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Autore: MaryElizabethVictoria    11/06/2011    1 recensioni
Una vecchia fotografia viene ritrovata a Grimmauld Place. Contiene i ricordi dell'ultimo anno a Hogwarts dei Malandrini, dei loro primi amori,della dubbia frequentazione di tre ragazze Serpeverde, come è cominciata la guerra magica e chi vi ha preso parte. Se 'i ricordi sono l'unico paradiso dal quale non si può essere cacciati' per qualcuno è semplicemente è sprofondare all'Inferno.
(Assolutamente un esperimento, vorrei sapere se è degna di essere continuata^^ Buona lettura!MEV)
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Nuovo personaggio, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Amalya Hardgraves aveva appena aperto gli occhi su una giornata che si sarebbe rivelata colma di sorprese e non tutte in positivo. La prima di queste la vide arrivare con la posta del mattino, quando un fattorino babbano consegnò un pacco piuttosto sospetto: si trattava di una scatola ricoperta interamente di francobolli, chiaro indice della sua provenienza, sul cui unico angolo libero c'era il disegno di un manico di scopa che recava l'incisione Firebolt in lettere dorate.

-Quella è una Firebolt?- domandò leggermente perplessa non appena si ritrovò davanti suo marito, che con aria circospetta cercava di far sparire il pacco- Cosa ci fa nella nostra posta la scopa più veloce al mondo?Credevo non le potessero ancora vendere in Francia.

-Infatti- rispose Elios evasivo.

-Te l'ha chiesta Adrian vero?- lo pungolò lei, ben decisa a non lasciarsi scappare quell'occasione per metterlo di fronte ancora una volta alla temuta verità.

-E' per il suo compleanno- ribattè Elios sulla difensiva, come se sua moglie lo avesse appena sorpreso a fare qualcosa di estremamente più disdicevole che comperare l'ultimo modello di manico di scopa al suo fratellino diciassettenne. In effetti si sarebbe agitato di meno se lei  l'avesse sorpreso a uccidere qualcuno, nel qual caso non si sarebbe dato nemmeno la pena di nasconderlo come stava facendo con regalo incriminato.

-Il suo compleanno è tra sei mesi- gli fece notare tranquillamente Amalya, le mani sui fianchi e lo sguardo inquisitore puntato su di lui .

-Se la merita perchè è un bravo allievo: sa già produrre un incanto patronus - spiegò questi, senza però riuscire a reprimere una punta di orgoglio.

Questo era innegabile. Adrian aveva fatto parecchi progressi da quando aveva scoperto di poter usare la magia ed Elios si era preso il compito , a sentir lui ingrato,di istruirlo personalmente come lei stava facendo con Arya. Non era rimasto quasi più  nulla in lui del bambino spaventato che piangeva tutte le notti da quando aveva visto morire i suoi genitori. In effetti adesso erano loro due a ricoprire quel ruolo, mentre Arya era la sua amata sorella minore. Tutti loro seppur uniti da strani legami di sangue erano in qualche modo una famiglia e si erano quindi abituati a comportarsi come tale.

- Non ci posso credere... ti sei davvero affezionato a lui- sorrise Amalya, cercando per l'ennesima volta di fargli capire che non c'era nulla di male. Inutile dire che si trattava di un'impresa disperata visto che un vero purosangue non l'avrebbe ammesso neanche sotto tortura.

-Lo porto a provarla nel pomeriggio- Elios come prevedibile ignorò deliberatamente la sua ultima affermazione, considerandola nulla di più di una gratuita calunnia- intanto tu potresti andare in città con Arya a sperperare un po' di denaro babbano .

-Perchè?- insistette lei .

-Perchè tutti i ragazzi della sua età dovrebbero avere un padre che li porta  a provare la loro scopa preferita, Amalya - ribattè lui con una durezza eccessiva e infatti fu chiaro a tutti a chi si stava riferendo senza che quel nome proibito fosse mai pronunciato.

-Come vuoi...- si arrese lei tirando un gran sospiro, non voleva certo rischiare di litigare tirando in ballo suo padre, la cui menzione avrebbe significato di certo offenderlo a morte-...bene, divertitevi, ma state attenti a non volare troppo vicino alla città e a non essere visti da...- ma si interruppe immediatamente non appena quella lettera le capitò tra le mani.

Era una letterina bianca apparentemente innocua,  arrivata col resto della posta, che si confondeva facilmente  con il resto della corrispondenza. Eppure l'indirizzo era scritto a mano sul dorso della busta con una calligrafia che Amalya avrebbe riconosciuto tra mille, perchè in migliaia di occasioni passate aveva visto quella persona ricopiare i suoi compiti di pozioni con quella stessa calligrafia tondeggiante.

Il testo della missiva era composto di poche parole molto esplicite.

 

"Avete sepolto sua madre in una bara di pino bianco

..personalmente trovo che il cipresso sarebbe una scelta più appropriata  per la piccola Arya."

 

- Elios, guarda...- avrebbe voluto che la sua fosse un'esclamazione, invece le uscì una specie di rantolo soffocato.

-Cosa significa? - chiese lui non appena l'ebbe vista.

-E' lei- dichiarò Amalya inorridita- Lavinia ci ha trovati.

Elios annuì e si mosse immediatamente, bacchetta alla mano.

-Chiama i ragazzi immediatamente e andate via- le disse prima di uscire a controllare il perimetro della casa.

Non persero nemmeno il tempo necessario a fare i bagagli, Amalya andò a svegliare i due ragazzi che ancora dormivano nelle rispettive stanze per dire loro di vestirsi in fretta e di portare con loro le bacchette. Meno di cinque minuti dopo erano tutti riuniti nell'atrio in attesa di istruzioni, l'incertezza dipinta sul volto di ciascuno. Adrian fu il primo a dar voce ai propri pensieri.

-Che succede?- domandò cercando di mantenere un tono calmo , mentre si mettevasi istintivamente davanti  a sua sorella come per proteggerla da un invisibile forza nemica.

-Perchè ci avete detto di prepararci così in fretta? Dove andiamo?- aggiunse a sua volta Arya.

-Arya,Adrian, entrate nel camino- decretò quindi Elios come se stesse chiedendo loro la cosa più naturale del mondo- dovete andare a Londra.

I due ragazzi lo guardarono ancora più perplessi e spaventati, evidentemente non capivano come entrare nel camino potesse avere a che fare con un ipotetico viaggio a Londra.

Malgrado fossero entrambi ormai capaci di fare incantesimi conoscevano davvero poco del mondo dei maghi, proprio per tenerli lontani da ogni eventuale pericolo o vecchie sgradite conoscenze non era stato loro mai permesso di avvicinarsi alla comunità magica. Per questo non avevano mai nemmeno frequentato una scuola di magia e raramente era loro permesso di girare da soli, perfino per quanto riguardava le uscite nel mondo babbano. Ma anche quella precauzione risultava ora tragicamente inutile.

- Elios, sei sicuro che non sia rischioso? Non l'hanno mai fatto- intervenne  Amalya preoccupata.

-E' l'unico modo a meno che tu non sia in grado di smaterializzarli tutti e due oltremanica senza perderne un pezzo per strada- le rispose lui impassibile.

Alla fine anche lei dovette convincersi che era la soluzione migliore perchè annuì convinta sospingendoli verso il loro caminetto .

-Ma insomma ci volete dire cosa succede?!-insistette Arya - Si tratta di una magia?

-Quella è una Firebolt?- si informò improvvisamente Adrian, il cui sguardo era scivolato bramosamente al pacco sul tavolo.

-Si, ma non è questo il momento! Smettetela di discutere ed entrate nel camino- ribattè Elios con ammirevole serietà- Tra pochi istanti avrai un approccio pratico a ciò di cui stiamo parlando.

-Ma ...ma non dovevamo andare a Londra?- chiese Arya, insicura. Suo zio non sembrava delirasse, anzi le risultava preoccupantemente convinto di quello che stava dicendo, anche se Arya sospettava che nemmeno la droga o l'alcol potessero smuoverlo dalla sua consueta calma granitica.

-Ci andiamo per la via più breve - Amalya, dopo aver spinto sua nipote ancora incredula direttamente dentro il caminetto del salotto aggiunse- pensate intensamente alla casa della nonna,ok?E non lasciate la mia mano per nessun motivo.

Adrian sbuffò contrariato, non erano mai piacevoli per lui le visite di Agnes Hardgraves perchè in ognuna di quelle rare occasioni l'anziana signora sembrava inspiegabilmente intenzionata ad ucciderlo o per lo meno a mutilarlo in maniera grave. Per inciso, non se l'era bevuta la storia del Distillato di morte vivente per caso finito nel suo bicchiere proprio mentre Agnes era venuta a trovarli. Anche per questo Amalya faceva in modo di avere sempre un bezoar a portata di mano.

-Buon viaggio- li salutò Elios - Comportati bene dalla nonna Arya, non farla agitare...Adrian, cerca di starle lontano per quanto possibile. Amalya, devi parlare con chi sai...andrà tutto bene, io vi raggiungerò appena possibile.

 

....

 

Pochi giorni dopo a Grimmauld Place,numero dodici, si consumava una preannunciata tragedia.

-Non mi interessa, io glielo dico- affermò Sirius, che ormai da diverso tempo stava misurando il salone della casa a grandi passi - ora vado di sopra e glielo dico.

-Così fai il suo gioco- gli fece notare Remus - e poi dubito che riuscirai a parlarle anche volendo, sono tre giorni che si rifiuta di uscire da quella stanza e  a malapena ha toccato cibo.

-E' naturale...si sente trattata come una prigioniera!- affermò Sirius solidale.

-Io credo che stia semplicemente facendo i capricci, non devi dargliela vinta tanto facilmente.

-Al diavolo, non è comunque giusto tenerla all'oscuro quando si tratta della sua vita!

- Sirius, aspetta!- lo trattenne Remus appena prima che l'amico si fiondasse di sopra come aveva minacciato- Lo sai che non possiamo, lo abbiamo promesso.

-Me ne infischio di cosa abbiam promesso a quella serpe della tua ex, mia fi... - si bloccò prima di pronunciare quella parola che ancora non gli sembrava reale e che non era nemmeno sicuro di poter usare - Insomma Arya ha il diritto di sapere cosa sta succedendo.

-E che cosa vuoi dirle?- ribattè Remus - Che i suoi zii le hanno sempre mentito? Che le persone che l'hanno cresciuta sono assassini?Che suo padre potrebbe essere un Mangiamorte? Perchè non puoi semplicemente dirle che qualcuno la cerca per ucciderla senza menzionare una di queste cose.

Sirius sbuffò per sottolineare un già evidente dissenso.

-Che suo padre potrebbe essere...andiamo, Remus, l'hai vista!E' praticamente me alla sua età!

-E tu alla sua età te ne saresti stato buono se qualcuno che non conosci ti avesse imposto di restare in una casa che odi?- chiese pazientemente il lupo mannaro, stupendosi per primo di riuscire a mantenere un tono tanto razionale anche dopo tre giorni di quotidiane accese discussioni con l'amico.

-Certo che no, avrei...- Sirius si fermò rendendosi improvvisamente conto di quello che Remus cercava di spiegargli da una buona mezz'ora- ...allora tu cosa proponi di fare?

-Dalle tempo- rispose con un sorrisoottimista- è l'unico modo, fa che impari a conoscerti senza cercare di importi... otterresti solo l'effetto contrario. Cerca di conquistarti la sua fiducia e il suo rispetto e ricorda che non sarà un'impresa facile e ci vorrà più di un giorno.

-Sai, non è cha abbia molto altro da fare momentaneamente - replicò Sirius  con una certa amarezza- bene, potrò dedicarmi a tempo pieno  a questa cosa della fiducia.

Si, avrebbe fatto un tentativo, si disse. E subito dopo decise di entrare a suo rischio e pericolo nella tana della belva, seguito da uno sconsolato Remus che già prevedeva guai ma che si sentiva comunque in dovere di essere lì per garantirgli supporto morale. Sei un Grifondoro Sirius, pensava facendosi coraggio, e dopotutto si tratta solo di una quindicenne .

-Arya...è permesso?- domandò entrando con cautela mentre la vecchia porta cigolava.

-Vattene via!- fu la solita risposta.

Gli era andata bene, pensò Sirius, l'ultima volta aveva schivato appena in tempo uno stivale borchiato lanciato proprio all'altezza della testa. La ragazzina avrebbe avuto talento come Battitore.

-Ascolta, prova solo ad ascoltare per un momento ti va?-provò di nuovo cercando di imitare il tono così comprensivo che Remus molte volte usava con lui, l'amico ovviamente se ne accorse e sorrise incoraggiante.

-Perchè?Tanto io non ci resto in questa casa- dichiarò lei sprezzante- non potete trattenermi contro la mia volontà: è sequestro di persona!!

-I tuoi zii ti hanno affidata a noi...- le ripetè pazientemente Remus per l'ennesima volta-... si tratta di una soluzione temporanea, in men che non si dica potrai tornare a casa tua, rivedere i tuoi amici...

-Ma quali amici?!Ma quale casa?!Un'altra prigione piuttosto- ribattè Arya - Perchè non mi è mai permesso uscire ? Perchè non posso frequentare una scuola di magia come tutti gli altri?Perchè non posso avere degli amici?- li fissava entrambi con determinazione - So che ha a che fare con mia madre perchè nessuno mi vuole mai parlare di lei. Cos'è che la zia non mi vuole dire?

-Tua madre era...- incominciò Sirius altrettanto infervorato, ma fu costretto a fermarsi da un esplicito sguardo di Remus che gli ricordò quello di cui avevano appena discusso- ...tua madre manca a tutti noi e sono sicuro che Amalya pensa solo al tuo bene. Mi dispiace, ma per il momento devi restare qui- si  arrese.

Niente avrebbe potuto ferirlo di più dello sguardo deluso della ragazzina, che  senza la possibilità di capire si trovava davanti a quella che considerava un'insensata segregazione. Se l'avessero fatto a lui non l'avrebbe sopportato, pensò Sirius, almeno lui conosceva le motivazioni per cui era costretto in Grimmauld Place. Era più che naturale che ora lo odiasse, ma era per il suo bene.

-E' ancora molto agitata, diamole tempo- gli ricordò Remus.

Così i due la lasciarono di nuovo sola e non meno disperata di come l'avevano trovata.

-Dannazione, se resto ancora chiusa in questa stanza impazzisco... voglio uscire di qui...- mormorò Arya piena di sconforto gettandosi sul letto con la faccia nel cuscino.

Quando la risollevò si ritrovò davanti un esserino grinzoso vestito con un bizzarro quando sudicio gonnellino che la scrutava malevolo.

- La padroncina ha chiamato?- gracchiò la strana creatura - Kreacher è qui per servire la padroncina.

-Non mi serve niente, grazie- ribattè lei acida, ma l'elfo si prostrò a quelle parole come se fossero fin troppo cortesi nei suoi riguardi.

-Oh,la padroncina non deve ringraziare Kreacher...- mormorò , evidentemente commosso - ma certo, Kreacher doveva sapere che la signorina Arya ha la stessa innata generosità, la stessa tempra magnanima ,lo stesso nobile portamento di padron Regulus...- prima che Arya potesse fare qualcosa l'elfo scoppiò in vistosi singhiozzi accompagnati da un lagnoso piagnisteo.

-Ok, senti, mi dispiace... non volevo farti piangere- cercò di fermarlo lei, un po' allarmata, dandogli lievi colpetti sulla spalla scossa dai singulti.

- ...oh, se solo la signorina Cissy potesse incontrarla che cosa non farebbe per la figlia del suo adorato cugino... -gemette  ancora asciugandosi gli occhi con lo straccio sudicio che portava allacciato in vita.

-Fantastico, altri parenti che hanno da dire la loro su cosa posso o non posso fare!- borbottò Arya, voltando il capo sdegnosamente.

Kreacher, che solo in quel momento aveva smesso di singhiozzare, le si avvicinò quasi strisciando.

-Oh no... la signorina Cissy non è come loro, sporchi traditori del loro sangue che infangano questa casa...lei non direbbe mai alla padroncina cosa fare. Se solo potesse incontrare la signorina Arya...lei le direbbe tutto quello che vuole sapere sui suoi nobili genitori.

Arya lo guardò per la prima volta con sincero interesse, una diversa prospettiva cominciava a disegnarsi davanti ai suoi occhi, una possibilità di sapere finalmente... forse anche di libertà. Ma come tutte le cose troppo belle per essere vere quel progetto così semplice all'apparenza  sembrava anche difficilmente realizzabile.

-Ma, anche se volessi ... come faccio ad arrivare da questa 'Cissy' se sono chiusa qui dentro?- domandò, ancora incerta- Quelli non mi lasciano uscire di certo e da sola non sono ancora  capace di smaterializzarmi.

A quel punto gli occhietti astuti della creatura sfavillarono sinistramente.

-Se la padroncina lo comanda, Kreacher può farlo per lei - rispose l'elfo profondendosi in un fin troppo sussiegoso inchino- Kreacher vive per servire la nobile e antica casata dei Black.

-Bene allora- disse Arya risoluta, tendendo un amano verso l'elfo- Andiamo.

 

 

 

 

 

 

  
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