PG base: Sakura
PG aggiunto: Sasuke
Prompt: vetro
Crack. Crack. CRACK
Metto un piede davanti all’altro con cautela. Ho quasi paura di procedere: intorno a me c’è solamente un’oscurità così densa da sembrare quasi palpabile ed io ho timore di inciampare, di cadere.
Ad ogni passo, mi mordo la lingua per non urlare: il mio brancolare nel buio mi è doloroso: ogni volta che poggio il piede a terra, quelle che paiono schegge mi si conficcano nella carne, ferendomi la pelle. Quel terreno diabolico scricchiola sotto i miei passi: pare quasi neve cristallizzata e dolorosamente affilata.
E poi ti vedo. Mi fermo di colpo.
Sei lì, come una presenza eterea ed ultraterrena in tutta quella monotona assenza di vita.
Forse, davvero non sei umano: il tuo corpo è così stranamente trasparente, da attraverso il tuo viso posso vedere la chiara immagine distorta dell’oscurità che è dietro di te. La carne non dovrebbe lasciar intravedere nulla di ciò che la circonda: sei forse divenuto un fantasma?
Sembri così fragile: ho come l’impressione che se qualcuno ti facesse inciampare e cadere a terra, finiresti in frantumi. «Sasuke?» chiamo, incerta; la mia voce giunge ovattata e sommessa alle mie orecchie: pare che quell’oscurità attutisca i suoni.
Ti volti a guardarmi, indifferente: hai la tua solita aria fredda e distaccata, quella di un’antica statua.
«Sasuke» ripeto. «Sasuke, portami con te!» credo di aver urlato, ma la mia voce pare comunque arrivare da molto lontano.
Potrei giurare che sul tuo viso sia comparso un sorrisetto ironico. «No: sei noiosa. Ed inutile». Quelle parole mi colpiscono come una dolorosa coltellata. Altrettanto profondamente mi feriscono.
Sento gli occhi farsi umidi: tento di ricacciare indietro le lacrime, mentre riprendo la mia marcia: questa volta sono diretta verso di te. E sto correndo.
«NO! Non te ne andare. Non lasciarmi sola!»
Ignoro le schegge che mi trafiggono le piante dei piedi e continuo a correre: ancora più veloce. Ancora…
Ti raggiungo e, disperata, ti getto le braccia al collo; ti sento incredibilmente freddo e duro: potrei paragonarti ad un bicchiere, tale è la tua consistenza.
Non mi importa. Rinsaldo la presa, ti stringo più forte, più che posso: mi illudo che, in questo modo, non riuscirai a fuggire. Che ti potrò tenere accanto a me. Per sempre.
Stringo. Stringo più forte. Più forte.
Crack. Crack. CRACK.
Il rumore sinistro di vetro che si sgretola, si infrange, mi giunge alle orecchie: apro gli occhi, che non mi ero nemmeno resa conto di aver chiuso. Vedo il tuo viso impassibile a pochi centimetri dal mio, lo vedo ricoperto di piccole crepe serpeggianti.
Crack. Crack. CRACK.
Urlo. Ti sei polverizzato, sgretolato, distrutto tra le mie mani e le schegge di quello che, prima, era il tuo corpo, trafiggono dolorosamente il mio. Sono ricoperta dal mio stesso sangue.
Spalanco gli occhi e mi tiro a sedere di scatto. Ho il fiatone ed i brividi mi scuotono.
Era solo un sogno, il mio fragile sogno. L’utopia di riaverti qui.
Crack. Crack. CRACK.
È il mio cuore che va in frantumi. Il mio cuore di vetro.
☑ Originalità (adoro le schegge che hai disseminato ovunque, e il viso crepato di Sasuke)
☑ Grammatica
☑ IC Personaggio Base (è proprio lei, non c'è che dire!)
☑ IC Personaggio Aggiunto
☑ Plausibilità flashfic
☑ Uso del Prompt (divino! Più vetro di così, non si poteva fare e hai reso perfettamente uno stato d'animo molto difficile, seppur comune)
☑ Bonus/Malus (prima nel turno precedente)
Totale: 7 punti!
Un sogno di vetro, un Sasuke di vetro ed un cuore di vetro come allegoria della fragilità interiore di Sakura, quella che la ragazza imparerà a nascondere dietro una maschera di determinazione. Questa flash si può collocare poco dopo che Sasuke si è unito ad Orochimaru, diciamo tra la prima serie e lo shippuden. È un mostriciattolo pieno di allegorie, e forse anche un po’ banale e scontato. Ma l’idea mi piaceva. Questo è tutto un sogno di Sakura, ma lo si può intendere anche come la raffigurazione del dolore interiore della ragazza per la perdita dell’Uchiha. È stato davvero difficile far stare tutto questo in 500 parole… Sembrava impossibile, ma ce l’abbiamo fatta u.u