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Autore: Ulisse85    13/06/2011    4 recensioni
Questo racconto lungo è un CROSS-OVER tra molte serie: THE MENTALIST... BONES... BUFFY... ANGEL... DR. HOUSE... TWILIGHT... avverto i “troppo affezionati” ai personaggi che potrebbe esservi qualche lieve mutamento nei caratteri presentati anche se in linea di massima saranno fedeli all'originale.
Il tutto andrà preso con la dovuta ironia, perchè è in questo spirito che viene scritta la storia!
Non ho mai scritto una fanfic: di solito scrivo cose originali. E' il mio primo tentativo... siate clementi.
Chiunque voglia eventualmente inserirsi scrivendo un capitolo o un passaggio che non alteri l'idea di fondo mi può contattare: lo troverei un piacevole esperimento unire le forze e far crescere il cross-over.
Grazie per l'attenzione, buona lettura!
….............................
Disclaimer: Nessuno dei personaggi citati e presi dalle serie televisive mi appartiene in alcun modo. Tutti i diritti relativi sono di proprietà dei creatori, dei produttori, etc etc... insomma 'roba loro'.
Genere: Generale, Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Patrick Jane, Un po' tutti
Note: Cross-over, Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nota dell'autore

 

Questo capitolo è frutto della collaborazione con Ice_heart, grande esperta di Twilight e contiene anche alcuni rimandi alla storia che trovate sulla sua pagina: “Rewind the heart”.

Per me è stato un piacere scrivere con lei, spero per voi risulti altrettanto piacevole leggerci.

 

Marco

 

 

*********

 

 

 

 

Dopo qualche rapida ricerca fatta da Van Pelt e Cho, scoprirono che Edward Cullen aveva tenuto “una serata” in un locale lì vicino, un certo “Twilight”, un disco-pub abbastanza rinomato per gli ospiti vip e l'aria un po' snob che vi si respirava all'interno.

 

Booth e Brennan si recarono sul posto insieme a Lisbon e Jane.

I due ragazzi sembravano decisamente a proprio agio all'interno del locale, tra le cameriere eleganti e bellissime che si preparavano per il turno che sarebbe iniziato tra qualche ora.

Un barman e una barmaid vestiti di tutto punto sistemavano gli “attrezzi del mestiere” e intanto alcuni addetti terminavano le pulizie.

 

Una ballerina già vestita da poliziotta passò vicino a Booth che la squadrò ironicamente e salutò: “collega...”. La ragazza sorrise e gli sfiorò con una mano il petto rallentando appena il passo e lanciandogli uno sguardo come a dire: “non male agente...”.

 

Bones bruciò con lo sguardo la ragazza: “Credo che del proprio corpo si possano fare utilizzi decisamente migliori e più sani rispetto a questi. Non sono a lungo termine e lo scorrere dell'età farà decrescere le potenzialità lavorative in un settore del genere: è decisamente un investimento poco sensato”, sentenziò l'antropologa.

 

Jane sorrise guardando Bones e Booth: quando certe cose erano così lapalissiane non c'era nemmeno gusto a sottolineare le evidenze negate.

 

Lisbon rimase totalmente indifferente a tutta la scena. Il suo sguardo correva rapido a fotografare mentalmente ogni dettaglio del posto e alla ricerca di qualcuno con cui parlare.

 

Il tempo di mostrare i rispettivi distintivi e il capo del personale arrivò da loro.

Un ragazzo sulla trentina, vestito benissimo, capelli neri leggermente lunghi e mossi, sapientemente indirizzati con la lacca. Una giacca nera su camicia nera e grigia. Sotto un jeans strappato e vintage di Armani e un paio di scarpe di Prada. Li accolse con freddezza e finta disinvoltura.

 

Dopo le presentazioni di rito, Booth tirò fuori la foto del cadavere chiedendo se lo riconoscesse.

 

“Sarebbe bastato il nome...” disse disgustato il ragazzo, Max.

 

“Allora, Max... quella sera è stato qui Edward Cullen?” incalzò Lisbon

 

“Si si.. era ospite insieme ad un altro paio di modelle e circondato dal solito nugolo di ragazze adoranti” rispose con un tono un po' astioso

 

“E' successo qualcosa di particolare?” continuò l'agente del CBI

 

“no.. solite ragazze.. autografi.. qualche drink.. un paio di amici...” rispose svogliatamente Max

 

“a che ora è andato via?” ancora Lisbon

 

“non lo so.. posso solo dirvi che per contratto sarebbe dovuto rimanere fino alle 4, ma alle 2 quando sono passato già non c'era più... non so altro..”

 

“.. e chi potrebbe sapere qualcosa di utile?” Intervenne Booth

 

“i suoi amici e le due ragazze che erano con lui...”

 

“ci può dare i loro nomi?” Lisbon precedette Booth di un soffio

 

“qualcosa tipo Rosalie e Isabella credo.. non so altro davvero.. mi spiace che sia morto ma non so come aiutarvi.. quindi...” l'invito di Max a togliere le tende era evidente

 

“antropologicamente parlando lei si è costruito un paradiso fatto di tentazioni cui non attingere: deve avere una vena alquanto masochistica oppure chiede favori sessuali al personale?” chiese Bones con il consueto tatto

 

“eh.. ma cosa sta dicendo? Ma … come si permette?” si infuriò Max.

 

“Temperance non credo che Max faccia niente del genere. Possiamo andare. La ringrazio” Chiuse Jane la conversazione

 

“Non decidi tu quando è finita!” lo sgridarono quasi in contemporanea l'agente dell'FBI e del CBI

 

Patrick alzò le spalle e chiese scusa con un cenno della testa e l'aria fin troppo contrita. “Posso aggiungere solo una cosa? - disse mentre Max tornava nel suo ufficio e loro si avviavano verso l'uscita, e continuò senza attendere la risposta - Max è gay. Voleva provarci con Edward ma nel corso della serata ha capito che lui invece era etero.” Sorrise trionfante come per aver rivelato qualcosa di essenziale.

 

“Pensiamo a convocare ed interrogare queste due ragazze...” gli rispose Lisbon

 

“concordo..:” chiuse Booth.

 

*******

 

Bastarono un paio di telefonate all'agenzia cui era legato Mr Cullen, e Rosalie e Isabella furono convocate nella sede centrale CBI.

Booth e Lisbon decisero di dividersi in due coppie e di interrogarle in contemporanea.

 

“Che noiaaa” Patrick si lasciò cadere sul divano, simulando un'alterazione e un urto sconfinati.

 

Bones lo osservava perplesso.

 

“Adesso entreremo lì... io e Lisbon .. voi due.. che noiaaa” ripeté

 

“e sentiamo cosa proponi?” Lisbon si pentì della domanda mentre la stava ancora formulando

 

Patrick non aspettava altro: saltò su dal divano e disse: “coppie miste. Rosalie la interrogherete tu e l'agente Booth e io e la dolce Temperance ci dedicheremo a Isabella”.

Sfoderò un sorriso largo e ammaliante per strappare un “si” a Lisbon.

 

“No, Jane. Ma non ci pensare proprio...” Teresa rispose a tono

 

“e perchè?” Jane non smise di sorridere, sapeva già che l'avrebbe spuntata

 

“perchè nessuno di voi due è un agente!” sbottò Lisbon

 

“si ma.. io ho il tesserino CBI, loro non sono due sospettate.. saranno due ragazze tranquille e qui abbiamo a che fare con tutt'altro e poi.. lei ha tre dottorati !” indicò Bones

 

“è vero... ne ho tre” confermò lei e per una volta decise di dare manforte al consulente “e poi io ho un quoziente intellettivo molto alto e lui, anche se tira palesemente ad indovinare, sembra che ci prenda abbastanza”. L'idea di poter condurre un interrogatorio senza Booth la attraeva troppo.

 

“lasciamoli fare...” l'agente dell'FBI sorrise amichevole alla collega CBI “in fondo, sono solo due persone informate dei fatti di contesto e non possono fare tanti danni...”

 

Lisbon storse la bocca ma la sua mancanza di una replica fu letta unanimemente come un “si”.

 

 

Cho entrò nella sala ed annunciò che Isabella e Rosalie erano arrivate.

Le due squadre improvvisate si divisero.

Jane e Bones andarono verso la stanza con dentro Isabella.

 

Aprirono la porta.

Isabella era una ragazza estremamente attraente. Il suo fisico alto e slanciato faceva ben intendere che lavorasse anch’ella nel campo della moda. Lunghi capelli castani le ricadevano in morbidi boccoli sulle spalle e fungevano da cornice al suo volto perfetto.

Le sue labbra erano rosse e carnose, i suoi occhi nocciola erano troppo dolci per il campo in cui lavorava. Il suo portamento fiero, tipico delle modelle, non riusciva però a nascondere gli occhi lucidi, velati dal pianto.

Camminava nervosamente per la stanza, le mani portate diverse volte tra i capelli, per sistemarli, per toglierli dal volto o semplicemente in un gesto che le permettesse di scaricare un po’ di tensione.

 

Bones non diede segno di notare la bellissima ragazza che aveva di fronte.

Jane si illuminò con un sorriso e pensò che sarebbe stato un interrogatorio piacevole oltre che divertente. Ma non dimenticò ovviamente il dolore della ragazza che aveva di fronte cui dedicava il suo massimo rispetto come sempre.

 

“io sono la dottoressa Temperance Brennan” si presentò fredda lei,

 

“salve...” rispose Bella asciugandosi una lacrima furtiva

 

“io sono Jane” , Patrick si sedette a metà strada tra Bones e la ragazza “adesso le faremo qualche domanda... risponda tranquillamente mi raccomando” aggiunse sfiorandole lievemente il dorso della mano destra.

 

“Di cosa si occupa?” Iniziò la Brennan

 

“Sono una modella”

 

“.. da quanto tempo?” continuò la dottoressa

 

Da circa 5 anni, ne avevo 18 quando ho iniziato e adesso vado per i 23.. “ Bella si era in parte ricomposta e dopo aver ascoltato la domanda da Bones rispondeva sempre guardando negli occhi Jane.

 

come mai conosce Edward Cullen?” arrivare lentamente al dunque e con un certo tatto non era una delle tante capacità dell'antropologa

 

La ragazza abbassò lo sguardo e una lacrima scese silenziosa a rigarle il volto. “Lavoravamo per la stessa agenzia di moda quando ho iniziato a lavorare, - prese una lunga pausa, si tamponò gli occhi con un fazzoletto e riprese- poi lui ha cambiato agenzia a causa di alcuni... disguidi con il proprietario dell’agenzia...”

 

Lei stava per dire contrasti o sbaglio?” Jane le sorrise e parlò con voce dolce e quasi sussurando.

 

Io.. no.. si.. comunque tanto ha cambiato agenzia alla fine... era solo che il proprietario aveva frainteso.. i suoi.. gusti diciamo e poi oltretutto gli faceva problemi sugli orari di lavoro...” Bella si rendeva conto di essere lievemente incartata ma non poteva certo dire esplicitamente: era gay ci provava con lui e non accettava che Ed lavorasse solo di notte!

 

... di che natura era il vostro rapporto?” Bones tornò ai fatti

 

Avevamo una relazione da 3 anni, non è stata mai resa ufficiale a causa del nostro lavoro.- i singhiozzi le impedivano di parlare chiaramente - Far credere che io ed Edward fossimo single giovava di più alla nostra immagine, soprattutto con i fan.. sa com'è...”

 

No. Non lo so veramente...”

 

Eh si la capisco..” Jane coprì quasi subito la risposta di Temperance e le mandò un'occhiata vagamente allusiva e un largo sorriso quasi a scusarsi del suo immenso charme che lo rendeva conscio di tali problematiche...

 

Poi rivolgendosi a Bella: “ci parli di quella sera...” tornò a toccarle le mano. Il contatto si fece più consistente e la prese proprio nella sua, come ad incoraggiarla.

 

Quella sera Edward doveva fare un'ospitata in un locale, il Twilight, e, come spesso succedeva, io l’avevo accompagnato. Eravamo in un privè insieme ad altri amici, abbiamo preso qualche drink, una bottiglia di champagne e poi verso l’una e mezzo siamo andati via...”

 

..è l'ultima volta che l'ha visto?” intervenne Bones

 

Si.... beh.. è’ stata quella sera. Usciti dal locale siamo andati al mio appartamento e….abbiamo passato la notte insieme, poi, quando mi sono svegliata lui non c’era più. Non gli ho dato peso più di tanto, Edward era un tipo che non dormiva molto e spesso usciva prima dell'alba per andare a correre”

 

Ha notato niente di particolare?” sempre Jane

 

Assolutamente no. Mi ha solo lasciato un biglietto sul comodino in cui mi avvisava che mi avrebbe chiamata presto e che…- s’interruppe mentre il petto veniva scosso da singhiozzi più forti -…aveva scritto che mi amava”

 

Bones disse che per lei poteva bastare per adesso e si alzò. Jane anche si alzò dalla sedia, lasciando la mano della ragazza ma poi aggiunse: “mi scusi la domanda strana.. la prego risponda come le viene: se Edward fosse un animale, che animale sarebbe?”

 

Una pantera, senza dubbio sarebbe una pantera... “ sorrise tra le lacrime Bella

 

Si tenga a disposizione... la ricontatteremo” chiosò Bones.

 

Jane fece un gentile cenno di saluto.

 

Va bene... e… state attenti” rispose Bella guardando negli occhi Jane.

 

Patrick lesse una reale preoccupazione nei suoi occhi. Era stata sincera durante l'interrogatorio.

Non aveva detto niente di falso ma aveva omesso molte cose: il suo battito non mentiva.

 

... e poi – concluse ad alta voce, fuori dalla stanza Jane rivolgendosi più a se stesso che a Bones – odorava anche di paura non solo di dolore, aveva quell'odore acre di ...una paura primordiale.”

   
 
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