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Autore: nitro    06/06/2011    2 recensioni
Questa storia ha partecipato al concorso "What if..e se fosse andata in un altro modo?" organizzato da Dark Iris91, classificandosi prima a pari merito.
Nelle ultime pagine del libro "Eclipse" si vede Jacob scappare lontano dalla riserva e da Bella, senza una meta precisa. E se il suo cammino trovasse una meta? E se Billy lo trascinasse in un viaggio oltreoceano?
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Isabella Swan, Jacob Black, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Breaking Dawn
Capitoli:
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Come corpo ognuno è singolo, come anima mai. (Hermann Hesse)

 

 

Il cielo si era coperto di un denso strato di nuvole. Lampi minacciosi saettavano tra i nembi. Scesi agilmente tutta la costa, verso Sud, alla cieca, finché una scia profumata non m’indicò la via.
Seguendo le rose trovai Ricky.
Era accovacciata sulle rocce, rannicchiata nella sua pelliccia per proteggersi dal vento furioso che imperversava sui fiordi.
Mi avvicinai lentamente, ad ogni passo il mio cuore rombava sempre più prepotente nei miei timpani.
Non feci in tempo a raggiungerla che lei si voltò, fronteggiandomi con uno sguardo severo. Le sue labbra erano ornate da una piccola fossetta di angoscia.
Provai a parlare con un tono sicuro, ma la mia voce uscì flebile e incerta. Il ruggito del vento sovrastò le mie parole, costringendomi a urlare.
« Perché sei scappata così? » un tonfo nelle mie orecchie mi annebbiò la vista, temevo la sua risposta.
I suoi occhi rotearono verso il cielo ostile e poi scrutarono i miei, erano accesi da una strana ira, ma potevo scorgere della tristezza tra quel mare blu.
« A cosa pensavi mentre correvi verso casa? » le sue mani si chiusero a pugno, come se cercassero in se stesse un appiglio, al quale aggrapparsi per non scivolare nella tristezza.
Non seppi cosa rispondere. Si era accorta che i miei pensieri erano corsi lontano da lei.
« Rispondimi! O sei troppo codardo per ammetterlo? »
Allargai le braccia. « Per ammettere cosa? »
« Che sei ancora innamorato di Isabella e che avresti voluto avere l’imprinting con lei! »
I tremiti della rabbia scuotevano il suo corpo di porcellana e rischiavano di mandarlo in mille pezzi, come una bambola rotta.
La mia bocca si aprì per lo stupore. Alzai le mani in un gesto di giustificazione e scossi la testa. Il mio non voleva essere un diniego, stavo soltanto manifestando la mia incredulità. Non solo si era accorta del mio cambiamento d’umore, ma aveva anche intuito a cosa stavo pensando. Tuttavia, Ricky pensò che stessi cercando di negare e si arrabbiò ancora di più.
« Ti ho sentito! Non cercare di negare! »
Feci un passo verso di lei, ma mi bloccai subito.
« Cosa? » mi misi le mani tra i capelli e me li tormentai nervosamente. « Mi stai dicendo che hai sentito a cosa stavo pensando? »
Anche il suo volto si distese per la meraviglia e le sue mani si rilassarono, permettendo ai palmi di liberarsi dalle unghie taglienti che li avevano scalfiti.
« Sono stata così presa da ciò che avevo sentito, che non mi sono nemmeno posta il problema della maniera in cui lo avevo sentito » il suo sguardo, però, non aveva perso la sua aurea indagatrice. « Questo non cancella i tuoi pensieri ».
Si sbagliava, era totalmente fuori strada. C’era qualcuno che era riuscito a cancellare persino i miei sentimenti per Bella, non soltanto i pensieri. Istintivamente sorrisi e mi rilassai.
« Lo trovi divertente? »
« No. Sorrido, perché sembra che il tuo nuovo potere non sia infallibile. Non hai sentito tutto. Non hai udito la conclusione cui sono giunto. »
Mi avvicinai a lei e la abbracciai. Tentò di divincolarsi ma non poteva nulla contro i miei muscoli. Attesi che si calmasse, sorridendo, a costo di sembrare impertinente.
« Ricky, quando ti ho visto per la prima volta, su quella scogliera, ho sperato di essere colpito dall’imprinting. Sono rimasto totalmente affascinato da te e ho sentito fin da subito una sorta di connessione tra di noi. Gli avvenimenti di questa notte lo confermano» non sapevo come farle capire che ormai il mio cuore era lontano da Forks. « Credimi se ti dico che il pensiero di ferirti mi distrugge, per questo motivo ho pensato a Bella. Sarebbe stato un buon deterrente, che mi avrebbe impedito di farti del male, ma mi è bastata una rapida riflessione per capire che avrei voluto fossi tu la mia anima gemella. Non ho mai creduto di poterlo pensare, ma sei migliore di lei ».
Il suo sguardo si addolcì un po’. Puntellò le mani sul mio petto e mi allontanò da lei. Mi mostrò la schiena e non mi parlò per alcuni minuti. Osservai le sue spalle alzarsi e abbassarsi, mosse dal tormento interiore. Attesi che finisse di riflettere.
« Anche se dovessi crederti, rimane il problema dell’imprinting. Prima o poi mi abbandoneresti » si voltò e mi guardò dritto negli occhi.
Nel cuore sapevo che sarebbe stato difficile legarmi a qualcun’altra. Era una certezza che nasceva dal profondo, da un angolo del mio animo che nessun’altra era mai riuscita a scalfire. Era la mia parte selvaggia, quella animale, a farsi sentire. Ululava forte le sue certezze fino alla parte più razionale del mio cervello.
« No. Il legame che c’è tra noi deve voler dire qualcosa ».
 
Ricky non mi aveva più parlato da quel giorno, ma quando giunse il momento della nostra partenza, fu costretta a collaborare per sistemare i bagagli nell’automobile.
Ricevetti molte battute acide, ma poi feci progressi fino a strapparle un sorriso che sollevò il mio morale. L’idea di vivere con una ragazza sempre scontrosa, cozzava con il mio ideale di casa tranquilla e pacifica.
Arnulf seguì i nostri preparativi con interesse e salutò Billy con grande calore. Conversò a lungo con Ricky e poi si rivolse a me.
« Vieni con me » il timbro da Alfa mi mise in soggezione ancora una volta. Indirizzò un altro breve ceno di saluto verso gli occupanti della macchina e mi condusse nella foresta.
Gettò a terra il suo bastone e mi sorrise.
« Il legame dei lupi con la natura è formidabile. Anche dopo essere rimasto migliaia di anni in forma umana, il mio unico desiderio è finire la mia vita nella foresta. È il destino del lupo » il suo sguardo s’indurì. Si tolse gli occhiali e mostrò due iridi vivaci, ancora fresche e vitali; molto diverse dagli occhi senili che mi avevano accolto al mio arrivo in Norvegia. « L’istinto da Alfa scalpita prepotente in te, non dovresti abbatterlo con la tua cocciutaggine » si spogliò dei suoi vecchi abiti e si trasformò.
Davanti ai miei occhi apparve un lupo nero. Il suo manto perfetto era nero come la notte.
Mi lanciò un’ultima occhiata e poi corse tra gli alberi. Lo seguii con lo sguardo finché non scomparve. Non sparì tra il fitto della foresta come un qualsiasi animale, ma scomparve letteralmente in una nuvola di fumo dorato.
Una voce riecheggiò prepotente nella mia testa.
Lasciati andate ai tuoi istinti… e tu e Rikke abbraccerete insieme il destino.
Il lungo viaggio in aereo mi consentì di riflettere sulle parole del vecchio Arnulf. Ormai quel nome non aveva più alcuna importanza per me, da quando lo avevo visto scomparire tra gli alberi non ero riuscito a togliermi dalla testa la leggenda che parlava del lupo nero di Thrud, Eirik. Possibile che quel vecchio pazzo fosse il primo lupo? Colui che generò la tribù di mutaforma della Norvegia?
Più ci pensavo e più mi sembrava impossibile, ma quella pareva essere l’unica spiegazione alla sua voce autoritaria e alla sua aura di mistero.
Mentre l’aereo atterrava sull’aeroporto di Seattle scorsi una piccola lacrima bagnare le gote pallide di Ricky. Senza pensarci su, appoggiai una mano sul suo braccio e le sorrisi quando vidi che la strinse tra le sue.
Forks ci accolse con una bufera di neve e il viaggio notturno in macchina fino alla riserva non fu per niente piacevole.
Quando arrivammo, mi tuffai sul divano e caddi in un sonno profondo.
 
« Sveglia! »
Aprii gli occhi e vidi, a pochi centimetri dal naso, il volto raggiante di Embry Call.
« Fratello, mi sei mancato! » mi ritrovai stritolato dalle sue forti braccia. « Avanti, dov’è questa meraviglia? »
Il mio cervello era ancora in fare rem e non capì, dove Embry volesse arrivare.
« La bionda! Dov’è? Girano voci che sia uno schianto… »
Mi alzai di scatto e lo fulminai.
« Accidenti, siamo tornati da poche ore e ci sono già dei pettegolezzi? » mi avvicinai minaccioso al suo volto. « Non ci provare Embry. Ricky non reggerebbe le tue idiozie. Lasciala dormire in pace ».
« Che palle. Stasera la porti da Sam? C’è la festa di fine anno del branco. Conto di vederla. Chissà che tra noi non scoppi l’amore! »
Corse fuori dalla cucina schivando le mie scarpe, che volarono sopra la sua testa. La sua risata gentile non m’impedì di sprofondare nella gelosia, che mi trascinava a fondo come una melma viscosa. E se qualcuno dei miei compagni fosse stato colpito dall’imprinting vedendo Ricky?
Scacciai questo triste pensiero per tutta la giornata, ma quando scesi dall’auto, fuori dalla casa di Sam, cominciai a contare mentalmente chi dei miei amici non avesse ancora il cuore occupato.
Rimanevano Embry, Seth e Leah, e dei tre avrei potuto scartare per certo solo quest’ultima.
« Jake! Mi ascolti? Sono presentabile? »
Scoppiai a ridere. Ricky non era mai stata interessata ai vestiti, ma in quel frangente continuava a guardarsi nello specchietto laterale. Aveva paura di non essere accettata nel gruppo.
Osservai la linea perfetta dei pantaloni di pelle e la maglietta nera con scollatura.
 « Non preoccuparti, mio padre ha raccontato tutto a Sam questa mattina. Tutti sanno di te ed è come se ti conoscessero già. Sono ragazzi semplici, ma se devo darti un’opinione… allora sappi che sei anche troppo bella. » la coprii con la sua pelliccia.
« Perché troppo? »
Non le risposi, perché la porta si aprì, mostrando il volto sorridente di Paul.
« Guarda chi ha deciso di allietarci nuovamente con la sua presenza! »
« Paul, spostati che non vedo! » mia sorella sbucò da sotto la spalla del suo ragazzo e mi si fiondò contro.
« Rachel, non sapevo fossi tornata! » la osservai mentre si presentava a Ricky con un sorriso.
« Non volevo passare le vacanze lontana dalla mia famiglia. Tu e papà siete tornati e mi mancava Paul, e in più dovevo conoscere il nuovo membro della famiglia Black! »
« Sono fortunato che a casa tua non c’è posto per tua sorella. Sono molto felice di poterla ospitare » Paul mi rivolse un sorriso complice, al quale risposi con un grugnito.
Anche Quil ed Embry si erano affacciati alla porta e incitavano tutti a rientrare.
Presentai Ricky al branco, le rimasi accanto finché Emily non la coinvolse in una discussione culinaria alla quale si aggiunse Kim, la fidanzata di Jared.
I ragazzi vollero sapere tutto del mio viaggio in Norvegia e mi bombardarono di domande, fui salvato soltanto dall’arrivo della cena, che fu accolta da un ululato di soddisfazione.
Embry fece accomodare Ricky accanto a sé e la lusingò di complimenti. I morsi di gelosia che tormentavano il mio stomaco erano smorzati dalla consapevolezza che nessuno, quella sera, avrebbe allontanato Ricky da me, nessuno avrebbe avuto l’imprinting con lei.
Fu proprio quell’ultima osservazione a farmi rendere conto della mancanza di un membro del branco. Mi rivolsi a Leah.
« Dov’è tuo fratello? ».
Sulla tavola calò un silenzio spettrale, vidi i miei compagni scambiarsi occhiate nervose.
Fu Sam a rispondermi.
« Seth non ha potuto essere con noi a cena. Ci raggiungerà dopo cena, per la pattuglia notturna » con lo sguardo mi comunicò che c’era molto di più da dire riguardo Seth ma che quello non era il momento.
Lasciai cadere il discorso e mi godetti quella rimpatriata tra amici. Mi erano mancati tutti e non vedevo l’ora di correre ancora con loro nella foresta. Volevo sentire le loro voci riempirmi la testa; per quanto irritanti potessero essere i miei compagni, dopo tutti quei mesi lontano da loro, avevo bisogno di una corsa con il branco. Volevo sentirmi parte di un organismo pulsante.
Paul cominciò a chiedere a Ricky informazioni sulla sua tribù. Ebbi paura che l’argomento la facesse soffrire, ma, dal modo in cui rispondeva, capii che le faceva bene parlare dei suoi genitori.
Mia sorella volle sapere che posizione avesse occupato all’interno del branco suo padre.
« Era capobranco ».
Embry si mise le mani sulla faccia, simulando un’espressione terrorizzata e mi guardò.
« Ci mancava un’altra Alfa nel gruppo! Due non bastavano… »
Ricky mi osservò dubbiosa ma non chiese nulla. Si limitò a sorridere a Embry.
Soltanto dopo il brindisi di mezzanotte, mentre la riportavo a casa, ritornò sull’argomento.
« Non mi avevi detto di essere il vero Alfa, Jake. Ora capisco cosa intendeva Arnulf quando, il giorno della cerimonia al promontorio, ti ha rimproverato per non aver accettato il tuo destino ».
« Non ho mai voluto essere responsabile delle vite dei miei amici ».
Ricky mi posò una mano sul braccio. « Non devi giustificarti con me. Ora vai con il tuo branco » mi baciò velocemente sulla guancia e scese dalla macchina.
Mi portai una mano nel punto in cui le sue labbra si erano posate e sorrisi.
Un rumore di nocche sul finestrino mi fece sussultare.
Mi voltai di scatto e vidi Seth.
Scesi dall’auto, lo abbracciai e poi mi allontanai di qualche passo per ammirare quanto fosse era cresciuto nei mesi della mia assenza. Era diventato alto quasi quanto me e aveva sviluppato una notevole massa muscolare. Il volto non era più quello di un ragazzino impaurito, ma era diventato quello di un uomo. Osservai meglio i suoi lineamenti e vidi delle rughe di angoscia.
« Quando ho chiesto di te a tavola è sceso il silenzio. Cos’è successo? ».
Prima di parlare spostò più volte il peso da una gamba all’altra, come se stesse cercando di pesare le stesse parole da dire.
« Ero a casa Cullen » si morse il labbro, vedendo il mio sguardo sbigottito e sputò fuori tutto ciò che doveva dire.
Ogni parola era un fardello in meno sulle sue spalle e una preoccupazione in più nel mio cuore.
« Bella è tornata dalla luna di miele incinta. Non abbiamo ben capito come sia successo. Ci sono state delle complicazioni durante la gravidanza, la bambina sembrava succhiarle tutto il sangue. Prima di morire ha dato alla luce una bambina, Renesme » alla notizia della morte di Bella sbiancai.
« No! Aspetta, non è morta veramente, cioè sì, ma è diventata una vampira. Ora sta benissimo. Ho avuto l’imprinting con lei. Con la bambina voglio dire. Non con Bella. È una bambina speciale, sono felice ».
Non appena riuscii a respirare, gli chiesi perché fosse così scosso, nonostante la sua felicità.
« Due settimane fa, mentre eravamo a caccia, una vampira estranea ha visto Renesme e ha raccontato ai Volturi della sua esistenza. Ha creduto che Bella avesse tramutato in vampiro una bambina, pare sia proibito tra i vampiri. Però Renesme è viva! Il suo cuore batte e soprattutto è nata, non è stata creata. Cresce molto velocemente, beve sangue umano, ma mangia anche cibo normale. Comunica con delle immagini mentali. Alice li ha visti arrivare. Vogliono punire i Cullen! »
« Aspetta Seth, stai facendo confusione. Potrai descrivermi la bambina in un secondo momento. Mi stai dicendo che sta per scoppiare una guerra? »
Seth annuì tristemente e si appoggiò alla mia macchina.
« I Volturi stanno arrivando. Mancano meno di due settimane. Ti sto chiedendo aiuto, Jacob ».
« Tu vuoi proteggere i vampiri? Non si tratta più di salvare la città o Bella, come contro quel clan di neonati. Tu vuoi difendere i Cullen? »
Cominciavo a innervosirmi.
« Sam credeva che uccidere la bambina sarebbe stato più facile. Ho dovuto lottare a lungo per convincerlo della bontà di Renesme. Ora sono venuto da te e ti sto pregando di aiutare il tuo branco ».
« Sei mio amico, ma prima di perdere una decisione devo vedere in che razza di situazione ti sei cacciato. E devo parlare con Sam ».
Seth mi sorrise speranzoso. « Sam ci attende nel bosco per parlare. Bella ha detto che avresti risposto così ».
« Bella? »
« Sì, mi ha incaricato di dirti che sarebbe lieta di vederti e parlare con te della bambina. Vuole darti delle spiegazioni e chiedere il tuo aiuto di persona, credo ».
 
La settimana seguente fu un vero inferno. Passai giornate intere a rimuginare sulle parole di Seth. Sam mi aveva spiegato tutti gli avvenimenti con più calma e avevo cominciato a capire la vera natura della bambina. Purtroppo, però, non riuscivo ad accettare l’idea di difendere un gruppo di succhiasangue, nonostante si trattasse di Bella.
Cercai di evitare Ricky il più possibile, non volevo rischiare che sentisse i miei pensieri riguardo alla famiglia di vampiri che viveva a poche miglia da noi. Sapevo che, alla fine, avrei dovuto spiegarle tutto, ma non riuscivo a trovare le parole.
Quando finalmente mi decisi a vedere Bella e a parlarle, scegliemmo un luogo d’incontro neutrale: il confine tra il territorio Quileute e quello dei Cullen.
Quel giorno pranzai velocemente e mi congedai da tavola con una scusa qualsiasi, Seth mi attendeva in giardino. Percepii chiaramente lo sguardo di Ricky sulla mia nuca, ma m’imposi di non girarmi. Non avrei sopportato la vista delle sue iridi celesti, rese tristi dal mio essere schivo.
Arrivammo alla radura e attendemmo i Cullen. Seth mi lanciava occhiate furtive, tormentandosi le mani per il nervosismo.
Improvvisamente sentii un odore acre che mi bruciò il naso. Era il tanfo dei vampiri.
Edward arrivò per primo, camminava con prudenza, guardandomi negli occhi, come se volesse sondare il terreno prima di far uscire allo scoperto sua moglie.
Quando vidi Bella mi sentii mancare. Era diventata pallida come un lenzuolo. Le sue iridi, un tempo marroni, erano di uno strano e sgradevole color ocra. La sua aria da bambina indifesa era totalmente sparita; potevo percepire la sua forza e la sua pericolosità.
I nostri occhi s’incontrarono e il mio istinto da lupo vibrò. Desideravo trasformarmi e lacerare la sua pelle dura come il marmo. Volevo distruggere quell’essere freddo e spettrale che aveva ucciso Bella.
Improvvisamente, da dietro il lungo vestito azzurro della vampira, sbucò una chioma di riccioli.
La vista del viso della bambina mi riportò su una dimensione più umana.
Era bellissima.
Lunghi boccoli color rame incorniciavano un visetto tondo e sorridente. Non appena vide Seth, allungò le manine per richiamarlo a sé e lui non la fece attendere.
« È bello rivederti, Jacob » avevo dimenticato quanto potesse essere irritante la voce di Edward.
Vorrei poter dire la stessa cosa.
Non risposi, tanto mi avrebbe sentito ugualmente.
« Jake. Posso parlarti in privato? » Bella consegnò sua figlia nelle mani di Edward, comunicandogli con lo sguardo di non preoccuparsi per lei, poi si avvicinò a me.
Abbassò la voce, in modo che le sue parole potessero essere udite soltanto da me.
« Ti trovo bene » il suo sorriso mi aiutò a trovare in lei un po’ della Bella che un tempo conoscevo, ma non mi provocò più quei sussulti interiori che mi scuotevano ogni volta che la vedevo.
« Sto bene, grazie » non mi premurai di abbassare la voce, tanto Edward avrebbe sentito comunque.
Evidentemente si era aspettata una risposta diversa, perché i suoi occhi si abbassarono per la delusione.
« Mi dispiace che tu non sia venuto al mio matrimonio, ma ho capito le tue ragioni ».
« Non ha più importanza ora. Me ne sono andato a causa tua, questo lo sai, ma la Norvegia mi ha fatto bene » una piccola parte di me avrebbe voluto sbatterle in faccia i miei sentimenti per Ricky, ma proprio questi mi dissuasero da fare una cosa tanto infantile. Non m’interessava cosa avesse pensato Bella sapendomi legato a un’altra. Non avrebbe avuto il diritto di giudicarmi o sentirsi chiamata in causa. Non le appartenevo più; se mai le ero appartenuto.
« Sono qui per chiederti aiuto. I Volturi vogliono fare del male alla mia famiglia. Per favore, Jake, abbiamo bisogno di te ».
Non è possibile!
Una strana voce rimbombò nella mia mente, ma non ci feci troppo caso.
« Ho riflettuto a lungo. Sarei felice di uccidere i Volturi. Ho un conto in sospeso con loro, ma non puoi chiedermi di dimenticare la tua stessa natura, così simile a quella dei vampiri che vuoi combattere ».
È un vampiro!
Di nuovo quella voce nella mia testa. Voleva rimarcare, perché non avrei dovuto aiutarla.
« Anche il tuo branco è in pericolo. Se vi vedessero, vorrebbero sterminarvi. È stato difficile convincere Sam ma lui ha capito. Essendo il vostro Alfa, potrebbe costringerti a stare dalla nostra parte, ma io voglio che tu ci stia accanto di tua spontanea volontà. Ti prego. In nome di ciò che c’è stato tra noi… » le sue sopracciglia s’incurvarono e mi scrutò intensamente. Il suo naso si arricciò, come se stesse cercando di odorare qualcosa. Vidi le sue labbra distendersi in un sorriso rassegnato. « Forse preferiresti combattere in nome di ciò che ti lega alla ragazza che ci sta osservando da dietro quell’albero… so che i Volturi hanno ucciso la sua famiglia ».
Isabella è un vampiro! Come hai potuto?
Istintivamente mi voltai verso la direzione che Bella mi stava indicando con la mano.
Lo sguardo deluso di Ricky mi fece sentire un lurido traditore. Mi sentivo colpevole di tutte le accuse che mi stava lanciando.
« In tutti questi mesi non hai trovato il tempo di avvertirmi della tua amicizia con gli spiriti malvagi? » tremava, le sue membra erano scosse da violenti sussulti. La sua pelle diafana era rossa e accaldata. Non l’avevo mai vista così sconvolta.
Mi voltò le spalle, il disprezzo che avevo letto nei suoi occhi non le permetteva di guardarmi in faccia.
« Non provare a seguirmi. Stai lontano da me ».
Si dileguò tra gli alberi a una velocità sconvolgente. Le bastarono pochi balzi per sfuggire dalla mia vista.
Sparì, lasciandomi solo con la mia vergogna.
La mano di Seth sulla mia spalla mi ricordò che in fondo non ero solo. Il tentativo di confortarmi andò a vuoto, ormai il mio cuore era sprofondato nella disperazione.
Le avevo fatto del male.
« Jacob, ho sentito il suo odore soltanto alla fine. Mi dispiace » sobbalzai al contatto con la mano gelida di Bella e mi ritrassi.
Mi voltai a guardare Edward, l’unico che avrebbe potuto sapere del suo arrivo prima di tutti noi.
« Sono desolato. Ero troppo concentrato sui tuoi pensieri » parlava delle sue intrusioni nella mia mente con una tale naturalezza da lasciarmi basito.
Inutile sanguisuga! Ti sei sempre intromesso nella testa di tutti e hai tralasciato proprio la mente della persona che più mi sta a cuore. Se solo avessi saputo della sua presenza… La colpa era mia. Non potevo biasimare nessun altro. Avrei dovuto parlarle prima.
 
Quella sera Ricky non tornò a casa. La cercai per tutta la riserva, finché Sam non mi comunicò che sarebbe stata per qualche giorno a casa sua, in compagnia di Emily.
« Sta bene? »
Sam non mi rispose subito. Sembrava sul punto di dirmi qualcosa di molto importante, ma poi mi disse soltanto che non dovevo preoccuparmi.
Attesi il suo ritorno per giorni, ma Ricky non si fece vedere.
Una notte, mentre pattugliavo i confini della tenuta dei Cullen, Leah mi avvicinò.
Era in forma umana e aveva uno sguardo molto tormentato.
« Trasformati, Jake. Non voglio che gli altri ci sentano ».
Normalmente sarei stato infastidito dalla sua presenza, non l’avevo mai completamente accettata all’interno del branco, ma, sapendo che l’astio era reciproco, doveva trattarsi di qualcosa di molto importante.
« Che succede? »
« Ricky non è a casa di Sam. È stata da lui soltanto una notte, l’ho vista scappare nella foresta ».
Comincia ad ansimare. « Non è possibile. Sam non mi mentirebbe ».
« Sì, se significherebbe averti al suo fianco in battaglia. Mi punirà per avertelo detto ma non potevo sopportare di vederti così tormentato » disse Leah in un sussurro.
La rabbia mi fece precipitare velocemente verso la forma animale.
Corsi nella direzione in cui udivo i pensieri del mio capobranco. Andai da lui senza un intento preciso, senza sapere dove se mie azioni mi avrebbero portato.
Sam!
Vidi la sua grossa figura accovacciata in una radura. Il tono del mio pensiero lo fece alzare di scatto.
L’enorme lupo nero mi guardò, nei suoi occhi c’era una sfumatura di preoccupazione.
Dov’è Ricky?
Istintivamente la mia voce era uscita come un latrato di ammonimento.
Calmati, Jake. Non devi preoccuparti per lei.
Comincia a ringhiare.
L’hai lasciata sola nel bosco! Mi hai mentito Sam!
Non corre alcun pericolo. Sa badare a se stessa.
Quando era diventato così cinico? Sam aveva sempre avuto a cuore la vita di ogni essere umano, soprattutto di quelli a lui vicini.
Dagli alberi uscirono dei grossi lupi. I nostri compagni avevano sentito la nostra lite ed erano venuti a controllare.
Quil ed Embry uggiolavano per il dispiacere di sentir litigare due membri del branco. Gli altri, soprattutto Leah, si erano seduti in disparte e osservavano in silenzio.
Sam cercò di farmi ragionare, ma sta volta usò il timbro da Alfa. La presenza del gruppo lo mise in agitazione e sentì l’esigenza di marcare la sua posizione.
Ricky sta bene. Ho bisogno di te per l’imminente battaglia. Domani combatterai con il tuo branco e poi potrai andare a cercarla.
Non potevo credere a quelle parole.
Se i Volturi dovessero trovarla nel bosco, non avrebbe scampo. Non puoi permettere che corra un tale pericolo.
Non è in pericolo! È a centinaia di miglia da qui!
Le sue parole mi confusero, ma la rabbia sommerse la confusione e mi fece diventare testardo e risoluto.
Voglio soltanto cercarla. Quando sarà al sicuro, vi raggiungerò.
Un ringhio minaccioso scaturì dalla gola di Sam. Non tollerava l’insubordinazione.
Sono il tuo Alfa e devi obbedirmi!
L’istinto esplose prepotente dentro di me. Cercai di trattenerlo per non ferire i miei amici, ma la forza con cui mi colpì fu inarrestabile.
Un Alfa non mette in pericolo un membro del suo clan!
La mia voce risuonò forte e autoritaria. Il mio timbro da Alfa riempì le menti dei miei compagni.
Il mio corpo tremava e fronteggiava quello di Sam in posizione d’attacco.
Non osare, Jacob. Hai rinunciato al tuo diritto di nascita tempo fa. Non sono più disposto a offrirti il comando del branco.
Non volevo distruggere gli equilibri del gruppo, non era mai stata la mia intenzione, ma non potevo più sottostare a ordini, che apparivano tanto sbagliati.
Tieniti il tuo branco. Tieni il tuo posto di Alfa. Qui non c’è più spazio per me.
I muscoli contratti di Sam si allentarono un po’.
Non puoi andartene.
Non aveva parlato in modo autoritario, aveva voluto dimostrarmi la sua delusione e, forse, il suo pentimento, ma ormai era troppo tardi.
Il capobranco che si era celato a lungo dentro di me era uscito allo scoperto e non aveva intenzione di ritornare a sottomettersi a un’autorità che ormai non riconosceva più.
Non c’è posto per due Alfa in un branco ed io non ero più il Beta di Sam.
Mi allontanai dal gruppo, seguito dalle flebili voci dei miei compagni.
Non abbandonarci, Jake!
Non andare, amico!
Quil ed Embry avrebbero sofferto il mio distacco più di tutti loro.
Sei un idiota!
Farai soffrire tua sorella!
Jared e Paul non mi avrebbero perdonato facilmente.
Ti capisco fratello. Spero vorrai ancora aiutarci, quando troverai Ricky. Può farlo, vero Sam?
Seth aveva dovuto combattere il suo stesso branco per proteggere Renesme. Lui era riuscito a portare Sam dalla sua parte, io non ci ero riuscito.
La voce fredda e distaccata di Sam fu il mio ultimo contatto con il branco.
Se torni, attieniti al piano concordato con i Cullen. Non si attacca fino al mio segnale.
Poi il legame mentale si spezzò e nella mia testa calò il silenzio più assoluto.
Dopo un iniziale senso di smarrimento, cominciai ad abituarmi a quel silenzio, a quella solitudine.
Corsi fino a casa di Sam, individuai la scia dell’odore di Ricky e seguii il profumo di rose, sperando che mi avrebbe portato da lei.
Le mie zampe macinavano il terreno come un rullo compressore, non avevo mai corso così velocemente in vita mia. Il mio cuore pompava il sangue e irradiava i miei muscoli tesi per lo sforzo e per la preoccupazione.
I chilometri passavano e la scia si faceva sempre più forte. Il suo profumo si intensificò nei pressi di un corso d’acqua. La montagna, in quel punto, creava una piccola valle e il suo versante, a picco sul fiume, era interrotto da una piccola apertura nella roccia. L’odore di rose si fece più intenso, man mano che mi avvicinavo alla grotta.
Entrai nella cavità con passo incerto. Le mie zampe sprofondarono nel terreno umido, lenendo il bruciore provocato dalla lunga corsa.
Mi addentrai in quella stretta caverna e seguii l’angusto sentiero che si snodava nella roccia verso il basso. Improvvisamente le pareti si allargarono e fecero spazio a una cavità più larga, una piccola ampolla d’aria nella roccia della montagna.
Le pareti bianche erano percorse da migliaia di riflessi luminosi provenienti dal laghetto azzurro che riposava sul fondo.
Le acque erano cristalline e lasciavano intravedere il fondo ghiaioso.
Rimasi affascinato dalla semplicità di quel quadro della natura che, soltanto con il bianco e l’azzurro, era riuscita a dipingere un capolavoro. Mi addentrai in quel terreno di marmo bianco e immersi le zampe nelle acque placide.
Uno strano suono solleticò il mio udito. Era una dolce musica che mi provocò dei brividi piacevoli lungo la schiena.
Mi voltai e fui travolto dal dolcissimo profumo di rose che accompagnava sempre Ricky.
E poi la vidi.
Un magnifico lupo bianco mi guardava dall’alto di una roccia altrettanto candida.
La certezza che quell’animale magnifico fosse Ricky era trascinata dall’istinto del mio cuore.
I suoi occhi magnetici mi catturarono. Affondai in quei profondi zaffiri ornati da piccole pagliuzze celesti.
La mia mente si svuotò e si riempì di lei. Tutto ciò che sentivo, vedevo o provavo era lei, nient’altro che lei, la mia Ricky.
L’intensità di quei sentimenti mi lacerava l’anima, ma non provavo dolore. Tutto il mio essere s’incentrò su di lei, come se fosse l’asse portante sul quale il mio mondo ruotava.
Quel suono lieve che avevo sentito alle mie spalle era il basso uggiolio con cui mi stava salutando.
Corsi nell’acqua bassa del laghetto e mi arrampicai sulla sua roccia per raggiungerla.
Mentre mi avvicinavo a lei, mi ritrasformai e la vidi fare lo stesso.
Il mio corpo bramava il contatto con quella pelle d’avorio. La abbracciai teneramente e accostai le mie labbra alle sue.
I suoi occhi meravigliosi si chiusero e la sua bocca soffice mi accolse in un dolce bacio.
Le sue membra tremavano e le sue mani fremevano sul mio petto, mentre le accarezzavo i lunghi capelli.
Quando non riuscii più a respirare, mi staccai da lei ansimando.
Cosa ci sta succedendo, Jake?
Il suo pensiero soave nella mia mente mi fece sorridere.
È questo l’imprinting di cui abbiamo tanto sentito parlare?
Anche lei era stata colpita da questa forza meravigliosa e indomabile? Perché non ci era successo prima?
Forse perché la mia vera anima non era ancora uscita allo scoperto…ora che sono una lupa anch’io, hai potuto conoscere la vera me…
« Jake, è strano parlare con il pensiero… »
« Hai ragione» era giunto il momento di chiarire una volta per tutte i nostri malintesi. Purtroppo non sapevo come cominciare il discorso e buttai lì una frase sconnessa. « Mi hai fatto preoccupare… »
I suoi occhi si rattristarono. Era il momento di raccontare tutto.
« Non dovevo mentirti, ma dopo quello che è successo al tuo clan non… »
« Dopo quello che mi è successo, non credi che io sia capace di reggere qualunque notizia? »
Abbassai lo sguardo per la vergogna e lei rincarò la dose.
« La cosa che mi ha fatto più male, Jake, è la completa devozione che hai avuto verso di lei quando ti ha chiesto aiuto. Il tuo sguardo diceva che l’avresti sostenuta ad ogni costo »
Non era assolutamente vero! La gelosia le aveva annebbiato la mente! Era arrivato il momento che lei sapesse come era riuscita a farmi rinascere.
« Quando sono venuto in Norvegia, volevo allontanarmi da Bella. Volevo dimenticare il mio amore per lei. Non te lo nascondo » cercai di respirare correttamente. Non ero abituato a esporre i miei sentimenti.
La sua pelle d’avorio, accanto alla mia ambrata, creava un gioco di colori meraviglioso. Le nostre anime sembravano fluttuare unite attorno ai nostri corpi. L’atmosfera nascondeva una sacralità quasi religiosa. Guardai nel mio cuore e finalmente seppi cosa dire.
« Non ero alla ricerca di un miracolo. Non avrei mai creduto che l’amore fosse possibile, ma il tuo amore mi ha reso completo. Supplico perché tutto questo non finisca. Sei la mia anima gemella, la mia migliore amica. Tu mi hai accolto e hai salvato la mia anima ».
Il suo viso di porcellana si aprì in un meraviglioso sorriso. Mi gettò le braccia al collo e mi baciò.
« Mi credi, Ricky? »
« Riuscirai mai a chiamarmi Rikke? » al mio cenno di diniego rispose con una risata cristallina. « Ti credo. I pensieri non mentono » poi il suo viso divenne più serio.
« Hai lasciato il tuo branco per me…ma loro hanno bisogno del tuo aiuto ».
« Lo so » l’affetto che ancora mi legava ai miei compagni scalpitava dentro di me.
« Voglio venire anch’io ».
No! Saresti in pericolo e… non sapresti resistere alla tentazione di attaccare coloro che hanno ucciso la tua famiglia…
« Non sono stupida. La vendetta non mi ridarà i miei genitori. Sam mi ha spiegato il vostro piano… »
« Ti ha aiutata lui con la trasformazione? » il senso di colpa s’insinuò nel mio petto. Forse ero stato troppo duro con Sam, ma ormai non potevo tornare indietro. Il mio orgoglio non me l’avrebbe consentito.
« Sì, ma ascoltami. Mi ha detto di stare lontana dalla riserva se non me la fossi sentita di vedere i Volturi, ed io me ne sono andata. Più che altro non volevo più vedere te… ma ora che siamo insieme, sono convinta di potercela fare. So che se mi sentirò persa, tu sarai al mio fianco… per sempre ».
La presi per mano e la aiutai a scendere dalla roccia.
Ci trasformammo e imboccammo il sentiero che conduceva fuori dalla caverna.
Un lupo bianco e un lupo rossiccio correvano fianco a fianco, condividendo anima, mente e cuore.
Ci avviammo verso la battaglia, verso il nostro destino insieme.
I suoi pensieri risuonavano dolci ma decisi, marcati dal timbro da Alfa che anche lei possedeva. Eravamo un branco, una famiglia di due lupi sullo stesso piano gerarchico.
La mia anima era finalmente completa e felice, l’amore di Ricky aveva distrutto la corazza del mio cuore e lo aveva avvolto con una corolla di petali di rosa.
Ti amo.
La mia mente non riusciva a pensare ad altro.
Ora capisco cosa ha provato Thrud vedendo Sigurd.  Jeg elsker deg… ti amo Jacob.

 
 
 
 
 
 
 
 
 Ringrazio di cuore tutti quelli che hanno commentato e seguito la storia o anche solo letto. Ricordo che le vostre opinioni sono sempre ben accette..
 
 
Riporto il giudizio di Dark Iris91 (nel testo, la frase che dovevo usare è in grossetto): 
  
Prima classificata: “Save my soul” di Nitro

Correttezza grammaticale e sintattica, ortografia: 15/ 15 punti
Gestione del What..if?: 15/15 punti
Originalità: 9/10 punti
IC personaggi: 9/10 punti
Utilizzo della frase: 8,5/10
Giudizio personale: 9/10 punti
Totale 65,5/70

Una storia meravigliosa la tua. Grammatica eccellente, uno stile così fluido e particolare da far si che le 40 pagine scorrano senza che il lettore nemmeno se ne renda conto. Il what…if? non solo è stato gestito benissimo, senza risultare troppo “strano” ma sei riuscita a ricreare qualcosa di talmente tanto bello e ricco da poter quasi pensare che sia possibile. Le atmosfere nordiche, le leggende dei lupi del nord che si mescolano a quelle degli dei del pantheon germanico, il tutto unito alla saga che ho amato di più in questi anni: sono rimasta molto colpita. Eccellenti descrizioni davvero, particolareggiate ma senza essere appesantite. Ho amato ogni riga di questa storia, i titoli dei capitoli costituiti dalle frasi di grandi autori sono un colpo di genio davvero (quella su Dracula poi mi ha spiazzata!) e amo che finalmente Jacob abbia accanto una vera donna, non un’infantile egoista che gioca con i sentimenti del proprio migliore amico. La frase scelta è molto bella ed usata benissimo, il culmine di un rapporto che si sviluppa lentamente fra i ghiacci del nord e che termina nella Forks che tutti conosciamo. Dopo questa storia le atmosfere della Meyer non basteranno più ai lettori, talmente ricco è lo scenario che sei riuscita a creare. Ottimo lavoro, brava. 

   
 
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