Fumetti/Cartoni europei > I Puffi
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Autore: Nordlys    05/06/2011    2 recensioni
Alla notizia dell'arrivo in città di una nuova specie di radice di mandragora, il Grande Puffo e Quattrocchi si dirigono al villaggio degli umani per vederla con i loro occhi. Ma oltre alla radice, i due puffi scoprono che lord Balthazar ha aperto la stagione della caccia, determinato a collezionare animali vivi per i suoi esperimenti.
Tornato al villaggio, il Grande Puffo consulta il suo libro di incantesimi e giunge alla soluzione che l'unico modo per fermare i cacciatori è fare un incantesimo con la nuova radice, e l'unico modo per ottenere la radice è comprarla. Così il Grande Puffo propone ai puffi di raccogliere diamanti. La cosa disgusta parte del villaggio che si divide in tre fazioni: una seguirà il Grande Puffo nella raccolta di diamanti, una seguirà Selvaggio nella foresta, la terza fazione è Cattivus in solitario determinato a guadagnarci.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Gli spari nella foresta

Vendetta!

 

Ad ogni passo, lord Balthazar spostava il suo peso sui talloni. Cattivus ascoltava il rimbombo dei passi aumentare. Sbirciò tra il pelo ricciuto del gatto imbalsamato e vide lo stregone entrare in camera. Si accovacciò tra le zampe del felino.

Lord Balthazar mise le mani sui grassi fianchi e severo si guardò intorno. Vide la scrivania ed aggrottò la fronte. Dalla punta della penna posata accanto al foglio colava l'inchiostro. Il legno pregiato avrebbe presto assorbito il liquido nero.
Lord Balthazar uscì velocemente dalla stanza: 'Chi vi ha dato il permesso di toccare la mia scrivania?'
La voce dello stregone era così tonante che Cattivus dovette coprirsi le orecchie con le mani.

Il perfido stregone raggiunse i suoi sei servi nelle cucine: 'Chi di voi illetterati ha toccato la mia scrivania? Parlate!'
I servi si guardarono l'un l'altro ed alzarono le spalle. Uno rispose: 'Io ho riordinato la vostra camera, ma non mi sono permesso di toccare la vostra scrivania, oh mio Signore!'
'Sei un idiota!' lo rimproverò lo stregone 'Ho detto mille volte che in camera mia non si entra finché non sono presente!'
Lo stregone scrutò gli altri servi.
'Noi non siamo stati nella vostra camera!' dissero.
'E' chiaro… ' disse lord Balthazar '… che voi incapaci…' diede un pugno in testa a ciascuno dei sei servi '... non avete prestato attenzione se c'erano intrusi nel mio palazzo! O FORSE, siete talmente stolti da non ricordare di averli visti!'
I servi si tenevano ancora la testa dolorante tra le mani, mentre si scambiavano occhiate.
Lord Balthazar tornò nella sua stanza a grandi passi. Si avvicinò alla scrivania e notò che sul foglio c'erano delle scritte. Lo prese in malo modo: 'Ma che diavolo, sembra che qualcuno mi abbia voluto lasciare un messaggio! Baaah, che analfabeta!'

Egrego sinor Baltazar.

Io puf amiro tantisimo cuelo ce pu fai,
tu sei il mio maestro, il mio esempio, il mio idolo,
ed un gorno divero un potente sinore come te,
e pufero al mio vilago cosi come tu reni al tuo!

‘Bah!’ sbuffò Balthazar, distorcendo la bocca ‘Sembra scritto da un bambino di sei anni!’

Veniamo ora ai afari:
Io ti pufe aiutero moltisimo in cuesta caca,
pero vorei, in cambio, esere pagato per diventare un sinoroto al vilago dei pufi,
e liberarmi del tuto del Grande Pufo.

Balthazar afferrò le due estremità del foglio, quando si accorse della firma:

Distinti saluti, pufo Cativus

Rilesse altre due volte: 'Cattivus? Mai sentito questo nome!'

Cattivus congiunse le mani, chiuse gli occhi. Sembrava dicesse qualcosa, ma i suoni erano impercettibili.
Lord Balthazar si sedette alla sua scrivania, impugnò la penna, aprì il cassetto e prese un foglio nuovo: 'E così un puffo vuole trattare con me? Che illuso! Lo sfrutterò per arrivare al villaggio, poi anche lui sarà parte della mia collezione!'.

Cattivus digrignò i denti e strinse i pugni: 'Me la pagherai!' disse sottovoce. Gli angoli abbassati della bocca si sollevarono formando un sorriso furbo 'E so come fartela pagare, mio caro Balthazar!'

Il perfido stregone finì di scrivere, si alzò e lasciò la sua stanza. Per Cattivus era il momento di agire. Saltò sul tavolo e vide il messaggio di Balthazar, dove diceva che avrebbe accettato la proposta del puffo. Prese atto di un dettaglio. Non aveva firmato la lettera col nome di Lord Balthazar, ma solo Lord. Conferma che Balthazar non intendeva mantenere la parola data.
Il ponte levatoio era stato chiuso. Cattivus era intrappolato nel palazzo. Diede uno sguardo alla finestra aperta, prese la lettera che Balthazar gli aveva lasciato, scese dal comodino e saltò sul davanzale.

Sotto di lui vide il fossato pieno d'acqua. Cattivus sapeva che era popolato da piranha. Soffiava un po' di vento. Guardò il foglio di carta che teneva in mano. Lo afferrò sui due lati e saltò.

* * *

Le finestre della catapecchia erano chiuse e la luce non filtrava.
Gargamella dormiva nella sua branda con Birba acciambellato ai piedi. Sorrideva nel sonno. Dalla sua bocca sdentata uscì una risata che svegliò Birba. Il gatto sollevò la testa e ruotò le orecchie verso quel suono.
Si stiracchiò e scese dal letto. Andò alla ciotola a leccare la lisca di pesce rimasta.
La gatta selvatica era seduta su una sedia. La sua zampina era ancora steccata.

Dal portone della catapecchia si udì uno scricchiolio e filtrò la luce.
Il puffo Cattivus entrò prudentemente. Vide Birba accovacciato vicino alle ciotole. Mantenne lo sguardo il più possibile rivolto verso il gatto. Cattivus sapeva che i gatti attaccavano le prede distratte.
Il perfido puffo camminò all'indietro come un gambero, verso il letto di Gargamella. Quando fu vicino alla branda, ci saltò sopra, dando le spalle ai felini.
'Puffati Gargamella!' disse Cattivus sottovoce nell'orecchio dell'alchimista.
Gargamella apri gli occhi: 'Tu?'. Sollevò testa di scatto.
'Brutto traditore!' afferrò Cattivus. 'Ahahahah! Ma bene! Oggi sarà una splendida giornata! Mi sveglio da un bel sogno e mi ritrovo un puffo tra le mani!'.
'Miao!'. Udita la parola 'puffo' Birba corse incontro a Gargamella facendo le fusa.
'Aspetta aspetta aspetta aspetta aspetta!' urlò Cattivus agitando le braccia.
Gargamella si alzò: 'Mi chiedi di aspettare? Tzk tzk, povero illuso!'
Rinchiuse il puffo in una gabbia sospesa: 'Sono stufo di vedervi fuggire ogni volta che vi catturo! Stavolta non perderò tempo in inutili ciance con voi pelle blu!'.
'Ma Balthazar sta ingannando tutti!'
Gargamella si accinse a riordinare le ampolle e i libri nel suo armadio. Si interruppe e guardò verso la gabbia.
'Gargamella, ho cercato di puffarmi con Balthazar e lui ha puffato di ingannarmi, perciò vorrei puffargli una bella lezione! Lasciami avvisare i puffi e gliela faremo pagare tutti insieme!'
Gargamella si avvicinò. Sul volto comparve un ghigno 'Mi stai proponendo di vendicarci di Balthazar?' l'alchimista ridacchiò, e tornò accigliato: 'Sto già provvedendo ad un piano per far saltare i suoi progetti!'
Cattivus non era certo un puffo che si arrendeva. Strinse un pugno e disse: 'Non ti sembra bella l'idea che i peggiori nemici di Balthazar lo puffano a dovere?'
Gargamella avvicinò il viso alla gabbia, ma non ci mise il naso dentro. Non voleva ritrovarsi calciato dal puffo o con un dito in un occhio: 'Mmmh, non è una cattiva idea. Facciamo così, io mi accorderò col Grande Puffo, quando questa storia sarà finita catturerò tutti i puffi!' indicò Cattivus facendogli l'occhiolino: 'Tranne te!'
Cattivus fece una smorfia un pò contrariata: 'Mmmmbeh, io avevo dei progetti per il villaggio!'
Gargamella non si irritò. Irritarsi significava perdere una buona occasione. Mantenendosi paziente, chiese a Cattivus: 'Non ti piace la mia proposta?'
Cattivus incrociò le braccia, serio: 'Progettavo di puffare signorotto al villaggio dei Puffi. Se vuoi ti puffo alcuni abitanti del villaggio, ma se il villaggio si svuota, su chi potrei puffare?'
Gargamella si sorprese non poco, e pensò un attimo. Lui voleva sei puffi per l'oro e voleva mangiare gli altri. Magari si poteva scendere ad un compromesso: 'Cattivus, mi sono strettamente necessari sei puffi. Cosa ne pensi?'
Cattivus sorrise 'Ma posso puffartene anche dieci, di puffi se è per questo!'
Gargamella richiuse il portone e liberò Cattivus. Il puffo, calmo disse: 'Probabilmente pufferemo il villaggio vuoto. Il villaggio è diviso, posso puffarti dal Grande Puffo, ma non ho idea di dove sono gli altri!'
'Non importa!' disse serio Gargamella 'A me interessa che Grande Puffo sia dalla mia parte. Andiamo!'
L'alchimista chiuse la finestra di casa sua. Versò del cibo e del latte in delle ciotole, poi aprì il portone, uscì di casa, ma prima di andare si raccomandò con i gatti: 'Voi state qui e non rompete nulla!'
Quando Gargamella chiuse la porta a chiave, il puffo Cattivus lo richiamò e gli fece cenno di seguirlo. I due attraversarono il ponte e si diressero ai confini della foresta.

* * *

Il Grande Puffo ed Omnibus giunsero al villaggio degli uomini. Delle bancarelle di pochi giorni prima era rimasto solo qualche bancone di legno messo alla bene meglio contro il muro.
Poche persone camminavano ai bordi delle strade.

'Dov'è il negozio di questo mago?' Chiese Omnibus.
Il Grande Puffo sbucò da un'apertura della borsa del vecchio mago: 'E' laggiù!' indicò una casa grigia dai muri scrostati, con un bancone in pietra vuoto.
Forse il mago non c'era.

I due bussarono.
Qualcuno rispose: 'Chi è?'
'Sono il mago Omnibus!'
Alcuni secondi dopo si udì il rumore di un chiavistello. La porta fu aperta. Il padrone di casa arrivava alle spalle di Omnibus, aveva un gran pancione ed indossava un copricapo tipico delle terre africane.
Sorrise. Era sdentato. Invitò Omnibus ad entrare.
'Cosa ti porta qui?'
'Vorrei acquistare una radice di mandragora. Quella che hai portato dal sud Africa!'
'Ooooh!' disse il mago 'Attendi, vado a prenderla. Che ne dici di un goccio di tè?'. Iil mago prese una tazza da un armadio, versò del tè bollente e lo offrì ad Omnibus, senza aspettare una risposta.
'Grazie!' poté soltanto dire l'anziano 'Ma non posso fermarmi a lungo, ho cose urgenti da fare!' Il mago, prima di varcare la porta di legno che portava alla cantina, guardò Omnibus, ma non disse nulla. Scese in cantina.

Continua...

 

Ahahah! Anche io tendo a dimenticare le mie azioni se la cosa non m'interessa molto XD. Per quanto riguarda Balthazar, dice le cose per cattiveria. Si sente potente perché signore della zona e perchè conosce l'uso della magia.
Ora la parte degli errori ortografici di Cattivus. Fare così tanti errori in modo voluto non è tanto facile. Ho cercato di ascoltare bene la pronuncia delle parole italiane, tagliando le I dove non si sentono, modificando tutti i digrammi ed i trigrammi e rimuovendo doppie e accenti. Da quando studio il norvegese mi sono resa conto che l'italiano non è poi così fonetico (il norvegese, con le sue regole, è pressapoco come l'italiano anche se avrà il doppio dei digrammi e dei trigrammi che ci sono nella scrittura italiana). Informandomi ho scoperto che esistono solo tre lingue che possono esser definite fonetiche: Il serbo/croato, il turco e non ricordo se l'arabo o una delle lingue dell'est, e nonostante questo sono tra le lingue più difficili da imparare.

* * *

Mange takk til alle som følger meg!

  
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