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Autore: Hikari93    04/06/2011    6 recensioni
Dato che ormai adoro scrivere di Minato e Naruto (anche perchè non se ne trovano troppe su loro due), eccomi qui con un'altra (spero) dolce shot su loro due. E' una notte buia, una notte speciale, quella delle stelle cadenti. Cosa desidererà il piccolo Naruto? E' una shot riflessiva, più che altro.
Mi farebbe piacere se la leggesse e, magari, commentasse ^///^
Grazie in anticipo!
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Yondaime
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Niente è impossibile quando ti chiami Naruto Uzumaki!

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Era una bella notte d’estate. Le stelle brillavano fisse in quel cielo scuro, creando quasi una contraddizione con l’immensa chiazza blu che le avvolgeva.  Il vento soffiava leggero e i capelli del piccolo Naruto Uzumaki si muovevano seguendo quel ritmo pacato. Si era allontanato giusto un po’ dal giardino di casa sua – dove si stava tenendo una specie di festa all’aperto –  perché si sentiva come attratto da quei puntini luminosi.
“Chissà se riuscirò ad esprimere qualche desiderio”, pensò, speranzoso.
Infatti, quella non era una serata normale, era la notte delle stelle cadenti, quella in cui è possibile che i propri sogni si avverino. Basta affidarli ad uno di quei puntini in movimento.
 

Naruto Uzumaki poteva definirsi uno dei bambini più felici della Terra. Aveva una famiglia eccezionale, un papà e una mamma che non gli facevano mancare nulla, che gli somministravano tutto l’amore necessario. Poi c’erano i suoi amici: lui era molto simpatico, ne aveva parecchi, quindi. Sapeva farsi voler bene da tutti, in un modo o nell’altro. Forse tranne che da quel Sasuke Uchiha, ma, in fondo, sapeva che anche lui gli voleva bene… a modo suo.
Per questo motivo, il ragazzino non aveva la più pallida idea di cosa avrebbe potuto desiderare. Aveva tutto.
“Mi verrà in mente quando la vedrò, ora devo soltanto cercare”, si disse.
 
Una mano gli si poggiò sulla schiena, facendolo sobbalzare. Si voltò di scatto e incontrò degli occhi azzurri, simili ai suoi: era suo padre.

-Che ci fai qui tutto solo, Naruto?- chiese costui, il sorriso sulle labbra.
-Volevo guardare le stelle.- disse Naruto, con semplicità.
-E perché, da lì non le vedevi?- fece Minato, sempre sorridendo,  scompigliando i capelli di suo figlio. Quanto era tenero quel bambino? Era evidente che c’era qualcos’altro che lo turbava, lo vedeva dai suoi occhi più spenti del solito. Suo figlio non amava la solitudine. Preferiva, anzi, essere sempre al centro dell’attenzione.
Naruto fece spallucce, spostando di nuovo lo sguardo verso il cielo.
-E’ normale che i grandi ci si comportino così?- domandò ad un tratto, gli occhi sempre rivolti altrove.
Il padre lo guardò stringendo gli occhi: non capiva cosa volesse dire. Naruto sembrò capire, infatti, inarcò le sopracciglia come se stesse pensando a come spiegarsi meglio.
-Prima, con Jiraiya, intendo.- disse il ragazzino.
-Che cosa avrebbe fatto Jiraiya?- chiese Minato, che ancora non aveva ben inteso.
-No, no, niente.- si affrettò a dire Naruto. -E’ solo che… tu gli vuoi bene, vero papà?-
-Certo.- rispose il maggiore, come se fosse la cosa più normale del mondo. -E’ come un padre, per me.- aggiunse.
-E allora perché non lo hai abbracciato? Cioè, l’ho visto soltanto scompigliarti i capelli, nient’altro.- chiarì Naruto, allargando le braccia e guardando il papà negli occhi.
-Ma Naruto, questo non è l’unico modo per dimostrare il bene verso una persona.- sorrise.
-Io non credo che sia così!- si imbronciò il piccolo. -A me piace abbracciarmi e farmi abbracciare da te! Anzi, credo che a tutti, grandi e piccoli, piaccia.-
-Quando si cresce è diverso, piccolo mio, non è più la stessa cosa. Non è più normale vedere la gente abbracciarsi, come faccio io con te.- spiegò. Poi lo sollevò il braccio, stringendolo forte a sé.
 
Naruto non era troppo d’accordo con quella spiegazione. Per lui l’età non contava, e forse non era neanche troppo importante il dimostrare l’effetto. Soltanto che provava una gioia immensa quando stava tra le braccia del suo papà – come in quel momento – e non riusciva a capire come potessero gli adulti rinunciare a qualcosa di tanto piacevole. Era la migliore medicina; ti sollevava il morale senza costare nulla.
-E’ inevitabile.- continuò Minato, con una punta di agonia, quasi gli avesse letto nella mente.
-No, invece!- esclamò Naruto, con convinzione. -Io non smetterò mai di venire accanto a te e di pretendere un abbraccio come questo! Io sarò diverso. La crescita non mi cambierà, non voglio che lo faccia.- Così dicendo, si lasciò coinvolgere totalmente da quella situazione. Una sensazione magnifica, ecco cos’era.
 
In quell’istante, una stella cadente passò nel cielo, anche se il piccolo biondo non la vide.
Chi lo sa se il suo desiderio implicito si sarebbe avverato. Con la sua cocciutaggine, avrebbe sconfitto persino ciò che è naturale, come il cambiare crescendo? Non si sa, in fondo, niente è impossibile quando ti chiami Naruto Uzumaki.

 
 




Ciao! ^__^
Ormai scrivere, per me, è diventato un vero e proprio desiderio.
Magari non ci riesco con i migliori risultati (questo è sicuro -__-), ma credo di curare almeno la grammatica e di non buttare giù parole a caso: magari mi sbaglio, magari quello che scrivo fa schifo ed io ho ancora il coraggio di pubblicarlo, intasando questo sito… mah, a voi l’ardua sentenza.
Dovete “ringraziare” le vacanze estive per la mia assiduità su questo sito. -___-“
Felici, vero?
Grazie per aver letto e scusate per questo deprimente “angolo dell’autrice”.

 
  

   
 
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