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Autore: Serpedoro    27/02/2006    8 recensioni
« Sei mai andato a trovarli? » mi chiede a un tratto Sturgis.
« No, mai. Non ci conoscevamo neanche. Ma dato che Harry potrebbe voler andare e Ron senza dubbio lo accompagnerebbe… »
Annuisce.
Malgrado quello che dice Molly, la tutela di Harry non è assolutamente di nostra competenza. Tuttavia, dato che Harry è di famiglia e che se decide di andare da qualche parte, sicuramente, mio figlio lo segue a ruota, anch’io vorrei sincerarmi della situazione.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Arthur Weasley, Remus Lupin, Sirius Black
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Ma salve! Eccomi di nuovo qui con un’altra storia. La pianterò di parlare di raggi di sole che non si possono identificare con le mie storie, ma vi avverto che neanche questa è allegrissima, però non è neanche troppo triste. È malinconica, ecco.
Sto facendo progressi, eh?! E dire che la prima storia che ho postato qui era una parodia… Mah! I casi strani della vita…
Prima di lasciarvi alla lettura, volevo ringraziare Jade MacGrath, Danae Black e Bea_Chan che hanno commentato “Prince il Mezzosangue”.
Ringrazio inoltre Tinkerbell91, Miki_TR, Twinstar, Joy e di nuovoDanae Black ^-^, che hanno recensito“My little Lord”: Rabastan vi saluta tutte con grande affetto e vi ringrazia, e ringrazia e saluta anche quelle persone che hanno solo letto senza recensire!... Che razza di vanesio… -_-
Noticine piccine picciò personali… Danae ti ho mandato una mail, ma non sono certa che sia arrivata, per cui ti ringrazio di cuore qui per le tue parole. ^-^
Donc! Avendovi già messo in guardia, a grandi linee, sulla natura della storia, non mi resta che augurarvi buona lettura!





È una giornata grigia, umida… decisamente uggiosa.
Una di quelle giornate che si dovrebbero passare stando rannicchiati a casa con una bella tazza di tè caldo in mano, in attesa che passi.
Certamente non è una giornata da passare all’aria aperta, e meno che mai in un posto umido e desolante come questo, ma tant’è.
Il nostro è una specie di sopralluogo per vedere che tutto sia a posto, onde evitare che i ragazzi, semmai ci volessero andare, trovino qualche brutta sorpresa.
« Sei mai andato a trovarli? » mi chiede a un tratto Sturgis.
« No, mai. Non ci conoscevamo neanche. Ma dato che Harry potrebbe voler andare e Ron senza dubbio lo accompagnerebbe… »
Annuisce.
Malgrado quello che dice Molly, la tutela di Harry non è assolutamente di nostra competenza. Tuttavia, dato che Harry è di famiglia e che se decide di andare da qualche parte, sicuramente, mio figlio lo segue a ruota, anch’io vorrei sincerarmi della situazione.
Naturalmente ho spiegato subito le mie motivazioni, ma non mi hanno neanche fatto finire, si sono limitati a scuotere la testa sorridendo, rassicurandomi che non c’era alcun problema.
Davvero, alle volte vorrei che Molly non fosse così apertamente apprensiva…

Sento un lieve -crack- e mi volto di scatto insieme a Sturgis, bacchette alla mano. Falso allarme.
« Sono in ritardo? »
Remus.
Avvolto nella sua giacca lisa, il bavero alzato, le mani sprofondate nelle tasche e la testa incassata fra le spalle.
« No, tranquillo. Siamo noi che siamo arrivati un po’ in anticipo » lo rassicura Sturgis.
« Sirius? »
Domando io e le labbra di Remus, poco sopra il bavero, prendono la piega sghemba di un debole sorriso.
« Starà arrivando… »
Dice con lo sguardo nel vuoto, ma dal suo tono oserei dire che non è troppo convinto delle sue parole e che, anzi, Sirius potrebbe anche non presentarsi affatto.
Lo stesso deve pensare Sturgis, che mi lancia un’occhiata perplessa alla quale rispondo con una gemella.
Sarebbe davvero assurdo se fosse così, dato che è stato proprio Sirius a chiedere di venire qua, ma forse abbiamo solo male interpretato, perché Remus non fa una piega alla prospettiva che mio cugino non si presenti e ci supera per fermarsi pochi passi più in là, ad osservare blandamente i grandi viali che si diramano dallo spiazzo in cui siamo.

-Crack-

Perso nei miei pensieri, sobbalzo appena guardando alle mie spalle, senza, scioccamente, far correre la mano alla bacchetta.
Abbasso le spalle con sollievo e non so se questo sollievo sia dato dal pericolo scampato, o dal fatto che Sirius sia di fronte a noi.
« Sei venuto allora… »
Spezza il silenzio Remus, voltandosi lentamente a guardarlo, il sorriso decisamente più marcato.
È una cosa che mi sorprende e affascina, il fatto che Remus non abbia alcun bisogno della vista per sapere se qualcuno che conosce gli è vicino. Un dono straordinario, del quale, però, indubbiamente farebbe volentieri a meno… un momento. Allora davvero Sirius avrebbe potuto non presentarsi!
Comincio a sospettare che alcune delle obiezioni di Molly non siano proprio, proprio campate per aria…
Sirius scrolla le spalle con fare indifferente e un po’ irritato, mentre lo sguardo di Remus si sgrana sorpreso, soffermandosi brevemente sul mazzo di fiori che tiene in mano, per poi cercare il suo.
« Beh? Non ci si presenta mai a mani vuote, non è cortese… » si giustifica, terribilmente sulla difensiva e vagamente in imbarazzo.
Remus annuisce, tirando fuori una mano dalla tasca e sfiorando delicatamente i fiori con la punta delle dita.
« Fresie… » sussurra con dolcezza.
« Erano quelle, no? » domanda Sirius con una sottile nota di allarme nella voce.
« Sì » mormora Remus, gli occhi socchiusi e carichi di nostalgia.
« Siamo pronti? » chiede poco dopo rialzando il viso, ma non credo che il quesito sia esteso anche a noi, visto che guarda Sirius dritto negli occhi.
Quest’ultimo scuote appena la testa e sollevando le spalle « Ormai ci siamo »
Non so come interpretare le loro espressioni, i loro sguardi sono troppo remoti per poterci riuscire, ma inizio a chiedermi se, forse, non sarei davvero dovuto rimanere a casa, rannicchiato, con una bella tazza di tè caldo in mano, invece di essere qui…
La risposta di Sirius non è né un sì, né un no, ma sembra che, dopo pochi istanti, Remus convenga che la loro presenza in questo luogo sia già di per sè una risposta sufficiente, così si volta affabile verso Sturgis, come se gli ultimi scambi fra lui e Sirius non fossero mai esistiti, chiedendogli per favore di fare strada.

Conosco da poco entrambi. Di Sirius ho qualche vago ricordo di lui bambino, nelle rare occasioni in cui ci incontrammo quand’ero ancora ragazzo; per quel che riguarda Remus, invece, soltanto i racconti entusiastici dei miei figli e di Hermione, quando insegnò loro Difesa Contro le Arti Oscure a Hogwarts.
Molly dice sempre che stenta a credere che quei due possano essere non solo amici, ma addirittura conoscenti… ma lo dice soltanto perché non le piace Sirius.
Credo che reputi il suo modo di fare troppo brusco, “dirompente” in un certo senso. Al contrario non fa che lodare Remus, del quale apprezza la gentilezza e la “ragionevolezza”, come dice lei.
Non credo si sia accorta che le loro posizioni, alla fine, collimano quasi sempre, ma suppongo che abbia fatto caso più che altro al loro modo di esporle.
Certamente sono l’opposto l’uno dell’altro, ma non penso che la loro amicizia possa essere messa in dubbio dopo tutto quello che hanno passato, tutt’altro…
Difatti sono sempre più convinto che in questo momento dovrei essere in un altro posto, mentre Sturgis sembra piuttosto grato della mia presenza e lo posso comprendere.
Da quando ci siamo incamminati, Remus e Sirius non hanno più detto una parola, si limitano a seguirci e basta, senza guardarsi neanche intorno. Certo il paesaggio che ci circonda non è questo granchè ed è anche piuttosto, come dire… monotono, però…
« Sembra che minacci di piovere… » azzardo.
« Già. Il cielo è piuttosto cupo » mi sostiene Sturgis in questo neutrale e un po’ misero tentativo di conversazione.
« C’è odore di terra bagnata » interviene Sirius. « Ma non credo che sia merito della pioggia, dato il posto in cui ci troviamo… » conclude con un sorriso tirato.
« Non pioverà » sentenzia infine tranquillamente Remus.
« Come lo sai? » gli domando sinceramente incuriosito, voltandomi a guardarlo.
« L’aria non odora di pioggia » mi spiega gentilmente con un sorriso, che si allarga leggermente non appena scorge il lampo di comprensione sulla mia faccia attonita.
« Dovremmo esserci » annuncia Sturgis e il silenzio cala nuovamente fra noi.


Ormai sarà almeno un’ora che giriamo a vuoto.
Avremo fatto questo percorso come minimo quattro volte, ripartendo sempre dallo spiazzo e non c’è traccia alcuna della nostra meta.
Sturgis è mortificato e indispettito al tempo stesso. Ha biascicato che è venuto qui solo una volta, quella volta, ma che è praticamente certo che il posto sia questo.
Remus e Sirius non hanno detto né fatto nulla, a parte dirgli di non preoccuparsi.
Francamente non so come ci riescano, io sto cominciando a trovare tutto questo davvero snervante…
« Ma come è fatta? » domando per la centesima volta, giusto per darmi l’illusione di star facedo qualcosa di utile, e solo per sentirmi ripetere per la centesima volta « Niente di che. Grigio chiaro, semplice, senza fronzoli né niente »
« Hanno sempre detestato i fronzoli… Tutti e due » fa Remus assorto.
E detto questo, torniamo ad essere zitti, inoltrandoci in questo dedalo di viali e viuzze sempre uguale.


Spiazzo, viale ampio a destra. In fondo, sempre dritti, poi di nuovo a destra, subito a sinistra e poi ci sono quattro possibilità, ma sempre tutte a destra.
Ormai conosco questo posto a memoria, me lo sognerò la notte.
È incredibile come la situazione da deprimente, frustrante e drammatica, sia diventata assurda, quasi ridicola… E non devo essere l’unico a pensarla in questo modo, perché Sirius sta ridacchiando sommessamente…
« Sai » sbotta divertito verso Remus. « se non sapessi che è morto, direi che quel bastardo ci sta facendo uno scherzo! »
« Possibile » ammette Remus ghignando senza voltarsi. « Non mi stupirei se avesse commissionato la lapide a Zonko »
« Già » concorda Sirius guardandosi intorno « Con i nomi che si modificano automaticamente quando passa qualcuno! » ipotizza intanto che proseguiamo.
Sono quasi certo che Sturgis avrà una crisi di nervi da un momento all’altro…
« Forse dovremmo cercare una Sophie Zeller e un Mark Stevens invece dei loro nomi, eh- »
La voce di Remus si spegne improvvisamente, tanto da indurre me e Sturgis a voltarci.
« Sir… » sussurra quasi afono, la fronte aggrottata.
Sirius è immobile davanti ad uno dei sentieri che ritagliano il prato per il passaggio, lo sguardo fisso su un punto.
Ogni traccia di sorriso è sparita e sembra come irrigidito, pietrificato quasi.
Si volta a cercare Remus, con un misto di orrore e di supplica nello sguardo. Remus che, preso un respiro profondo raddrizzando la schiena, lo raggiunge in pochi passi.

« Forse Harry vorrebbe andare a trovarli, se non c’è mai stato… »
« Non credo che i suoi zii l’abbiano mai portato »
« Allora forse vorrebbe andare… »
« Allora forse dovremmo andarci prima noi, per vedere se è tutto come dovrebbe »
« … Remus? »
« Se è, dovremmo farlo prima che Silente decida di confinarti definitivamente fra queste mura per la tua sicurezza, Sirius »


Quella conversazione a Grimmauld Place…
Mi chiedo come ho potuto essere tanto stupido da non capirlo subito.
Sapendo da Alastor che Sirius fu rinchiuso ad Azkaban prima dei funerali e che Remus fu trattenuto per giorni dagli Auror sotto interrogatorio...

Entrambi ci danno le spalle.
Sirius si è piegato a terra e sta poggiando il mazzo di fresie, mentre dalle mani di Remus si libra qualcosa di piccolo e dorato che svolazza ininterrottamente rasentando il terreno, là dove suppongo sia la lapide. Parrà assurdo, ma da questa distanza si direbbe un Boccino da Quidditch…
La testa di Sirius si è chinata ulteriormente e Remus si è piegato al suo fianco cingendogli le spalle, abbassando a sua volta la testa.
Adesso so per certo che non dovrei essere qui in questo momento.
Mi volto verso Sturgis incontrando subito il suo sguardo ed entrambi assentiamo, tacitamente d’accordo sul fatto che possono rientrare al Quartier Generale anche senza di noi e che certe cose, non ammettono spettatori.






  
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