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Autore: nimue89    11/06/2011    2 recensioni
... L'eveto più atteso dell' anno scolastico ad Hogwarts ...una discoteca ... i malandrini e schiuma ... taaaaanta schiuma?
Che succederà?
“ Io non ce la posso fare! Dico davvero! Non ci riesco!!”
“ Aspetta fratello … mi sono perso … non puoi fare cosa?”
“Resistere! Dovevi vedere come si muoveva un attimo fa!!!
Quello non può essere Remus!” chiarì Sirius sull’ orlo dell’ isteria.
“Remus? Il nostro Remus? Tu … tu Sirius Orion Black non puoi resistere al nostro Remus??” ripetè divertito James.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: I Malandrini | Coppie: James/Lily, Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Remus aveva il cuore che gli batteva a mille; aveva quasi paura di doversi abbassare a raccoglierlo da terra da un momento all’altro.

E tutta quella gente, quella musica, che gli trapanava la testa!

Lui odiava la discoteca!

Non avrebbe mai dovuto farsi convincere!

Quel bastardo di Sirius non lo avrebbe ingannato un’altra volta!

Cosa si aspettava, da lui?

Sirus Orion Black, abbassarsi a stare con un licantropo, finocchio per di più!

Come poteva sperare che Sirius, si accorgesse anche solo lontanamente di lui, circondato da quelle …

Ok!

Ora basta … Doveva calmarsi!

Una cosa alla volta … doveva uscire da li … sempre che fosse riuscito a raggiungere la porta.

Si stava davvero irritando, non era mai stato così arrabbiato in vita sua.

Con un colpo di bacchetta avrebbe volentieri spazzato via, tutti quelli che lo separavano dai battenti chiusi della sala!

Rabbrividì a quel pensiero … cosa diavolo andava a pensare?

Prese due respiri profondi per calmarsi e si fece spazio, a spintoni, tra la folla.

Una miriade di corpi cozzavano gli uni contro gli altri, rallentandolo, urtandolo e pestandogli i piedi.

Non vedeva l’ ora di trovarsi fuori di li, nella quiete della sua stanza, per riuscire a mettere, correttamente, un pensiero dietro l’altro.

Sicuramente quella non era serata, perché a metà della sua strada, venne fermato da qualcuno che gli aveva messo una mano sulla spalla.

Si girò per fulminare il proprietario della mano.

Quando lo fece, fu peggio, lo guardò e il nodo di rabbia che gli stava stritolando lo stomaco, salì velocemente a serrargli la gola.

Provò l’ impulso di tirargli un pugno, ma si limitò a scansare brutalmente la sua mano dalla spalla.

Dopotutto, non era niente per lui!

“ Cosa diavolo vuoi Sirius? Non è proprio il momento!”

Il moro, rimase un po’ interdetto dalla violenza della sua reazione.

Per i primi tre secondi, non riuscì a rispondergli.

Allora l’ altro, spazientito e amareggiato fece per andarsene, ma venne fermato ancora una volta, da Sirius che gli prese la mano con la sua, dolcemente, ma con fermezza.

“Aspetta Remus, dobbiamo parlare!”

“ Io con te, non devo parlare proprio di un bel niente!” rispose piccato il biondo.

“Ok!Ok! Allora io parlo e tu ascolti!” propose il moro “ Per favore!”

Remus, si bloccò per un istante, incerto se dargli retta o mandarlo al diavolo una volta per tutte.

“Remus … ti prego! … Ti prego!”

Non lo aveva mai sentito pregare nessuno, prima d’ora.

Non poté a meno di provare un viscerale e stupido orgoglio.

Senza parlargli gli fece un segno con la testa, tolse la sua mano dalla presa dell’ altro, ma lo seguì nella folla, fino alla zona relax.

Una volta sorpassata la barriera invisibile, la musica sparì quasi completamente, rimanendo un piacevole e indistinto sottofondo.

Quella parte di sala era arredata, da una mezza dozzina di divanetti, illuminati da fioche lampade, che permettevano giusto di vedere il proprio interlocutore.

Un gruppo di amici occupava i due divani più lontani e un paio di coppie stavano baciandosi, parlando e ridendo su i divanetti più vicini a loro.

Remus non poté fare a meno di guardarli e la rabbia che lo aveva momentaneamente abbandonato, alla preghiera di Sirius, ritornò più intensa che mai.

“ Cosa diavolo devi dirmi? Si può sapere?” chiese secco, concedendo all’altro un occhiata severa.

“ Eih ma ti vuoi calmare un po’?! Non ti si può parlare quando stai così!!” lo ammonì il moro, cominciando ad irritarsi.

“ Mi è sembrato di averti detto che non volevo parlare, infatti!”

“ Remus, per favore …”

“ Per favore cosa Sirius?!?” sbottò il biondo.

Intorno a loro si fece gradualmente silenzio, e man mano le coppie lasciarono i divanetti.

Il gruppo di amici, notando lo sguardo truce del biondo, con eloquenti occhiate tra loro si alzarono in sincrono e si defilarono velocemente.

Il moro aspettò di ritrovarsi solo con il proprio interlocutore per continuare:

“ Ascoltami!”

Remus si lasciò cadere seduto su un divanetto e gli fece un cenno esaustivo.

Sirius si sedette su quello di fronte, senza mai perdere il contatto visivo con l’altro, che se avesse potuto lo avrebbe fulminato all’ istante con folgori divine.

“ Senti … io e Viola …”

“ Non m’ interessa!” lo interruppe l’altro, indispettito di sentire ancora il nome della ragazza.

“ Sbaglio o dovevo parlare solo io e tu ascoltare?” lo incalzò Sirius.

Remus sbuffò, ma rimase seduto, in silenzio.

“Stavo dicendo …” riprese il moro “ Io e Viola, siamo amici!”

“Oh ceeerto am…”

“Non interrompermi Remus!” lo zittì secco l’altro. “ Lasciami finire … poi potrai andartene o prendermi a pugni se preferisci … ma fammi finire! Ok?”

Remus gli fece un cenno, di sufficienza, con la testa.

“ Io e Viola siamo stati insieme, ok? Ma cinque anni fa … Ci vediamo ancora ogni tanto, è vero!”

Notando lo sguardo del biondo, Sirius si affrettò a continuare:

“ Solo per una notte … o pomeriggio- precisò sincero il moro- ogni tanto! Ma non ho intenzione di tornare con lei. Mi ha baciato solo per salutarmi!”

“ Piantala Sirius! La scusa del saluto te la sei già bruciata, mi spiace!” replicò duro Remus.

“ Ti giuro che è così! Non pensavo venisse li a baciarmi … così davanti a tutti … davanti a te!”

Il biondo sentì per un’ attimo la pancia contrarsi, invasa da uno sciame di farfalle.

“ Mi dispiace Remus! Se lo avessi saputo … io …”

“ Cosa?!? Non le avresti srotolato due metri di lingua in bocca?” chiese infuriato il licantropo, con i pugni serrati sulle ginocchia.

“ Cosa?? Io non gli ho srotolato due metri di lingua in bocca!!! Come diavolo …!” rispose il moro agitandosi sul divanetto.

“ Oh no! Ceerto! Infatti ti sei tirato indietro no??” chiese retoricamente il biondo, alzandosi.

“ Si dannatissimo idiota! Mi sono tirato indietro!!!” replicò urlando Sirius, imitandolo.

Dall’ esterno la scena era davvero comica!

Due studenti che si urlavano dietro, senza che arrivasse un suono dalla barriera.

Peter si fermò li di fronte a guardarli, senza avere il coraggio di entrare nella sala e raggiungerli.

“Si! Come no!?! Hanno visto tutti, con quale impeto ti sei staccato!”

“ Ma cosa cazzo ne sai tu? Te ne sei andato!!!”

“Cosa avrei dovuto fare?? Rimanere li a guardare mentre vi slinguavate?” chiese allibito il biondo.

“Lei mi ha baciato!!!” gridò esasperato il moro.

“ Oh si giusto! Ti doveva salutare …”

“ Si! Mi doveva salutare!”

“ Ma per favore!!! Cosa diavolo vorrebbe dire?!”

“ Che non ci vedremo più … ” rispose Sirius sperando di farsi intendere a sufficienza.

Imprecò sottovoce allo sguardo perso di Remus.

Quando voleva il Prefetto - Perfetto sapeva essere davvero ottuso.

“ … in quel modo!” continuò titubante l’ altro.

Remus chiuse gli occhi per scacciare un’ orrenda immagine che gli si stava formando nella sua testa.

Sirius in un attimo gli fu vicino e gli prese le mani.

Remus fu costretto a riaprire gli occhi e a guardarlo da vicino.

Sembrava davvero disperato.

Cercava in qualunque modo d’ incatenare lo sguardo con il suo, guardandolo fisso, sperando di riuscire a farlo credere alle sue parole.

“ Remus … non potrei più vederla, anche solo per passarci una notte!”

Il biondo non gli rispose, fingendosi indifferente.

“ Non potrei più vederla, perché in ogni caso finirei per pensare ad un’altra persona!”

Rinforzando la presa sulle sue, Sirius lo guardò angosciato.

“ Non potrei più vederla perché fingerei di essere con un’altra persona!”

Remus stava iniziando a capire …

… non poteva voler dire …

“ U- un’altra persona?”

Sirius, annuì solamente, stringendo le labbra e mantenendo lo sguardo fisso sulle iridi dorate del biondo.

“ E … - tossicchiò per schiarirsi la voce - … e la conosco?” chiese titubante.

Cercò in ogni modo di zittire quella fastidiosa voce che aveva iniziato a martellargli nella mente, al ritmo forsennato del suo cuore, facendogli credere in un barlume di speranza.

Il viso del moro, da teso e preoccupato si rilassò in un sorriso.

Dopo alcuni secondi di silenzio Sirius, si lasciò scappare un bassa risata.

“ Remus … devo proprio dirtelo … a volte non sembri proprio il genio che sei!”

Remus lo guardava mortalmente serio:

“ No! No Sirius! Devi dirmelo!” rispose impietrito, come se da quella risposta dipendesse la sua sanità mentale e la sua intera esistenza.

Sirius abbassò per un attimo lo sguardo, cercando di racimolare, da qualche parte, il coraggio di guardarlo di nuovo e descrivergli quello che sentiva.

“ Io …”

La sua pancia sembrava stretta da una morsa micidiale e si sorprese di essere ancora in piedi, dato che le gambe gli tremavano forsennatamente.

Non riusciva ad aprire bocca, completamente sigillata, senza neanche lontanamente una goccia di saliva.

Quando alzò lentamente lo sguardo verso l’ altro, la stretta all’ altezza dello sterno si allentò un po’, mutandosi in un movimento continuo, come un formicolio viscerale, tanto intenso, da sbalordirlo, per un momento.

Che fossero quelle le famose: farfalle nello stomaco!??

Sempre le stesse cose … direte voi!

Per l’ innamoramento purtroppo o per fortuna, i sintomi sono questi, ragazzi miei!

Troppo imbarazzato per parlargli guardandolo negli occhi, se lo tirò contro, abbracciandolo.

Ora le sue labbra erano all’ altezza dell’ orecchio del biondo, accarezzando dolcemente il lobo con il fiato caldo.

Inspirò profondamente e sussurrò piano:

“ Io … credo di essermi innamorato di te!”

Remus per un attimo non riuscì a realizzare quelle parole in successione.

Solo quando espirò profondamente si rese conto di aver trattenuto il respiro, dal momento che Sirius lo aveva accolto tra le braccia.

“ Io … tu … tu, credi?” chiese ancora frastornato, per avere una conferma di quello che credeva di aver udito.

“ Io …” il bel Black prese di nuovo un lungo sospiro per pronunciare deciso:

“ No … io so! So di essere innamorato di te!”

“ Tu … di me?” chiese incredulo il biondo, guardandolo come se fosse impazzito, portandosi una mano allo stomaco.

Dovette sedersi sul divanetto sotto di lui.

Sirius lo seguì, sedendosi al suo fianco, guardandolo preoccupato.

Il lupo, chiuse gli occhi aggrottando la fronte, come per mettere in ordine i pensieri.

Voltò il viso verso di lui, riaprendo gli occhi, con un espressione non ancora del tutto convinta.

“ Fammi capire bene … - parlò lentamente come per stare attento che l’altro afferrasse ogni singola parola - tu sei innamorato di me?”

Sirius, sorrise del suo scetticismo.

“Ti sembra così assurdo? Devo ripetertelo un’altra volta per caso?” chiese divertito.

Dopo qualche secondo le labbra di Remus, si aprirono involontariamente in un sorriso e guardò sottecchi il moro, strizzando un occhio.

“ Tu sei …”

Sirius divise la misera distanza che li separava, per toccare delicatamente quelle labbra socchiuse con le proprie.

Fu delicato, appena accennato, per paura di commettere qualche errore, nel timore di rovinare qualcosa appena creato; come muovendosi, lentamente, a tastoni in una stanza buia, affidandosi ai sensi.

Remus rispose tremante a quella carezza, sporgendosi involontariamente verso il moro.

Le loro labbra si allontanarono, lentamente; ma Sirius prese delicatamente il viso del biondo tra le mani e lo baciò di nuovo.

Catturò il suo labbro inferiore, percorrendolo con la lingua.

Si sposto di un millesimo verso l’alto, per incontrare la lingua di Remus, che lo aspettava al varco.

Si toccarono e il sapore dolce danzò sulle papille e gli invase la bocca.

Le due lingue come se si conoscessero da sempre, si muovevano in sincrono.

Quando una avanzava, l’altra retrocedeva e viceversa.

Si rincorsero, agilmente, giocose.

Ah!

Come aveva potuto baciare chiunque altro prima d’ora?

Posando un minuscolo bacio sul labbro superiore dell’altro pose fine al bacio, in debito d’aria, riaprendo gli occhi.

Continuando a tenere il viso dell’altro tra le mani, gli sorrise sussurrando sulle sue labbra:

“ Chiaro il concetto, ora?”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  

  
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