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Autore: DreamWanderer    13/06/2011    1 recensioni
Karen, e le cose che le succedono attorno, filtrate attraverso il suo punto di vista e quello delle persone a lei vicine.
Fa parte della saga "Shards & Shades".
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Shards & Shades'
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Eeeeeeeeeeeed eccomi qua! Con un giorno di ritardo rispetto a quanto avevo promesso in Bottled Up Inside. (colpa del computer, GIURO!!!), ma mi faccio perdonare! Infatti, questo non è il secondo "capitolo" della serie Shards and Shades ma......... è il TERZO! Il secondo, che si intitola "Una Storia Senza Lieto Fine." lo trovate nella storia Of Dream and Desire. nella categoria Romantico della sezione Originali :D
Vi ricordo che la saga Shards and Shades è composta di quattro diverse storie parallele aggiornate a rotazione.
Adesso vi lascio alle vostre letture! Ci risentiamo in fondo :D










3.
Piccola Confessione.


Karen’s PoV

Scuote la testa, Melanie, quando finisco di raccontarle quella storia… una storia che pare assurda persino a me che l’ho vissuta, tanto la sfortuna ci si è accanita fino all’inverosimile.

Poi mi sorride. --Beh, direi che adesso facciamo una bella croce sopra a Ryan!--

Le sue parole mi arrivano all’improvviso, come una frustata, e reagisco istintivamente.

--No.--

Mi pento subito della veemenza, della testardaggine con cui mi è uscito quel rifiuto. Non volevo essere brusca.

Mel mi guarda un momento, e mi sorride ancora. Ed è un sorriso triste, forse perché a visto il tormento nei miei occhi.

--Perché no, Karen?--

Domanda da un milione di dollari.

Come spiegare l’inspiegabile, quando nemmeno io comprendo l’incomprensibile? Come posso anche solo tentare di dare un senso logico all’irrazionale? Come faccio a dirle perché, nonostante tutto, mi senta ancora legata a lui?

Scrollo leggermente le spalle, mentre chino la testa e comincio a torturare la malcapitata panna montata della mia cioccolata calda. Anche se dubito che martoriare quel povero dolce possa in alcun modo aiutarmi a trovare il senso di tutta questa storia.

--Non lo so.-- aggiungo con un filo di voce, come se i miei gesti non fossero riusciti a rendere il concetto.

--Lo ami?-- mi chiede ancora, facendomi l’occhiolino.

Siamo sempre state delle inguaribili romantiche, tutt’e due. Il principe azzurro è sempre stato il nostro sogno, il sogno di tutte. E anche se la vita cambia tante cose, i sogni mutano raramente. Eppure di nuovo la risposta mi esce automatica…

Ed è un altro diniego.

--No.--

Metto in bocca un cucchiaio di panna montata, anche se m’è passata la voglia. Ma il sapore dolce è molto piacevole, e copre in parte l’amarezza che ho sentito invadermi la bocca a quella piccola verità.

--Non credo di amarlo.-- ribadisco, senza alzare gli occhi dalla cioccolata.

--Però ti è entrato dentro.-- obietta lei, e stavolta non posso ribattere nulla.

Perché ha ragione lei.

--Ascolta Karen… non pensi che sarebbe meglio andare avanti? Prova a cercare qualcun altro magari. Non ti sto dicendo di andare col primo che capita, chiaro_-- aggiunge in fretta, notando l’ombra che mi ha sicuramente attraversato il viso. --_ma magari dovresti cercare di dare fiducia ad altre persone. Potrebbe aiutarti almeno a levartelo dalla testa.--

Chiodo scaccia chiodo. Sì, c’ho pensato anche io. Ma non sono capace.

Con un sospiro mi alzo e mi allungo per prendere la sua tazza, ormai vuota. L’avevo fatta mezz’ora fa, quella cioccolata. E la mia è ancora lì.

--Non sono un’illusa. Lo so che non potrebbe essere in ogni caso, che c’era _c’è_ ben poco di romantico o di sentimentale tra noi. Ma mi fa sentire speciale.--

E io, speciale, non mi sono sentita mai. Diversa, quello sì. Ma non in senso buono.

Speciale, invece, mai.

E lui mi ha fatta sentire speciale, mi ha fatto prendere confidenza con quel lato più intimo e ardente di me che prima non avevo mai avuto nemmeno l’occasione di conoscere. E mi ha voluto bene.

Il rumore di una sedia che gratta il pavimento, e due braccia esili che mi stringono. Mel, la mia amica, mi abbraccia, cercando di confortarmi almeno un po’.

--Lo sogni ancora?-- mi chiede, mentre torniamo a sederci.

E io le confesso tutto, in un sospiro. --Qualche volta. E ogni tanto, mentre sono in dormiveglia, mi sembra di averlo accanto a me, di sentire la sua voce o la sua risata, di sentire le sue mani che mi accarezzano.--

Peccato che ogni volta che cerco i suoi occhi mi ritrovi a fissare la parete.

Butto giù un sorso della cioccolata, ormai quasi fredda, ma ancora buona.

Non so cosa darei adesso per condensare tutte quelle pazzie che non ho mai fatto in una singola follia: correre a prendere un’aereo, e volare subito da lui.
Per avere quel tempo, quell’occasione, che la sfortuna mi ha rubato quest’estate.

Vorrei poter mettere un punto a questa storia, sorridere ai ricordi per metterli in un cassetto, e andare avanti. Ma non ce la faccio. E non perché io mi senta persa senza di lui, ma perché ho il terrore che lui possa essere l’unico a volermi bene.

Non sono una sciocca, anzi. Sono un’ingenua, quello un po’ sì, ma sono anche capace di far funzionare la testa. Non sono una bellezza folgorante, ma a curve e tratti sto messa bene, anche a detta degli altri. Porto gli occhiali, ma ormai non è più un marchio d’infamia. Sono timida, sempre troppo buona, ma so anche farmi valere all’occorrenza. Ho una tendenza alla malinconia, ma ho anche un bel sorriso. Non sono niente di speciale, certo, ma non sono nemmeno uno schifo.

Eppure, forse, ho qualcosa di sbagliato.

Perché altrimenti sarebbero troppe le cose che non so spiegare. Per esempio, perché io sia tanto brava eppure io non abbia la minima idea di cosa farne della mia esistenza. Oppure perché, nonostante io abbia una bella vita, io riesca ad odiarne ogni cosa, me stessa in particolare. O perché, nonostante io non sia da buttare, tutti quanti guardino sempre la sorella o l’amica di turno, e mai me.

Ryan è stato il primo a notarmi, a farmi trovare un po’ di pace dalle continue torture e dai ricorrenti rimproveri a cui sottoponevo me stessa.

E io ho il terrore che possa essere l’unico.

Sento gli occhi inumidirsi, il collo scaldarsi, la gola chiudersi. Ma le mie ciglia non lasciano scappare nemmeno una lacrima.

Mi sento sola in questo momento, sola come non mai. Vorrei riuscire a scrivere un po’, almeno per sfogarmi o per distrarmi, ma le parole non vengono. Manca anche la voglia di leggere, e l’MP3 non fa altro che propormi la musica sbagliata. In questo momento, sono davvero l’ombra di me stessa.

Sempre che io sia mai stata qualcosa di più.

Sento Mel sospirare, probabilmente irritata dal mio silenzio assente.

--Andiamo a mettere su un DVD?-- mi propone.

È un’amica, Mel. Ha capito che non riesco a dirle altro, che il mio piccolo momento di confidenza è finito, così cerca almeno di distrarmi. Mi alzo e l’abbraccio forte, cercando di trasmettere in quel gesto tutta la riconoscenza che un semplice “grazie” non potrebbe mai esprimere.

Ci sediamo sul divano morbido, prendendo il telecomando e ci accoccoliamo sotto la trapunta calda. Cominciamo a spulciare la pila di DVD, cercando qualcosa di coinvolgente da guardare. La mia tazza di cioccolata, invece, rimane in cucina.

Mezza vuota.

In quel momento si apre la porta d’ingresso, e mia madre entra in casa. Ci assomigliamo molto, ce lo dicono tutti: stesso colore di capelli, stesse labbra, stessi tratti, occhi simili.

--Ciao ragazze!-- ci saluta con un bel sorriso allegro, le guance arrossate dall’aria frizzante delle giornate d’inverno. --Siete state in casa?--

--Sì, fuori fa troppo freddo!-- rispondo, con un sorriso.

Un sorriso falso, che si tiene alla larga dai miei occhi. Non che importi comunque, visto che le lenti spesse impediscono a chiunque di guardarli davvero quando indosso gli occhiali.

--Stavamo per guardare un film.-- spiega Mel.

--D’accordo. Io sono di sopra a leggere un po’ se avete bisogno.-- ci ricorda, sempre disponibile, prima di appendere la giacca e salire su per le scale.

Noi annuiamo.

--Che ne dici?-- mi chiede poi la mia amica, mettendomi sotto il naso una custodia.

Film d’azione? Perché no.

Lo prendo, e lo metto nel lettore DVD. Poi le immagini riempiono lo schermo, e io le lascio invadere anche la mia mente.

Le mie preoccupazioni non sono scomparse, ma per il momento se ne stanno zitte. Domani torneranno, lo so, ma adesso non riesco a darci peso. Forse stanotte non riuscirò a dormire, ma adesso non ci penso. Adesso ci sono solo la mia amica, un bel film da commentare in compagnia e un po’ di dolce nello stomaco.

E, ora come ora, questo basta.








Angoletto!

Già, Ryan non ha mantenuto la sua promessa, e non è riuscito a rivedere Karen. Infatti, Karen odia le promesse. Qualcuno di voi si aspettava che l'avrei fatta andar male tra loro? :D
Che altro dire... spero di leggere un commento, e spero che qualcuno di voi abbia voglia di seguire tutte le storie :)
Vi lascio qui i titoli e dove trovare le storie (se dovesse essere confusionario, potete sempre cercare la serie Shards and Shades sul mio profilo :D)

1. Bottled Up Inside.: Originali > Introspettivo

2. Of Dream and Desire.: Originali > Romantico
3. Slices of Life.: Originali > Generale
4. From a Friend's Eye.:
Originali > (o Introspettivo o Generale, non ho ancora deciso ^-^''')

Il prossimo capitolo della saga lo troverete in Bottled Up Inside.
E... questo è tutto!


Ultima nota personale: se qualcuno ha voglia di essere sempre aggiornato sugli sviluppi delle mie storie, ecco il link della mia pagina-autore su Facebook:
DreamWanderer

Un bacio a tutti!
;*
   
 
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