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Autore: Lady Antares Degona Lienan    05/06/2011    6 recensioni
Era bellissima, china sulle ginocchia mentre stracciava delle violette riducendole a solo un gambo e qualche coriandolo colorato.
Quando due destini s'incontrano e incastrano così perfettamente è giusto che proseguano insieme il loro cammino. Tra vampiri, monasteri e fiori, però, a volte vien da chiedersi perché la vita sia così complicata. Nota per la prossima esistenza: ricordati di non innamorarti di una Blackmore.
Julian e Sophia Lord
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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I rovi non erano stati potati. Le rose non erano state potate. Aveva segni su tutte le braccia e le ginocchia. Il dolore non era neanche lontanamente paragonabile, tuttavia, all’onda di soddisfazione che gli attraversava le viscere: la rosa blu era stretta nel proprio pugno. Quando balzò giù dal muro rotolando su se stesso ebbe per un attimo il terrore d’aver sciupato il fiore: quando si rimise in piedi, però, constatò con sollievo di non aver rovinato niente.

Sophia lo attendeva appena al di là del portone con un sorriso smagliante nascosto da una smorfia di supponenza. Gli pareva di conoscerla da una vita, quando invece l’aveva incontrata solo un’ora prima.

« L’hai presa? », gli chiese la bambina. « L’hai presa per me? »

« L’ho presa. », confermò. « E c’è il tuo nome. »

 

in Vento et rapida Aqua

Epilogo

 

 

Correvano per nascondersi dall’ira funesta delle Suore che era piombata loro addosso subito dopo l’incursione di Julian nel roseto. Mano per mano si trascinavano a vicenda lungo il fiume che scendeva a valle, infilandosi in gole ed anfratti per loro ancora segreti. Julian rideva, rideva senza saper porre fine al gorgoglio che gli cresceva dentro la gola. La strana Sophia - quella bambina che appena qualche ora prima l’aveva cercato di allontanare con una smorfia di celato imbarazzo – adesso lo tirava per la tunica grigia che le suore gli avevano affidato, la rosa blu come i suoi occhi ben stretta nella mano destra.

Gli occhi ridevano orlandosi di lacrime per la corsa furiosa. Inciampò rotolando.

« Julian! Aspetta, Julian! Non lasciarmi qui! »

Quello rise anche lui e si voltò porgendole la mano. « Sophia! Aspetta, rialzati, vieni qui, dobbiamo nasconderci! »

« La rosa! Aspetta, la rompo! »

« Sophiaaa! »

« La rosa! »

« Te ne porterò una ogni anno, nello stesso giorno. E correrò per prenderla, correrò per te! Per sempre! »

La bambina nascose il viso. « Per sempre? »

« Per sempre. Promessa, promessa. »

E corsero via, di nuovo, la rosa blu calpestata e abbandonata sull’erba. Sophia inciampò ancora, tre volte: per ogni caduta, tuttavia, ci fu Julian a tenderle la mano.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Alla fine, contrariamente a quanto avevo detto, ho preferito tenere questo epilogo. Forse perché aveva più senso rispetto alla storia, ed era tenero e autoconclusivo. Io lo adoro, personalmente. Conto di scrivere presto qualcos'altro sui due, e farne una serie.

Grazie per avermi seguito, e recensito. A Ely, e a Whatashame, grazie ancora.

Ross 

   
 
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