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Autore: AngelSword    04/06/2011    6 recensioni
“Le loro vite sono legate ad un essere umano,” spiegò Robin.
Gli altri la guardarono di nuovo senza capire.
“Se l’umano a cui è legato l’Antico riceve un colpo, l’Antico lo riceve a sua volta, anche se ci sono migliaia di kilometri tra di loro. Se l’umano viene ferito, allora anche l’Antico viene ferito nello stesso punto e con la stessa gravità. Se l’umano muore, a meno che non si tratti di morte naturale, anche l’Antico muore. Invece se l’Antico dovesse morire l’umano sopravvivrebbe.”
Ci fu un momento di silenzio. Poi Usopp diede voce alla domanda che ronzava in testa a tutti “Se quello che dici è vero, allora lei a chi è legata?”
I Mugiwara si scambiarono uno sguardo indagatore.
Nel frattempo Chopper aveva terminato la visita. Esitò un momento prima di rigirare la ragazza, mettendola supina. 'Voglio avere la conferma...' le aprì la camicia bianca, lasciandola in top. Allentò le bende. A quello che vide trattenne il respiro. “So a chi è legata,” disse infine.

La mia prima FF in assoluto! Datemi il beneficio del dubbio almeno per i primi 5 capitoli XD Altri dettagli nella premessa.
Question Corner all'interno!! XD Fare Attenzione!
Genere: Avventura, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Roronoa Zoro, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ancient Saga'
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Capitolo 2 (Parte 3) - Andrà Tutto Bene

I giorni passarono veloci. Aqua stava con tutti e si faceva raccontare le loro avventure passate. Aiutò Chopper con la preparazione dei medicinali e gli spiegò la sua struttura corporea, ma non gli fece mai vedere l’occhio coperto. Di tanto in tanto cucinava insieme a Sanji, il quale le regalava sempre una rosa rossa, colta fresca dal piccolo giardinetto sulla nave. Pescava insieme a Rufy e Usopp, e quando rimaneva solo lei sveglia prendeva le loro lenze e pescava al loro posto. Aiutava Franky a costruire strani marchingegni e a riparare la nave quando si rovinava, gli diede anche svariate idee per nuove armi con cui equipaggiare la Sunny. Quando Nami disegnava le sue cartine, Aqua le illustrava i fondali marini della zona, raccontandole spesso dei tesori che aveva visto. Nei pomeriggi più caldi chiacchierava con Robin, insegnandole a leggere la scrittura degli Antichi che somigliava molto a quella dei Poigne Grieffe e le raccontava delle antiche leggende. Alcune volte Brook le faceva lezione di musica, ma ogni volta che le chiedeva di cantare lei si rifiutava sempre. Quando era bel tempo, e Zoro si allenava sul ponte principale, lei gli faceva compagnia e simulavano anche dei combattimenti. Aqua usava solo le lame che aveva sulle ali. Per quanto sembrasse incredibile, lo spadaccino non era ancora riuscita a batterla. A volte li portava in gita ai fondali marini. Quando non faceva nessuna di queste cose, si sedeva ai piedi di un albero sul ponte e disegnava. Disegnava la Sunny, i suoi nuovi amici e tutto quello che non voleva dimenticare. Era anche brava.

 Ogni sera però, a volte dopo cena, a volte anche prima, andava in palestra e mentre Zoro si allenava, Aqua gli raccontava di sé dandogli svariati consigli per migliorare la sua tecnica. Poi quando si faceva tardi e lei sembrava stanca, Zoro la faceva sedere vicino a lui, le metteva un braccio intorno e le faceva ascoltare il battito del suo cuore.

Durante una di questa sere Aqua chiese a Zoro “Chi ti ha fatto questa cicatrice?” Intanto la sfiorava con le dita.

“Mihawk, l’attuale più grande spadaccino del mondo” rispose lui.

L’Antico tacque un secondo. “Che motivo aveva per farti del male?”

“Lo avevo sfidato per il titolo di miglior spadaccino e ho perso.”

Aqua gli diede uno schiaffetto sulla pancia. Zoro sussultò e fece per controbattere ma lei lo anticipò “Ecco, vedi! Tu carichi sempre il nemico a testa bassa e poi chi ci rimette sono io!” disse piano. Il sonno stava per prendere il sopravvento. Zoro la guardò da sopra. Sorrise quando un pensiero gli balenò in testa. Zoro benedisse l’accordo tra di loro: niente visite clandestine nelle menti dell’altro tranne in casi estremi. Lei sbadigliò. Poi gli chiese ancora “Perché vuoi diventare il miglior spadaccino del mondo?”

Zoro non si sarebbe mai aspettato una domanda del genere. “Perché è il mio sogno e perché ho promesso ad una persona che lo sarei diventato.”

Lei riflettè per qualche secondo. La sua mano aveva ricominciato a disegnare ghirigori sulla sua cicatrice facendogli il solletico. “E dopo che avrai realizzato questo sogno, che farai?” gli chiese.

Zoro tacque. Aveva ragione: cosa avrebbe fatto? Non ci aveva mai pensato. Di certo sarebbe rimasto insieme ai suoi nakama, ma poi?...

“Comunque sia, ti aiuterò,” gli disse Aqua “Preparati a dei lunghi giorni di allenamento intensivo. Io sono tutto fuorchè clemente...” E infine si addormentò a metà frase.

Zoro sorrise. Sistemò come sempre Aqua sulla panca. Questa volta si erano portati alcuni cuscini. Le mise sopra la coperta. Poi si mise di nuovo a piedi della panca e seguì il consiglio di Aqua. Chiuse gli occhi e si preparò mentalmente agli allenamenti futuri. Si chiese anche perché trattava così quella ragazza. Non trovò una risposta. E forse era meglio così.

 ***

Passata la terza settimana, avvistarono finalmente terra. Si fermarono ad un isola estiva chiamata Kumo. Sanji andò al mercato per fare rifornimento. Chopper, accompagnato da Brook, andò in farmacia a comprare delle erbe curative. Zoro rimase sulla Sunny: Aqua lo aveva davvero fatto allenare ad un ritmo intensissimo, e adesso era tremendamente stanco. L'Antico lo prese in giro per la sua scarsa resistenza. Lui era troppo stanco persino per controbattere, ma quando lei accennò ad un allenamento speciale per migliorarla, lo spadaccino cominciò a sudare freddo.

Aqua andò insieme a Nami, Robin e Usopp in giro per i negozi. Chi comprava erano le ragazze, mentre Usopp serviva solo come facchino. Mentre camminavano Aqua disse a Nami e Robin “Certo che questa città è davvero affollata...” Si girò e disse a Usopp “Hey, Usopp, ci sei?”

“S-sì, non c’è problema” fu l’incerta risposta.

“Già, dev’essere un importante centro commerciale” disse la navigatrice.
“Possiamo fare un salto in libreria? Voglio vedere se trovo alcuni libri,” chiese Robin.

“Certo che sì,” risposero sorridenti Nami e Aqua.

Mentre loro parlavano, un signore là vicino stava facendo una telefonata. “Qui è il Quartier Generale della Marina, chi parla?” risposero dall’altra parte del telefono. “Zalenia è qui,” rispose l’uomo e diede al Marines le coordinate dell’isola. Poi attaccò e si allontanò da lì.

Robin era riuscita a trovare i libri che cercava e riuscì anche a prenderli gratis grazie a Nami. “Certo che sei davvero forte Nami” gli disse Aqua mentre uscivano “Un giorno mi devi dire come fai!” e sia lei che Nami che Robin scoppiarono a ridere. Quando Aqua guardò per caso su un tetto di una casa davanti a lei, la sua risata si smorzò gradualmente.

Poi una freccia sibilò sulle loro teste. Aqua la prese in tempo prima che colpisse Nami in mezzo agli occhi. La ruppe nel pugno.

“Aqua cosa...?”

“Non c’è tempo per le domande. Andatevene da qui!” disse e si allontanò da loro poco prima che un’altra freccia si conficcasse nel suolo dove prima c’era Aqua. Nami, Robin e Usopp la seguirono.

Mentre Aqua correva in mezzo alla folla pensava continuamente ad una sola cosa: Sono tornati! Sono tornati! Non li lascerò fare del male ai miei nakama! Mai e poi mai!

Si fermò solo finchè non raggiunse uno spiazzo isolato, lontano dalla folla. I tre amici la raggiunsero poco dopo. “Aqua.... adesso mi devi spiegare.... cosa sta succedendo” le disse Nami col fiatone.

Aqua non si mosse. Rimase in piedi in ascolto. Poi si girò di scatto e gridò “Giù!!” Nami e Robin fecero in tempo ad abbassarsi ma Usopp,che teneva ancora i vari pacchi e pacchetti, no. Un secondo dopo lui si ritrovò attaccato al muro da una schiera di frecce che lo tenevano per i vestiti. Nami e Robin si misero in guardia. Aqua sguainò uno spadone. Non li aveva mai usati in loro presenza prima d’ora. Una parte era fatta di una strana pietra blu chiaro e attraversata da delle strane venature azzurrine,dall’altra una lama d’acciaio affilatissima rifletteva i raggi del sole. Poi arrivarono.

Erano in tanti, tutti vestiti di nero e rosso. Cacciatori di taglie. Robin ne fece fuori alcuni “Seis Fleur....Clutch!” si sentirono dei sinistri scricchiolii.

 Nami ne stava intrattenendo altri con i suoi fulmini. “Cool Ball! Heat Ball!...Thunderbolt Tempo!!” disse lanciando una Thunder Ball verso la nuvola appena creata. I cacciatori finirono distesi a terra, fulminati.

 Aqua ne stava facendo fuori a decine. Danzava aggraziata tra di loro colpendoli velocemente ai punti vitali. La sue lame si colorarono di rosso. Stava per scagliare il prossimo fendente quando sentì l’urlo di Nami. Aqua si voltò e il suo avversario le trapassò la spalla con un pugnale. Lei lo eliminò con un fendente ben piazzato. Vide Nami con un coltello al collo.
 Chi teneva il coltello era uno dei cacciatori. Stava per avventarsi su di loro per aiutare la navigatrice ma si fermò quando vide con la coda dell’occhio Robin cadere a terra. Si girò verso di lei. Un altro cacciatore l’aveva intrappolata in una rete di agalmatolite. Sentì dei passi. Tutti i cacciatori si fermarono e guardarono oltre le sue spalle.

“Bene, bene...Ci si rivede..” disse una voce bassa e tonante. Aqua si girò e lo guardò fisso negli occhi. “...Zalenia. Quanto tempo è che non ti vedo? Due? Tre anni?” disse la voce. L’uomo che parlava era alto e muscoloso, anche lui vestito di nero e rosso, ai suoi fianchi erano appesi due spade lunghe e pesanti da combattimento. Aveva il collo massiccio e i tratti del suo volto erano duri, che non lasciavano trasparire nessuna emozione. Sulla guancia destra aveva due grosse cicatrici.

“Racnoid, è sempre un dispiacere vedere quel tuo brutto muso” replicò l'Antico.

Racnoid ridacchiò “Dai,non essere così scortese con me: sono più di vent’anni che ti corro dietro. E queste mi ricordano ogni giorno che tu sei lì da qualche parte ad aspettarmi” disse sfiorandosi la guancia segnata.

Aqua non rispose. Si limitò a fissarlo con odio. “Avanti,non guardarmi storto.” Poi allargò le braccia “Se ti do così fastidio,perché non mi fai fuori? Ah, già è vero: tu odi uccidere a meno che non si tratti di Marines. Ecco perché dall’ultima volta ti sei limitata solo a due cicatrici.”

“Non darmi una ragione per cambiare idea” poi indicò i suoi nakama con un cenno della testa “Lascia andare i miei amici. Sono innocenti.”

“Innocenti?” Racnoid scoppiò in una fragorosa risata “Amici”? Te li sei fatti amici solo per tenerti una scorta di vittime nel caso uccidessi tutti i Marines?”

“Non è vero!!” urlò Aqua e si lanciò contro di lui, ma si fermò quando il cacciatore che teneva Nami pressò ancora di più il pugnale che teneva sul suo collo e due cacciatori prendevano di mira con delle pistole sia Robin che Usopp. Aqua abbassò lo spadone e appoggiò la punta a terra. Tornò a fissare Racnoid.

“AHAHAHAHAHAH!! Divertente, Zalenia! Avevi trovato lo spirito giusto per uccidermi ma ti sei fermata davanti alle minacce contro i tuoi “amici”” rise lui imitando con le dita il segno delle virgolette mentre pronunciava l’ultima parola.

“Che cosa vuoi?” gli chiese sprezzante Aqua. La sua testa stava cominciando a girare: stava perdendo troppo sangue dalla spalla. Scacciò il senso di nausea e si concentrò unicamente sui suoi compagni e il bastardo che aveva davanti.

La risata di Racnoid si spense e fu rimpiazzata da un sorriso malvagio, di chi sapeva di aver vinto la partita in partenza. “Come ben sai, i tuoi ‘amici ’ non sono così innocenti: anche loro sono ricercati. E come ben sai, io sono un cacciatore di taglie e in quanto tale dovrei consegnarli subito alla Marina per farli giustiziare.” Disse e alzò le sopracciglia in una finta espressione di dispiacere e congiunse le mani “Ma oggi mi sento particolarmente clemente. Ti do la possibilità di ricongiungerti con tuo fratello e di lasciare andare i tuoi ‘amici ‘ “

“Come?” chiese Aqua. Stava diventando difficile ignorare le vertigini. Barcollò leggermente.

“Zalenia, chi sono questi?” chiese Nami. Non aveva usato il suo vero nome perché molto probabilmente quel tizio non lo sapeva. E non sarebbe di certo stata lei a dargli la soddisfazione di fargli conoscere il suo vero nome. Il cacciatore che la teneva la strattonò per farla tacere.

“Ma come? Non gli hai mai parlato di me?” chiese fingendosi meravigliato. “Io sono Racnoid, il miglior cacciatore di taglie sulla faccia della terra. Sono stato ingaggiato direttamente dalle alte sfere delle Marina. Il mio incarico è lo stesso da vent’anni, cioè trovare ed uccidere la sicaria conosciuta come Zalenia.” Disse rivolgendosi direttamente ai tre Mugiwara.

Nami guardò scioccata la sua nakama.

“Non volevo mettervi nei guai raccontandovi dei miei problemi” le disse Aqua senza girarsi.

“Torniamo a noi, prima che tu svenga. Scommetto che dopo aver perso tutto quel sangue, tu abbia tanta voglia di dormire” disse Racnoid ridacchiando.

Lei continuava a fissarlo. “Come?” ripetè. Ora la nausea era diventata insopportabile. Il sangue che sgorgava dalla sua ferita stava cambiando colore: dal rosso vivo stava diventando azzurro metallizzato. I suoi piedi erano in mezzo ad una grossa chiazza rossa e azzurrina.

“Il tuo sangue umano sta finendo. Dovrei sbrigarmi prima che anche il tuo Sangue Antico finisca...” disse Racnoid.

“COME??!” urlò Aqua. Poi ripensò a quello che lui le aveva detto prima. “Come sai dov’è mio fratello?”

“Quel povero ingenuo?” Racnoid rise “AHAHAH! Ho catturato anche lui! Poverino, adesso starà pensando a te che vieni liberata e lasciata in pace per il resto della sua vita!” Rise ancora più forte.

A quel punto Aqua non resse più e gli si avventò contro una seconda volta. Fece fuori i tre uomini che cercarono di fermarla. Poi si fermò una seconda volta quando sentì uno sparo. Si girò verso Robin e Usopp. Fortunatamente erano incolumi, ma il colpo era stato sparato a pochi centimetri di distanza dalle loro teste. Una sottile linea rossa colorò il collo di Nami là dove era tenuto premuto il pugnale. Si fermò una seconda volta. “TI HO DETTO DI LASCIARLI ANDARE!” urlò a Racnoid. Barcollò di nuovo. Perfetto, Adesso faticava anche a stare in piedi.

“Consegnati a noi e li lascerò andare. Ti do la mia parola d’onore. E tu sai che io mantengo sempre la mia parola” disse infine il cacciatore.

Aqua guardò i suoi compagni e, per la sorpresa di tutti, gli sorrise “Andrà tutto bene” gli disse in un soffiò. Poi si voltò di nuovo verso Racnoid e gli puntò contro la punta dello spadone. Lo lasciò andare e si conficcò al suolo. Si slacciò la cinghia che assicurava l’altro spadone alla sua schiena lasciando cadere anch’esso. Per ultimo lanciò il suo kriss in mezzo agli occhi di un altro cacciatore, uccidendolo sul colpo.

“Saggia decisione, Zalenia” disse l'uomo. Un altro sorriso malvagio si dipinse sul suo volto.

Poi Aqua fu circondata dagli altri cacciatori. Lei non oppose resistenza. Nami fu lasciata e fece solo in tempo a urlare “Aqua! No! Non farlo!” poi cadde a terra dopo aver ricevuto un colpo sulla nuca da parte del cacciatore. L’ultima cosa che vide fu la ragazza a cui veniva inflitto lo stesso trattamento. “Aqua...” mormorò allungando una mano nella sua direzione. Poi le forze l’abbandonarono e il mondo intorno a lei le negò la vista,oscurandosi fino a diventare nero.

***

Si risvegliarono circa un’ora più tardi. Robin non era più circondata dall’agalmatolite e Usopp era a terra vicino a lei. Doveva aver opposto resistenza, perché delle sottili linee rosse ne segnavano il viso e le braccia. Nami si mise in ginocchio. Il taglietto sul suo collo si era cicatrizzato. Accanto a lei Robin e Usopp fecero lo stesso. Poi gli avvenimenti di prima gli piombarono addosso come una terribile colpa: Aqua si era lasciata catturare per salvarli. Nami cominciò a guardarsi intorno agitata. Si stava tempestando di domande: da quanto erano rimasti svenuti? Dove avevano portato Aqua? Quanto erano distanti? Ma la domanda peggiore era Cosa gli avrebbero fatto? Nami si alzò in piedi, ignorando il dolore lancinante alla testa. Anche Usopp si alzò ed aiutò Robin a fare lo stesso. La navigatrice vide gli spadoni e il pugnale di Aqua a terra vicino ad una chiazza di sangue raggrumato. Almeno avevano fatto sparire i cadaveri. Li raccolse in fretta. Doveva sbrigarsi ad avvertire gli altri. Sollevando lo spadone ancora dentro il fodero rimase immobile a fissare il suolo. Avrebbe voluto prendersi a schiaffi per la propria ingenuità e debolezza.

Poi si alzò. Guardò i suoi nakama. Bastò uno sguardo per capirsi. Il secondo seguente stavano correndo a perdifiato verso la Sunny. Nami pensò a quello che aveva visto scritto sul terreno sotto lo spadone: “NON SEGUITEMI”. Lei sapeva già dall’inizio cosa sarebbe successo, ma non aveva esitato un solo momento a consegnarsi per salvarli. Questo pensiero la spinse a correre ancora più forte. Adesso doveva avvisare gli altri. La priorità era salvare Aqua, anche se ciò significava contraddirla. 
  
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