CAPITOLO UNO: “Il bacio”
Un ruggito di gioia si levò dal buco alle sue spalle. Harry rimase a bocca aperta:parecchie
mani lo trascinarono dentro la stanza.
“Abbiamo vinto!” gridò Ron, balzandogli
davanti brandendo la coppa d’argento. “Abbiamo vinto! Quattrocentocinquanta a
centoquaranta! Abbiamo vinto!”
Harry si
guardò intorno; c’era Ginny che gli correva incontro:
aveva un’espressione dura, splendente, e lo abbracciò. E senza riflettere,
senza averlo premeditato,senza preoccuparsi del fatto
che cinquanta persone li stavano guardando, Harry la
baciò.
Dopo parecchi lunghi istanti… o forse mezz’ora… o forse parecchi giorni
di sole… si separarono. Nella stanza era calato il silenzio. Poi partì una
serie di fischi d’ammirazione e ci fu un esplosione di
risatine nervose. Harry guardò sopra la testa di Ginny e vide Dean Thomas che teneva in mano un bicchiere infranto e Romilda
Vane che sembrava pronta a scagliare qualcosa. Hermione era raggiante, ma lo sguardo di Harry cercò Ron. Alla fine lo
trovò, ancora aggrappato alla coppa, e con l’espressione di chi ha appena ha appena preso una bastonata in testa… per una
frazione di secondo si guardarono, poi Ron fece un
piccolo cenno col capo che Harry interpretò come un ‘
Be’…se proprio devi ’.
Mentre la
creatura nel petto ruggiva trionfante, Harry rivolse
un gran sorriso a Ginny e fece cenno senza parlare al
buco del ritratto. Una lunga passeggiata nel parco sembrava appropriata,
durante la quale – se ne avessero avuto il tempo –
avrebbero anche potuto discutere della partita.
(op. cit. by
Harry Potter e il principe
mezzo sangue di J. K. Bowling)
Stupida,
così dovevo apparire con quel sorriso sulle lebbra
mentre fissavo Harry e Ginny
che percorrevano la sala, abbracciati e sparivano attraverso il buco del
ritratto. Quando si erano baciati avevo creduto di
morire, ma poi appena si erano staccati Harry aveva
voltato il suo sguardo su di me e il mio viso abituato a mascherare i miei veri
sentimenti si era aperto ad un sorriso “raggiante” eppure…
Il mio
cuore si era spezzato, nell’attimo stesso in cui altri due cuori avevano preso
a battere contemporaneamente il mio si era frantumato.
Il mio migliore amico aveva baciato
la mia migliore amica…
La mia migliore amica aveva
ricambiato quel gesto…
Dovevo essere contenta, i miei migliori amici erano felici…
Eppure, l’unica cosa che desideravo in quel momento era…
Uccidere la mia migliore amica, uccidere Ginny Weasley…
Perché?
Perché era stata baciata dal mio unico amore, e le era piaciuto.
“Herm…” mi voltai di scatto, Ron
mi si era avvicinato, mi guardava, chissà se avevo
ancora quel sorriso idiota sulla faccia…
“Ron…” sussurrai a mia volta, il mio amico aveva posato la
coppa e ora il suo sguardo passava da me al buco nel ritratto
“Hai visto
quei due?” e come non vederli stupido di
un Weasley?, ma questo certo non potevo dirlo, certamente non
potevo dire la verità a Ron, così costrinsi ancora il
mio volto a piegarsi in un sorriso
“Geloso
per la tua sorellina?”
dissi sarcastica
“Sono, no, non sono geloso! Io sono, penso preoccupato e
forse mi sento anche un po’ inadeguato, come ti sentiresti se tua sorella
uscisse con il tuo migliore amico?” lo fissai a lungo, Certo meglio di ora mi sentirei Ron…
“Credo che
anche io mi sentirei inadeguata come ti senti tu e gelosa, si
mi sentirei molto gelosa!” Ron mi guardò sospettoso
“Per tua
sorella?” No per il mio migliore amico,
non c’è unico amore!
“Certo! Io
ci tengo alle cose che sono mie!” e
mentre pronunciavo queste parole mi resi conto che il mio migliore amico, Harry Potter, il famoso Harry Potter non era mai stato di
mia proprietà, non ero mai riuscita a sentirlo mio
nemmeno un attimo, semplicemente perché Harry Potter non era di nessuno! Nessuno era mai riuscito a
possederlo, forse era questa la sua forza nascosta, quando sei libero da legami
sei invincibile ed Harry non aveva legami fissi, i
suoi legami avevano vita brave, così egli era sempre
un passo davanti agli altri, lui era sempre imbattibile e quindi per mia
sfortuna inavvicinabile!
“Herm, grazie!” le braccia di Ron
mi si chiusero intorno alle spalle mozzandomi il respiro, rimasi rigida ma poi a mia volta lo strinsi, anche se la voglia di
piangere ora che il mio viso era sulla spalla di Ron
era forte io resistetti, sul mio viso comparve nuovamente il sorriso ipocrita
di prima
“Ron non ti preoccupare, questa sensazione passerà, vedrai
che con il tempo tutto passerà!” Ron annuì ed io mi
resi conto che avrei voluto che qualcuno le dicesse a me queste cose, ma la
sala si era rapidamente svuotata e anche Ron sventolando
appena la mano se ne era andato a dormire così non mi
rimaneva che restarmene accanto al fuoco, ma anche quello era stato spento e
piccole volute si alzavano dalle ceneri.
Non le
restava niente, tutto era lontano da lei, tutto le era precluso…
Si avvicinò
a suo dormitorio, doveva andare a dormire, il giorno dopo ci sarebbero
state regolarmente le lezioni…
Non ho sonno!
Vai a
letto!
Ma io…
Un rumore,
Hermione si nascose nell’ombra di una poltrona, chi
era?
Il buco
del ritratto si era aperto, due sagome erano entrate si tenevano le mani, la
leggera luce della luna li illuminava, erano i due, erano Harry
e Ginny, il suo cuore trapassato sanguinò
quando i due si scambiarono un bacio a fior di labbra poi Ginny:
“Devo
andare a dormire, Harry!” ma lui non le lasciò le mani anzi la attirò nuovamente a
se
“Passa una
buona notte Ginny” si baciarono nuovamente e poi
finalmente si divisero ed ognuno prese la via del suo dormitorio.
Quando la
notte tornò silenziosa Hermione uscì dal suo
nascondiglio, un ombra fra le altre ombre…
Devo andare a letto! si disse,
ma quando finalmente arrivò nella sua stanza l’unica cosa che afferrò fu la sua
bacchetta, mentre il suo cervello sembrava seguire come uno spettatore le sue
azioni Hermione Granger
uscì dal suo dormitorio, scese nella sala comune, uscì dal ritratto, con
attenzione attraversò i corridoi fino a una porta secondaria, uno dei tanti
passaggi che portavano all’esterno e imbucatolo si ritrovò nel giardino umido
della scuola di Hogwarts. Si bloccò
mentre il suo cervello memorizzava le sua azioni precedenti, come un
ossesso scriveva quello che la ragazza aveva fatto a lettere cubitali eppure la
ragazza non sembrava ascoltarlo, ferma nell’erba umida attorniata dalla notte e
sovrastata dall’entrata della foresta proibita…
Hermione
Grager, il prefetto.
La “so-tutto-io”.
La strega
più brillante del suo corso.
La
migliore amica di Ronald Weasley
e del famoso Harry Potter.
Quella che
odiava infrangere le regole, anche le più stupide.
Quella che
correggeva i suoi amici e che li redarguiva quando
uscivano la notte.
Lei, la
sporca mezzo sangue, proprio lei ora…
Stava
fuggendo da Hogwarts…
Il suo
cervello impazzito registrava i passi che la strega percorreva mentre anche i
raggi di luna scomparivano lasciando spazio al nulla.
Ma Hermione non se ne curava…
“Lumos” e dalla punta della bacchetta
fuoriuscì la luce, ma forse sarebbe stato meglio non
farlo, meglio vivere nell’ignoranza del pericolo che guardarlo in faccia.
Una
foresta inospitale e deserta si estendeva intorno alla ragazza, ma questo non
la preoccupò,
fu
quello che vide dopo, fu riconoscere quelle ombre di morte disseminate intorno
ai tronchi che la fece fremere di paura, ma non ebbe modo di averne tanta…
Le ombre
la circondarono e in un attimo le furono addosso..
Quanti erano?
Hermione non li avrebbe saputi numerare…
Forse
erano una decina, una ventina, ma forse era meglio non essere così positivi..
Che ci
fanno così tanti Mangiamorte accanto ad Hogwarts?
Ma era
una domanda che non avrebbe trovato risposta difatti una bacchetta di quelle
bestie ombrose portatori di morte si alzò, un lampo di luce…
Ed il
corpo di Hermione era a terra ancora prima che il suo
cervello riuscisse a scrivere la parola fine sui tasti
della sua anima.