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Autore: sistolina    12/06/2011    6 recensioni
E' difficile camminare a testa alta nei corridoi di Hogwarts quando tuo padre è Draco Malfoy, il Traditore.
E' difficile essere all'altezza quando tuo padre è Harry Potter, il Salvatore del Mondo Magico.
E' difficile incontrarsi nel mezzo, quando alla Scuola di Magia e Stregoneria infuriano i fantasmi del passato, gli strascichi della Guerra e la sete di potere, e di vendetta, di chi ancora rimane.
Ed è difficile essere Lily Potter, e non odiare più Scorpius Malfoy.
Venticinque anni dopo, le colpe dei padri ricadranno sui figli, e non ci sarà più nessuno, a Hogwarts, al sicuro dalla propria eredità...
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Il Nocchiero

 
“Cotal m'apparve, s'io ancor lo veggia,
un lume per lo mar venir sì ratto,
che 'l muover suo nessun volar pareggia.”
(Divina Commedia, Purgatorio, Canto II, vv 18-20)
 

La mattina della gita a Hogsmeade il cielo era stranamente terso; Lily non si sarebbe aspettata una bufera di neve ad ottobre, ma nemmeno quel sole splendente che fendeva l'aria già terribilmente fredda dell'autunno.
Quando scese per colazione la Sala Grande era già gremita di studenti vocianti che chiacchieravano rumorosamente. Nella cacofonia di suoni che le invasero i timpani appena entrata riconobbe chiaramente l'accento marcatamente francese di suo cugino Louis. E non usava quel dannato arrotolarsi di consonanti sul palato se non stava cercando di rimorchiare qualcuno. Si voltò, guidata dalla sua risata musicale, e lo intravide appoggiato distrattamente al tavolo di Serpeverde, intento ad ammaliare uno studente del settimo anno dai corti capelli castani e lo sguardo torvo. Sollevò gli occhi al cielo: tutto, per le gonne di Morgana, ma non una serpe!
Sbuffando si lasciò cadere mollemente sulla sedia accanto a Rose
E buongiorno anche a te solare e allegra cugina – la prese in giro Hugo con una generosa fetta di pane imburrato fra le labbra
Lasciala in pace Hugo, non vedi la nuvola grigia sulla sua testa? - Lily incrociò lo sguardo divertito di Rose e quello preoccupato di Frank; non era colpa sua, semplicemente non poteva smettere di preoccuparsi delle persone.
Come sta la tua mano? - s'informò Rose lanciandole un'occhiata obliqua. Lei le mostrò il polso libero dalla fasciatura e chiuse a pugno le dita un paio di volte
Tutto ok, Katie dice che non rimarrà nemmeno la cicatrice – erano passate ormai due settimane dall'incidente con la Pianta Carnivora, e la vita ad Hogwarts era tornata mediamente alla normalità: King non aveva più liberato creature spaventose durante le lezioni (anche se Lorcan e Lysander avevano assicurato loro che la Preside era rimasta infuriata per almeno dieci giorni prima di smettere di ordinare spuntini di mezzanotte dalle cucine), Teddy non si era più abbandonato a strane strette di mano compromettenti, e Malfoy, ode a Godric e la sua spada, non le si era avvicinato di soppiatto nei corridoi per minacciarla di rivelare il suo segreto.
Cosa potesse rivelare, poi, era tutto da decidere.
Peccato...potevi trasformarti in leggenda anche tu – sghignazzò Hugo
Oh certo...La Leggendiaria Lily Potter che ha sconfitto la più pericolosa Pianta Carnivora del Mondo Magico! Vedo già i titoloni della Gazzetta del Profeta! -
Il Cavillo di dedicherebbe un intero numero...quando vuoi – sorrise Lysander accomodandosi accanto a Rose con la sua grazia un po' vanesia
Grazie Lys – sorrise Lily, come al solito incerta sulla vera natura delle parole dei gemelli. Avevano quella bizzarra e innata capacità di dire ogni cosa come se fosse estremamente vitale, anche quando scherzavano
Sono certa che Rita Skeeter sarebbe già appostata sotto il tavolo con la dannata Penna Prendiappunti in mano – la cugina torse violentemente il tovagliolo – quella...quella... -
L'intera famiglia Potter-Weasley&Affini detestava così tanto quella bugiarda scribacchina di Rita Skeeter da aver trasformato il suo nome in un insulto: la biografia di Silente le era valsa il successo strepitoso che non aveva mai meritato, e da lì, contrariamente a quanto le loro più calde speranze avevano previsto, la sua era stata una carriera in continua ascesa. Dopo aver scritto una trilogia sulla Guerra Magica e la caduta di Voldemort, anche piuttosto fantasiosa, aveva tormentato la loro famiglia per anni, finché non era riuscita ad accaparrarsi un articolo su come, miracolosamente, James era riuscito ad entrare nei Cannoni di Chudley, visto che il suo cognome era più evidente del suo talento. Da allora, il nome “Rita Skeeter” era stato bandito dalla tavola della Tana dalle inequivocabili parole di nonna Molly “Se quella zecca mangia frottole metterà piede qui, la maledirò io stessa...scrivere quelle cose sul mio bambino...”.
Louis si avvicinò sinuosamente con un sorriso di pura soddisfazione sul bel viso da Veela
Adorati cugini, non sembra una fantastica giornata anche a voi? - i suoi occhi verde chiaro si soffermarono ridenti su ognuno di loro
Lo sarebbe se quello schianto avesse appena accettato ti venire con me a Hogsmeade – Roxanne si sporse verso il tavolo di Serpeverde, e sollevò entrambe le sopracciglia corvine eloquentemente. Louis rise, della sua risata gorgogliante e contagiosa che niente aveva a che fare con il suo sangue soprannaturale, ma solo dell'incredibile fusione fra la calda fragranza di quella della madre e la solare allegria di suo padre. Per quanto la sua memoria potesse tornare indietro negli anni, sentire suo cugino ridere era una delle prime cose che ricordava nelle innumerevoli mattine di vacanza in cui si risvegliava alla Tana. Era un ricordo caldo, famigliare e rassicurante come pochi altri, così come il profumo dei libri di Rose adagiati sul comodino accanto al suo, gli occhiali da lettura di Albus appoggiati distrattamente su chissà quale mobile della casa, i vari pezzi della divisa da Quidditch di James che sembravano venire fuori anche dalle pentole della cena, le copie del Cavillo di Lorcan e Lysander che tenevano fermo il tavolo traballante della cucina, le pergamene appallottolate che Teddy lanciava per la stanza quando non riusciva a scrivere il saggio che doveva consegnare la settimana seguente. Tutto profumava straordinariamente di casa, di pomeriggi a giocare a Quidditch in giardino, a rincorrersi sghignazzando nelle campagne intorno alla casa, immersi fino alle ginocchia nel fango della primavera scozzese, a litigarsi l'ultima porzione di patate che profumava sempre più di nonna Molly che di mamma Ginny.
Ma, come spesso accadeva, lo sguardo torvo di Rose seminò un po' di sale in zucca a tutti loro, che già planavano sulle ali delle fantasie erotiche di Louis su quell'ombroso e affascinante Serpeverde che non sembrava saper ridere
Non è sicuro per te... - Louis sembrò illuminarsi di malizia alle parole di lei
Oh, lo so... - Albus lasciò cadere rumorosamente il cucchiaio nel porridge
Per Godric Lou! Quello è un dannato Serpeverde. Non c'è da fidarsi di lui – e la realtà, come spesso accade, tarpò le ali ai sogni
Come minimo ti rimorchierà e poi andrà a denunciarti alla Preside – Roxanne, tuttavia, sembrava più sconvolta dal fatto che il soggetto in questione giocasse in un'altra squadra piuttosto che dalla concreta possibilità che stesse semplicemente tendendo una trappola al cugino.
Il sorriso di lui, comunque, non sembrò intaccarsi
Non penso che passeremo il pomeriggio a fidarci l'uno dell'altro – Hugo chiuse gli occhi fino a farli lacrimare
Lou, sai che ti voglio bene e tutto ma...Miseriaccia, non voglio mica passare il resto del pomeriggio a immaginare te e Mister Imbronciato a pomiciare da Madama Piediburro! - tutti risero, tranne Albus e Rose, che si scambiarono una di quelle rare occhiate gemelle in grado di far impallidire ogni possibile parola.
Lily sapeva a cosa rischiava di andare incontro Louis; non si trattava della Preside o del suo essere omosessuale. Si trattava di un Serpeverde che, sexy o no, era pur sempre l'infida progenie dei suoi genitori Purosangue, con in mente requisiti ben precisi con cui tarare l'eventuale consorte del figlio...e l'essere un ragazzo non era certamente uno di quelli.
Alla fine, quando l'atmosfera sembrò rilassarsi a sufficienza perché anche Albus decidesse di finire il suo porridge, Louis scoppiò in una fragorosa risata
Ragazzi, vi adoro, ma a volte siete più creduloni di un troll di montagna – si riavviò i capelli biondi dietro le orecchie e scosse la testa – abbiamo una pergamena di Pozioni da fare insieme per lunedì...- li guardò – è a posto...per essere un Serpeverde, ma non andremo mai a Hogsmeade mano nella mano – sollevò gli occhi al cielo in qualcosa che doveva sembrare un'espressione noncurante, ma che non celò a nessuno il qualcosa di meno identificabile che si agitava poco al di sotto. Louis sapeva recitare; quello che era, il mondo in cui viveva, lo avevano allenato a mascherare le emozioni sotto una valanga di sorrisi maliziosi e strizzatine d'occhi. Ma nessuna risata al mondo avrebbe mai cancellato l'improvvisa tristezza che attraversò i suoi scintillanti occhi quasi gialli. E non si trattava sollo del non poter amare liberamente chi voleva e camminare con lui alla luce del sole, in ogni senso. Si trattava di trovare qualcuno che avesse il fegato di farlo.
Evidentemente, un affascinante verde e argento dall'immutabile espressione corrucciata, e un'ascendenza pura come l'acqua di fonte, non poteva permettersi di camminare mano nella mano con nessuno, men che meno con un Weasley mezzo Veela dalla risata capace di sciogliere i ghiacciai di Azkaban.
King si avvicinò a loro a grandi passi con un colossale tomo che aveva l'aria di pesare quanto lui, e si fermò alle spalle di Rose
Signorina Weasley, ho il libro che cercava – il suo viso elegante li vagliò tutti in pochi secondi, indirizzando un vago saluto. Gli occhi di lei s'illuminarono
Davvero è questo? - lo accarezzò con reverenza, lo sguardo quasi febbrile mentre lo apriva e sfogliava le pagine – pensavo fosse praticamente introvabile... - si voltò verso King – ma dove...? - il professore si limitò a scrollare le spalle
Ho un sacco di amici, immagino... - sorrise, in un modo che Lily non gli aveva mai visto fare in un mese e mezzo di lezioni, poi si rivolse a loro – ragazzi, godetevi la gita...magari ci si vede ai Tre Manici di Scopa – ma quell'ultima frase non era indirizzata a nessuno di loro.
Se ne andò com'era venuto, decisamente alleggerito e deciso più che mai
Lo amo, davvero, lo amo...ma a volte è spaventoso – Rose non rispose al fratello, e strinse il libro come se fosse l'unica cosa capace di tenerla ancorata a terra
Già... - sussurrò quasi distrattamente, prima di alzarsi – devo portarlo nei Dormitori...non avete idea – poi li guardò in faccia, l'entusiasmo che scemava lentamente nell'incrociare i loro sguardo vacui – oh d'accordo! Ci vediamo in cortile – e sparì anche lei che, malgrado si portasse dietro quaranta chili di letteratura magica del secolo passato, sembrava librarsi a quattro metri da terra.
Amo anche lei...Merlino, è mia sorella...ma mi terrorizza anche di più – mugugnò Hugo lasciando cadere la testa sul tavolo.
 
***
 
Non mi sembra un'idea geniale – si stava lamentando Frannie evitando con circospezione le pozzanghere sul selciato – insomma, non mi sto lamentando dell'arredamento o della clientela, anche se potremmo aprire un capitolo su “Come rendere un posto poco frequentabile ancora meno frequentabile”, ma davvero pensate che qualcuno avrà dei dubbi sulla natura del nostro incontro se ci vedrà entrare qui? - sollevò la testa bionda verso l'insegna quasi sbiadita della Testa di Porco. Scorpius roteò gli occhi
Frannie, usare troppo il cervello ti farà venire le rughe...continua con la modalità oca giuliva, la credibilità innanzi tutto – Ardhesia lo fulminò con uno sguardo duro. Detestava Frannie, ma detestava lui ancora di più, ed era una donna, quindi non c'erano dubbi su chi di loro avrebbe appoggiato in un duello all'ultimo sangue
Frances, sta tranquilla – la ammonì Incubus con sorriso rassicurante che contribuì a far drizzare a Scorpius i peli sulle braccia.
La Testa di Porco era sempre il locale più buio, impolverato e mal frequentato di tutta Hogsmeade; non che la cittadina brillasse per varietà di scelta dei locali da visitare, ma c'erano ben pochi dubbi sul fatto che quella bettola puzzolente e fatiscente si fosse guadagnata il titolo di “posto sospetto numero uno” di tutta la Scozia. Forse solo Nocturn Alley puzzava più di Magia Oscura e gente equivoca
Di certo il tuo bel faccino non ci è mai entrato qui, bellezza – il barista, un uomo dall'aspetto burbero e poco pulito, stava asciugando un bicchiere con uno strofinaccio logoro dall'aria lercia.
Frannie arricciò il naso e si aggrappò al braccio di Scorpius, guadagnandosi un'occhiata sprezzante da Ardhesia, il nulla più totale da Incubus, e un altro paio di sguardi dal dubbio significato dagli altri membri del gruppo. Decimato rispetto a quello che si incontrava settimanalmente nella Stanza delle Necessità, il gruppetto si accomodò cautamente in un tavolo in fondo alla sala, nell'inquietante penombra.
Anderthon non era stato invitato, così come la maggior parte di coloro che Incubus non riteneva all'altezza di partecipare. In compenso, il viso appuntito di Thorbert Alley, e le occhiate di un'altra manciata di ragazzi lì attorno, non smisero di scrutare Scorpius ad ogni occasione, palesando il loro disappunto nel vederlo seduto lì, e non cacciato a calci nel sedere fuori dal loro “Ristretto Club delle Prime Mogli”.
Come poteva Incubus fidarsi di quel traditore strafottente, quando loro ci avevano impiegato settimane a farsi accettare?
Questo leggeva il Serpeverde nei loro occhi ostili, ma era abituato agli sguardi truci più di quanto non lo fosse a respirare, perciò sollevò due dita tentando di richiamare l'attenzione del barista in vena di complimenti, e lasciò che Incubus si beasse dell'adorazione del suo fan club.
Sta succedendo qualcosa – esordì con gli occhi blu che brillavano di riflessi scuri – le mie fonti sono in fermento. Un'altra famiglia è scomparsa e la pressione sul Ministero aumenta -
Ovviamente Shacklebolt cercherà d'insabbiare la cosa, ma mio padre e la Lega non gli concederanno tregua – il bel viso di Ardhesia era illuminato di perversa soddisfazione – abbiamo avuto dieci nuovi iscritti nelle ultime due settimane. E questo è... -
Ininfluente – il gesto elegante con cui Incubus la mise a tacere l'avrebbe fatta infuriare se non fosse stato il suo – il numero di spocchiosi idioti che fa parte di quella Lega non ci interessa – dichiarò soavemente – quelle persone si limitano a saltare sul carro del vincitore, e lo faranno sempre. Noi abbiamo un obiettivo, e non dobbiamo lasciarci distrarre da quello che la Lega fa o non fa... - lo sguardo di lei si fece duro
Ma il sostegno dei Purosangue -
Il sostegno di persone che cavalcano l'onda dell'entusiasmo non cambierà l'esito di questa partita, né ci sarà utile quando porteremo a termine la nostra missione – il suo tono sembrava sempre più calmo man mano che l'irritazione di Ardhesia aumentava. Era impossibile per lei attaccarlo perché Incubus non sembrava accorgersi della sua presenza. Abbassò la voce di un'ottava, tanto che la maggior parte di loro fu costretta ad accovacciarsi sulla sedia per poterlo udire – Quando l'erede del Signore Oscuro sarà tra noi, i bugiardi, i falsi e i codardi, che così facilmente si sono rintanati nell'ombra quando Lui è caduto, saranno i primi a incontrare la nostra vendetta – il modo in cui pronunciò l'ultima parola fece quasi provare a Scorpius il dolore della Maledizione Cruciatus. Metà degli sguardi dei presenti si focalizzò su di lui. Ovvio, chi meglio di Draco Malfoy incarnava l'immagine del codardo, traditore servo indegno che si era salvato dalla morsa della giustizia magica rinnegando le sue convinzioni?
Scorpius si era chiesto spesso se suo padre avesse mai avuto convinzioni. Una sola, probabilmente, la convinzione di avere sempre e comunque ragione. Evviva!
Finalmente il barista li raggiunse
Whisky Incendiario – sollevò lo sguardo sui presenti – una bottiglia, nuova, niente bicchieri – a giudicare dallo stato in cui versava il panno che usava per pulirli, non c'era speranza di evitare una malattia mortale. Il barista biascicò qualcosa che sembrava un “D'accordo” e sputacchiò a dieci centimetri dallo schienale traballante della sedia di Fran, che rizzò la schiena come un gatto davanti all'acqua.
Ew...feccia – l'espressione fra lo sconvolto e l'indignato che distorse per un attimo i suoi lineamenti valeva tutta la strada che avevano fatto per arrivare fino a lì
Scorpius lasciò cadere fra le dita tozze e pelose dell'uomo molti più soldi di quanti ne valesse l'intero locale, sghignazzando
Per lo spettacolo – sussurrò all'altro che lo fissò con timore reverenziale e rispetto. Ehi, era tipo il primo nella storia della sua vita, doveva godersi almeno il momento!
Il resto del gruppo guardava ancora Incubus come se dalle sue labbra cadessero galeoni, ma il ragazzo aveva gli occhi fissi su di lui, le iridi dall'inquietante blu cangiante accese di malizia e soddisfazione.
Non possiamo ancora muoverci – concluse alla fine – non abbiamo abbastanza elementi e la situazione non è ancora sufficientemente critica. Non possiamo consegnare al futuro Signore Oscuro un mondo compatto e reattivo. Gli Auror godono ancora di troppo rispetto, e morto Lord Voldemort, anche i più codardi impugneranno la bacchetta perché hanno già vinto una volta – sorrise, con tutta l'ipnotica bellezza del predatore che si accinge ad azzannare la preda – no...dobbiamo essere pazienti, e aspettare... -
Aspettare cosa? - intervenne Frannie
Il momento in cui ogni mago della Gran Bretagna si guarderà le spalle dal proprio vicino, terrorizzato all'idea che possa essere nuovamente un nemico – inspirò, passandosi una mano fra i capelli nel gesto più umano che Scorpius avesse visto fargli da...sempre? - lasciamo che la paura, il sospetto, le discordie passate e le crepe che il regno di Voldemort ha lasciato in questo mondo, diventino l'arma con la quale gli indegni traditori del loro sangue si uccideranno a vicenda – il solo modo con cui lo disse inchiodò il Serpeverde alla sedia.
Quando il locandiere arrivò con la bottiglia di Whisky Incendiario e tredici bicchieri puliti come il cristallo di Boemia la tensione era quasi sul punto di esplodere.
Scorpius si voltò verso il suo unico ammiratore e sollevò un sopracciglio
Solo il meglio per i clienti generosi – avrebbe riso, se solo l'espressione dell'uomo non fosse stata così cerimoniosa. Si limitò a distribuire al resto del gruppo i bicchierini intonsi e a far levitare la bottiglia da una mano all'altra.
Quando ognuno di loro ebbe ricevuto la sua abbondante dose di bevanda, Incubus sollevò il bicchiere accanto al viso
Alla Resistenza – tutti lo imitarono, anche se Ardhesia non lo guardò in faccia mentre borbottava uno smozzicato brindisi
Alla Resistenza – sogghignò Scorpius prima di ingoiare il primo di una lunga serie di sorsi.
 
***
 
Quindi, pare che nessuno sappia nulla di lui all'infuori della Preside Maxime... - decretò Lysander dopo un paio di Burrobirre di troppo – nemmeno Shacklebolt ha potuto incontrarlo prima che arrivasse – sussurrò a voce bassa ingollando l'ultimo lungo sorso del suo boccale – e questo non è normale, credete a me...ha voluto esaminare personalmente tutti i Ricciocorni Schiattosi che avevamo in giardino! - ecco, quello era uno di quei momenti in cui chiunque avrebbe voltuo avere una battuta brillante da dire, ma solo il più Weasley dei cugini sembrò trovare la soluzione: Hugo emise un rutto roboante colpendosi il petto
Scusate...la Burrobirra – borbottò rivolto principalmente alla sorella, dallo sguardo d'acciaio – Eddai Rosie, meglio fuori che dentro no? - ma lei non sembrava dello stesso avviso, visto che metà della clientela dei Tre Manici di Scopa si era voltata a fissarlo scandalizzata o ridacchiante
Certamente i suoi metodi non sono la norma per Hogwarts – ammise alla fine la ragazza arrossendo lievemente – ma io lo trovo geniale – decretò con convinzione
Cosa? - Hugo sembrava allibito, e di certo non era l'unico: l'amore di Rose per le regole era secondo solo a quello per i pesanti tomi puzzolenti che amava portarsi dietro ovunque – lo sai sì che non è esattamente il paladino dell'insegnamento approvato dal Ministero, vero? - lei scosse la testa
E' colto, intelligente e sa cosa significa combattere contro i Maghi Oscuri. Il suo metodo è l'unico veramente efficace per prepararci alla lotta -
Rose ha ragione – confermò Albus giocherellando con il bordo del suo boccale – e i nostri genitori approverebbero – i suoi acuti occhi verdi incatenarono i loro – Qualcosa sta succedendo, e se quello che dice la Gazzetta del Profeta è vero, allora non è mai stato il momento di prepararsi a combattere come lo è ora – inspirò – la gente ricomincia a sparire, e anche se il pericolo potrebbe non provenire dagli stessi Maghi Oscuri di venticinque anni fa, non vuol dire che non esista. Il Ministero ha fatto l'errore d'ignorare i segnali già una volta, e guardate cos'è successo – ingoiò l'ultimo sorso della sua Burrobirra e si pulì la bocca col dorso della mano. Sembrò improvvisamente dieci anni più vecchio, più uomo, più determinato. Lily lo osservò prendere con facilità le redini della discussione, e sorrise: Albus cercava di combattere ogni comportamento che facesse nascere un termine di paragone fra lui e Harry, eppure non riusciva a reprimere l'innato carisma della sua controversa personalità. James era sempre stato la superstar, Albus il leader naturale, malgrado si sforzasse di nascondersi dietro un paio di spessi occhiali da lettura e le montagne di libri che leggeva. E lei? Lei era veloce con la lingua, almeno quanto lo era con la bacchetta. Poteva bastare, per ora.
Lasciò vagare lo sguardo sull'elegante salone dei Tre Manici di Scopa, e scorse in lontananza, rintanati in un angolo, un uomo con un mantello da viaggio logoro e Teddy che borbottavano, le teste vicine che quasi si toccavano, e le mani che si muovevano gesticolando debolmente. Non sembravano arrabbiati, solo furtivi.
Quando si alzarono per uscire dalla porta di servizio, Lily non resistette alla tentazione e si alzò a sua volta, senza nemmeno prendere il cappotto
Hei Lils – la chiamò Roxanne trattenendola per l'orlo del pullover blu scuro
Torno subito – ribatté lei distratta senza lasciare lo sguardo dalla nuca di Teddy.
Albus aveva ragione, qualcosa non andava, e se tutti la reputavano troppo piccola e stupida per dirle che cosa, lo avrebbe dannatamente scoperto da sola.
Per Godric, se solo avesse avuto il Mantello dell'Invisibilità di suo nonno!
Si schiacciò contro i muri strisciando dietro la sagoma dell'uomo incappucciato, ben attenta a non lasciare che le sue Converse sdrucite sciaguattassero in qualche pozzanghera e la facessero scoprire.
Li seguì per mezza Hogsmeade, il freddo della sera che cominciava a stringerle le ossa nella sua morsa imperdonabile.
Dopo quelle che sembrarono ore, e forse lo furono per davvero, i due raggiunsero una piazza circolare, piuttosto lontana dal centro, con una fontana di marmo lercio circondata da acciottolato scheggiato e semidistrutto dal quale sfuggivano pietre irregolari e ghiaia scivolosa. Non era per niente il luogo da ameno villaggio turistico che la gente si sarebbe aspettata da trovare a Hogsmeade.
Merlino, certo, nemmeno lei...
Si nascose dietro una panchina di legno marcio e pezzi di vernice le si appiccicarono alle dita. Tese spasmodicamente l'orecchio, ma non riuscì ad ascoltare altro che frammenti confusi di discussione.
Fu certa solo di due cose: il nome di Voldermort e di suo padre, assieme ad una sfilza di altri che non conosceva. L'espressione di Teddy era preoccupata e tesa, ma immensamente determinata, come l'aveva vista poche volte nella sua vita. Gli occhi azzurri non erano spalancati o addolorati, ma colmi di fiera combattività, qualcosa di lui che le fece mancare il respiro per un attimo. Era così gloriosamente bello in quella nuova armatura, che Lily non poté fare a meno di chiedersi quanti altri lati di lui dovesse ancora scoprire.
Proprio quando si decise a saltare fuori dal suo nascondiglio, i due uomini si strinsero la mano e si Smaterializzarono, lasciandola sola, accovacciata dietro una panchina, in un posto che non aveva idea di dove si trovasse geograficamente.
Sospirò, pronta a tornare sui suoi passi, o per lo meno quelli che credeva di aver percorso, quando un rumore di risate sprezzanti e urla di rabbioso terrore ruppero il silenzio quasi innaturale di quella notte surreale.
 
***
 
Barcollò leggermente, appoggiando i palmi sulle fredde pietre di fronte a lui. Mosse un passo verso la luce che proveniva dalla strada, un alone confuso che doveva essere un lampione, inciampò, imprecò, e si lasciò andare contro il muro umido. Un rivolo di sudore freddo gli scivolò lungo la schiena malgrado la giacca di pelle e il maglioncino a collo alto che indossava.
Salazar, era veramente, dannatamente, ubriaco.
Quando la piccola riunioncina di famiglia si era conclusa Scorpius era rimasto a bere con il barista per tutto il resto del pomeriggio...quel tipo era veramente inquietante, probabilmente non aveva idea di dove si trovava, né in che anno fossero, ma raccontava un sacco di aneddoti sulla Guerra Magica che suo padre non avrebbe mai potuto sapere: quanto era stato facile contrabbandare Amuleti di Difesa contro i Mangiamorte, che ovviamente non avevano avuto alcun effetto, e con essi mille altri gingilli di Protezione, Illusione, Confusione e simili al solo scopo di permettere allo sfortunato mago di scappare abbastanza in fretta da un attacco.
Insieme a questo, il tasso di matrimoni celebrati era stato il più alto nella storia della Comunità Magica, e il Whisky Incendiario aveva passato la frontiera senza controlli per mesi, permettendogli di acquistarne scorte spropositate a prezzi stracciati. Rideva soddisfatto mentre lo raccontava, la bocca larga, da cui mancavano un bel po' di denti, che si contraeva ogni volta che la risata si trasformava in un accesso di tosse catarrosa e malaticcia.
Alla fine l'uomo gli aveva dato una pacca sulla spalla e gli aveva offerto l'ultimo giro di whisky, prima di mandarlo a metaforici calci nel sedere fuori dal locale con uno sgrammaticato
Non c'hai la fidanzata dove tornare? - e una risata tonante.
In quel momento, Scorpius non avrebbe nemmeno saputo dire dove diavolo era, figurarsi tornare da qualche parte. Controllò l'ora un po' traballante sul suo orologio da polso, e si accorse che era probabilmente troppo tardi anche solo per sperare di evitare una punizione. 'Fanculo, doveva ancora finire di scontare quella precedente!
Riuscì a trascinarsi barcollando fino all'imboccatura del vicolo, sospirando pesantemente. Pian piano l'aria gelida della notte di ottobre gli restituì un po' di autocontrollo e di coscienza di sé.
La piazza era circolare, fatiscente e semidistrutta come la maggior parte di quella zona del villaggio, ma dalla fontana di un marmo grigio sporcizia zampillava dell'acqua davvero invitante per la sua testa dolorante e il suo respiro affannoso. Non c'era niente di meglio di una broncopolmonite acuta per farsi passare la sbronza.
Si trascinò fino al centro della piazza e lasciò cadere la testa nell'acqua incredibilmente limpida in quel contesto. Non fu esattamente come un Incantesimo Rigenerante, ma ci andava maledettamente vicino.
Si lasciò cadere su una panchina, tentando di riflettere. Un rumore sordo e uno schianto secco violarono quella pace innaturale.
Scorpius sollevò lo sguardo di scatto, improvvisamente lucido.
Una violenta esplosione aveva incendiato il tetto di una casa a pochi metri da lui, e il grido lacerante d'aiuto di una donna venne solo in parte soffocato da un coro di risate di scherno.
Istintivamente le sue dita cercarono la bacchetta nella tasca interna della giacca di pelle; avvertire la rassicurante ruvidezza del legno lo fece sentire meglio. Stupido ma vero. Stringerla non gli avrebbe salvato il culo, ma saperla usare sì.
Cominciò a correre in direzione del fumo, ma non riuscì ad avvicinarsi troppo, perché un nutrito gruppo di persone era già attorno alla casa in fiamme, e una donna si agitava disperata nel piccolo cortile colmo di erbacce, circondata da uomini incappucciati, vestiti di bianco, che ridevano di lei, pungolandola con lampi d'Incantesimi che la terrorizzavano, pur senza nuocerle davvero.
Conosceva quella donna...ma non poteva essere...non aveva senso
Pensavi non ti avremmo trovata vero...Parkinson? Hogsmeade, non gli ambienti che frequenti di solito - la donna lo fissò con disprezzo, sguainando la bacchetta, ma tre incantesimi contemporaneamente la colpirono, facendola sbattere contro un albero. Perse i sensi, afflosciandosi su se stessa nelle erbacce.
Scorpius li osservò dal suo nascondiglio: erano in dieci, forse di più, completamente celati da ampi mantelli bianchi con il cappuccio, quasi a voler scimmiottare gli antichi Mangiamorte, e poteva chiaramente scorgere sui loro visi una maschera nera, che sembrava prendere spunto da quelle della tragedia greca. Stretta attorno alla vita portavano una cintura di anelli incatenati dalla quale ne pendevano altri più piccoli, d'oro, alcuni intrecciati fra loro, altri d'argento, altri di bronzo, che tintinnavano ad ogni movimento, conferendo a quella scena qualcosa di surreale, meta teatrale.
Non sembravano intenzionati ad ucciderla, ma d'altra parte Scorpius non poteva leggere nelle loro menti, quindi rimase lì, in attesa, di cosa non avrebbe saputo dirlo, con le dita spasmodicamente ancorate alla bacchetta e quella stupida speranza che tutto andasse per il meglio che niente era riuscito a scoraggiare.
L'uomo che aveva parlato poco prima scoppiò in una fragorosa risata
Non sembrava così indifesa quando se la faceva con i Mangiamorte uh? - anche gli altri risero le voci colme di un disprezzo completo e disarmante, quasi personale, come se quella donna avesse fatto del male personalmente ad ognuno di loro, atrocemente. Ma quella roboante cacofonia di risate non sembrava destinata ad essere il rumore peggiore di quella serata, per Scorpius
Mamma! - un bambino di non più di cinque anni corse un po' incerto nel cortile, verso la madre accasciata a terra – Mamma! - si voltò verso l'incappucciato più vicino e scoppiò in lacrime – cos'avete fatto alla mia mamma? Cattivi...cattivi – le lacrime gli rigavano le guance mentre si stringeva al petto della donna.
Scorpius serrò la mandibola...un bambino no, Merlino!
La sua mente non contemplò che loro erano dieci e lui era uno, che probabilmente Pansy Parkinson aveva meritato di essere Schiantata molto prima di quel momento, e che suo figlio sarebbe stato un antipatico moccioso con la faccia da Carlino.
Uscì barcollando dal suo nascondiglio, ridendo sguaiatamente
Ragazzi... - un finto singhiozzo richiamò la loro attenzione – c'è gente che cerca di ubriacarsi in santa pace qui – dieci paia di occhi lo fissarono da dietro maschere greche
Levati di torno idiota – lo apostrofò uno con un evidente difetto di pronuncia della erre – o ti spacco quella tua faccia da cazzo – evidentemente la sua faccia aveva qualcosa d'interessante, perché Erre Moscia si fermò a osservarlo più del dovuto – Aspetta un po'...ehi, Joe, non sembra anche te che il nostro amico somigli un po' troppo al bastardello Malfoy? - Scorpius deglutì. Perché diavolo la dannata faccia di suo padre doveva destare sempre tanto scalpore?
Magari – si avvicinò barcollando al gruppo, apparentemente sbronzo, con lo sguardo che osservava i movimenti del bambino con millimetrica precisione – se Malfoy fosse mio padre avrei soldi per un whisky meno scadente – singhiozzò nuovamente biascicando – o no? - dondolò avanti e indietro sogghignando come un ebete. Avere amici tanto idioti aveva le sue fortune, alla fine.
Ma la sua giacca di pelle firmata, i jeans perfettamente stirati e i lineamenti affilati marca Malfoy non avrebbero ingannato nemmeno un troll di montagna. Quando si fosse avvicinato abbastanza per prendere il bambino e sperare di Smaterializzarsi abbastanza in fretta perché nessuno dei loro incantesimi lo colpisse, ognuno di quei tizi avrebbe avuto ben presente la sua dannata faccia cadaverica e il colore innaturalmente biondo dei suoi capelli. E il suo nome, il suo indirizzo e il posto più vicino dove andare a friggere le sue chiappe impiccione.
Tuttavia non si fermò, perché quello, Salazar, era un dannato bambino di cinque anni che credeva che sua madre fosse morta, e in dieci contro uno non era mai leale, specialmente se quell'uno era alto un metro.
Barcollò quasi fino ad aggirarli, ma quello grosso, che sembrava rispondere all'orrido nome di Joe, gli puntò contro la bacchetta
Io me ne starei fermo lì se fossi in te – Scorpius calcolò mentalmente la distanza; poteva farcela. Era un dannato Cercatore, per Salazar! Riflessi e sveltezza no?
Spogliandosi dei suoi recenti panni di senzatetto ubriaco, guardò l'uomo dal viso coperto con un ghigno obliquo. Se fosse morto, non sarebbe stata la paura l'ultima espressione sul suo viso.
Se tu fossi in me saresti in terapia – estrasse la bacchetta e lo disarmò, sfruttando il vantaggio della sorpresa, correndo verso il bambino – corri nanerottolo! - urlò al piccolo che sembrava non volersi staccare dalla madre. Uno Schiantesimo lo mancò per un soffio mentre correva zigzagando verso il centro del cortile, un altro gli sibilò vicino all'orecchio mentre afferrava la mano del bambino e rotolava dietro un cespuglio rinsecchito di sterpaglie. Stava per Smaterializzarsi chissà dove quando la sentì
Expelliarmus! - urlò una voce fin troppo familiare
Non ci voglio credere – mugugnò Scorpius sporgendosi dietro il suo nascondiglio: Lilian Dannata Potter correva verso di loro a bacchetta sguainata, lanciando incantesimi a destra e a manca, i suoi assurdi capelli rossi che sembravano liquidi nei riflessi della casa in fiamme.
Si sarebbe aspettato che scoppiasse come minimo la Terza Guerra Magica, ma gli uomini rimasero immobili
Arrivano! - urlò uno di loro allarmato, e un attimo dopo erano scomparsi.
Scorpius scrollò dai jeans la terra umida del cortile e le erbacce
Malfoy? - lei lo guardò completamente allibita, il bambino ferocemente aggrappato alla manica del suo giubbotto di pelle che si succhiava il pollice terrorizzato
Potter – sollevò le sopracciglia in un gesto di saluto, ma prima che lei potesse dire qualsiasi cosa, sagome confuse si Materializzarono nel cortile. Un uomo dai lucenti occhi verdi e i capelli scompigliati che riflettevano le ombre attorno a lui, si sistemò gli occhiali dalla montatura rotonda sul naso. La leggendaria cicatrice riluceva con le fiamme.
Si guardò intorno circospetto, scambiandosi occhiate con i suoi compagni.
Michael, controlla che stia bene – disse riferito alla donna – Ron, mi serve che qualcuno li tracci. Cerca Dean, non possono essere andati lontano – si svolse tutto così rapidamente che nessuno sembrò avere voglia di parlare.
Ma alla fine Lily ritrovò la voce
Papà? - Harry Potter sgranò gli occhi alla vista della figlia, scarmigliata e con la bacchetta sguainata. I il suo sguardo saettò da lei a Scorpius, e da lui al piccolo ancora aggrappato selvaggiamente a quello che restava della sua giacca. Per un attimo qualcosa animò i suoi occhi, ma poi ritrovò la calma – Penelope, per favore, porta via di qui mia figlia – nel dirlo la squadrò minacciosamente – e il ragazzo – si passò una mano fra i capelli, spettinandoli ancora di più – porta anche il bambino, non voglio che assista – sospirò.
Non era bello nel vero senso del termine: troppo magro e troppo basso per rispondere ai canoni moderni di bellezza, aveva un fascino particolare, inconsapevole. Forse era lo sguardo, acceso di qualcosa che Scorpius non aveva mai visto in nessuno se non in sua figlia, forse, prima di allora. O forse era semplicemente quel modo perfettamente naturale con cui si muoveva, con cui parlava, con cui si occupava di tutto senza risultare prepotente o prevaricante.
Tutto questo, assieme all'imbarazzo, mossero automaticamente le labbra di Scorpius
Il ragazzo ha un nome, comunque – puntualizzò sprezzante. Gli occhi di Harry, occupati a scrutare e studiare, si posarono su di lui, ma fu Lily a rispondere
Idiota, immagino – incrociò le braccia al petto – a cosa diavolo stavi pensando? -
A quanto sono belle le stelle viste da qui – la canzonò – a cosa credi che stessi pensando? - sogghignò – non sono mica io che mi sono scagliato contro quei tizi a bacchetta sguainata! -
Penelope – la voce del Prescelto, benedetto dall'Amore e la Gratitudine del Mondo Magico, echeggiò al di sopra del loro battibecco – adesso – la donna annuì con un mezzo sorriso e li condusse via. L'ultima cosa che Scorpius vide prima di Smaterializzarsi fu Harry Potter, il Prescelto, il Bambino Sopravvissuto, Colui Che Aveva Sconfitto il Signore Oscuro, inginocchiato nel fango di fronte a Pansy Parkinson.
Poi qualcosa sembrò mettergli sottosopra le viscere, e non riuscì a pensare ad altro che a non vomitare.
 
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Angolo della delirante autrice: 'Giorno a tutti incredibilmente spettacolari e coraggiosi lettori!!! Un altro capitolo folle qui per voiXD
Vi sono mancata vero? (no...24 ore non sono un'eternità donna, te l'ha mai detto nessuno?XD)
Che dire...posso solo fare un paio di precisazioni...Il Michael nominato da Harry è Michael Corner, ex di Ginny, ex giocatore della squadra di Quidditch di Corvonero, ex membro dell'ES...ed ex ribelle contro i maledetti Carrow durante il settimo anno ad Hogwarts.
Dean è ovviamente Dean Thomas che tutti conosciamo e amiamo, e Penelope è Penelope Light, ex ragazza di Percy, Corvonero...
Mi sono appena resa conto che sono tutti invischiati con la famiglia Weasley...va beh, compongono metà del Mondo Magico ormaiXDXD
Non penso serva spiegare chi è Pansy Parkinson...abbiamo imparato ad odiarla tuttiXD
Che dire...spero questi nuovi risvolti della trama siano di vostro gradimentoXD
   
 
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