata proprio davanti. Un uomo dai capelli scuri e poco più in là, una grande moto da corsa.
“Sirius!” esclamai, o forse lo pensai soltanto vista la mia incapacità di proferire parola. Corsi subito al suo fianco, inginocchiandomi accanto a lui, gli circondai le spalle con un braccio. Non alzò lo sguardo. Piangeva lacrime silenziose e sussurrava qualcosa che io non riuscii a percepire. Restammo un minuto in quella posizione. Non volevo affrontare ciò che avrei visto sotto le macerie. Non potevo sopportare…di averla persa. Per sempre. Tutta la mia famiglia ormai era costituita da lei e dai miei amici. Ma se lei non c’era più…
Dovevo alzarmi. Dovevo vederla per l’ultima volta. Cominciai a spostare i mattoni crollati e non mi passò assolutamente per la testa di usare la magia. Io le dovevo tutti gli sforzi possibili. Poco dopo sentii Sirius che faceva lo stesso e invocava piano il nome di James.
Trovammo i corpi dei nostri amici. Bianchi e gelidi, nonostante la morte fosse avvenuta non più di qualche ora fa.  Li spostammo da quel luogo, per dargli un giusto tributo, ma in quel momento notammo qualcos’altro. Anzi, sentimmo qualcos’altro. Il pianto disperato di un bambino.
Non credevamo ai nostri occhi. Il piccolo Harry era lì, vivo, con i suoi occhi verdi, esattamente uguali a quelli di sua madre, pieni di lacrime e il ciuffo di capelli neri scompigliato sulla fronte che quasi nascondevano una cicatrice mai vista prima, a forma di saetta.
“Sirius…com’è possibile?” bisbigliai, prendendo il bambino in braccio cercando di calmarlo.
“che cosa? Che la persona in cui abbiamo riposto la nostra fiducia ci ha traditi, o che Harry è ancora vivo?” chiese lui di rimando atono.
“…Tutti e due. Ma dovremmo preoccuparci di Harry adesso. siamo i suoi tutori. So cosa stai pensando e ti assicuro che non ne vale la pena. Dobbiamo pensare a qualcos’altro con il resto dell’Ordine e con Silente, poi potremmo pensare ad un piano…”
“tua cugina è morta. I nostri migliori amici ci hanno abbandonati per sempre! E a portarceli via è stato quello che credevamo amico! E tu pensi all’Ordine?” urlò.
“si! Si, io penso all’Ordine, perché se i nostri amici sono morti non dev’essere stato invano! Non permetterò che altre persone…che tu vada incontro a morte certa!” risposi io, altrettanto ad alta voce.
“non sarà la mia morte a cui vado incontro, ma la sua! Questa è una promessa!”
“hai anche promesso di prenderti cura di Harry! Non puoi abbandonarlo ora! Se non vuoi restare per me, fallo almeno per lui. noi abbiamo perso i nostri amici, ma lui ha perso i genitori. Ha solo un anno. Ha bisogno di noi.” Dissi guardandolo negli occhi scuri più intensamente che potevo.
Vedevo esitazione in questi ultimi, ma la conversazione fu interrotta da un rumore di persone che si materializzavano. Ci voltammo subito spaventati.
“ah! Hagrid!” esclamammo in coro.
“che ci fai qua?”
“…o-ordini di silente. La notizia…è girata in fret-t-ta” rispose lui con voce spezzata. “L-lily e J-James…devo prendere il piccolo…p-per Silente”
“perché? Ci siamo noi qui!” obiettò Sirius.
“è nostro compito proteggerlo, ce lo hanno affidato. Lo terremo con noi.”
“il professor Silente ha detto che…”
“non mi interessa! Questo bambino è il figlio del mio migliore amico, appena morto! Non puoi portarcelo via, ha bisogno di noi!”
“sirius, il preside vuole portarlo alla sua famiglia…”
“siamo noi la sua famiglia!”
“cosa? Hagrid, non vorrai dirlo che vuole portarlo da mia cugina Petunia?” chiesi io senza fiato.
“no!” gridò Sirius “no, non andrà da quella arpia!”
“Mi dispiace. Devo.”
“…molto bene. Prendi pure la mia moto allora…a me non serve più.”
Stupito dal repentino cambio d’atteggiamento, Hagrid prese la moto e partì, prendendo delicatamente Harry dalle mie braccia.
Sirius poteva anche incantare Hagrid, ma non me.
“cosa credi di fare?! Adesso andiamo a casa, dopo aver dato a Lily e James un ultimo saluto e…”
“scordatelo! Adesso non ho più nessuno! Hanno portato via anche Harry, adesso posso andare a cercare quel vile traditore!”
“e io non conto niente allora? E Remus? E tutti gli altri? Io sono nella tua stessa situazione! Anche io mi sento completamente sola e abbandonata, ma… so di avere te! so di poter contare su di te…o almeno sapevo.” Conclusi.
“…Lylith” disse con un sospiro “ormai … non c’è più ‘io e te’. ormai…è tutto finito. Non fraintendere, è ovvio che tengo a te tantissimo, più di ogni altro al mondo adesso, ma…per me è finita. Ora l’unica cosa che devo fare, è trovare Peter e ucciderlo. Lo sento. È così che deve andare. Non guardarmi in questo modo, ti prego. Io devo farlo. È il mio unico e forse ultimo scopo nella vita.”
“non sai cosa stai dicendo. Resta. Resta qui con me. non lasciarmi anche tu.”
“io…devo andare. Se va tutto bene, ci rivedremo a casa.”
“certo, e fare come se non fosse successo nient…” replicai subito irritata ma un suo bacio mi troncò le parole in bocca. Non era un bacio innamorato o appassionato, era solamente un bacio d’addio. Si trasformò in cane e si allontanò nell’oscurità, seguendo una traccia invisibile.
Era inutile restare con le mani in mano perciò mi misi all’opera. Dopo aver risposto i corpi della persona a cui più tenevo al mondo, incisi sulla lapide la stessa frase che recita l’ultima riga dell’ultima pagina del libro preferito di Lily e che sentivo…adatta all’occasione: ‘l’ultimo nemico che sarà sconfitto è la morte’.
Rimasi ad osservare quella lapide bianca fino alle prime luci dell’alba, quando sentii un fruscio dietro di me. Albus Silente era apparso alle mie spalle e ora stava posando una ghirlanda di gigli sulla tomba.
“suppongo che tu voglia delle spiegazioni.” Non risposi. Aspettai in silenzio che mi spiegasse tutto. che voldemort era scomparso, era stato battuto forse, da Harry. Che lui doveva stare con Petunia e la sua famiglia per il suo bene. Che era meglio se io finalmente partissi per la mia ricerca di ingredienti alternativi nelle pozioni in giro per il mondo. E infine, che Sirius era stato portato ad Azkaban per aver ucciso Peter e altri babbani.
Annui a tutto, senza però capire il senso delle parole.
La stessa mattina feci le valigie da casa di Sirius e partii con l’idea codarda naturalmente di non fare mai più ritorno.
Non fu così.
a volte, tra i viaggi lunghi passavo per il Surrey, dove sapevo abitava mia cugina per almeno vedere Harry, ma non abbiamo mai parlato. Lo scorgevo di sfuggita mentre veniva preso a pugni dal cugino oppure, mentre puliva qualcosa. Cercavo di aiutarlo come potevo, ma a volte si accorgeva dei miei sguardi insistenti su di lui. smisi di andarli a trovare però quando Petunia disse ad Harry che ero un poliziotto e che l’avrei arrestato se non si fosse comportato bene. Harry aveva sette anni.
Una sola volta invece andai a trovare Sirius nella sua cella ad Azkaban, prima di partire, quando ancora l’effetto dei dissennatori non era stato troppo influente. Fu una breve visita.
“L’hai davvero fatto Sirius”
“ti interessa davvero saperlo?”
“Perché hai ucciso anche quelle persone innocenti? Credevo avessi detto…”
“non sai cos’è successo.”
“spiegamelo tu allora.”
“…lui…”
“lui? intendi Peter? Senti, il mio tempo non è illimitato, sto per partire. Probabilmente non ci vedremo più, per colpa tua e della tua brillante idea, nonostante i miei avvertimenti!”
“sei venuta qui per dirmi questo?”
“…si. Stavolta è un vero addio.”
“credi davvero che per la rabbia io avrei ucciso dodici persone innocenti?”
“credo che per la rabbia non mi hai voluto ascoltare.”
“non sono stato io, Lylith. quel bastardo si è trasformato facendo una scenata e ha fatto saltare la strada…”
“è andata così? e perché sei qui allora?”
“…non mi hanno concesso il processo, come di sicuro sai. Avanti, credimi. Sono sempre io. Mi conosci.”
“non ne sarei così sicura.”
“Lylith. tu mi credi.”
“no! Tu hai voluto vendicare James e hai ucciso Peter…come avevi promesso, d’altronde. E ti sei fatto prendere la mano, suppongo. Ma c’è chi pensa che tu fossi il maggiore sostenitore di voldemort…addirittura che tu abbia tradito i tuoi stessi amici”
“si lo so. Buffo, non trovi?”
“no, affatto. Devo andare adesso.”
“…tornerai vero? Un giorno? Questi potrebbero lasciarmi qui per non so quanto tempo, come farei senza il tuo bel sorriso?”
“non credo proprio. Devo farmi un’altra vita. È una cosa che devo fare, capisci? Addio” mentre mi allontanavo sentivo l’eco di una risata amara, che già mi mancava tantissimo. Ma dovevo.
 
 
Passai i seguenti dodici anni in tutte le zone dell’estremo nord, dall’Islanda all’Alaska, nei quali rimasi però in contatto con Silente. In realtà più che altro gli raccontavo più o meno ogni mese come andavano le mie ricerche sugli ingredienti di pozioni (così diversi dai soliti) e sulla cristallizzazione degli incantesimi nelle pietre, fino a quando, l’estate del mio dodicesimo anno dalla partenza, la lettera di Silente che ricevetti fu d’invito nella scuola di Hogwarts come insegnante di un corso speciale e avanzato di pozioni.
 
 allora, ho deciso di concludere qui questa parte della storia e di fare invece una serie, per maggiore comodità e non farla durare duecento capitoli! perciò mi farebbe davvero tanto tanto tanto piacere se vi andasse di leggere anche il seguito (purtroppo non ha ancora un titolo, ma cercherò di rimedirare al più presto! XDD) per adesso grazie a tutti per essere rimasti fino alla fine di questa prima parte! un bacio a tutti e a presto

 

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: PoisonVeleno