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Autore: Jules_Black    13/06/2011    7 recensioni
"Draco Lucius Malfoy non era un tipo incivile. E nemmeno buzzurro. E soprattutto, nemmeno gay."
Draco Malfoy odia la neve. Odia i gay. Odia Potter.
Forse, nella vita, non è tutto scontato.
E Draco Malfoy lo capirà. Decisamente.
- Dedicata ad Hayley Black. Lei sa perché. ♥
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaise Zabini, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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5. Potter? Fanculo e taci.

 

Correre. Non gli era mai sembrato quasi impossibile come quella notte.

Non voleva staccarsi da quel maledetto ponte. Non voleva fermare quel momento. Non voleva e basta.

In quel momento però, l’amicizia contava più dell’amore. O forse aveva sempre contato di più.

- Non c’è bisogno che tu venga con me- sentenziò Potter, già pronto a Smaterializzarsi. La voce tremava. Probabilmente stava piangendo. Per chi, poi? Per quello sciatto di un Weasley che alla fin fine si era dimostrato il migliore amico che si possa avere.

- Non posso lasciarti solo.

La voce di Malfoy sembrava lievemente emozionata. Forse si era reso conto di quanto, nonostante tutto, Potter fosse importante per lui. E fanculo a quelle dannate tette.

- Malfoy, non è il caso. Non credo che… Non credo…

- Potter smettila di blaterare e dammi quella dannata mano! Weasley non ti aspetterà di certo per passare a miglior vita!

- Malfoy, secondo te Ron ti vorrebbe con sé?

Poche parole. Pugnalate, praticamente. Malfoy non si era sentito più così da quanto Daphne, una sera di tanti anni fa, le aveva negato il divertimento per problemi tipicamente femminili.

Si voltò, girò su stesso e svanì. Tanto non era ben accetto.

***

A ben vedere, Draco Malfoy non era mai stato seriamente interessato a Potter. Si era lasciato solo prendere un po’ la mano. Si era lasciato coinvolgere dal corso degli eventi. O almeno, era di questo che tentava di convincersi nel buio del suo appartamento a Diagon Alley. Ecco a cosa avevano portato tanti anni di odio reciproco: ad una pseudo-relazione finita nel vuoto della prima disgrazia di passaggio. Certo, immaginare Weasley sul letto di morte con Potter che buttava giù cascate di lacrime non era il massimo. Che ci fosse una punta di gelosia nei suoi pensieri? Forse aveva davvero bevuto troppo.

Dopo qualche altro monologo interiore, si convinse del fatto che un po’ di alcool gli avrebbe solo schiarito le idee. D’altra parte era inutile continuare a fingere che andasse tutto bene, o perlomeno, provare a farlo. C’erano troppe cose che avrebbe dovuto dire a Potter ed avrebbe potuto farlo solo alzando il suo Lato B da quella maledetta poltrona imbottita.  Magari andando perfino al San Mungo. E questo avrebbe comportato il dover indiscutibilmente ammettere di essere gay. Come Silente.

E tanto valeva ammetterlo, se ciò fosse bastato a riavere Potter.

***

Correre.

Ecco, in quel momento gli pareva più che necessario. Prima che le parole gli sfuggissero dal cuore.

Non aveva alcuna voglia di finire di nuovo solo.

Non ora che aveva qualcuno per cui combattere. Qualcuno per cui gli straordinari attributi di ogni donna avevano miracolosamente perso ogni attrattiva.

Smaterializzarsi davanti il San Mungo e correre per i corridoi rischiando di inciampare sembrava la cosa più naturale del mondo, in quel momento. Conosceva quell’ospedale come l’organo riproduttivo del gentil sesso.

Trovare il reparto fu un gioco da ragazzi: tutti i moribondi venivano spostati al quarto piano. Un vecchio proverbio diceva: “Quarto piano, la Morte ti fa il baciamano”. Si narrava che fosse stato inventato dal primo Guaritore del San Mungo, Mungo Bonham nel 1632*. Da allora nulla è cambiato. Si ritrovò a superare ritratti di vecchi Guaritori, Medimaghi stretti nei loro camici, la Jessica con cui era andato a letto poche settimane prima… Il mondo gli correva accanto, in un turbinio di colori e di sensazioni. Nessuno avrebbe potuto fermalo e con questa convinzione percorse ancora qualche metro, fin quando, ansante, non si fermò davanti il reparto di terapia intensiva. E lì, seduto su una vecchia panca di plastica che aveva raccolto le lacrime di tante, troppe, persone, c’era Harry. Malfoy era ansante e si stringeva la lunga mano spigolosa al petto. Harry probabilmente nemmeno si accorse del suo arrivo perché rimase a fissare come in trance quella vecchia porta di vetro smerigliato con sopra una scritta rossa scolorita dal tempo. Malfoy gli si sedette accanto e rimase in silenzio, sfregandosi le labbra con la mano.

- Harry?

La sua voce era stranamente roca e suonava vuota anche a lui. Si sentiva svuotato di ogni emozione, di ogni sentimento che fosse, possibilmente, razionalmente spiegabile. Non ricevette alcuna risposta.

- Harry?- disse ancora, alzando una mano per sfiorargli appena con la punta del dito la spalla. Probabilmente Potter era ancora in catalessi per i postumi della sbronza, perché nemmeno allora rispose. Draco gli sventolò prontamente una mano davanti agli occhi e solo allora parve accorgersi di non essere più solo. Sussultò e si voltò a guardarlo con l’aria di chi non sa bene dove si trovi e come ci sia arrivato.

- M-Malfoy?- balbettò incerto, guardandolo stranito e basito. Draco alzò gli occhi a cielo e sbottò in una serie di esclamazioni colorite.

- Porco Merlino, credevo che fossi diventato un vegetale!- urlò all’indirizzo di un Harry ancora particolarmente scosso. Poi, scrutando dopo qualche minuti di scenate inutili, capì che forse quello non era il modo migliore per approcciarsi ad un uomo il cui migliore amico stava morendo a qualche metro di distanza.

- Allora? Quel Weasley, come sta?

Harry bofonchiò qualcosa e riprese a fissare la porta. Probabilmente a quel punto Malfoy dovette davvero sentirsi ignorato perché lo prese per le spalle e lo fece voltare verso di lui.

- Potter, ora mi ascolti, che cazzo! Non sono venuto qui solo per vederti fissare una fottuta porta marcia!- urlò, nel silenzio di quell’angolo di corridoio. Harry allora, con lentezza degna di un lumacone, si voltò.

- Ed allora perché sei venuto?- sussurrò, gli occhi inondati di lacrime.

- Per, per… Per dirti che su quel fottuto ponte avrei voluto baciarti, ecco perché!

Le sue parole rimbombarono e calarono come una cortina tra di loro. Harry aprì la bocca un paio di volte, forse per rispondere. Poi si spense, ancora.

- Cazzo, Potter! Sono diventato gay per te, ti rendi conto? Fanculo le tette, mi piaci tu! E tu cosa fai? Fissi una porta idiota!

- Draco…

- Per le mutande a pois di Silente, ascoltami! Sono qui per te! P-E-R T-E! Capisci?

- Draco, io…

- Potter? Fanculo e taci.

E così dicendo si fiondò sulle sue labbra, senza dire un’altra parola. Potter rispose al bacio, in religioso silenzio. Il corridoio si riempì dei loro respiri affannati, le loro mani si intrecciarono, le loro bocche continuavano ad armeggiare insieme… Nemmeno quando la porta si spalancò, lasciando uscire un’Hermione particolarmente furiosa e non lacrimante, si staccarono. Malfoy si ritrovò a pensare che Potter baciasse quasi quasi meglio di Pansy, mentre Potter non pensò a nulla, se non a quanto fosse interessante sentire la mano dell’altro accarezzarlo sulla schiena.

- Ehm, ehm…

La tosse improvvisata di Hermione ruppe l’atmosfera. Si allontanarono come due amebe colte con gli pseudopodi avvinghiati. Harry si voltò verso di lei, la mano stretta ancora in quella di Malfoy.

- Allora?- chiese, riportato bruscamente alla realtà.

Gli occhi evidentemente scintillanti ed arrabbiati di Hermione la dicevano lunga.

  

 

 

* Informazione ripresa da Wikipedia

 
 

   
 
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