Quel giorno Deborah si
alzò con una voglia matta di rivedere il suo professore
preferito.
Dato che, essendo Giovedì, non avrebbe avuto Pozioni per tutto il giorno si decise a saltare qualche materia.
Ben consapevole che non doveva, per forza, seguire tutte le materie della giornata, in quanto non sarebbero state spiegate cose che lei non conoscesse già si iniziò a preparare.
Un idea si stava man mano formando nella sua mente che le consigliava di prendere o chiedere in prestito il Mantello dell'Invisibilità ad Harry per poi passare tutto il giorno ne sotterranei.
All'inizio si rifiutò anche solo di ascoltare un pensiero tanto stupido, ma quello si faceva momento per momento più forte e lei si ritrovò poche ore dopo a cercare con gli occhi il suo migliore amico per tuta la Sala Comune.
Appena Harry scese, quindi gli si avvicinò e, senza lasciargli il tempo di risvegliarsi totalmente gli chiese, sottovoce:- Harry, mi presteresti il tuo Mantello, per favore?
Il povero ragazzo, che non aveva capito nulla, dato che pensava di trovarsi ancora in un sogno accettò di buon grado.
La ragazza sorrise ben consapevole di aver ignorato la situazione in cui si trovava l'amico e che quella sera stessa avrebbero litigato ma decise che "ci avrebbe pensato dopo!"
Salita nel dormitorio maschile e preso il mantello si diresse tranquillamente nei sotterranei.
Dovette, però, attendere fuori per un certo periodo fino a quando il professor Snape non si decise ad aprir la porta.
Nel frattempo poté godersi una rissa fra Harry e i suoi amici e Malfoy e le altre serpi.
- Venti punti in meno a testa per Grifondoro per aver puntato la bacchetta contro uno studente!- li salutò Snape che, ovviamente, non si era accorto di Deborah o, almeno, faceva finta di non essersene accorto.
Gli studenti iniziarono a sciamare verso l'aula mentre Deborah li seguiva attenta a non farsi notare.
- Avete sentito? Potter...- Erano in tanti a dire queste parole, in quei giorni, e Deborah stava sentendo proprio quello da alcuni Grifoni, vicino ai quali si era seduta.
Si spostò, silenziosamente, fino a sedersi all' ultima fila, dove nessuno si metteva mai perché troppo distante e Snape levava punti a chiunque ci provasse.
Da lì poteva controllare ogni cosa.
Malfoy, che era sempre stato bravo, in quella materia, stava discutendo animatamente con i suoi amici senza che il professore sentisse.
Deborah si era sempre aspettata da Snape un comportamento simile.
La sua predilezione alla sua Casa era risaputa e Deborah non se ne stupì affatto.
Rimase per qualche minuto ad aspettare che la lezione avesse inizio, mentre l'insegnante spiegava la pozione del giorno.
Malfoy non ascoltò nulla troppo preso dal suoi discorsi, tanto da attrarre l'attenzione della ragazza.
- Avete sentito?- stava dicendo ai suoi compari
-L'erede? Ma com'è possibile?- chiese Goyle, che non sembrava capirci nulla.
- Già, non so proprio come sia successo ma non è il luogo più adatto, continueremo dopo.- concluse il biondo senza attendere altro e, d'altronde, non potevano certo parlarne durante una lezione che, oltretutto seguivano con i Grifondoro.
Deborah si ritrovò, nuovamente, a pensare chi fosse "l'erede".
Dopo questo strane parole Deborah si poté finalmente godere la vista del corpo del suo insegnante piegato a correggere compiti.
Per poco non si morse il labbro inferiore quando notò una ciocca di scuri capelli cadergli sul viso.
Per molto tempo aveva cercato di detestare quel uomo, come gli aveva detto di fare Harry, ma non c'era riuscita ed era di questa consapevolezza che aveva temuto per tanto tempo perché significava una sola cosa...
No, non è possibile! Lui tratta sempre male tutti!
Eppure, hai appena sospirato a vedergli quella ciocca cadergli sul volto, desiderando potergliela spostare!- le ricordò una fastidiosa vocetta nella sua mente, che in molti chiamano "coscienza"
No, io non sono cotta del prof Snape!
Ecco, l'hai detto!- concluse quella vocetta fastidiosa.
Dopo quella conversazione con se stessa Deborah si ritrovò a desiderare di non essere mai entrata lì, non riusciva più a reggere la vista del suo adorato prof.
Solo alla fine dell'ora si divertì a vedere gli errori delle pozioni degli studenti seguendo a debita distante l'insegnante.
- Potter, una pozione peggiore non la potevo trovare! Ha, forse, deciso di avvelenare qualcuno? Dieci punti in meno a Grifondoro! Lei, signor Wearsley, ha creato una pessima imitazione di una pozione, non è nemmeno decente per avvelenare qualcuno. - Andava avanti il professor Snape.
Deborah, che era passata davanti alla pozione di Neville prima del professore ed aveva notato la mancanza di alcuni ingredienti di questa la migliorò velocemente, tanto che nessuno seppe dire come Neville si ritrovasse con una pozione giusta senza la Granger nei paraggi.
Tanto che Snape non riuscì a trovare un modo per levargli punti.
- Pare che, signor Paciock, abbia imparato cosa significhi fare una pozione! Facciamogli un applauso!- Decretò, per farlo vergognare.
Deborah avrebbe, per una volta che Snape la smettesse di comportarsi in quel modo ma non era possibilitata.
Quando, finalmente, la lezione terminò tutti gli studenti uscirono e la primina fece per seguirli, ma Snape usò un incantesimo per chiudere la porta.
- Chi ha aiutato Paciock?- disse, con una voce che pareva maniacale.
La ragazza deglutì a forza pensando che adesso non le piacesse più.
-Finitem Incantatem!- Disse l'uomo puntando la bacchetta verso Deborah e, per poco, non la colpì.
La ragazzina comprese che il modo migliore per non farsi uccidere era farsi vedere.
- Mi scusi, professore!- disse, mentre si levava il Mantello.
- La Durell? Cosa ci fa in questa classe, a quest'ora?- Disse Snape, tornando normale.
Il suo volto era contratto in una smorfia di stupore, di certo non si sarebbe mai aspettato di trovarsi la sua migliore studentessa a qualche passo di distanza.
- Sono venuta a...seguire una lezione di seconda! Sa, mi annoio a seguire, ancora, quelle di prima!
- Capisco! Comunque le consiglio di andare a lezione, ora!- detto questo l'insegnante aprì la porta per far passare la ragazzina per poi richiuderla alle sue spalle.
Dato che, essendo Giovedì, non avrebbe avuto Pozioni per tutto il giorno si decise a saltare qualche materia.
Ben consapevole che non doveva, per forza, seguire tutte le materie della giornata, in quanto non sarebbero state spiegate cose che lei non conoscesse già si iniziò a preparare.
Un idea si stava man mano formando nella sua mente che le consigliava di prendere o chiedere in prestito il Mantello dell'Invisibilità ad Harry per poi passare tutto il giorno ne sotterranei.
All'inizio si rifiutò anche solo di ascoltare un pensiero tanto stupido, ma quello si faceva momento per momento più forte e lei si ritrovò poche ore dopo a cercare con gli occhi il suo migliore amico per tuta la Sala Comune.
Appena Harry scese, quindi gli si avvicinò e, senza lasciargli il tempo di risvegliarsi totalmente gli chiese, sottovoce:- Harry, mi presteresti il tuo Mantello, per favore?
Il povero ragazzo, che non aveva capito nulla, dato che pensava di trovarsi ancora in un sogno accettò di buon grado.
La ragazza sorrise ben consapevole di aver ignorato la situazione in cui si trovava l'amico e che quella sera stessa avrebbero litigato ma decise che "ci avrebbe pensato dopo!"
Salita nel dormitorio maschile e preso il mantello si diresse tranquillamente nei sotterranei.
Dovette, però, attendere fuori per un certo periodo fino a quando il professor Snape non si decise ad aprir la porta.
Nel frattempo poté godersi una rissa fra Harry e i suoi amici e Malfoy e le altre serpi.
- Venti punti in meno a testa per Grifondoro per aver puntato la bacchetta contro uno studente!- li salutò Snape che, ovviamente, non si era accorto di Deborah o, almeno, faceva finta di non essersene accorto.
Gli studenti iniziarono a sciamare verso l'aula mentre Deborah li seguiva attenta a non farsi notare.
- Avete sentito? Potter...- Erano in tanti a dire queste parole, in quei giorni, e Deborah stava sentendo proprio quello da alcuni Grifoni, vicino ai quali si era seduta.
Si spostò, silenziosamente, fino a sedersi all' ultima fila, dove nessuno si metteva mai perché troppo distante e Snape levava punti a chiunque ci provasse.
Da lì poteva controllare ogni cosa.
Malfoy, che era sempre stato bravo, in quella materia, stava discutendo animatamente con i suoi amici senza che il professore sentisse.
Deborah si era sempre aspettata da Snape un comportamento simile.
La sua predilezione alla sua Casa era risaputa e Deborah non se ne stupì affatto.
Rimase per qualche minuto ad aspettare che la lezione avesse inizio, mentre l'insegnante spiegava la pozione del giorno.
Malfoy non ascoltò nulla troppo preso dal suoi discorsi, tanto da attrarre l'attenzione della ragazza.
- Avete sentito?- stava dicendo ai suoi compari
-L'erede? Ma com'è possibile?- chiese Goyle, che non sembrava capirci nulla.
- Già, non so proprio come sia successo ma non è il luogo più adatto, continueremo dopo.- concluse il biondo senza attendere altro e, d'altronde, non potevano certo parlarne durante una lezione che, oltretutto seguivano con i Grifondoro.
Deborah si ritrovò, nuovamente, a pensare chi fosse "l'erede".
Dopo questo strane parole Deborah si poté finalmente godere la vista del corpo del suo insegnante piegato a correggere compiti.
Per poco non si morse il labbro inferiore quando notò una ciocca di scuri capelli cadergli sul viso.
Per molto tempo aveva cercato di detestare quel uomo, come gli aveva detto di fare Harry, ma non c'era riuscita ed era di questa consapevolezza che aveva temuto per tanto tempo perché significava una sola cosa...
No, non è possibile! Lui tratta sempre male tutti!
Eppure, hai appena sospirato a vedergli quella ciocca cadergli sul volto, desiderando potergliela spostare!- le ricordò una fastidiosa vocetta nella sua mente, che in molti chiamano "coscienza"
No, io non sono cotta del prof Snape!
Ecco, l'hai detto!- concluse quella vocetta fastidiosa.
Dopo quella conversazione con se stessa Deborah si ritrovò a desiderare di non essere mai entrata lì, non riusciva più a reggere la vista del suo adorato prof.
Solo alla fine dell'ora si divertì a vedere gli errori delle pozioni degli studenti seguendo a debita distante l'insegnante.
- Potter, una pozione peggiore non la potevo trovare! Ha, forse, deciso di avvelenare qualcuno? Dieci punti in meno a Grifondoro! Lei, signor Wearsley, ha creato una pessima imitazione di una pozione, non è nemmeno decente per avvelenare qualcuno. - Andava avanti il professor Snape.
Deborah, che era passata davanti alla pozione di Neville prima del professore ed aveva notato la mancanza di alcuni ingredienti di questa la migliorò velocemente, tanto che nessuno seppe dire come Neville si ritrovasse con una pozione giusta senza la Granger nei paraggi.
Tanto che Snape non riuscì a trovare un modo per levargli punti.
- Pare che, signor Paciock, abbia imparato cosa significhi fare una pozione! Facciamogli un applauso!- Decretò, per farlo vergognare.
Deborah avrebbe, per una volta che Snape la smettesse di comportarsi in quel modo ma non era possibilitata.
Quando, finalmente, la lezione terminò tutti gli studenti uscirono e la primina fece per seguirli, ma Snape usò un incantesimo per chiudere la porta.
- Chi ha aiutato Paciock?- disse, con una voce che pareva maniacale.
La ragazza deglutì a forza pensando che adesso non le piacesse più.
-Finitem Incantatem!- Disse l'uomo puntando la bacchetta verso Deborah e, per poco, non la colpì.
La ragazzina comprese che il modo migliore per non farsi uccidere era farsi vedere.
- Mi scusi, professore!- disse, mentre si levava il Mantello.
- La Durell? Cosa ci fa in questa classe, a quest'ora?- Disse Snape, tornando normale.
Il suo volto era contratto in una smorfia di stupore, di certo non si sarebbe mai aspettato di trovarsi la sua migliore studentessa a qualche passo di distanza.
- Sono venuta a...seguire una lezione di seconda! Sa, mi annoio a seguire, ancora, quelle di prima!
- Capisco! Comunque le consiglio di andare a lezione, ora!- detto questo l'insegnante aprì la porta per far passare la ragazzina per poi richiuderla alle sue spalle.