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Autore: Hikari93    05/06/2011    6 recensioni
[Dedicata a Sora_Chan]
Quando Ino si metteva in testa qualcosa era difficilissimo farle cambiare idea. E quella mattina aveva deciso di andare a fare shopping e, ciò che è peggio, aveva sentenziato che ad accompagnarla dovesse essere proprio un certo Shikamaru Nara.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Shikamaru/Ino
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Una giornata di shopping sfrenato


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Quando Ino si metteva in testa qualcosa era difficilissimo farle cambiare idea. E quella mattina aveva deciso di andare a fare shopping e, ciò che è peggio, aveva sentenziato che ad accompagnarla dovesse essere proprio un certo Shikamaru Nara.
 
Il ragazzo odiava perdere tempo a girare per i negozi. Lo trovava incredibilmente noioso, oltre che poco produttivo e inutile. Soprattutto perché la Yamanaka sembrava non accontentarsi mai di ciò che aveva nel suo guardaroba, anzi. Più aveva e più voleva.
“Ad un certo punto un abito è fuori moda, lo capisci o sei tonto?” aveva risposto lei quando Shikamaru le aveva espresso il suo punto di vista. Lui si era limitato sospirare e a seguire Ino verso quel susseguirsi di negozietti che aspettavano solo che la ragazza entrasse e riempisse le loro casse.
-Coraggio, lentone che non sei altro! Muoviti!- fece Ino stizzita.
Il Nara si trascinava i piedi. Restava, seppur involontariamente, sempre di qualche passo dietro all’amica. Questa, infatti, era entusiasta dell’uscita e guardava elettrizzata ogni vetrina, come se quella si potesse offendere se non le venisse dedicata la dovuta attenzione. Poi, sistematicamente, la bionda si rendeva conto di aver seminato il suo accompagnatore e si voltava. Rimaneva lì, immobile ed accigliata, con le mani poggiate sui fianchi. Muoveva nervosamente una gamba in segno di impazienza e inarcava un sopracciglio. Shikamaru, però, adorava quell’espressione, anche se non prometteva nulla di buono, ma solo guai e seccature.
-Arrivo.- disse, scocciato.
Le buste gli pesavano. Esatto. Aveva anche dovuto sopportare il peso degli acquisti che quel diavolo di ragazza aveva fatto. Il guaio era che la bella bionda adorava strafare, per cui non pensava minimamente a quanto potesse essere stancante portarsele tutte dietro. E come biasimarla! Tanto l’arduo compito toccava a Shikamaru, non di certo a lei.
-Shikamaru Nara!- proruppe Ino, piegandosi verso di lui. -E’ mai possibile che per te sia spossante anche camminare a passo normale?-
Passo normale? A Shikamaru sembrava di star tenendo una maratona.
-Scusami se sono abituato a ritmi meno sostenuti e, soprattutto, se sono costretto a portare centinaia di pacchetti pieni di insulsi abiti.- rispose il ragazzo, con una punta di ironia esasperante nella voce.
Ora capiva come si sentivano i muli.
-Costretto?- fece eco lei, guardandolo basita. -Si tratta di essere gentiluomini, cavalieri, capisci!-
Ino aveva perso quell’aria seria. Aveva giunto le mani a mo di preghiera e alzato lo sguardo al cielo. Shikamaru poteva quasi vederle gli occhi sbrilluccicare dalla contentezza. Chissà a cosa stava pensando. Magari ad un probabile principe azzurro. Mistero. Fatto sta che a quella ragazza piaceva, e davvero tanto, perdersi in fantasie fiabesche.
Ma più che un cavaliere, come l’aveva definito lei, Shikamaru si riteneva più un cavallo.
-Coraggio! Entriamo in questo negozio! Vendono dei costumi da bagno molto belli!- proruppe la Yamanaka, l’espressione ancora sognante dipinta sul volto.
Era questo un pregio – se così lo si poteva definire – di Ino. Dimenticava alla velocità della luce ciò che l’aveva fatta arrabbiare. Quasi alla stessa velocità in cui perdeva le staffe. Un tiretto particolare, senza dubbio. Più passava il tempo e più il ragazzo si convinceva di questo.
La ragazza, stavolta, afferrò l’altro con il braccio, trascinandoselo dietro.
“Di nuovo all’inferno!”, pensò Shikamaru, ripensando ai precedenti negozi che avevano visitato.
Comunque il tempo non era dei migliori per acquistare dei costumi da bagno. Quel giorno non c’erano nuvole limpide nel cielo, ma soltanto nuvoloni neri. Si prevedeva pioggia, nonostante l’estate fosse alle porte.
 
-Che ne pensi di questo?- chiese Ino, in mano un costumino a due pezzi rosa.
-Non saprei. Non so perché, ma il rosa non ti si addice Ino. O almeno secondo me.- osservò Shikamaru. Il rosa proprio no. Nemmeno lui sapeva quale fosse il vero motivo. Forse perché il rosa sembrava un colore così femminile, dolce mentre lei… lei era così maschiaccio, acida. Non glielo avrebbe mai detto, però. Al solo pensare alla valanga di parole che la Yamanaka le avrebbe sputato contro se solo avesse parlato, sbiancava. Anzi, sentiva le energie venir meno.
-Forse hai ragione.- concordò lei, rimettendo l’indumento al proprio posto ed afferrandone un altro, stavolta azzurro. -E questo?- chiese, squadrandolo.
-Questo mi sembra migliore.- fece secco, prendendo in mano l’oggetto e rigirandoselo tra le dita.
Non era niente di complesso – strano visti i gusti della ragazza – e forse era proprio questo che gli piaceva. Inoltre l’azzurro gli ricordava il cielo: amava quel colore e riteneva che, indossato da Ino, fosse ancora migliore.
-Vada per questo, allora! Ma dovrei provarmelo!- esclamò lei.
-Ebbene, vai. Ti aspetterò davanti alla porta.-
Ino sorrise guardandolo, un sorriso che al Nara piacque moltissimo.
 
Cos’era che lo teneva tanto legato ad Ino? Non per niente era la ragazza più noiosa che avesse mai incontrato. Ma c’era qualcosa in lei, qualcosa che lui non capiva, che lo attirava maledettamente. Magari era quella sua risata cristallina e talvolta da oca o quella tenerezza che era capace di tirar fuori soltanto sporadicamente. Shikamaru non lo sapeva. Ma di una cosa era convinto: la Yamanaka non gli era più indifferente. Quanto avrebbe desiderato, ora, trovarsi in quella stanza insieme a lei, poterle toccare la pelle liscia e ancora da bambina. Poterla guardare negli occhi e confessarle quanto si sentiva strano in sua presenza. Forse, però, non lo avrebbe mai fatto. Rispettava i sentimenti della ragazza: sapeva che, probabilmente, era ancora innamorata di Sasuke, per cui non si sarebbe mosso ora. Forse in futuro avrebbe avuto la sua occasione. Doveva aspettare e, se possibile, fare anche un po’ di chiarezza nella sua mente. Intanto avrebbe continuato ad essere suo amico e ad accompagnarla a fare shopping.
La voce di Ino lo riscosse, facendolo sobbalzare impercettibilmente. Sorrideva soddisfatta. Sicuramente il costume le stava benissimo: Shikamaru se l’era immaginata. Nelle sue fantasie sembrava perfetta, quasi una dea. E, di certo, lo era anche nella realtà.
Sì, per lui lo era.
 
-Considerando il mio portafogli, dovremo ritornare a casa.- fece lei, sorridendo preoccupata. Quella che doveva essere la sua paghetta era miseramente terminata in alcune giornate di acquisti sfrenati, ed ora si ritrovava senza nemmeno uno spicciolo.
-Se proprio c’è qualcosa che desideri, posso comprartelo io.- esordì Shikamaru, la testa alzata per riuscire a vedere oltre i pacchi e le buste.
-Davvero?- domandò Ino, gli occhi che le brillavano.
Il Nara annuì.
-Dai, Shika! Sai che se dici così non riesco a resistere!- esclamò, strusciandosi vicino al braccio di lui. Quasi il ragazzo perse l’equilibrio.
“Nemmeno io riesco resisterti quando fai così”, pensò, vergognandosi di essere così soggetto ad una donna. Lui. Che non ammetteva di ricevere ordini dall’altro sesso.
-Come ti pare. Ritiro l’offerta.- disse lui, sorridendo. Era curioso di scrutare la reazione di Ino, anche se se la immaginava benissimo. Ormai la conosceva come le sue tasche.
-Lo sapevo! Sei un cafone!- ribatté quella, staccandosi dal suo braccio. Portò le braccia al petto e mise il broncio.
Semplicemente irresistibile, ma al contempo fastidiosa come una bambina capricciosa.
Una gocci d’acqua ruppe l’atmosfera gioiosa che si era creata. Ino alzò il naso all’insù ed un dannato pensiero la fece preoccupare.
-Shika.- si girò verso l’amico. -Se non ci muoviamo mi si bagneranno tutti i vestiti nuovi! Sarebbe stato solo un inutile spreco di soldi!-
“Lo è stato già, Yamanaka”, riflettette il ragazzo.
-Coraggio. Dammene alcuni.- affermò lei, indicando i pacchetti.
 
Ino quasi scattò in avanti. Cominciò a camminare a passi svelti – molto svelti – verso casa sua, mentre la pioggia aumentava. Ovviamente non avevano l’ombrello, nonostante Shikamaru avesse insistito per portarselo.
-Su, non manca molto!- fece forza Ino, i piedi che non toccavano quasi più terra.
Shikamaru era stremato. Lo sapeva che quella giornata sarebbe stata estenuante. D’altronde le sue ipotesi era sempre state fondate. Anche quella volta era stato lo stesso.
Passo dopo passo, urtando anche qualche passante munito di ombrello, i due arrivarono a casa della Yamanaka. Erano tutti bagnati, cosiccome anche i pacchi e le buste. Per fortuna – di Ino – però, i vestiti erano inscatolati, per cui non si erano bagnati quasi per niente. A differenza dei due ragazzi.
-Su, prendi le chiavi!- intimò Shikamaru alla ragazza.
Lei scrutò nelle tasche senza trovare nulla.
-Non ci sono!- disse infine.
-Come non ci sono?- fece eco il Nara.
-Le avrò perse oppure… oppure dimenticate in quel negozio di costumi! Sì, è probabile! Ce le avevo nella borsa e forse… forse quando ho pagato mi sono cadute.- disse, continuando a cercare nella borsa e nelle diverse buste.
-Vado a recuperarle io.- si offrì Shikamaru, contro ogni sua tesi di “fai il meno possibile” o “lascia che siano gli altri a fare le cose per te”. Mise giù gli acquisti che aveva tra le braccia, poggiandoli sotto la veranda di casa Yamanaka.
-Ma… piove!- sbottò Ino, i capelli bagnati che le si erano appiccicati sulla fronte.
-Pazienza.- sbadigliò lui. -Tanto sono già bagnato.-
Detto questo, andò.
 
“Mi sto comportando da vera stupida con Shikamaru.”, pensò Ino. “Dannazione. In sua presenza non riesco a fare altro che la babbea, la stupida bamboccia viziata. Ma se mi comportò così c’è un perché e lui sembra non coglierlo. Altro che genio! Quello non capisce nulla! Non capisce quanto io tenga a lui e quanto mi senta impacciata quando mi è vicina. Forse pensa ancora che io voglia Sasuke… ma di lui non mi importa più, ora. O magari… forse a lui interessa un’altra, quella Temari. E se così fosse? Forse me lo sarei meritato. Che cosa ho fatto quando avevo via libero con lui? Ho pensato a litigare con Sakura per aver la “supremazia” su Sasuke. Che stupida che sono stata e che continuo ad essere! Scommetto che, anche se Shikamaru non pensasse ad un’altra, io sarei l’ultima persona cui volgerebbe il proprio interesse. Sono noiosa, scocciante, una seccatura!”
Sentiva le lacrime lottare per uscire, ma resistette. Non voleva che Shikamaru la trovasse così, al suo ritorno. Le sembrava decisamente fuori luogo. Guardò i vestiti che aveva preso quella mattina. Aveva sprecato molte occasioni per “dichiararsi”, però, aveva potuto stargli accanto come amica.
Già questo era molto, tanto. E magari, con un po’ di fortuna, sarebbe riuscita a far perdurare quel rapporto di amicizia. Non avrebbe chiesto di più.
 
-Per fortuna erano ancora lì. Ho chiesto alla cassiera e me le ha restituite.- disse Shikamaru, porgendo le chiavi alla ragazza mentre si passava una mano nei capelli.
-Dovresti asciugarli subito, una volta dentro.- fece Ino, improvvisamente più seria.
Il cambiamento di tono non sfuggì a Shikamaru. Lui, però, decise di non indagare oltre. Forse si era stufata di averlo tra i piedi… forse. Eppure non gli sembrava di aver fatto qualche azione riprovevole che avesse potuto farla innervosire. Era proprio ora di andarsene.
-Se mi presti un ombrello, vado direttamente a casa mia, non preoccuparti.-
-Come vuoi.- affermò lei, un tantino triste. Pensò che Shikamaru volesse andarsene via perché… magari aveva un appuntamento con quella Temari che stava cominciando davvero ad odiare. Non potè – o meglio non riuscì – a fare altro che consegnargli l’oggetto richiesto.
 
Il giorno dopo il telefono di Ino squillò. Lei lo prese e lesse di aver ricevuto un sms. Lo aprì.
“Mi dispiace di non poterti riconsegnare oggi stesso l’ombrello che mi hai prestato ieri, ma ho un po’ di influenza. A presto.”
La ragazza si fece triste. Ancora una volta aveva agito come una stupida e anche ora stava continuando a farlo. Si sentiva un’insulsa bamboccia che, con i suoi capricci e la sua disattenzione, aveva fatto ammalare il ragazzo che più aveva a cuore. Sì, si trattava di una semplice influenza, ma comunque la colpa era solo sua. Come minimo doveva andare a trovarlo.
Sempre che a lui non facesse solo dispiacere una sua visita.
 
Shikamaru si era alzato con l’influenza.
Bene: quell’oggi non avrebbe potuto vedere Ino. Ormai, quella ragazza costituiva una sorta di droga. Desiderava tenerla vicina ogni giorno, sempre. Ancora una volta si sentiva noioso per essersi conciato in quella maniera deprimente per una donna.
Afferrò il cellulare: le avrebbe inviato un sms, così, almeno, l’avrebbe sentita. Avrebbe messo in mezzo la scusa dell’ombrello. Una scusa banale, ma al momento era l’unica in suo possesso, o meglio l’unica che il terribile mal di testa che aveva, gli faceva venire in mente.
 
Ino era arrivata a casa di Shikamaru. Si era fermata poco prima della porta d’entrata, e osservava la finestra di quella camera, la sua camera. Solitamente lo vedeva osservare le nuvole, ma quel giorno si trovava sicuramente confinato a letto. Spero che si stesse riprendendo almeno un po’.
Si diede uno schiaffo: ma che le stava succedendo? Lei non era mai stata così timida e incapace di muoversi. Così… impacciata, insomma.
Ripresasi un po’ dai suoi pensieri, bussò alla porta. Ad aprirla fu Yoshino, la madre di Shikamaru.
-Oh, ciao Ino!. Salutò questa, cordiale.
-Buongiorno signora, disturbo?- chiese lei, sorridendo allegra, come sempre si dimostrava.
-Nessun disturbo!- emise la donna, come se fosse la casa più normale del mondo. –E’ some se fossi di famiglia!. Ridacchiò, facendo arrossire lievemente la giovane. Per fortuna, Yoshino si era voltata e non aveva visto la reazione della sua interlocutrice.
-Shikamaru è in camera? Ho saputo che non si sente troppo bene!-
-Sì, carissima. Sali pure.-
-Grazie.-
Ino cominciò a salire gradino dopo gradino, mentre il cuore le rimbombava pericolosamente nel petto. Quel tum-tum era troppo forte per i suoi gusti. Shikamaru era un tipo attento… aveva quasi paura – la stupida paura – che se ne potesse accorgere, che potesse sentire le capriole che il suo cuore impazzito faceva. Arrossì di nuovo. Aspettò alcuni secondi prima di bussare.
-Puoi entrare, Ino!- disse Shikamaru, anticipandola.
Ino trasalì. Come aveva fatto lui a capirla? A sentirla prima che bussasse? Ciononostante, mise una mano sulla maniglia e spinse giù. Respirò profondamente.
-Come hai fatto a capire che ero io?- chiese Ino, cercando di simulare un sorriso convincente.
-Secondo te, seccatura?- disse Shikamaru.
“Hai forse sentito il mio cuore che batteva all’impazzata per te?”, avrebbe voluto dirgli, ma, ovviamente, stette zitta, per non fare la figura della povera babbea.
Semplicemente scrollò le spalle.
L’alto sospirò: -Ti ho sentita parlare con mia madre. Non ho di certo dei poteri paranormali?-
La ragazza se ne sentì quasi rincuorata.
-Ebbene? Come stai?- domandò la Yamanaka.
Quello fece spallucce: -Ho detto che avevo un po’ di influenza, no? E così è. Non posso lamentarmi. In compenso, grazie a te, ho guadagnato una bella giornata di riposo.- ridacchiò.
Era così strano sentire Shikamaru ridere. Ino ne fu subito contagiata. Quella risata le diede il coraggio di pronunciarsi, di dirgli quello che, da quanto ormai, voleva rivelargli. Ma come? Non le sembrava il caso di dirgli “Shikamaru, io ti amo”, così, come se nulla fosse.
Cominciò con l’avvicinarsi a lui.
-Ad ogni modo è sempre meglio che sia io – che ne sono capace più di te – a dirti se stai bene o male!- spiegò, chinandosi su di lui e poggiandogli una mano sulla fronte.
Si sentì subito emozionata davanti a quella faccia scocciata, a quegli occhi nocciola che la guardavano intensamente, quasi potessero leggere dentro di lei. La ragazza arrossì, ma non riuscì a muoversi dalla sua posizione.
Sebbene fosse sempre stata Ino la più attiva tra i due, c’è sempre la prima volta per tutti. Shikamaru, infatti, reputando quella come l’occasione migliore per farsi, finalmente, avanti, decise di agire, di passare subito all’azione. Con uno scatto repentino – ma al quale la Yamanaka avrebbe potuto sottrarsi, volendo – si avvicinò alle sue labbra e la baciò.
Ino si sentì morire. Mai avrebbe immaginato che Shikamaru l’avrebbe baciata. Aveva riflettuto a lungo, e già lo vedeva convolato a nozze con Temari, con lei, triste, che restava a vedere tutto da lontano. Una scena degna di un film, insomma. Ma bastò poco perché abbandonasse tutti quegli inutili pensieri. Sentire il sapore delle labbra del Nara sulle sue, la spinse a contraccambiare e ad immergersi completamente in quel bacio.
Il cuore le batteva sempre più forte ma, nonostante tutto, anche lui passava in secondo piano in quel momento. Esistevano soltanto lei e Shikamaru.
Dopo alcuni minuti, quando l’aria cominciò a mancare, i due si staccarono e restarono per u po’ a fissarsi negli occhi.
-Shikamaru, io…- cominciò Ino, decisa a confessare il suo amore per l’altro. Questi, però, le posò un dito sulle labbra, intimandole di fare silenzio.
Poi la baciò di nuovo.



 



 
 
Credo sia la fic più lunga che io abbia mai scritto O__O
 
Questa fic (per quanto sia illeggibile) è dedicata a Sora_Chan, perché le avevo promesso che avrei scritto una ShikaIno per lei! ^__^
Spero che l’apprezzerai, anche se non è granché. Siate clementi, per favore! ç__ç
Pensate che l’ho pensata in Chiesa, stamattina alle otto! XD
 
P.S. Ho fatto il possibile per i personaggi. Spero non siano OOC. 

   
 
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