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Autore: RondineSapientina    03/06/2011    5 recensioni
"Al cuor non si comanda, sai Remus?"
"Sì, l'ho sentito dire; ma dubito fortemente che il tuo si lascerebbe sopraffare dalla ragione!"
"E il tuo"
, ribattè lei stizzita,"l'hai nascosto su un'isola deserta anni fa e hai buttato via la chiave del forziere, in cui si trova, perchè nessuno, nemmeno tu, potesse arrivarci!"
Ecco a voi una fanfiction su Lupin e Tonks e su cosa potrebbe essere successo tra i due, durante il quinto libro! Spero vi piaccia!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Capitolo 19

Un pranzo da dimenticare



Tonks si stiracchiò svogliatamente nel letto, in cui di solito dormiva uno dei due gemelli Weasley. La luce del sole passava attraverso le sottili tende di lino e finiva proprio sul suo cuscino. Con i piedi accartocciò le lenzuola verso la fine del letto e molto lentamente si mise a sedere. Si stropicciò stancamente gli occhi con le mani e passò la lingua sulle labbra secche per la notte. Dopo qualche secondo si ricordò che era già trascorsa una settimana da quando lei e i suoi genitori era stati trasferiti alla Tana. Era stata una settimana difficile. Sua madre la controllava continuamente e, come se non bastasse, le lanciava uno sguardo severo ogni volta che la trovava a parlare con Remus. Non poteva spiccicare una parola, che gli occhi ammonitori della madre la puntavano e Tonks doveva smettere immediatamente. Fu in quei giorni che ricordò per quale motivo avesse deciso di andarsene di casa e vivere in un appartamento proprio. Rimpiangeva fortemente l’indipendenza che aveva acquistato in quegli anni. Improvvisamente ricordò che per quel giorno Molly aveva organizzato un pranzo per tutti i membri dell’Ordine e certamente la madre sarebbe stata troppo presa dalla gioia di rincontrare Sirius per prestarle le sue pressanti attenzioni. Così si alzò dal letto con una marcia in più per affrontare la giornata che la stava per aspettare. Dopo che si fu vestita, scese in cucina e insieme alla madre e a Fleur diedero una mano alla signora Weasley ad apparecchiare la tavola e a cucinare la varie portate. La mattinata trascorse piuttosto velocemente e, senza nemmeno accorgersene, Tonks si trovò seduta a tavola tra Sirius e Remus, che tra risate e beffe, ricordavano i vari scherzi fatti ai tempi di Hogwarts. Dopo che Molly ebbe tolto da sotto i loro nasi i piattini del dolce, il signor Weasley propose di fare tutti insieme una passeggiata lungo il sentiero vicino alla Tana.

-Sirius, prima di uscire ritrasformati in cane e ricordati: vigilanza costante!- disse Moody, prima di uscire dalla casa ed essere investito dai raggi caldi di un Sole di fine aprile.

Così la comitiva si incamminò lungo il sentiero e Tonks approfittò del fatto che la madre stesse parlando con Molly e che il padre stesse descrivendo ad Arthur alcuni congegni babbani, per potersi allontanare un po’ e godersi quei pochi attimi di solitudine. Alzò il volto per poter assorbire il calore del Sole e metteva un piede davanti all’altro, cercando di non inciampare in qualche ramo secco. Dopo poco, però, si sentì tirate i pantaloni vicino al ginocchio e, quando guardò in basso, notò che un cane nero la guardava con aria divertita, mentre la lingua gli penzolava fuori dalla bocca e la coda scodinzolava velocemente. Allora il cane avanzò di poco e poi guardò di nuovo al ragazza, come in segno di sfida.

-Ho capito, ho capito. Ti va di fare una corsa con me, giusto?- chiese la ragazza, rivolgendosi all’animale.

Quello rispose abbaiando più volte, come conferma.

-E va bene!- disse, infine, Tonks –Al mio tre, partiamo! Uno…due…ehy! Sei partito in anticipo!

Ma il cane nero già correva veloce lungo il sentiero. Allora Ninfadora cominciò a correre, mentre da lontano sentì la signora Weasley gridare -Non allontanatevi mai dal sentiero, mi raccomando! Ma Tonks non ci fece molto caso. Corse il più veloce che poté, anche se i polmoni le stavano per scoppiare. Ormai di Sirius non c’era più traccia e improvvisamente si trovò ad un bivio. Allora si fermò di colpo e, mentre riprendeva fiato, cercava di riflettere su quale sentiero dovesse intraprendere. Quando ormai aveva deciso, sentì un fruscio alla sua sinistra e dopo poco il suo sguardo fu catturato da una macchia nera che sfrecciava veloce. Tonks strizzò gli occhi per distinguerne bene i contorni, ma non ci riuscì. Allora, sorridendo, urlò -Ti ho trovato Sirius! Non credere di potermi battere! Dopo quelle parole, ricominciò a correre con più foga di prima, inoltrandosi nella boscaglia fitta. I rami e le spine dei cespugli le graffiavano le gambe e il viso, ma Ninfadora non si sarebbe fermata per nulla al mondo. Quello era l’unico momento di libertà di quella terribile settimana trascorsa con i suoi genitori. Ora voleva solo sfogare la propria frustrazione. Fu così che, senza accorgersene, si ritrovò in una radura. Si guardò intorno alla ricerca del cugino, ma del cane nero non c’era nemmeno l’ombra.

“Dove diavolo è andato? Moody andrà su tutte le furie, se non lo riporto indietro!”.

Tonks aveva portato la mano vicino alla bocca e stava per urlare il nome di Black e chiamarlo, quando un’altra voce la bloccò.

-Guarda, guarda chi ha portato l’uccellino…anzi…il cane…

Era una voce agghiacciante, stridula, folle; e Ninfadora sapeva benissimo a chi apparteneva. Un brivido freddo le percorse la schiena e le sue gambe si immobilizzarono per la paura.

-Tua mamma non ti ha insegnato che è maleducazione non salutare la zia con il dovuto rispetto?

Allora Tonks si voltò di scattò e sbiancò, quando si trovò di fronte lei, Bellatrix Lestrange. Era ancora più terribile dal vivo. I suoi capelli neri e ricci, le sue labbra piccole e carnose, i suoi occhi scuri e malefici, tutto di quella donna incuteva timore.

-La zietta prodiga. Qual buon vento!- disse dopo poco la ragazza, cercando di richiamare a sé un po’ di coraggio.

-Sei identica a tua madre. Traditrice e spudorata.- continuò la Mangiamorte, mentre sul volto le si dipingeva un ghigno divertito.

-Non. Parlare. Così. Di. Mia. Madre…- sputò Tonks con rabbia.

Improvvisamente Bellatrix scoppiò in una risata fragorosa e agghiacciante, inclinando la testa indietro e lasciando intravedere i denti perfettamente bianchi.

-Dimenticavo che tu sei un Auror- disse la donna ironicamente, mentre faceva qualche passo intorno a Tonks –E che il tuo compito è quello di difendere i deboli…

-…e di spedire ad Azkaban i Mangiamorte come te!

Fu questione di un attimo, che Ninfadora afferrò la bacchetta dalla tasca dei pantaloni e pronunciò l’incantesimo.

-Stupeficium!

Ma Bellatrix fu più veloce e parò l’attacco.

-Non c’è da stupirsi, se non sei un granché come strega. In fondo sei sempre figlia di uno schifoso Babbano! REDUCTO!

La furia con cui aveva pronunciato l’incantesimo era talmente forte, che se Tonks si fosse protetta con una semplice barriera magica, sarebbe stata comunque colpita e catapultata lontano. Così si riparò dietro l’albero più vicino e, schiacciando la schiena contro il tronco, guardò un enorme masso esplodere per l’incantesimo, che aveva appena schivato.
Poi una nuova consapevolezza prese corpo nella mente di Tonks. Era in trappola.

 -Ti va di giocare a nascondino con la zia, eh? E va bene! Allora giochiamo!

Ninfadora sentiva i passi della Mangiamorte avanzare tra le foglie secche e sapeva che si stava avvicinando. Doveva fare qualcosa.

“Sta venendo da destra! Sì, ne sono sicura!”.

Allora, stringendo la presa attorno alla bacchetta e inspirando profondamente, si portò allo scoperto e lanciò l’incantesimo, sicura di colpire Bellatrix, ma l’attaccò andò a vuoto.

-Mancata!

Tonks riuscì solo a girarsi e a guardare la sua nemica in volto, che un altro incantesimo la colpì in pieno petto e la scaraventò al centro della radura. L’impatto con il terreno fu così violento, che un dolore lancinante le si diffuse per tutta la schiena. Non riusciva a muovere nemmeno un muscolo. Provò ad alzarsi sui gomiti, ma qualcosa la colpì sul petto e la costrinse a gettarsi di nuovo a terra. Quando alzò lo sguardo, vide Bellatrix che con un sorriso beffardo la sovrastava e le puntava la bacchetta contro, mentre con il piede premeva sul suo sterno.

-Quell’orbo di Malocchio non ti ha insegnato a combattere?

Ninfadora non aveva la forza si risponderle, soprattutto perché il tacco dello stivale le impediva di respirare. Allora cercò di alzare la mano che impugnava la bacchetta, ma la Mangiamorte la anticipò, colpendola con un calcio e lanciandola lontano.

-Sarebbe troppo banale ucciderti così…perché non recuperiamo il tempo perso e ci divertiamo un po’ insieme?

Tonks incrociò lo sguardo folle di Bellatrix e capì che non aveva più scampo.


*      *     *



“Ma dove sono andati quei due?”.

Remus si trovava di fronte al bivio, di cui Molly gli aveva parlato. Si grattò la testa, indeciso su quale sentiero intraprendere. Quando Sirius e Tonks erano scomparsi di corsa dalla vista del gruppo, lui si era offerto di andarli a cercare. Aveva seguito le indicazioni di Molly e le tracce lasciate dai due amici lungo il sentiero, ma, in fondo, aveva sperato di incontrarli prima del bivio, mentre, esausti, cercavano entrambi di riprendere fiato. Tenere Tonks sotto controllo si era rivelato essere più difficile del previsto, soprattutto perché la ragazza rischiava la vita più per colpa della sua goffaggine, che per dei terribili Mangiamorte. Ormai aveva perso il conto di quante volte in quell’ultima settimana l’aveva afferrata giusto in tempo, prima che rovinasse per terra e si spaccasse il naso. Un sorriso divertito gli comparve sul volto, al ricordo di quei momenti.

“Sarà anche un uragano, ma è impossibile non lasciarsi contagiare dalla sua allegria!”.

Remus aveva appena deciso di inforcare il sentiero di destra, quando un urlo agghiacciante squarciò il silenzio assoluto del bosco.

“TONKS!”.

La consapevolezza che lei fosse in pericolo in un primo momento lo mandò nel panico più totale; dopo pochi secondi, però, lo spinse ad agire. Così con la bacchetta inviò un Patrono agli altri e poi cominciò a correre verso l’origine della voce, sperando che non fosse troppo tardi.


 

*       *      *


 

Tonks era distesa per terra, tra le foglie secche della radura, mentre il petto le si alzava e abbassava sempre più lentamente. Non aveva la forza di reagire o di alzarsi in piedi per fronteggiare la nemica. Ormai sapeva che Bellatrix si stava divertendo ad ucciderla lentamente. Il suo scopo era quello di farla soffrire e ci stava riuscendo.

-Si vede che sei la figlia di quella ignobile di tua madre!

Allora la Mangiamorte avvicinò il proprio volto a quello pallido della ragazza e le soffiò con rabbia. -Starai pregando che ponga fine alla tua inutile esistenza…- emise un ghigno di soddisfazione e inclinò leggermente la testa di lato –Non preoccuparti. Il Signore Oscuro non mi ha dato abbastanza tempo per divertirmi con te. Manderò un saluto speciale ad Andromeda da parte tua!

Bellatrix puntò la bacchetta proprio sul volto di Tonks. Stava per pronunciare l’Anatema che uccide, solo che le parole le morirono in bocca, quando un’altra voce echeggiò nella radura.

-TONKS! TONKS DOVE SEI?

Ninfadora riconobbe immediatamente il tono di voce. Remus la stava cercando. Avrebbe voluto urlare, dirgli di scappare finché era ancora in tempo; ma sentiva che le forze la stavano lentamente abbandonando. Dopo poco seguì l’abbaiare di un cane, dal lato opposto del bosco. Anche Sirius la stava per raggiungere. Bellatrix si guardò attorno, allarmata e indecisa se portare a termine la sua missione oppure fuggire. Lanciò un ultimo sguardo alla ragazza, distesa scompostamente per terra. Udì i passi dei due uomini avvicinarsi sempre di più e raggiungere il limitare della radura. Alla fine si chinò verso Tonks e le sussurrò nell’orecchio

-Per questa volta ritieniti fortunata, perché non ti sarà data un’altra occasione…

E dopo essersi ricomposta, si Smaterializzò, prima che qualcuno potesse fermarla. Dopo pochi secondi comparvero Remus, correndo a per di fiato, e Sirius, ancora tramutato in cane. Quando videro Ninfadora, la affiancarono immediatamente. Lupin, allora, le sorresse la testa e cominciò a parlarle

-Tonks! Tonks cosa ti è successo? Tonks riesci a sentirmi?

Sirius, che intanto aveva assunto di nuovo la propria forma umana e si era inginocchiato accanto alla cugina, disse all’amico

-Rem, guarda i tagli! E’ stata torturata!

Sul volto del licantropo comparve un’espressione di stupore e paura insieme.

-Tonks…sai dirmi chi ti ha fatto questo? Ti prego…non abbandonarci…

Ninfadora non sentiva più nulla. Le voci dei suoi amici erano lontane e soffuse. Percepiva l’oscurità avvolgerla e le palpebre faticavano a restare aperte. Però, prima di perdere i sensi, riuscì a emettere una parola, anzi un nome.

-B…Bellatrix…
 


Ok...chiedo scusa per il ritardo, però ho avuto problemi con il vecchio portatile, che, non appena lo accendevo, si bloccava sulla schermata iniziale. Mi scuso e mi inchino davanti a voi per introduzione molto riassuntiva, ma non volevo essere troppo prolissa e stancarvi con le cose inutili, tipo le portate che Molly ha servito a tavola o cosa simili. Spero che questo capitolo sia stato avvincente e...dinamico...perchè no?! (fase di sclero delle 23:24!!). Coooomunque ringrazio sempre tutti per i commenti che con grande pazienza mi lasciate, non sapendo se vi risponderò (putroppo mancano tipo 20 giorni all'esame di maturità e la ripetizione incombe!).
Vi prometto che il prossimo capitolo sarà un pò più romantico...ho già un'idea in mente (eheh...)...poi vedrete, anzi leggerete!
Un bacio abby_nigel

  
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