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Autore: Tati Saetre    13/06/2011    12 recensioni
Tratto dal primo capitolo:
“Se sei così sicura perché ogni venerdì ti ostini ad andare a cena in quel Pub?”... “Per l’ottima cucina!” Angela sorrise, lisciandosi la coda che si era fatta in basso a destra.
A chi volevo darla a bere? Tutti sapevano – e quel tutti includeva me ed Angela -, che ogni venerdì andavo in quel Pub per vedere lui.
Era stato una specie di colpo di fulmine, proprio dritto al cuore.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Puntuale come un orologio svizzero! Lo so che è tardissimo, ma domani-oggi non posso aggiornare, quindi eccomi qui! Spero che il capitolo vi piaccia, perché a me piace da morire! Buona lettura <3
 
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Ottavo Capitolo – Il terzo bacio perfetto.
 
 
BELLA POV
 
“Mi hai fatto prendere un colpo, lo sai vero? Quando Edward mi ha detto che eri in Ospedale!” Così si era presentata Alice nella mia stanza, travolgendomi in pieno. E portandosi dietro un Angela trafelata.
“Sto bene.” Non era del tutto vero. Il collo era ancora indolenzito, e facevo fatica a restare in piedi. Gli aghi erano ancora impiantati nelle braccia. E ringrazio Dio per chi ha inventato i letti pieghevoli, che riuscivano almeno a farmi stare dritta, e non sempre sdraiata.
“Stai bene? Guardati, hai anche un livido sulla faccia!” Sgranai gli occhi, all’affermazione di Alice. Un livido in faccia? Perché nessuno mi aveva detto nulla?
“Non è che potresti passarmi uno specchietto?” Prontamente tirò fuori dalla tasca il suo piccolo specchietto, poi lo aprì e lo mise proprio dinnanzi a me.
Stronzo Carlisle, stronzo Charlie e stronzo Edward!
Nessuno mi aveva detto che avevo quell’ematoma enorme che partiva da sotto l’occhio e arrivava alla fronte? Oh, Dio! Ero ridicola!
Lo tolse dopo aver visto l’espressione che assunse il mio viso, totalmente stupita e schifata. Non mi faceva male, ma era una cosa orrenda!
Come aveva fatto Edward a guardarmi con quel coso in faccia? E a baciarmi?
Appunto, baciarmi.
Doppiamente stronzo Edward!
Che mi aveva baciata, per la seconda volta.
Che dopo quel bacio se ne era andato, per la prima volta.
Che dopo quel bacio aveva fatto finta di nulla, per la seconda volta.
“Hey, Bella Addormentata!” Angela mi passò una mano davanti agli occhi, e poi si abbassò per scoccarmi un bacio sulla guancia.
“Allora, mi racconti cosa è successo? La prima volta che vai a lavoro con Edward, e ti schianti contro un albero!” Cercò di soffocare una risata, perché si era resa conto che non ero poi conciata così male, e quindi poteva scherzare sulla mia salute.
“Non mi sono schiantata contro un albero.” Sia lei che Angela mi guardarono, e poi silenziosamente si sedettero per ascoltare quella storia.
“Com’è andata?” Beh, potevo dirlo a loro. Erano le mie migliori amiche, e non lo avrebbero rivelato a nessuno. Su questo, ci contavo.
E così iniziai a raccontargli del lavoro, di Jacob e Tanya e del nostro ritorno a La Push.
“Cane rognoso! Io lo odio! Perché deve sempre complicare le cose, è?” Questa volta fu Angela a parlare, rossa dalla rabbia. Sia io che Alice la guardammo, e poi scoppiammo a ridere.
“Angie, non te la devi prendere così tanto. Infondo ha un po’ di ragione. Lui credeva… Beh, lui credeva che a me piacesse, e invece gli ho dato un due di picche.”
“Come poteva crederlo? Non ha visto come guardavi Edward? Tu non hai altro che occhi per lui!” Alzai gli occhi dopo l’affermazione di Alice, del tutto fuori luogo e inopportuna. E poi iniziai a parlare di nuovo. E così gli raccontai dell’incidente avvenuto con Edward, della mia dormitina durata quattordici ore e del bacio.
Ovviamente raccontai del primo bacio, subito dopo seguito dal secondo.
“Io… io… Quel cretino patentato! Come fa ad essere mio fratello, è! Come? Oh, Dio! Bella, non sia quanto mi dispiace! Lo so che le mie scuse non valgono nulla, ma accettale. Da parte mia, e di Edward!”
Sorrisi, all’esuberanza di Alice. Si era alzata in piedi, aveva gli occhi lucidi ed aveva gonfiato le guance dalla rabbia.
“Non devi preoccuparti. Lui… lui sta con Tanya. Ed io devo farmene una ragione.”
“Se lui sta con Tanya, non ti baciava.” Disse Angela, alzando tutte e due le sopracciglia insieme.
Era la stessa cosa che mi ero detta io. Interiormente. Se lui stava con Tanya, non doveva avere occhi per nessun’altra. Anche se era un adolescente con gli ormoni a palla.
“Non so che fare. E poi… ogni volta che succede se ne va, o fa finta di nulla.”
“Devi dirglielo. Per primo devi dirgli che è un coglione patentato, e poi ti fai spiegare il suo comportamento idiota. E se non lo fai tu, lo farò io.”
Come?
“Non se ne parla, Alice. Io vi ho rivelato queste cose perché siete le mie migliori amiche, e confido in voi che non diciate nulla a nessuno. Intese?”
“Lo faremo, tesoro.” Si avvicinò a me, accarezzandomi la testa. “Questa è una storia fra te e Edward, ma devi risolverla. Lui ancora non sa cosa prova, ma tu sai che sei innamorata pazza di lui. E non voglio che ci lasci le penne. Sei la mia migliore amica, e voglio il meglio per te.”
“E per tuo fratello.” Aggiunsi, abbassando la testa per quanto il collarino me lo permettesse.
“No. Per me può anche soffrire, quel coglione patentato!” Sorrisi, allungando un po’ la testa per scoccare un bacio sulla guancia di Alice.
“Siete le migliori amiche del Mondo, lo sapete vero?” Feci un cenno della mano ad Angela, invitandola ad unirsi a noi. Per un abbraccio a tre.
Dopo qualche secondo si staccarono, cercando di non pesarmi e di non spostare gli aghi. Alice sorrise, tornando sulla sedia dove era seduta prima, ed Angela si sedette sullo stesso divanetto dove era stato Edward la mattina.
“Oh, ma tu non sai cosa è successo, cara mia!” Alice sventolò le mani in aria come una bambina, accentuando ancora di più il significato di quella frase.
“Cosa?”
“Ben ha chiesto ad Angela di uscire. Sabato prossimo!” Sgranai gli occhi, del tutto impreparata da quella rivelazione.
“Come?” Angie abbassò lo sguardo, imbarazzata. E di certo, con Alice non era facile non esserlo.
E così iniziarono a raccontarmi dell’invito di Ben, per andare a cena fuori. Del suo inaspettato interessamento per Angela, dopo la lezione di letteratura. Ed ovviamente Alice non fece altro che raccontare ogni piccolo particolare, mettendola sempre di più in imbarazzo. Sorrisi sconsolata, pensando che almeno erano riuscite a farmi dimenticare momentaneamente Edward e il suo bacio, grazie alla loro compagnia.
 
EDWARD POV
 
Guardai mia madre, che stava preparando tutte le pietanze possibili ed inimmaginabili che esistessero sulla terra.
“Mamma, per chi è tutta quella roba?” Domandai, chiedendomi se non stesse cucinando per un esercito. Certo, esagerava sempre in cucina, ma mai così tanto.
“Tutto per Isabella. Dovrà restare in Ospedale altri due giorni, e chissà cosa le prepareranno.”
Isabella.
Solo quel nome rimbombò nella mia mente, perché non ascoltai il resto.
Ero un tremendo idiota. L’avevo praticamente uccisa, la scorsa notte. E mi ero messo così tanta paura… Dio! Avrei dato la mia anima per essere al suo posto, in questo momento.
Il bacio.
Ed avevo avuto talmente tanta paura di perderla, che avevo dovuto baciarla.
Baciarla per sentirla accanto a me. Per avere la conferma che fosse lì, viva. Che respirasse.
E sì, che respirava. Perché il suo di respiro si era mescolato con il mio, in quel bacio. Un bacio casto, che mi aveva fatto venire la pelle d’oca.
Cosa che non accadeva da… No, non era mai accaduta. Mai.
Isabella stava infrangendo tutte le mie barriere da bravo ragazzo, mandandomi in visibilio.
“Hey! Mi stai ascoltando?” Esme sventolò il mattarello che aveva in mano davanti ai miei occhi, cercando di riportarmi alla realtà.
“Scusa. Ero sovrappensiero.” Scosse la testa, facendo finta di niente.
“Ti stavo dicendo se puoi portare la cena ad Isabella. Ormai sono già le diciotto, Edward. Ti dispiace?” Stavo per dirle che dovevo fare qualcos’altro, ma il suono del telefono di casa bloccò la mia frase sul nascere.
Esme rispose, e poi stette qualche secondo in silenzio, rispondendo con qualche ‘Mmh’.
“Ottimo, Charlie. Allora lo dirò ad Alice.” Attaccò tranquillamente, e prese di nuovo in mano il suo mattarello per impastare la pasta.
Charlie? Era il capo Swan?
“Mamma ch-” Ma non rispose. Perché Alice entrò trafelata in cucina, schioccando un bacio in guancia ad Esme e un’occhiataccia a me.
Ed ora cosa le avevo fatto?
Che io sapessi, non avevo combinato nulla. Tranne che baciare Isabella. Per la seconda volta.
O prenderla sotto con la macchina. O lasciarla sola in quella stanzetta d’Ospedale.
Cazzo!
Dovevo pensarci prima! Alice era la migliore amica di Bella, ed era tornata ora dall’Ospedale. Ovviamente le aveva raccontato tutto. Tutto. Ed ecco che si spiegava l’occhiataccia di mia sorella.
“Hey, tesoro.” Mia madre ricambiò il bacio, accarezzandole dolcemente i capelli. Poi Alice andò nel salone, per posare le sue cose sul divano.
O scaraventare.
“Alice?”
“Sì?” Tornò in cucina, guardando solo ed esclusivamente nostra madre.
Ecco, ora chissà per quanto mi avrebbe tenuto il muso. E non aveva neanche torto.
“Ha chiamato l’ispettore Swan, cinque minuti fa. Stanotte avrà il turno di notte, e quindi non potrà stare con Isabella. E tuo padre le ha espressamente vietato di restare da sola, per questa prima notte da convalescente.” Spiegò mamma, sorridendole.
Allora era davvero il capo Swan. “Ti dispiace passare la notte con lei, in Ospedale? Domani non andrai a scuola, non è un problema. E il Pub stasera rimarrà chiuso.” Sorrise ad Alice, cercando di convincerla.
Ovviamente non c’era bisogno di convincerla, perché con quel ‘Domani non andrai a scuola’ l’aveva già conquistata.
Pensò pensarci su qualche secondo, ma poi fece un segno di diniego con il viso.
“Mi spiace, mamma. Ma domani ho un compito importantissimo a scuola.” Scappò praticamente dalla cucina, ritornando nel salone. “E poi il Pub non può restare chiuso. Andremo io e Jazz. Tu riposati a casa insieme a papà, e manda Edward da Bella.” La guardai, come se davanti a me ci fosse un alieno.
“Edward, tu non hai un compito importantissimo domani?” Mia madre sottolineò ‘importantissimo’, come per dire che aveva capito la bugia di Alice.
Infondo, era pur sempre sua figlia.
“No. Nessun compito importantissimo.”
“Allora non avrà problemi a passare la notte con Bella.” Urlò Alice dal salone, per poi scappare in camera sua.
Passare la notte con Bella.
Dio! Si che avevo problemi! Il mio problema era passare con lei un’intera notte, pensando a tutte le domande che mi avrebbe fatto. E a cui io non avrei risposto, troppo codardo.
“Ti dispiace, Edward?” Esme si voltò nella mia direzione, guardandomi dritto negli occhi. E con quel mattarello in mano, incuteva anche un po’ di terrore.
“N-no.” Azzardai, giocando con un lembo della tovaglia.
“Ottimo. Non preoccuparti, domani non andrai a scuola. E dirò a tuo padre di metterti una piccola sdraio nella stanza di Isabella. Non vorrai mica dormire in quel vecchio divanetto, vero?” Mi assalì in tutto e per tutto. Ecco da chi aveva preso Alice. Da nostra madre.
“Sì, sì. Allora vado a farmi una doccia. E poi vado da Isabella.”
“Ottimo!” Batté tutte e due le mani, come una bambina davanti al suo regalo preferito. E io andai al piano superiore per farmi una doccia, cercando di pensare a qualsiasi cosa avrei dovuto dire ad Isabella.
 
BELLA POV
 
Stando ferma in un letto ero andata fuori di testa. Alice ed Angela erano rimaste molto tempo, ma poi, quando se ne erano andate non sapevo più cosa fare. Carlisle era venuto a visitarmi tre volte, e l’ultima fortunatamente, aveva tolto gli aghi dalle mie braccia. Quindi, potevo muovere senza problemi le mani e le braccia. Non che mi servisse molto, visto che dovevo soltanto fare zapping con il telecomando.
Ma ero andata ancor più fuori di testa, quando un Edward trafelato e bagnato dalla pioggia era entrato nella mia stanzetta bianca e buia.
“Ciao.” Sussurrò, posando tutti i pacchi che aveva in mano sul divanetto. Lo stesso divanetto dove si era seduto la mattina.
Poi mi sorrise, togliendosi il cappotto e spazzolandosi i capelli con la mano.
Quanta roba era quel ragazzo?
“Cosa ci fai qui?” Ormai non si meritava neanche il mio rispetto. Con tutti i discorsi che mi avevano inculcato le mie amiche nel pomeriggio.
Mi aveva baciata due volte. Aveva giocato con i miei sentimenti, anche se lui non ne era a conoscenza. E poi aveva fatto finta di niente, o era scappato a gambe levate.
“Mio padre mi ha chiesto di restare qui per la notte. Non gli andava di lasciarti da sola, questa prima notte da convalescente. E ti ho portato la cena, che ha preparato Esme.”
Lo guardai accigliata.
“Perché devi dormire qui? Sto benissimo da sola.”
“Hey, scusa! A me hanno chiesto soltanto di tenerti compagnia!” Alzò le mani, in cenno di resa. L’avevo praticamente attaccato, senza una giusta motivazione. O meglio, per me la motivazione c’era, ma sicuramente per lui no.
“Scusami.” Sussurrai appena, spostandomi per accendere l’abatjour sul comodino. Non ci riuscii, impedita quel’ero. Ma Edward venne in mio soccorso, accendendola per me.
“No, scusa tu.” Sorrise, avvicinandosi e sedendosi sul letto accanto a me. Proprio dove era stato quella mattina. Accarezzò una ciocca dei miei capelli, per poi scendere sul viso. E una cosa mi venne in mente.
“Sei un vero stronzo, Edward Cullen.” Chiusi gli occhi a due fessure, mentre lui lasciava a mezz’aria la mano.
“C-com?”
“Non mi hai detto che ho un enorme ematoma sul viso. Sei pessimo, e stronzo.”
“Se per questo non te l’hanno detto neanche Carlisle e tuo padre.” Riprese ad accarezzarmi il visto, quasi sollevato dalla mia affermazione.
“Lo so.”
“E allora dovrai dire anche a mio padre che è uno stronzo.” Arcuai le sopracciglia, inclinando il collo per quanto il collarino me lo permettesse.
Doppiogiochista!
“Beh, a tuo padre non ho proprio detto che è uno stronzo. Gli ho detto che poteva benissimo avvertirmi dell’ematoma enorme che sfigura il mio viso, rendendomi orribile.”
Questa volta passò le mani sul livido, accarezzandolo lentamente.
“Non sei orribile. E poi… beh, questa cosa non è giusta. Dovrò dire a papà tutto quello che gli hai detto stronzo.”
Mi fermai al ‘Non sei orribile’, ma cercai di capire anche il resto della frase.
Lo avrebbe detto a Carlisle? Dio, che figuraccia!
“Edward, non… N-on”
“Hey, stavo solo scherzando piccola.” Questa volta invece metabolizzai soltanto l’ultima parola del periodo, chiedendomi se si era reso conto di quello che aveva appena detto. Mi aveva chiamata piccola. E continuava ad accarezzarmi il viso. Poi distolse lo sguardo, per indicare le scatole che aveva posato sul divanetto.
“Prima voglio mangiare, e poi… poi parliamo di quello che è successo stamattina. Che ne dici?”
“Mi sembra un’ottima idea.” Acconsentii, sentendomi del tutto stordita. E del tutto felice, perché voleva discutere del bacio.
Del secondo bacio.
E forse anche del primo.
 
La cena era squisita. Esme aveva preparato dell’arrosto, delle verdure ed una torta alla cioccolata. Mi leccai anche i baffi, quando ebbi finito di mangiare tutte quelle prelibatezze. Poi Edward da bravo ragazzo aveva riposto tutto di nuovo sul divanetto, e si era seduto accanto a me. Durante la cena invece, si era accomodato su una sedia di plastica accanto al mio letto.
“Puoi… ce la fai a spostarti?”
Cosa aveva in mente?
Annuii, spostando il mio corpo a destra. Lui posò un braccio sotto la mia testa, e si sdraiò accanto a me.
Ecco, cosa aveva in mente.
Mi sentii totalmente a disagio. Quello era Edward Cullen.
L’Edward per cui io avevo una cotta da anni remoti, e che ora era nel mio stesso letto ad accarezzarmi i capelli.
La luce della camera era spenta, e rifletteva soltanto la luce della luna sui nostri corpi.
“Isabella… da quanto tempo è che ci conosciamo?” Domandò cautamente, arrivando ad accarezzare i capelli fino alla punta.
“D-da sempre?” Chiesi cauta, cercando di fare mente locale con il cervello e di non sembrare una totale e completa idiota.
“Giusto. E… da quanto tempo è che io ho un interesse per te?” Interesse stava per ‘mi piaci, e ti sto dietro da non sai quanto tempo?’ No, impossibile.
“Dal bacio?” Chiesi cautamente per la seconda volta, ricordando quel bacio nella radura.
“No.”
Cazzo!
Da quanto tempo gli piacevo? E poi… si poteva considerare ‘piacergli?’ La mia mente ormai girava per conto suo.
“No.” Continuò, accarezzandomi con più veemenza i capelli, per poi scendere fino al viso. “Dal giorno prima. Da quando Jacob mi ha rivelato i sentimenti che prova per te.”
Cosa era quello, una presa in giro? Voleva far soffrire il suo migliore amico, e faceva finta di provare interesse per me?
“Cos-?”
“Shhh.” Sussurrò appena, questa volta passando alle labbra che avevano appena pronunciato quella mezza parola, e tracciò copra dei ghirigori immaginari. “Fammi spiegare.”
Cercai di annuire, ma non fu un’impresa facile. Anzi, non ci riuscii proprio. Dai miei occhi lesse che poteva continuare.
“Non sono il tipo che bacia la prima che capita, questo lo sai. E non sono neanche il tipo che tradisce la sua fidanzata. Io e Tanya ormai stiamo insieme da alcuni mesi, ma tra noi non c’è nessun rapporto ufficiale.”
Faceva prima a dire che fra lui e Tanya il rapporto era basato solo dal sesso. Ma stetti in silenzio, aspettando che continuasse.
“Non sono neanche il tipo che bacia le amiche di mia sorella. Anzi, la maggior parte di loro mi sono sempre state antipatiche. Tranne Angela… e tu.” Smise di lasciare carezze sui miei capelli, e poi sbuffò frustato. “Ti dico la verità. Non so neanche io cosa sto cercando di dirti. So solo che quei baci non erano uno scherzo, ma devo schiarirmi le idee. Quando Jacob mi ha detto che si era innamorato, ero felicissimo per lui. Dopo così tanto tempo, aveva trovato una ragazza per cui perdere la testa. Ma poi…” Questa volta si sedette, passando le mani sui suoi di capelli. “Non ci ho visto più. E’ gelosia? Non lo so, Isabella. Ma quando ti ho vista in lacrime su quel Pick up, ho capito che tu non ricambiavi i sentimenti di Jake, e quando mi hai chiesto se potevi passarmi a prendere tutte le mattine ero troppo felice… E quando.” Sorrisi, cercando di alzare una mano per tappargli la bocca.
“Stai zitto, Edward Cullen.” Scossi la testa, con la voce dolce ed un sorriso a trentadue denti.
Mi aveva appena rivelato che era geloso di me. Che gli piacevo, e che era felice che lo andassi a prendere tutte le mattine. E questo, a me, bastava.
“Cos-”
“Non ci riesco ad alzarmi. Potresti abbassarti?” E si ripeté la stessa scena di quella mattina. Lui si abbassò, fino a far sfiorare le nostre fronti.
“Parli troppo, lo sai?” Gli tappai la bocca con un lieve bacio, appena accennato. Sicuramente rimase del tutto stupito dal mio gesto, perché non fece nulla.
Era la terza volta che baciavo Edward Cullen.
E questa volta l’iniziativa l’avevo presa io.
Dopo qualche secondo sorrise anche lui, ricambiando finalmente quel bacio. E non aveva niente a che fare con gli altri e due.
Questa volta si trattava di un vero e proprio bacio. La sua lingua solleticò il mio palato, mandandomi scariche di adrenalina fino alla testa. Non capii più nulla. E di certo non era colpa della mia convalescenza. Era tutto così perfetto.
Poi sorrise, staccandosi lentamente.
“Scusa, Bella.”
“E oltre che parlare, ti scusi anche troppo.”
“Scusa.” Scossi la testa, cercando di fargli nuovamente spazio.
“Dormi qui con me?” Domandai timidamente, chiedendomi se la mia mossa non fosse stata troppo azzardata. Invece posò un bacio sulla mia testa, ed uno sull’enorme ematoma che copriva metà del mio viso.
“Certo, piccola.” Sospirai silenziosamente, godendomi quella piccola vittoria. Poi posai il capo sul suo petto, chiudendo gli occhi.
“E per la cronaca, non sei affatto orribile. Sei perfetta.”
Scossi il capo, pensando a tutto quello che era accaduto in quella giornata.
E a quel terzo bacio perfetto.
 
___
 
 
Un terzo bacio DAVVERO perfetto, voi che ne pensate? Finalmente Edward è riuscito a togliersi il paraocchi che aveva, e a guardarsi un po’ intorno :D Il prossimo capitolo arriverà lunedì! Baci :*
   
 
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