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Autore: Sselene    09/06/2011    2 recensioni
"Dannato Cupido!" è la frase tipo di Sam che, allontanato dall'uomo a cui finalmente si è dichiarato, non trova altro modo per sfogarsi se non imprecare contro il Dio dell'Amore, finché, un bel giorno, è proprio Cupido che si ritrova nel bagno di casa, pronto pronto per aiutarlo nel suo piano di conquista.
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non riusciva ancora a capire come aveva fatto ad accettare l’assurda idea di quell’assurdo tipo che assurdamente si era presentato come Cupido, dio dell’amore. Assurdo. Era una situazione troppo… assurda! Conquistare Rick? Impossibile. Lui era stato ben chiaro, quando l’aveva rifiutato, insistere non l’avrebbe portato a nulla. Solo ad essere odiato più di quanto non fosse già. Non c’era alcun bisogno di tentare di conquistare l’uomo che amava, l’aveva ripetuto più volte a quella ‘divinità’, ma lui non aveva voluto saperne niente e l’aveva trascinato fuori casa, per fargli prendere aria, sapere informazioni su Rick e, intanto, esplorare quello strano mondo che non conosceva per nulla.
 
Osservò il biondo seduto di fronte a lui studiare attentamente il menù che aveva tra le mani, con un’espressione corrucciata in viso. “Allora? Hai deciso cosa prendere?” Gli domandò vagamente annoiato dall’attesa.
Il dio alzò lo sguardo su di lui, ridendo, lasciando il menù sul tavolo. “Certo che no, non so leggere questi caratteri.” Rivelò con un sorriso quieto, posando le braccia incrociate sul tavolino. “Consigliami tu, dai, cosa potrei prendere?”
Sam volse lo sguardo sul menù, leggendo attentamente quanto v’era sopra riportato, un po’ impensierito. “Beh, non saprei… vuoi un cocktail? Un caffè? O preferisci un frappé?”
Cupido alzò lo sguardo sul cielo turchese appena macchiato di bianco, arricciando leggermente le labbra accattivanti, poi rise “Non ho la minima idea di cosa tu stia dicendo, Sam.” Ammise stringendosi nelle spalle, chinando un po’ il capo sulla spalla destra. “Ma il frappé suona bene, credo prenderò quello.” Decise, poggiandosi allo schienale della sedia di plastica, giocando con le dita su un posacenere di metallo, chiedendosi a cosa mai servisse quello strano aggeggio.
Il castano lo osservò a lungo, chiedendosi che risposta avrebbe ricevuto domandando al dio a che gusto volesse il frappé, quindi decise di limitarsi a prenderglielo alla vaniglia, così da non perdere altro tempo nel cercare di spiegargli la differenza tra i vari gusti.
Fermò un cameriere con un cenno della mano, ordinando un semplice caffè per sé e il frappé per la divinità. Attese che il cameriere si allontanasse abbastanza, poi si chinò un po’ sul tavolo per accostarsi al Nume e così poter abbassare la voce nel parlare con lui. “Come pensi di aiutarmi a conquistarlo?”
Il biondo inarcò perplesso le sopracciglia, guardandosi un po’ intorno. “Vuoi conquistare il cameriere?” Chiese innocentemente, ma un po’ confuso.
Il giovane fu tentato di mollargli un calcio da sotto il tavolo e di andarsene. “Ma che cameriere e cameriere. Parlo di Rick.”
Il dio chinò leggermente il capo su una spalla, con sguardo vagamente assorto. “Rick? Il tipo che ti piace e che ti ha nettamente rifiutato, dicendoti che non ti voleva più vedere, nonostante la vostra amicizia durasse praticamente da quando eravate bambini di tre anni a testa? Quel Rick?”
Il 24enne strinse le labbra e i pugni, chinando tremante lo sguardo sul tavolo di plastica, senza commentare per molto tempo, limitandosi a un cenno del capo. Non notando alcuna reazione da parte del dio dell’amore, si forzò di alzare lo sguardo vagamente lucido, prendendo fiato ed esalandolo vibrante . “Si. Lui.”
Cupido lo osservò a lungo, sospirando insofferente, posando il viso sulla mano destra, retta dal gomito posto sul tavolo. “Ma perché vuoi conquistarlo? Ma lo vedi come ti ha trattato? Non merita la tua amicizia e men che meno merita il tuo amore!”
Sam si alzò di scatto, rovesciando la sedia all’indietro, battendo entrambe le mani sul tavolo, irato da quel modo di parlargli, ferito, in cuor suo, dalla verità di cui quelle parole erano pregne. “Senti, io non ho mai chiesto il tuo aiuto, sei tu che sei venuto in casa mia, mi hai trascinato qui, mi hai proposto di conquistare la persona che mi piaceva. Hai fatto tutto tu, quindi non ti permetto di parlarmi in questa maniera! Se non vuoi aiutarmi, fa niente, non lo voglio il tuo aiuto, ma se vuoi aiutarmi allora ti prego di non farmi la partaccia.” Prese fiato, dopo la sfuriata, con il rossore dell’ira che sfumava solo per essere sostituito da quello più bruciante dell’imbarazzo.
Non era sua abitudine fare certe scenate in pubblico, la cosa lo imbarazzava non poco.
Distolse lo sguardo da quello un po’ sorpreso del dio, passandogli accanto per allontanarsi. “Io torno a casa.”
Cupido alzò appena una mano, afferrando il polso del più giovane, fermandolo e alzando lo sguardo su di lui. “Ti aiuterò a conquistarlo, se è quello che vuoi.”
Sam tacque per qualche momento, ma poi annuì con un cenno del capo. “E’ quello che voglio.” Confermò deciso.
Il dio sospirò ancora, ma si alzò, annuendo e facendo un gesto vago della mano. “Va bene, va bene, ti aiuterò.” Si sistemò un ciuffo dei capelli biondi, incamminandosi verso la strada principale, seppur non sapesse bene che percorso stesse percorrendo. “Siete strani, voi umani. Hai me al tuo servizio, potresti avere chiunque tu voglia e il tuo unico desiderio è conquistare una persona per cui, evidentemente, non vali nulla. Perché una cosa del genere?”
Sam scrollò le spalle, con lo sguardo perso su un punto imprecisato, forzando una leggera risata. “Se parli così, evidentemente non sei mai stato innamorato.” Commentò solo, avanzando di qualche passo, al contrario del dio che si fermò, rialzando lo sguardo sul cielo, inspirando a fondo.
“Desiderare a tutti costi qualcuno che non ti merita e che non ti vuole non è amore. E’ solo capriccio.”
Il castano si voltò a guardarlo. Cupido aveva il tono di chi parlava per esperienza personale, e per un attimo fu tentato di chiedergli cosa gli fosse successo, ma subito il dio tornò a sorridere come sempre, passandogli un braccio attorno alle spalle, stringendoselo un po’ contro. “Forza, dove possiamo trovare questo Rick?”
Sam indicò una stradina alla loro sinistra. “Il suo ufficio si raggiunge da questa strada.” Spiegò, sussultando quando il nume lo prese per mano, trascinandolo con estrema gioia.
“Allora andiamo.”
 
“No, no, no, no, no, no, no, aspetta, che vuoi fare?”
Il Dio rise, osservando divertito il totale panico che riempiva gli occhi del giovane che, da così vicino lo poteva vedere bene, non erano semplicemente castani, ma avevano una qualche strana sfumatura quasi in qualche modo dorata. “Hai dei bellissimi occhi.”
Sam si sentì arrossire a quel commento, e quasi ringraziò il fato per le mani del dio poste sulle sue gote di modo da coprire il colore che queste avevano preso. “Che diamine stai facendo?” Gli chiese a voce bassa, cercando di controllare il tremito che sentiva nell’avere il viso del nume così maledettamente vicino.
“Sto cercando di baciarti.” Rispose con estrema tranquillità il dio dell’amore, sorridendo piuttosto soddisfatto nel vedere gli occhi del minore sgranarsi totalmente sconvolti.
“Sam?”
Il giovane sussultò a quella voce, scattando in piedi e parandosi davanti al Dio quasi come a voler provare a nasconderlo. “R-rick! C-che ci fai da queste parti?” Domandò stupidamente, completamente nel pallone, pur sapendo perfettamente che l’uomo lavorava poco lontano da lì e che quello era proprio l’orario di fine lavoro.
Cupido si mise in mezzo, scostando un po’ Sam e avvicinandosi all’altra persona. “Oh, quindi tu sei Rick! Sam mi ha parlato così tanto di te che è come se ti conoscessi da sempre.” Rivelò ridendo, portando una mano sul capo del castano, carezzandoglielo un po’, affettuosamente.
Rick osservò quel gesto di sott’occhio, tenendo lo sguardo sul tipo che aveva davanti, squadrandolo attentamente, sorridendo con fredda cortesia. “Temo di non poter dire la stessa cosa, però. Lei è…?”
Il Dio sussultò, come rendendosi conto di non essersi presentato, stringendo la mano dell’uomo con vigore. “Sono Philia Eros. Ma puoi chiamarmi Eros, come fanno tutti, perché Philia è un nome davvero pessimo.” Rise, prendendo la mano di Sam con la sua, stringendogliela forte per impedirgli di scostarla. “Io e Sam ci frequentiamo da un po’. Sai, qualche giorno fa si è dichiarato ad uno, ma quello stronzo l’ha rifiutato. Non ti dico, Sam ne ha sofferto tantissimo! Io gli ho detto che non era il tipo adatto a lui, che meritava di meglio e così l’ho trascinato ad uscire. Credo di starlo persino convincendo, sai? Andando avanti così, sono assolutamente certo che Sam presto cadrà ai miei piedi.” Annuì alle sue stesse parole, come per confermarle, poi scoppiò a ridere, chinandosi sul castano, baciandogli dolce una guancia. “Non è vero, Sam?”
Lui boccheggiò un paio di volte, cercando qualcosa da ribattere, ma, fortunatamente, né Cupido, né Rick sembravano effettivamente interessanti a lui.
“Sono contento che Sam abbia trovato qualcuno che tiene così tanto a lui.” Mormorò Rick, con la solita gentilezza di circostanza.
‘Eros’ sorrise, stringendosi Sam contro, con gioia e dolcezza. “Non permetterò a nessuno di farlo soffrire.” Promise con voce decisa, per poi lanciare uno sguardo all’orologio che pendeva da uno dei lampioni che riempivano la strada. “Oh, ma è già così tardi? Sarà il caso che ci avviamo, Sam, o arriveremo in ritardo al ristorante.” Portò lo sguardo su Rick, sorridendogli con sincerità. “E’ stato un piacere incontrarti, qualche volta potremmo uscire tutti e tre insieme, credo sarebbe fantastico!”
L’uomo sorrise, annuendo appena. “Si, mi sembra una buona idea. Magari ci sentiamo e vediamo di organizzare qualcosa. Buona serata. Ciao, Sam.” Posò una mano sui capelli castani del più giovane, scombinandoglieli un po’, prima di allontanarsi sotto lo sguardo di Sam e di Cupido.
“M-ma cosa ti salta in mente? Ma che cazzo dici?” Sbraitò il castano quando il suo amato fu abbastanza lontano.
Il dio rise divertito a quella reazione. “Sam, calmati. Sei tu che mi hai chiesto di aiutarti a conquistarlo ed è quello che sto facendo.” Spiegò semplicemente, incamminandosi verso una qualche direzione, seguito dal giovane furioso.
“A me non pare! Ora penserà che non ero sincero, che mi va bene farmela con tutti, che sto con te e che quindi va tutto bene, non mi sembra la tattica giusta per conquistarlo!”
Il dio si voltò di scatto, fermandosi, portando lo sguardo fisso in quello del minore. “Ora sa che sei stato sinceramente male per lui e che hai qualcun altro che può aiutarti a vivere. Sa che non dipendi totalmente da lui, sa che lui non è l’unico, sa che la sua posizione può essere in pericolo. Li conosco i tipi come lui, anche se ti ha rifiutato pretende che tu sia suo, farà di tutto perché tu lo sia. Usciremo qualche volta in tre, gli faremo vedere che stai bene anche senza di lui, che sei disposto a dimenticarlo per amare me, aspetteremo che lui inizi ad avvicinarsi a te e andrai a confidarti con lui, dicendogli che ti ho deluso, che ti ho tradito, che probabilmente non ti amavo come dicevo, che sei confuso, che stai male, che non sai che fare, che è stato uno sbaglio stare con me e così voi due vi metterete insieme e tutto è bene quel che finisce bene.”
Sam schiuse più volte le labbra, cercando di commentare qualcosa, intontito dalla rapidità con cui Cupido gli aveva esposto il piano che, in effetti, gli sembrava perfettamente logico. Chiuse la labbra, annuendo un po’.  “Potrebbe funzionare.” Ammise con tono di sufficienza, riprendendo a camminare, arrossendo furiosamente nel sentire il dio scoppiare a ridere.
 
Sam osservò molto attentamente il locale davanti al quale si erano fermati, portando poi lo sguardo sul dio, che appariva incredibilmente emozionato, e nuovamente sul locale. “E’ una pizzeria.” Constatò sperduto e confuso dall’eccitazione quasi palpabile del biondino che annuì vigorosamente.
“A volte mi è capitato di vederle, da lassù, ma non ho mai assaggiato una pizza, sono certo che è squisita!”
Il castano non riuscì a reprimere una leggera risata nel vedere il dio dell’amore così emozionato per una semplice pizza. “Allora entriamo a sederci.” Acconsentì, prendendo, un po’ esitante, una mano del biondo nella sua, accompagnandolo all’interno del locale, fino a un tavolo un po’ in disparte a cui si sedette insieme a lui.
“Tu cosa prendi?” Domandò curioso Cupido, rubando un menù dal tavolo accanto, studiandolo sebbene sapesse perfettamente che da lì non poteva ricavarne nulla, a causa degli strani simboli che non sapeva riconoscere.
“Credo che prenderò una semplice margherita.”
Il dio ci pensò su, annuendo lievemente, sorridendo poi. “Allora ne prenderò una anch’io.” Confermò, guardandosi intorno in attesa di un cameriere che non si fece aspettare più di tanto.
“Buonasera, signori, avete già scelto cosa ordinare?”
Prima che Sam potesse rispondere, Cupido annuì, prendendo la parola. “Vorremmo due Margherite. Mi raccomando, il mio amico è allergico al Basilico, quindi non dovete assolutamente metterlo sulla pizza.”
Il cameriere segnò con estrema cura sul blocco, annuendo. “Da bere?”
“Un litro di vino rosso della casa.”
Il cameriere segnò anche questo, poi prese il menù. “La vostra ordinazione arriverà subito.” Rassicurò, allontanandosi verso le cucine, sotto lo sguardo impaziente del dio che già nella sua mente cominciava a gustare quella sconosciuta pietanza che spesso aveva visto mangiare con gusto.
Sam lo fece tornare alla realtà, posando una mano sulla sua. “Come lo sai?”
Cupido lo osservò perplesso, cercando di capire a cosa si riferisse.
“Come sai che sono allergico al Basilico? Non te l’ho mai detto.” Esplicò il castano, facendo ridere leggermente il Nume.
“Lo so perché ti osservo da quando sei piccolo.” Rispose con estrema tranquillità, prendendo la mano tra le sue, disegnandogli vari ghirigori sul dorso con la punta dell’indice della destra.
Sam ritirò la mano, portandosela in grembo. “E perché mi osservi?” Domandò, immediatamente diffidente, arretrando appena col busto, poggiandosi così alla sedia di legno.
Cupido rimase in silenzio qualche attimo, guardandosi intorno. “Tua madre era pagana.” Rispose, col tono di chi ha ancora molte cose da aggiungere, nonostante già di per sé quella fosse, per Sam, una risposta sufficiente. “Lei era davvero molto fedele e credeva totalmente in noi Dei.” Si mosse sulla sedia, quasi come fosse a disagio a rivangare quei ricordi, seppure il suo viso rimanesse calmo e quieto. “Quando tuo padre morì, che tu non eri ancora nato, lei si ritrovò in molte difficoltà e venne da noi. Ricordo esattamente ogni sua parola. Disse ‘Vi chiedo perdono, miei Dei, se il mio cuore, ora, tentenna nel dubbio. So che questa disgrazia non è certo stata un accadimento desiderato da voi, ma darvi, nel mio cuore, la colpa, mi permette di metabolizzare meglio il dolore per questa tragedia, così da poter crescere al meglio il figlio che mi sta per essere donato’. Lo ricordo come fosse ieri.”
Tacquero entrambi, a lungo.
Cupido intento nei suoi ricordi, evidentemente, in qualche modo, rammaricanti, Sam perso in una spirale di pensieri che gli stringevano lo stomaco in una morsa di disagio e confusione.
L’arrivo delle pizze, comunque, interruppe entrambe le catene, riportando il Dio nel suo stato di febbricitante emozione. “Ha un aspetto splendido e anche un odore meraviglioso.” Constatò, chiudendo gli occhi, annusando il buon profumo che quella focaccia evoluta emanava. “Sembra davvero fantastica.”
Il più giovane rise, tagliando la pizza in quattro con forchetta e coltello. “Beh, in fondo è un cibo amato in tutto il mondo, un motivo deve esserci.” Ammise, staccando un quarto del cerchio e piegandolo a metà, mangiandone il primo boccone, seguito da Cupido che cercava di imitarlo nei gesti e che, al primo morso, quasi si immobilizzò per assaporare al meglio quel piatto tanto desiderato.
“Mh, è veramente deliziosa.” Confermò con estrema gioia, sorridendo euforico al ragazzo che ricambiò il sorriso.
   
 
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