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Autore: Hi Ban    12/06/2011    2 recensioni
Fiumi e fiumi di gente ti passano affianco correndo, intenti a varcare l’uscita prima possibile.
Parlano, ridono e scherzano con i loro amici, felici tutti di poter chiudere una porta che hanno troppe volte varcato controvoglia, per poterne aprire una che si affaccia direttamente sul divertimento, su momenti indimenticabili e tempo da passare con gli amici.

[A Cleo!;D]
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fine della corsa




Fiumi e fiumi di gente ti passano affianco correndo, intenti a varcare l’uscita prima possibile.
Parlano, ridono e scherzano con i loro amici, felici tutti di poter chiudere una porta che hanno troppe volte varcato controvoglia, per poterne aprire una che si affaccia direttamente sul divertimento, su momenti indimenticabili e tempo da passare con gli amici.
L’estate è finalmente giunta e la scuola ti ha dato il suo saluto permettendoti di fare festa le ultime due ore, mangiando e passando del tempo con i tuoi compagni che forse durante le vacanze non avrai modo di vedere.
La felicità, per i corridoi del liceo, è quasi palpabile, è reale; tutta la contentezza degli studenti che hanno aspettato quel momento da quando, a settembre, hanno rimesso piede nella scuola, si è condensata in un vento di buon umore che ora dà vita alle mura del liceo.
Senti gli schiamazzi emozionati dei ragazzi che non vedono l’ora di poter andare fuori e tirarsi l’acqua addosso per festeggiare; senti altri piangere, chi perché teme di non rivedere più gli amici nelle vacanze, chi per pura felicità quando ha saputo di non aver nessun debito a distruggere i suoi piani estivi.
E tutti si riversano verso la porta, verso l’uscita da quell’inferno di studio e compiti che per nove mesi li ha torturati nel più sadico dei modi.
Anche tu sei stata così allegra, ti ricordi perfettamente gli anni prima, quando con le tue amiche facevi a gare a chi arrivava prima alle scale, prima di venire inghiottita in una folla di altri ragazzi con lo stesso entusiasmo.
Eppure quest’anno è diverso; perché mentre tutto nella scuola risuona della felicità degli studenti finalmente liberi, c’è un piccolo spazio, relegato in un angolino che sa di tristezza e nostalgia.
Non si nota perché la contentezza è tantissima, il buon umore sovrasta tutto, anche i professori lo sono; sbuffano per quella che reputano solo un esagerazione da parte degli studenti – tortura? Addirittura? Mah. –, ma sorridono anche loro.
Eppure qualche nota stonata in quel brano c’è, lo sai tu, che sei una di quelle.
“Buona fortuna per l’esame!” Dice qualcuno che riconosci come un ragazzo di quarta, incrociato qualche volta nei corridoi, ma che evidentemente ti ha riconosciuta tra la folla dei ragazzi che si davano alla pazza gioia in mezzo al corridoio, i futuri maturandi che davano sfogo alla pazzia pre-esami.
Eh, già. Per te questo è stato l’ultimo.
Ti sembra stranamente ieri che hai messo piede in quella struttura mastodontica in cui hai giurato che ti saresti persa almeno fino alla fine dell’anno. Eri spaventata, ma anche piuttosto emozionata; era un nuovo inizio e di lì in poi sarebbe stato tutto diverso e pieno di cose che fino a quel momento non potevi conoscere. Ti sei persa, è vero, ma è stata un’esperienza anche quella: ed è stata grazie ad essa che hai conosciuto la tua attuale migliore amica, che ora è ancora su un banco che canta a squarciagola solo lei sa cosa.
In cinque anni ti sei costruita tu, da sola, un lungo percorso basato unicamente su scelte prese da te, che ti hanno fatta diventare autonoma e consapevole di ciò che volevi. A volte hai sbagliato e magari c’è qualcosa di cui ancora ti penti, ma sono altrettante le cose di cui vai fiera.
Interrogazioni, compiti, note, professori che avresti di gran lunga preferito non conoscere mai, litigate tra compagni di classe, nuove conoscenze, delusioni, vittorie: la vita di uno studente è fatta di tutto ciò, ma queste esperienze non possono essere descritte, solo vissute. Ed è ciò che va fatto.
C’è chi in quelle mura ha lasciato un segno ben visibile del suo passaggio, un proprio marchio, ed anche tu hai fatto lo stesso. Non si nota a prima vista, ma c’è ed un pezzo di te che rimarrà per sempre in quel grande edificio che si è preso cinque stupendi anni della tua vita.
Stupendi, emozionanti e nuovi, perché per quanto si ci possa lamentare della scuola, del liceo e di ciò che porta con sé, sono quegli anni che non potrai mai sostituire con niente e lo si capisce quando questi finiscono.
Ecco perché ora te ne stai lì, impalata in mezzo al corridoio tra la folla che va avanti, mentre tu non vuoi farlo. Ti sembra di non essere ancora pronta.
Quelli che stanno per finire sono i tuoi anni d’oro, quelli in cui è avvenuta la tua crescita ed è proprio grazie a quelli che sei maturata. Ora, però, sono terminati, sono finiti.
Una volta varcata la porta, non ti resterà che il ricordo delle belle e delle brutte giornate passate. Quelle che avresti voluto rivivere ancora e ancora e quelle che avresti voluto non dover mai sopportare.
“Dai, vieni!” Ti richiamano alcuni tuoi compagni; avete fatto festa e ora vi tocca dare una pulita.
“Arrivo!” E ti avvii verso di loro, percorrendo il lungo corridoio che ora è semideserto.
Ti senti strana al pensiero che è l’ultima volta che lo percorri come studentessa; quante volte te lo sei fatta di corsa, tremendamente in ritardo? O, al contrario, hai camminato quanto più lentamente possibile perché fisica la prima ora non poteva che metterti angoscia addosso?
Fuori dalle finestre è tutto esattamente uguale a come era la prima volta, ad essere cambiati non sono gli alberi verdi o il paesaggio oltre le lastre di vetro, ma tu.
Nella classe trovi i tuoi compagni che, ovviamente, non stanno pulendo: li conosci da cinque anni e aspettarsi che loro facciano ciò che devono fare è quasi da pazzi.
Ci sono state delle incomprensioni, non è mai stata perfetta come classe, ma erano loro, non erano né perfetti né disastrosi. Si conoscevano, erano una specie di famiglia decisamente strana, ma che comunque è stata parte di te.
Non vuoi credere nemmeno per un attimo che tra tre mesi non li rivedrai di nuovo, non ci riesci. Sembra tutto piuttosto irreale, come se dovessi ancora metabolizzare il tutto e rendertene conto appieno.
È come se tutto fosse normalissimo, eccitazione da fine scuola, vacanze e poi ritorno a scuola tutto insieme; però c’è qualcosa che ti fa presente che non sarà così, ma non vuoi dargli peso.
“Ehi! Dopo andiamo a mangiare? Sto morendo di fame.” La stessa ragazza che hai incontrato al terzo piano cinque anni fa quando la vostra classe si trovava al primo; è cambiata, siete cambiate, ma la vostra amicizia è rimasta la stessa.
“Ma hai mangiato un intero sacchetto di patatine da sola neanche mezz’ora fa!”
“Sono in fase di crescita! E poi…” Stessa risposta che ti dà ogni volta e che, inevitabilmente, termina nella stessa maniera.
“… hai il metabolismo veloce? Lo so.” Lei ride e annuisce e tu sorridi.
Hai paura di perdere quella complicità; hai il terrore che a tenerla così salda erano quelle mura in cui è nata e in cui siete state relegate assieme per quegli anni.
Come fai a razionalizzare e a convincerti che non sarà così? Non puoi e la consapevolezza che dovrai varcare quella porta si fa più vera, la voglia di compiere quel gesto si neutralizza totalmente.
Come puoi lasciarti alle spalle tutto ciò che hai vissuto, accontentandoti di vivere ancora i bei momenti nei ricordi?
“No, veramente, diamo una pulita, o chi la sente la bidella…” Dice quella che fino a tre secondi fa stava lanciando patatine addosso ad un’altra ragazza.
Controvoglia, tutti vi date da fare e prima che ve ne accorgiate la classe che prima sembrava un campo di guerra è tornata pulita – più di quanto lo sia mai stata in mano vostra.
E ora vi tocca davvero uscire, varcare quella porta da cui entrare è stato un supplizio per tanto tempo.
Afferri la tracolla e ti avvii verso l’uscita con la tua inseparabile amica che tenta di aprire una bottiglietta di tè. Sembra una scena così familiare, così semplice che non ti viene da soffermarti suoi particolari che la compongono perché è come se fossi più che certa che riaccadrà ancora.
È quasi snervante, pensi, mentre ripercorri il corridoio riempito dagli schiamazzi eccitati dei tuoi compagni di classe.
“È finita, è finita, è finita!” Sale su un banco e lancia un urlo che riecheggia a lungo nel corridoio ormai deserto se non per voi ventuno.
Risate e approvazioni; possibile che sia solo tu a temere di varcare quella porta? Stai forse sbagliando prospettiva con cui analizzare la situazione? C’è forse qualcosa che non hai tenuto in considerazione, qualche piccolo particolare che ti permetta di uscire dal liceo senza sentirti come svuotata?
“Che tristezza, però.” Dice allora qualcuno e ti volti verso di lei.
“In effetti… Ora c’è l’esame e io devo ancora studiarmi tutto!” Dice un altro disperato; sempre il solito ritardatario.
Risate e poi di nuovo silenzio, solo il suono dei passi. Probabilmente, quella scuola non è mai stata tanto tranquilla.
“Non solo quello… dopo sarà tutto diverso. Probabilmente non ci rivedremo nemmeno più!”
Il punto dolente della faccenda è venuto a galla. Tutti a quanto pare ci stavano pensando, avevano qualche dubbio a riguardo o, semplicemente, si chiedevano ‘e dopo?’.
Una risata che rompe il silenzio che li circondava.
“Ma dai, ora non facciamo i melodrammatici! Ci rivedremo sicuramente all’esame e poi ci terremo in contatto! Su, non ci trasferiamo mica in Cambogia! O forse qualcuno ha intenzione di andare a studiare in Alaska?”
L’ultimo intervento suscitò l’ilarità generale, che poi andò scemando, lasciando dietro di sé solo un’atmosfera decisamente più rilassata. Tutti si erano posti quella domanda e alla fine avevano solo bisogno di rassicurazioni e di qualcuno che mettesse a tacere i loro dubbi.
Anche tu, no? Ora hai un’espressione più sollevata, non hai più nessun peso che ti opprime. Non sei sola in questa situazione, i tuoi compagni sono con te e lo saranno sempre, no?
“No, seriamente, ovvio che continueremo a sentirci e a vederci! Basta, propongo una cena di classe ogni mese! E ogni anno una cena di ritrovo! Ogni cinque anni una cena di… di… di boh, di leva, che ne so!”
Che compagno idiota, è quello che hai pensato in prima, quando nessuno conosceva nessuno e lui scherzava come se conoscesse tutti da una vita.
Guardi la tua amica e le sorridi e lei ti guarda stranita, però poi ricambia. Siete legate da un qualcosa che non dipende dalla scuola, dal liceo o da niente di tutto questo, ma da sola non sei riuscita a capirlo. Siete diventate amiche perché probabilmente era destino o perché entrambe al primo anno avete letto la cartina dell’edificio al contrario, ma è vostra l’amicizia, non appartiene alla scuola.
Ora viene soltanto il momento di approfondirla di più, di crescere insieme e divenire l’una parte della vita dell’altra.
Siete davanti alla porta, adesso. Avete sceso le scale scherzando e ridendo senza nemmeno accorgervene; uno sta per spingere la porta, ma viene fermato da un urlo sovrumano.
“Se vuoi arrivare alla cena di leva che si terrà tra cinque anni non aprire quella porta!” Dice solennemente, sempre lui. E come si può dimenticare un elemento simile? Totalmente impossibile.
“Propongo di fare un’uscita di scena d’effetto!”
E tutti sanno che sarà qualcosa di decisamente demente quello che vorrà fare, ma bisogna lasciare il segno e chi può dire di no alle sue idee?
“Di corsa!” E tutti senza preavviso vi lanciate come sconsiderati verso la porta che aprite abbattendovici letteralmente contro.
Stai sorridendo raggiante, va tutto bene.
Un po’ di nostalgia resterà sempre, non si può pretendere di essere felici quando qualcosa finisce. Hai i bei ricordi però che ti terranno compagnia e il monito di quei cinque anni resterà sempre in essi.
Hai varcato quella porta che tanto ti spaventava, cinque anni dopo averla oltrepassata per la prima volta, e ora si sta per richiudere dietro di te, ma non hai più nessun peso che ti impedisce di lasciarla chiudere.
“Andiamo a mangiare? La prima cena di classe! Cioè, pranzo, è l’una!”
E ve ne andate, lasciando più di un segno del vostro passaggio, il più importante quello nei ricordi.
“Ehi, un attimo! Io non stavo scherzando quando dicevo che non avevo iniziato a studiare nulla!”
Ah, beata gioventù.



Dedicata a Cleo!^^
Perché quest’anno hai la maturità e volevo farti un regalo. È uscita questa ‘cosa’ che effettivamente non è molto allegra, anche se volevo che lo fosse!^^’
Spero comunque che tu possa apprezzare il gesto! Auguri per l’esame e in culo alla balena!^___^
Sono sicura che andrà benissimo!:)
  
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