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Autore: sundayrose    09/06/2011    7 recensioni
"Entrai di corsa in casa e scartai frenetica il pacchetto che avevo appena comprato. Mi precipitai in bagno senza neanche togliere la giacca e attesi.
2 minuti.. era quello il tempo necessario. 2 minuti che potevano cambiarti la vita.
Mi guardai riflessa nello specchio senza avere il coraggio di appurare quello di cui ormai ero certa. Con uno sforzo enorme abbassai lo sguardo sul test e quello che vidi mi lasciò intontita per un attimo. 2 linee rosa: ero incinta,aspettavo un figlio da Harry!!"
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Tuffo nel passato
 
Harry si dirigeva veloce verso l’ufficio della McGranitt.
Tutta quella situazione lo spaventava a morte e sapeva che da solo non avrebbe mai potuto farcela. Era sempre stato così, nonostante tutto quello che dicevano sul fatto che fosse il Prescelto e che fosse stato destinato a sconfiggere Voldemort, lui non ce l’avrebbe mai fatta da solo. Aveva sempre avuto bisogno di qualcuno per cavarsela, a volte solo della semplice fortuna, ma se non ci fossero stati i suoi amici poteva dire con certezza che non sarebbe arrivato dove era ora.
Hermione l’aveva aiutato innumerevoli volte in quegli anni, molte volte gli aveva salvato la vita,ora era arrivato il momento di ricambiare. Non solo perché portava in grembo suo figlio,ma perché lei era una persona importante per lui e non vi avrebbe rinunciato.
La profezia di Ron gli ronzava in testa come una fastidiosa zanzara. Qualunque cosa facesse ce l’aveva sempre davanti,impressa a caratteri cubitali nei suoi occhi.
Avrebbe voluto dimenticarla,scordare quelle parole che pesavano come macigni. Avrebbe voluto non averla mai ascoltata, a quest’ora si sarebbe preoccupato solo di Hermione e non della creatura dentro di lei.
Non l’avrebbe ucciso, di questo era certo. Non avrebbe ucciso il sangue del suo sangue,anche se si fosse trattato di un mago peggiore di Voldemort. Avrebbe trovato una soluzione alternativa. Doveva trovarla.
Per questo stava andando nell’ufficio della preside, lì avrebbe trovato tutte le risposte che cercava.
Bussò più volte ma non rispose nessuno, come si aspettava. A quell’ora la McGranitt era impegnata con le lezioni di Trasfigurazione,sarebbe stato strano trovarla in ufficio.
Aprì la porta cauto pronto ad un’eventuale sorpresa,ma la stanza era vuota come previsto.
Si diresse veloce verso il pensatoio,i ricordi che avevano visionato la sera prima dovevano essere ancora lì. Si aggirò frenetico fra le tante ampolle sparse sul tavolino finchè non trovò quello che cercava. Il ricordo che celava la sua profezia.
La guardò a lungo. Ora che l’aveva in mano non sapere cosa fare. Voleva davvero vedere quel ricordo e realizzare in pieno l’ineluttabilità del suo destino? O preferiva ignorarlo e trovare un altro modo per salvare il suo bambino e Hermione?
Ma quale altro modo? Non aveva la benché minima idea di cosa fare. Non sapeva nemmeno cosa stesse succedendo esattamente. Era stato trascinato in un vortice da cui non sapeva come venirne fuori. Doveva trovare una soluzione al più presto però, prima che fosse stato troppo tardi.
Quello che era successo poco prima nella camera di Hermione lo aveva scosso profondamente. Vederla soffrire in quel modo senza poter far nulla per aiutarla era stato devastante. Possibile che il bambino avesse imprigionato Hermione in quello scudo per farla morire? E se voleva proteggerla,come diceva Malfoy? Ma da cosa voleva proteggerla? Da loro? Voleva che la madre stesse lontano da loro? Voleva contaminare anche lei al male?
Domande, troppe domande senza risposta.
Si accasciò su una sedia con il viso tra le mani. Si sentiva impotente e inutile.
Pensava che quell’anno sarebbe stato diverso, che con la morte di Voldemort finalmente tutto sarebbe andato meglio. Ma lui continuava a perseguitarlo anche dopo la morte,era legato a filo doppio al suo destino e lui non possedeva le forbici per recidere quel legame.
Ora era entrato prepotentemente anche nella vita di suo figlio,ancora prima di nascere lo aveva contaminato. Ma lui non avrebbe permesso che la vita del suo bambino fosse come quella di Voldemort. Lui non avrebbe passato l’esistenza rinnegato da tutti, non avrebbe fondato la sua vita sull’odio. Sarebbe stata diversa, sarebbe stato amato,avrebbe cambiato la sua indole malvagia.
- Harry,Harry. Pensavo che avessi capito,pensavo che avessi compreso dopo tutti questi anni.-
Harry alzò la testa di scatto. Aveva riconosciuto subito quella voce, voce che aveva tanto amato in quegli anni.
Il professor Silente lo guardava teneramente dalla sua cornice dorata. Quegli occhi dolci e penetranti lo scrutavano fin dentro l’anima. Aveva sempre pensato che potesse leggergli nel pensiero con quegli occhi.
- Professor Silente. – Harry si alzò dalla sedia e si avvicinò al ritratto.
- Ciao Harry, è bello vedere che le cose non cambiano col passare del tempo. Sempre eternamente combattuto su ciò che è più giusto fare.-
- E’ un mio difetto professore.- disse Harry sorridendo. Ma si rabbuiò di colpo. – Purtroppo però questa volta non c’è molto da decidere, la profezia parla chiaro.-
- Harry sai benissimo quanto me che le profezie possono essere straordinariamente fuorvianti a volte. Lo hai vissuto sulla tua pelle.- Silente sospirò.
- Non c’è nulla di fuorviante adesso,professore. La profezia parla che io dovrò uccidere mio figlio per salvare il mondo magico, cosa c’è di fuorviante in questo?- Harry cominciava ad alterarsi.
Silente lo guardò comprensivo prima di rispondere.
- Ho sempre pensato che tu abbia avuto un destino troppo crudele. Così giovane hai dovuto affrontare cose che alcuni maghi, ben più grandi di te, non vedono nemmeno nei loro incubi più atroci. Tuttavia hai saputo affrontare con coraggio tutte le prove che la vita ti ha posto davanti. Non ti sei mai tirato indietro e questo fa di te una persona speciale.-
- Si ma questo non mi basterà stavolta. Come potrò trovare il coraggio di uccidere mio figlio? Avevo ragione 3 anni fa quando dicevo che c’era qualcosa di sbagliato in me,che il legame con Voldemort era troppo forte per poter essere ignorato, ci deve essere stato per forza un appiglio alla mia personalità malvagia altrimenti non sarebbe durato così a lungo. Io ho una parte cattiva in me, una parte a cui Voldemort si è aggrappato, una parte che ora si è trasferita nel mio bambino.- Harry buttò fuori tutte le sue convinzioni e paure e ora sembravano più vere che mai.
- Ti devo mostrare una cosa Harry.- Appena dette queste parole,Silente scomparve dalla cornice e al suo posto si materializzarono immagini.
C’erano due persone che parlavano in una stanza. Uno era lui,più piccolo di come era adesso. L’altra persona era un uomo,più alto,con i capelli più lunghi e la barba non curata.
Sirius.
Ad Harry si inumidirono improvvisamente gli occhi.
Le loro immagini nel ritratto cominciarono subito a parlare.
- Harry, il mondo non è diviso in persone buone e Mangiamorte. Ognuno di noi ha sia luce che oscurità dentro di sé. […] Tu non sei una persona cattiva,sei una persona buonissima a cui sono capitate cose cattive.-
L’immagine improvvisamente cambiò.
C’era Harry,steso a terra al Ministero della Magia. Voldemort era appena entrato in lui.
Silente era chinato sulla sua figura e gli parlava teneramente.
- Harry, non conta quanto siete simili, ma quanto non lo siete.-
L’immagine si dissolse e Silente ricomparve nella cornice dorata.
- Ricordi queste parole Harry?-
Harry annuì triste. Quei ricordi erano troppo,non poteva sopportarli in quel momento. La morte di Sirius era stata un duro colpo per lui,come quella di Silente. Avendo perso i genitori quando aveva appena un anno, loro erano per lui tutto ciò che si potesse avvicinare ad una famiglia. Ma anche loro se n’erano andati a causa di quella guerra folle e malsana e ora si sentiva più solo che mai.
Aveva perso tutto,tutto a causa di Voldemort. Non avrebbe permesso di perdere anche suo figlio.
- Ne comprendi il significato?- Silente lo guardava attento dietro gli occhiali a mezzaluna.
Harry annuì di nuovo,non sapendo cosa dire. Il suo sguardo era fisso a terra.
- Non è il nostro destino,o le nostre capacità,o la nostra indole a decidere chi siamo veramente. Sono le nostre scelte. Noi scegliamo di agire per il bene o per il male. Questo è il libero arbitrio. Non si decide la personalità di un uomo dalla sua discendenza,credevo che questo lo avessi capito già da tempo.- Silente continuò ma Harry non lo guardava. – Io,come te,come il tuo bambino persino, come tutti,tutti abbiamo una personalità cattiva dentro di noi, l’importante è non farla prevalere su di noi. Tuo figlio,come hai ben visto,è già straordinariamente potente ancora prima di nascere,ma questo non vuol dire che il suo potere derivi da Voldemort. Lui è il figlio di due dei maghi che hanno contribuito alla salvezza del mondo magico, di due maghi molto potenti,è naturale che lui sia una mago potente a sua volta.-
- Ma la profezia…- Harry cominciò ma Silente lo interruppe.
- Le profezie, come d’altronde il futuro di ogni uomo, cambiano a seconda delle scelte che si fanno. A questo proposito ho ragione di pensare che se non ci fosse stata una scelta dettata dall’odio, a quest’ora la profezia non avrebbe ragione di esistere.-
- Di che scelta parla professore?- Harry era confuso.
- Oh sono profondamente rammaricato,ma non credo di potertene parlare Harry. Vedi, io sono un uomo morto ormai e come tale ho una visione straordinariamente ampia su ciò che succede sul mondo dei vivi, ma non posso influenzarlo in alcun modo. Quello che ti ho detto oggi sono cose che già sapevi, che erano già dentro di te, le avevi solo momentaneamente dimenticate. Ma non posso informarti su ciò che non sai, perché io del resto non esisto.- Silente sorrise – Tuttavia posso darti un piccolo consiglio: non riporre la tua fiducia incondizionatamente.-
- Tutto qui?- Harry era deluso,si aspettava qualcosa di più.
- Si Harry, tutto qui.- Silente continuava a sorridere amabile dall’alto della sua cornice. – Ora sarà meglio che vai Harry, la professoressa McGranitt sarà qui a momenti e non credo che le farebbe molto piacere trovarti nel suo ufficio.-
Harry annuì. – E’ stato bello parlare con lei,professore. E’ stato come tornare nel passato.-
- Il passato non torna Harry,io sono solo un ricordo in una cornice. Ma quando vorrai parlarmi ricorda che ci sarò sempre per te.-
Harry sorrise e si girò per andarsene ma Silente lo bloccò.
- Ricorda le mie parole,Harry: sono le nostre scelte che cambiano la nostra personalità.-
Harry fissava ancora la porta dell’ufficio. Quando si girò,Silente russava profondamente nella sua cornice dorata.
 
Draco era seduto sul pavimento e guardava Hermione dormire beata nel suo letto. Attorno a lei,molto più grande e potente di prima, lo scudo che la proteggeva. Era profondamente convinto che quella era una protezione,anche se il rosso affermava il contrario. Fortunatamente Weasley aveva deciso di sfogare i suoi nervi da qualche altra parte,così adesso era da solo e poteva concentrarsi meglio su quello che stava succedendo.
C’era qualcosa di oscuro e malvagio in quella stanza,lo poteva percepire benissimo. Tutti quegli anni passati a sguazzare nelle arti oscure erano serviti a qualcosa e ora riusciva a fiutarne l’odore anche a chilometri di distanza. Quella camera ne era completamente impregnata. Però non riusciva a capire da dove provenisse.
Ti salverò mezzosangue,te lo prometto.
Poggiò la testa al muro pensieroso mentre con una mano giocherellava con i petali di rosa sul pavimento.
Guardò per terra e la verità gli arrivò improvvisa come uno schiaffo in faccia.
Si alzò di scatto e corse fuori dalla stanza. Sapeva dove doveva andare.
Arrivò nella Stanza delle Necessità con il fiato corto e si diresse rapidamente verso l’Armadio Svanitore. Mise la mano sulla maniglia, ma prima che potesse aprirlo quello si spalancò da solo e una figura ne uscì.
I suoi occhi sorpresi incontrarono lo sguardo gelido di Draco.
- Che cosa ci fai tu qui?-
 
NOTE DELL’AUTRICE:
Salve a tutti, eccomi di nuovo qui con il decimo capitolo. Spero tanto che vi sia piaciuto.
Allora,cosa avrà voluto dire Silente con quelle parole? E chi avrà visto Draco uscire dall’Armadio Svanitore?
Per scoprirlo continuate a seguirmi.
Grazie a tutti voi che seguite la mia storia.
Al prossimo capitolo. Un bacio grande. 
  
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